Legislatura 17ª - Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani - Resoconto sommario n. 71 del 10/03/2015


 

COMMISSIONE STRAORDINARIA PER LA TUTELA E LA PROMOZIONE DEI DIRITTI UMANI

 

MARTEDÌ 10 MARZO 2015

71ª Seduta

 

Presidenza del Presidente

MANCONI 

 

       Interviene, ai sensi dell'articolo 48 del Regolamento, la dottoressa Viviana Valastro, responsabile dell'area minori migranti di "Save the Children".  

 

 

       La seduta inizia alle ore 13,05.

 

 

AFFARI ASSEGNATI 

Attuazione della strategia di inclusione di rom, sinti e caminanti in Italia, e superamento dei campi rom come soluzione alloggiativa per le persone appartenenti a tale etnia (n. 456)  

(Esame, ai sensi dell'articolo 34, comma 1, primo periodo, e per gli effetti di cui all'articolo 50, commi 1 e 2, del Regolamento. Approvazione della risoluzione: Doc. XXIV-ter, n. 9)

 

Il presidente MANCONI ricorda l'impegno della Commissione sulla tutela dei diritti fondamentali dei rom in Italia e le numerose visite effettuate presso campi rom del nostro paese. Illustra brevemente il contenuto della risoluzione, sottolineando il prezioso contributo della senatrice Serra, volto a promuovere il superamento dei campi rom e la piena attuazione della strategia per l'inclusione di rom, sinti e caminanti varata nel febbraio del 2012. Poiché nessun senatore chiede di intervenire in sede discussione generale o dichiarazioni di voto, procede alla verifica del prescritto numero legale e pone ai voti lo schema di risoluzione - allegato al presente resoconto - che viene approvato a maggioranza dalla Commissione con il solo voto contrario della senatrice MUNERATO (LN-Aut) e l'astensione della senatrice SIMEONI (Misto). Ringrazia i colleghi per la partecipazione così attiva ed interessata alla discussione, ricordando il programma della Commissione per i prossimi giorni.

 

 

SULLA PUBBLICITA' DEI LAVORI  

 

Il presidente MANCONI comunica che, ai sensi dell'articolo 33, comma 4, del Regolamento, è stata richiesta l'attivazione dell'impianto audiovisivo e che la Presidenza del Senato ha fatto preventivamente conoscere il proprio assenso.

 

Poiché non vi sono osservazioni, tale forma di pubblicità è dunque adottata per il prosieguo dei lavori.

 

 

PROCEDURE INFORMATIVE 

Seguito dell'indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani, vigenti in Italia e nella realtà internazionale: audizione della dottoressa Viviana Valastro, responsabile dell'area minori migranti di "Save the Children", sul tema dei minori stranieri non accompagnati e sull'attività all'interno del progetto Praesidium   

 

       Prosegue l'indagine conoscitiva in titolo, sospesa nella seduta del 24 febbraio scorso.

 

            Il presidente MANCONI ricorda che l'audizione si inserisce nel filone d'indagine svolta della Commissione sul tema dell'accoglienza dei migranti in Italia e che ai minori stranieri non accompagnati sono state dedicate numerose iniziative nei mesi scorsi.

 

       La dottoressa VALASTRO, responsabile dell'area minori migranti di "Save the Children",  ringrazia per l'invito e per l'interesse della Commissione verso la condizione dei minori stranieri non accompagnati in Italia. Nel 2014 sono stati oltre 170.000 i profughi arrivati via mare nel nostro paese e di questi 26.100 sono risultati minori. I non accompagnati sono stati circa 13.000, di cui 2.300 provenienti dall'Egitto. Sono stati invece 10.000 i minori giunti in Italia con i familiari di origine quasi esclusivamente siriana. Il flusso dalla Siria è cominciato nel luglio 2013 e da allora non si è mai fermato. La maggior parte delle famiglie siriane, all'arrivo in Italia, ha cercato di evitare il fotosegnalamento per superare i limiti imposti dal regolamento di Dublino: molti di loro hanno raggiunto la Germania e la Svezia, dove avevano familiari e possibilità concrete di inserimento nella società. Nel viaggio dalla Sicilia al Nord Europa, Milano rappresenta una tappa obbligatoria e la città si è organizzata in questo senso, predisponendo dei centri di transito dove poter offrire ristoro prima di continuare verso la destinazione finale. Lo stesso vale per i minori eritrei, anch'essi numerosi a causa del regime dittatoriale presente in quel paese e dell'obbligo a prestare per molti anni il servizio militare, di passaggio in Italia verso altri paesi europei dove sono presenti comunità pronte ad accoglierle. Il viaggio di questi ragazzi è gestito da trafficanti che riescono a intercettarli e a portarli a destinazione in pochi giorni. Se il minore seguisse il percorso stabilito dalle norme italiane, chiedendo protezione nel nostro paese, potrebbe ricongiungersi ai propri familiari in maniera legale, ma ci verrebbero almeno sei mesi per poter accedere a questa possibilità. I trafficanti offrono di realizzare questo passaggio in una settimana - dieci giorni. Numerosi sono anche i minori egiziani, i quali vengono in Italia per lavorare e inviare denaro alle famiglie ricorrendo a reti criminali che spesso li espongono a un altissimo rischio di sfruttamento lavorativo e perfino sessuale. Quanto alle modalità di arrivo in Italia, vi sono una serie di criticità emerse dal lavoro dell'organizzazione in questi anni. Innanzitutto va sottolineato come nel nostro paese un minore straniero abbia diritto all'accoglienza, anche se non è richiedente asilo, come previsto dal testo unico sull'immigrazione. Questo comporta uno sforzo notevole per il nostro paese e di fronte a flussi migratori così intensi, l'intero sistema di accoglienza dei minori andrebbe rivisto e perfezionato. La prima criticità riguarda la mancanza di protocolli e di procedure operative riguardo all'identificazione e alle prime operazioni successive allo sbarco. In molti casi si sono verificati dei disagi perché le competenze di ciascun organismo non sono mai state definite. La seconda criticità riguarda le difficoltà incontrate dai servizi sociali degli enti locali cui compete l'accoglienza dei minori. Un comune come Augusta, di circa 36.000 abitanti, si è fatto carico di centinaia e centinaia di minori e ha dovuto assicurare loro un posto ricorrendo a strutture precarie e inadeguate. Ancora una volta si è assistito al ricorso a una gestione emergenziale, quando i numeri e l'intensità dei flussi erano conosciuti. Attualmente vi sono 32 strutture per minori stranieri non accompagnati in prima accoglienza, di cui 10 in Sicilia, 17 in Calabria e 5 in Puglia. Uno dei limiti da evidenziare è che non esiste uniformità nell'accoglienza offerta nei diversi territori e molto è lasciato alla discrezionalità dei veri enti locali. Ogni centro, non essendoci un protocollo nazionale per l'accoglienza dei minori, adotta misure non concordate a livello centrale e lo stesso trasferimento da prima a seconda accoglienza rappresenta un passaggio complesso per gli enti locali. Altro elemento su cui occorre definire una procedura è l'accertamento dell'età del minore, attualmente basato sull'esame medico come unico criterio, mentre è fondamentale creare una serie di passaggi prima di ricorrere alla radiografia, a partire dall'eventuale richiesta dei documenti personali e da un colloquio col minore. Sono infine ancora lunghi i tempi per la nomina del tutore, cui ha diritto ciascun minore arrivato in Italia senza famiglia.

 

    La senatrice SIMEONI (Misto) chiede come sia possibile tracciare la presenza dei minori non accompagnati giunti in Italia.

 

Il senatore CRIMI (M5S) chiede se siano state registrate delle differenze nell'accoglienza da quando l'operazione Mare Nostrum è stata chiusa.

 

La senatrice SERRA (M5S) sottolinea la discrezionalità eccessiva esistente nella gestione dell'accoglienza e auspica che l'attività del progetto Presidium possa andare avanti.

 

La senatrice PADUA (PD) chiede se sia possibile pensare a un sistema di affido temporaneo dei minori presso famiglie.

 

La dottoressa VALASTRO spiega che è molto delicato il tema della tracciabilità dei minori perché esiste un problema di privacy e di registrazione di informazioni. Si sta studiando un sistema in grado di tutelare i minori e di permettere allo stesso tempo di poterli identificare. Quanto a Mare Nostrum, durante l'operazione le associazioni a bordo delle navi intervenivano a supporto degli operatori già in mare permettendo così di effettuare uno screening a livello sanitario e di sicurezza e tutela. Adesso questa fase viene svolta subito dopo lo sbarco sulle coste, ma è più difficile intervenire tempestivamente e coprire i possibili punti di approdo. Riguardo all'affido, è una strada percorribile ma solo se le famiglie sono disponibili e opportunamente formate ad accogliere minori in condizioni spesso precarie e difficili.

 

    Il presidente MANCONI ringrazia la dottoressa Valastro e i senatori presenti al dibattito e dichiara chiusa la procedura informativa.

 

       Il seguito dell'indagine conoscitiva è quindi rinviato.

 

       La seduta termina alle ore 14,10.

 

 

 

RISOLUZIONE APPROVATA DALLA COMMISSIONE

SULL'AFFARE ASSEGNATO N. 456

(Doc. XXIV-ter, n. 9)

 

 

       La Commissione,

 

       premesso che:

 

       lo scorso 4 novembre 2014 l'Associazione 21 luglio, che si occupa a livello nazionale della promozione dei diritti dei rom, sinti e caminanti in Italia, ha reso noto che la Direzione generale giustizia della Commissione Europea ha inviato una lettera al Governo italiano per la richiesta di informazioni aggiuntive riguardo le questioni di alloggio dei rom in Italia ai fini della verifica del rispetto della direttiva 2000/43/CE che attua il principio della parità di trattamento fra le persone indipendentemente dalla razza e dall'origine etnica;

 

       la missiva della Commissione, anticamera della possibile apertura di una procedura d'infrazione, si concentra sulla condizione abitativa dei rom nel nostro Paese richiedendo alle autorità italiane informazioni aggiuntive, in particolare sul campo de "La Barbuta" ai confini tra il Comune di Roma e di Ciampino;

 

       il campo è destinato ai soli rom, situato all'estrema periferia romana, isolato dal centro abitato, dotato di recinti e sistemi di sorveglianza; come dichiarato dal Commissario per i diritti dell’uomo del Consiglio d’Europa Nils Muižnieks nel suo rapporto del 18 settembre 2012 a seguito della sua visita nei campi di via Salviati e de "La Barbuta", "dispositivi di 'alloggio' di questo tipo risultano limitare gravemente i diritti fondamentali degli interessati, isolandoli completamente dal mondo circostante e privandoli di adeguate possibilità di occupazione e istruzione";

 

       la situazione al limite della vivibilità del campo de "La Barbuta" è comune ai tanti insediamenti destinati alle comunità rom della Capitale e di tante altre città italiane;

 

       una delegazione della Commissione diritti umani del Senato della Repubblica, nel corso di una visita svolta il 10 novembre 2014, ha visitato la struttura denominata "Best House Rom", che accoglie circa 300 persone, di cui la metà trasferite dal villaggio della solidarietà di via della Cesarina a Roma; all'interno della struttura, gestita dalla Cooperativa Inopera, gli spazi destinati agli ospiti sono inadatti e lontani dall'assicurare condizioni di vita accettabili: ogni nucleo familiare, composto in media da cinque persone, dispone di fatto di una sola stanza di circa 12 mq che svolge funzioni di zona giorno e zona notte, priva di fonte di luce e aria naturale. Ogni ospite, pertanto, ha a disposizione circa 2,5 mq contro i 12 mq indicati dalla legge Regione Lazio n. 41/2003;

 

       le stanze, oltre a non avere una metratura sufficiente, non sono dotate di finestre da cui possano filtrare la luce naturale e l’aria, e ciò espone a grave rischio lo stato di salute psico-fisico degli ospiti; non ci sono servizi igienici in numero sufficiente ed è carente, in termini di quantità e di qualità, anche il servizio di catering; la struttura costa mensilmente 600 euro per ogni ospite;

 

       recenti notizie di cronaca hanno messo in luce, nell'ambito dell'inchiesta denominata "mondo di mezzo", coordinata dalla Procura di Roma, come vi fosse un ramificato sistema corruttivo finalizzato all'assegnazione di appalti e finanziamenti pubblici da parte del Comune di Roma con interessi attivi anche nella gestione dei "campi nomadi" della Capitale, che ha portato negli ultimi anni da un lato a un peggioramento delle condizioni di vita delle comunità rom e a un vertiginoso aumento della spesa pubblica per la gestione dei campi: nel solo 2013 e nella sola Capitale sono stati impegnati oltre sedici milioni di euro di cui circa il 60 per cento rappresentato dai soli costi di gestione;

            considerato, inoltre, che:

 

       dal Rapporto conclusivo dell’indagine sulla condizione di rom, sinti e camminanti in Italia svolta dalla Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani dal Senato della Repubblica (pubblicato il 9 febbraio 2011) emerge come vi sia una sostanziale assenza di "dati certi sul numero della popolazione rom presente in Italia e in Europa, sul livello di istruzione e di disoccupazione, sull’aspettativa di vita e sulla mortalità infantile, sulla situazione abitativa e sul tasso di disoccupazione, sulla percentuale di stranieri e apolidi e sull’accesso ai servizi sociali, sanitari e di welfare", sul reddito medio o sul grado di integrazione;

 

       dagli ultimi dati del Consiglio d'Europa ne viene stimata sul territorio nazionale una presenza di circa 180mila unità;

 

       questa incertezza dei dati fa sì che, nonostante molti rom e sinti vivano in Italia da decenni, essi non abbiano la cittadinanza col risultato che migliaia di bambini rom nati in Italia risultano apolidi; gli stessi bambini in molti casi non vanno a scuola e non hanno accesso all'educazione e a tutte le tutele che la Costituzione garantisce;

 

       il 5 aprile 2011, con la Comunicazione 173, la Commissione Europea ha presentato il documento su un "Quadro dell’UE per le strategie nazionali di integrazione dei rom fino al 2020" con il quale gli Stati membri sono stati invitati a presentare le rispettive strategie nazionali di inclusione rivolte alle comunità rom; la Commissione ha ritenuto infatti che l’adozione di strategie nazionali di inclusione possa contribuire in maniera efficace a cambiare le condizioni di vita delle comunità rom, in particolare agendo sui settori  dell’istruzione, dell’impiego, dell’assistenza sanitaria e dell’alloggio;

 

       il 28 febbraio 2012 il Governo italiano ha presentato la Strategia nazionale d’inclusione di rom, sinti e caminanti al fine di promuoverne la parità di trattamento e l’inclusione economica e sociale e assicurarne un miglioramento duraturo e sostenibile delle condizioni di vita, renderne effettiva e permanente la responsabilizzazione e la partecipazione alla vita politica e sociale del Paese, nonché il godimento dei diritti garantiti dalla Costituzione e dei Trattati internazionali ratificati dall’Italia;

 

       nella Strategia si indicavano tra i punti chiavi l'abbandono della politica dei "campi nomadi", il superamento della politica emergenziale e assistenzialista e l'approvazione di una legge per il loro riconoscimento come minoranza;

 

       nella valutazione delle strategie nazionali di inclusione dei rom, pubblicata il 26 giugno 2013, la Commissione Europea ha evidenziato la presenza di propositi positivi, ma ha sottolineato in tutti i settori di intervento una carenza di obiettivi quantificabili e la mancata identificazione delle risorse necessarie per l’avanzamento delle attività, raccomandando la necessità di realizzare un robusto meccanismo di monitoraggio e valutazione;

 

       impegna il Governo:

 

       ad adottare misure urgenti ed efficaci nell’ambito delle politiche generali di inclusione sociale per il miglioramento delle condizioni di vita di rom, sinti e caminanti, tenendo fede agli obblighi e agli impegni internazionali assunti dall'Italia;

 

       a garantire alla Strategia nazionale d'inclusione di rom, sinti e caminanti risorse finanziarie e strumenti adeguati  per la sua effettiva attuazione;

 

       ad avviare un capillare ed efficace programma di integrazione delle comunità rom, sinti e caminanti italiane a partire dalla scolarizzazione dei minori e dalla programmazione di forme di inserimento al lavoro attraverso percorsi formativi e borse lavoro;

 

       a superare definitivamente i campi come soluzione abitativa per le famiglie rom, sinti e caminanti nel nostro Paese e a garantire, di concerto con gli enti locali, la progressiva dismissione dei campi autorizzati, prevedendo soluzioni alloggiative stabili come richiesto a livello europeo;

 

       a sostenere la discussione e l'approvazione in Parlamento, in tempi brevi, delle proposte di legge per il riconoscimento, la tutela e la promozione sociale delle minoranze rom, sinte e caminanti nel nostro Paese, anche attraverso la ratifica della Carta europea delle lingue regionali o minoritarie.