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Notizie

2014 - Ministro Angelino Alfano

09.09.2014

Italia ed Europa all'erta contro la nuova offensiva del terrorismo religioso

Informativa urgente del ministro Alfano alla Camera e al Senato sul terrorismo internazionale di matrice religiosa che fa capo all'Isis. Le misure: più controlli contro il fenomeno dei foreign fighters; leggi più efficaci per incriminare i 'lupi solitari'

L'obiettivo principale della minaccia fondamentalista globale contro le entità religiose diverse da quella islamico-sunnita portata avanti dall'Islamic State (Isis), è l'Occidente, e l'Italia «non ha un posto secondario in questo target». Per motivi storico-religiosi - Roma ospita la massima autorità cattolica, il Papa, ed è vista come luogo simbolico per la sua storia millenaria - e per ragioni politiche legate alla sua 'vocazione atlantista', alla presidenza semestrale dell'Ue e al 'si' alla richiesta di aiuti umanitari da parte delle autorità curde in Iraq.

Lo ha detto chiaramente il ministro dell'Interno Angelino Alfano oggi pomeriggio in aula a Roma alla Camera dei Deputati durante l'informativa urgente del governo sul tema del terrorismo internazionale di matrice religiosa. «Non bisogna minimizzare il rischio di minacce concrete nelle parole di al-Baghdadi - leader dell'Isis - non bisogna trascurare nessun segnale premonitore», ha avvertito Alfano. Anche se al momento i servizi di intelligence non registrano rischi concreti per la sicurezza sul territorio nazionale, neanche collegate ai flussi migratori, l'attenzione è e rimane alta, attraverso il monitoraggio costante dei principali possibili ambiti di propaganda e reclutamento di combattenti per la nuova causa jiahdista.

I dati

Sono stati censiti, con la collaborazione degli Imam, i centri di aggregazione religiosa - 514 le associazioni attive in Italia l'82% delle quali sunnite, 396 i luoghi di culto comprese le moschee di Roma, Milano, Ravenna e Colle Val d'Elsa; è continuo il monitoraggio del web alla ricerca di possibili tentativi di reclutamento, così come l'attività investigativa del Comitato di analisi per le strategie antiterrorismo (Casa), che nelle sue 35 riunioni da gennaio ad oggi ha analizzato 162 ipotesi di 'alert'. C'è grande attenzione al fenomeno dei foreign fighter, i combattenti stranieri - non siriani né iracheni - occidentali di fede islamica, provenienti soprattutto dai Balcani, che aderiscono all'offensiva dell'Isis dando vita a una sorta di esodo verso gli scenari orientali degli attacchi fondamentalisti.

Su questo fronte si stimano circa 2.300 i volontari dal mondo, Europa e Italia comprese - sarebbero 48 le persone indirettamente collegate al nostro Paese - che spesso poi tornano e «possono avere la volontà di proseguire nello jihaidismo nei paesi d'origine» attraverso la strategia dei 'mille tagli', moltiplicare le azioni eversive «per dissanguare il nemico». È «il fenomeno del reducismo», ha spiegato Alfano, legato anche alle cellule dormienti pronte ad attivarsi già segnalate nel 2009 dalla comunità delle intelligence.È questo un altro degli aspetti peculiari della minaccia fondamentalista dell'Islamic State, più pericolosa di quella quaedista, dalla quale deriva, perché più ambiziosa e brutale.

L'Isis infatti «si pone come qualcosa di più di una falange armata», ha proseguito il ministro: si propone di «diventare una soggettualità statale», vuole un proprio territorio; punta a dominare una regione orientale molto più ampia delle zone di Siria a Iraq attualmente sotto controllo; è indipendente da fonti esterne di finanziamento e ha il controllo di alcune fonti energetiche; può contare su armi e su un alto numero di combattenti, alcune voci dicono 80.000, altre 100.000; è a conoscenza delle strategie di comunicazione e delle potenzialità pervasive del web per veicolare i propri messaggi, come dimostrano - ha ricordato Alfano - i video dell'esecuzione dei 2 reporter diffusi recentemente.

Le strategie di contrasto

Contro questa nuova sfida fondamentalista lanciata dal Califfato islamico proclamato dall'Isis, la strada è potenziare gli strumenti legislativi antiterrorismo, consentendo ad esempio di imputare il reato di terrorismo anche ai cosiddetti 'lupi solitari', che non appartengono a sigle terroristiche, e potenziare la prevenzione intensificando i controlli, come stanno facendo anche Germania e Inghilterra.

Altro fronte è la coperazione internazionale giudiziaria e di polizia, alla quale l'Italia partecipa attivamente, perché «occorre una risposta energica e coesa da parte della comunità internazionale»: in questo ambito dal 1° giugno a oggi ci sono stati 25 allertamenti su situazioni sospette.

«Il lungo cammino dei diritti e dell'umanità verso la democrazia non si è ancora concluso» ha chiuso il ministro, che alle 18 ha riferito anche al Senato. Di fronte a queste forme di terrorismo «tornano attuali le parole di Roosvelt sulla libertà di parola, di credo, dal bisogno e dalla paura», che coincide con la sicurezza. Massimo impegno dello Stato, ha assicurato Alfano, «per centrare questo grande obiettivo che coincide con la libertà degli italiani».





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