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Immigrazione: improprio parlare di emergenza, è fenomeno strutturale

23 Giugno 2015
Alfano interviene in audizione al Senato e presenta i dati sull'accoglienza. Nel 2015 circa 59mila gli arrivi, in linea con in numeri del 2014. In Europa si lavora al piano A. Presto in Niger un centro pilota polifunzionale

L'immigrazione è uno dei problemi più complessi e drammatici con il quale ci confrentermo ancora nel futuro, per questo mi sembra improprio parlare di emergenza e non di strutturalità del fenomeno. E' il concetto espresso dal ministro dell'Interno Angelino Alfano nel corso di una audizione davanti la commissione Affari costituzionali del Senato sul tema dell'immigrazione.

Per questo, sottolinea il ministro, «preoccupano i rigurgiti di nazionalismo che alimentano ipotesi di chiusura immaginando di innalzare muri anziché costruire ponti. Il principio che portiamo avanti, prosegue, è quello di solidarietà, accompagnata dalla giusta sicurezza, con un principio di ricollocazione . La quota di 24mila ricollocamenti stabilita dalla Commissione la riteniamo un primo passo e ci aspettiamo che venga attuata già da luglio, lavoreremo per fare di più e meglio e per rendere questo sistema non emergenziale ma duraturo».

Siccome il 92% dei barconi di migranti parte dalla Libia, ha spiegato il ministro, è "Inutile fingere che senza la stabilizzazione della Libia" il fenomeno dell'immigrazione possa fermarsi.

Il ministro ha poi fornito anche i dati sul fenomeno.
"L'Italia ha dato accoglienza attualmente 78 mila immigrati: circa 48mila sono ospiti delle strutture temporanee di accoglienza, circa 20mila nel circuito Sprar e circa 10mila in centri governativi. Siamo impegnati a garantire una più equa ripartizione sulle Regioni, ripartendo gli oneri, su base proporzionale. Siamo convinti che questo contribuirà anche all'integrazione degli stranieri che, avendone titolo, rimarranno in Italia.
Nel 2015 sono stati finora circa 59mila gli arrivi, in linea con in numeri del 2014. Gli immigrati sbarcati in Italia sono in prevalenza eritrei (25%), nigeriani (10%), somali (9%) e siriani (7%).

Sull'asilo, Alfano ha illustrato i numeri del lavoro che si sta portando avanti. In questo primo semestre del 2015, le Commissioni territoriali per il riconoscimento dello status di rifugiato hanno esaminato 22.666 domande, un più 49% rispetto a un anno fa. Hanno ottenuto lo status di rifugiato il 6%, quello di protezione sussidiaria il 18%, le procedure per il permesso umanitario sono state avviate per il 25%, il diniego ha riguardato il 48% e l'archiviazione per irreperibilità è scattata nel 3% dei casi.

Sul coinvolgimento dell'Unione Europea nella gestione e nella accolgienza dei flussi di immigrati che arrivano dal Nord Africa, Alfano ha sottolineato che stiamo lavorando al piano A e siamo riusciti ad ottenere attenzione dall'Unione europea: un'attenzione che non ha precedenti e abbiamo ottenuto più di quanto sia stato mai ottenuto in passato". "La commisisone Ue, nell'Agenda sull'immigrazione - ha proseguito - valorizza il principio di solidarietà e di reciproco sostegno tra i Paesi membri sancito dal Trattato e che apre una breccia nel 'muro' di Dublino. L'altro passo positivo nell'Agenda Ue - ha aggiunto Alfano - è l'attivazione di un sistema 'obbligatorio' e ad 'attivazione automautica' nella riallocazione dei migranti nei paesi dell'Unione europa.

Il piano della Commissione Ue sull'immigrazione prevede, inoltre, di costituire in Niger un centro pilota polifunzionale per dividere chi ha diritto alla protezione e individuare anche le opportunità di reinsediamento. Alcuni centri potrebbero poi essere costituiti in seguito se andasse bene questa sperimentazione.

Compensazioni per i comuni
Il ministro ha, inoltre, annunciato che proporrà misure compensative per i Comuni sottoposti al problema degli sbarchi che si somma al problema dell'accoglienza. Lo sbarco, infatti, implica assistenza e interventi diversi da quelli dell'accoglienza.

 

Ultimo aggiornamento:

Mercoledì 24 Giugno 2015, ore 12:01