Immigrazione, Alfano-Avramopoulos: Europa sosterrà Italia
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di Claudio Buttinelli
«Importante passo avanti che dimostra l'intenzione dell'Europa di aiutare l'Italia». E' il ministro Alfano a commentare così l'esito dell'incontro che si è tenuto oggi al Viminale con Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza.
Il ministro dell'Interno, nel corso della conferenza stampa, ha illustrato alcuni dei risultati ottenuti a fronte della forte pressione di sbarchi di questi giorni: si va rompendo 'il muro di Dublino', come lo ha definito Alfano, ovvero non è più detto che il Paese di arrivo dei migranti debba poi farsi carico da solo dell'accoglienza. Saranno potenziati i cosiddetti 'hot spot', strutture dove dovranno essere riconosciuti coloro che hanno diritto a chiedere protezione internazionale da coloro che sono immigrati irregolari. Terzo punto evidenziato dal ministro, la messa in efficienza del sistema dei rimpatri con i Paesi di provenienza che necessità però del supporto dell'Europa nei negoziati con i paesi extraeuropei.
Anche il commissario Avramopoulos ha voluto lanciare un messaggio ai media presenti: l'Italia, in questo momento di forte pressione, non è sola. La Commissione europea, ha sottolineato, è qui per sostenere il nostro Paese ad affrontare la questione migratoria. D'altronde nessun paese può essere lasciato solo, considerando anche che la frontiera è estesa e molto esposta.
All'Italia è andato anche il ringraziamento del commissario per lo sforzo che sta facendo nell'affrontare l'emergenza. E l'Europa, ha ribadito Avramopoulos, sosterrà l'Italia in questo sforzo. Tutti i Paesi, infatti, stanno partecipando all'operazione Triton e sarà messa in atto la riallocazione di 40mila migranti che hanno bisogno di protezione internazionale e che saranno trasferiti in altri paesi.
Per questo, ha annunciato il commissario europeo, sono stati stanziati 60 milioni di euro per questa prima fase. Inoltre, è previsto che ai migranti verranno prese le impronte digitali e sono in arrivo anche 43 esperti in diritto d'asilo che opereranno direttamente sul territoro. Queste prime misure, secondo Avramopoulos, non rappresentano certo un intervento risolutivo, ma è il segnale che ora l'Europa è consapevole che questo è un problema paneuropeo e non solo che riguarda i paesi del sud dell'Europa.