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Il ministro dell'Interno Angelino Alfano in visita negli Usa

14 Aprile 2016

Temi:

I colloqui hanno riguardato i temi dall'immigrazione al terrorismo internazionale, alla collaborazione in materia di sicurezza, in particolare, della cybersecurity

Si è conclusa la visita di due giorni del ministro Alfano negli Usa. Diversi i temi trattati nel corso dei colloqui con il ministro della Sicurezza nazionale Jeh Jonhson e con l'Attorney general Loretta Lynch: dall'immigrazione, alla crisi libica, al terrorismo internazionale, alla collaborazione in materia di sicurezza, in particolare, della cybersecurity.

Immigrazione

​«Nessuno stato membro in Europa può essere mero spettatore delle tragedie avvenute intorno all'Europa sul palcoscenico del Mediterraneo, che è diventato la regione dove ora si decide il destino del mondo», ha detto Alfano nel corso della tavola rotonda al Cosmos club di Washington sull'immigrazione, durante la quale ha chiesto «coraggio, impegno politico e un approccio innovativo» per rispondere alle attuali crisi dove i flussi migratori di massa si intrecciano con gli attacchi terroristici. Un nuovo approccio che, ha spiegato, vede l'Italia in prima linea, insieme alla Germania, con cui ha elaborato la nuova strategia “Save Schengen Beyond Dublino”.

«In Italia noi abbiamo una struttura capace di gestire sotto tutti gli aspetti la vicenda dell'immigrazione. Poi è chiaro che dal punto di vista della politica europea internazionale, noi lavoriamo per alleggerire il peso, noi non ragioniamo nell'ottica “immigrazione no limits”. Noi ragioniamo nell'ottica “cuore e ragione”, accoglienza, severità delle regole e applicazione delle regole per chi non può entrare. Questa è la nostra linea politica. Siamo un grande paese in grado di gestire questo fenomeno».

Sulla situazione di Lampedusa, il ministro ha poi dichiarato: «Noi abbiamo lavorato per evitare che Lampedusa stia in prima fila, poi la geografia non la può cambiare nessuno. Il lavoro che possiamo fare è porci con le nostre unità in avanti rispetto alle acque territoriali internazionali in modo tale che, avvenendo i soccorsi prima di Lampedusa, guardando quindi dall'Africa verso l'Europa, queste navi che operano i soccorsi poi possano trasferire i migranti in porti che non siano quello di Lampedusa».

Libia

​Sulla crisi in Libia, Alfano ha ribadito di «non aver ricevuto nessuna pressione dagli Usa in questo senso. Piuttosto ho condiviso con i colleghi che ho incontrato la speranza che il nuovo governo libico possa definitivamente stabilizzarsi e dare due impronte fondamentali nei rapporti col resto del mondo e della comunità internazionale. Una riguarda la gestione della frontiera Nord, ossia lavorare per impedire le partenze. La seconda riguarda invece la sicurezza interna, la battaglia contro Isis e dunque i riflessi di politica internazionale, dal punto di vista della  sicurezza».

Accordo Ue - Turchia

​A proposito poi dell'accordo dell'Unione europea con la Turchia, Alfano ha sottolineato: «Noi abbiamo due vulcani accesi che producono grande instabilità a livello internazionale: uno è la Siria che produce il flusso dei rifugiati che arriva in Turchia e che poi tende ad andare verso Nord attraverso la cosiddetta rotta balcanica, che abbiamo gestito attraverso l'accordo con la Turchia. Ma se questo vale per la Turchia, per far sì che si blocchi tutto il flusso che deriva dalla Siria, deve valere anche per la Libia per evitare il flusso che attraversa non la rotta balcanica, ma la rotta del Mediterraneo centrale, quella che porta alla Sicilia e dunque all'Italia. E siccome noi siamo dentro lo stesso continente politico europeo, se e quando ce ne saranno le necessità e le condizioni, chiederemo che l'esempio dell'accordo Unione europea-Turchia valga come precedente».

Terrorismo internazionale

​Sul tema, per il titolare del Viminale è necessario contrastare la narrativa dei terroristi e della propaganda islamista, lavorare sull'integrazione delle nuove generazioni di immigrati, sui programmi anti radicalizzazione e sulla cultura, «come abbiamo fatto noi in Italia, dove per ogni euro investito in sicurezza abbiamo investito un euro anche in cultura. Nonostante questo - ha proseguito - è difficile dare una risposta razionale al perché molti immigrati rifiutano i nostri valori e diventano foreign fighter». Nel suo intervento, Alfano ha ringraziato gli Usa per l'importante contributo che stanno dando nel Mediterraneo.

Collaborazione sulla sicurezza e cybersecurity

​È stata sottolineata l'importanza di una cooperazione sempre più proficua abbinata allo scambio di informazioni dei dati biometrici dei migranti. Le segnalazioni che facciamo o riceviamo - ha sostenuto il ministro - sono state spesso la chiave di volta di un rapporto di grande operativa collaborazione che vogliamo rafforzare ulteriormente.

La trasferta in Usa si è conclusa con la visita al museo dell'immigrazione di Ellis Island, a New York, dove Alfano ha detto convinto: «Non c'è futuro senza memoria».

Ultimo aggiornamento:

Mercoledì 20 Aprile 2016, ore 19:53

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