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Sicurezza e prevenzione, Alfano: 95 espulsioni da gennaio 2015, 29 dall'inizio dell'anno

8 Giugno 2016

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Strategico in molti casi il monitoraggio dei profili social

«In queste ultime settimane sono state eseguite cinque espulsioni, l'ultima oggi 8 giugno. Siamo arrivati a 95 da gennaio 2015, 29 dall'inizio dell'anno» . Lo ha dichiarato in una nota il ministro dell'Interno, Angelino Alfano.

«Con cinque espulsioni, a partire dalla fine del mese di maggio, - ha proseguito il ministro - abbiamo allontanato dal territorio nazionale, per motivi di sicurezza dello Stato, due cittadini iraniani, un fratello e una sorella, due persone di nazionalità marocchina, di cui uno irregolare, e un tunisino, sposato con una donna italiana di Brescia convertitasi all’Islam.

In particolare, i due iraniani erano stati arrestati il 31 dicembre dell'anno scorso dalla Polizia di Frontiera dell'aeroporto Cristoforo Colombo di Genova perché, nella fase di controllo dei passeggeri in partenza per Londra, erano in possesso di due carte di identità belghe.

Grazie a puntuali indagini sulle attività dei due, erano state trovate, sullo smartphone, delle immagini sulle attività di jihadisti.

Anche per la decisione del rimpatrio del marocchino irregolare è stata determinante l'attività di prevenzione a seguito della quale si è scoperto che, durante il periodo della sua detenzione presso la Casa Circondariale della città scaligera, dove era rinchiuso per reati comuni, aveva manifestato segnali di radicalizzazione inneggianti all'IS e un forte sentimento di odio verso gli occidentali.

Stesso destino per l'altro suo connazionale, espulso come misura alternativa alla detenzione dopo che era stato segnalato dal Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo (Casa) per atteggiamenti aggressivi e minacciosi nei confronti del personale della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Mantova, dove era ristretto per scontare una pena per reati comuni, e per avere espresso propositi di vendetta nei confronti degli italiani e delle Forze dell'Ordine, inneggiando all'11 settembre.
L'ultima espulsione, infine, riguarda un cittadino tunisino sposato con una donna italiana. Una intensa attività investigativa, anche questa volta, ha riscontrato il personale percorso di radicalizzazione della donna, incentivato dal marito, e individuato evidenti segni di estremizzazione, come l'uso del niqab completo e la scelta di uscire solo raramente e soltanto per incontrare il marito che, dall’inizio di quest’anno, non frequentava più l’abitazione di famiglia.

Strategico anche, come in molti casi, il monitoraggio dei profili Facebook dei due coniugi che si lasciavano andare a forme di esaltazione del Daesh e del martirio.

Sulla propria bacheca Facebook, utilizzata per comunicare con il marito, la donna scriveva così, dopo essersi mostrata con il niqab integrale di colore nero: “Io vivo qui solo con il mio corpo, invece la mia anima e il mio pensiero sono in un posto molto lontano…” E ancora: “Oh Allah ti chiedo una morte nel tuo sentiero e Ti chiedo una morte nel paese del tuo profeta … Il Paradiso il Paradiso il Paradiso giuro che non ce la faccio ad aspettare… …Che Allah ti conceda Shahada (martirio) e un posto nel paradiso”. Il marito, a queste esternazioni, rispondeva con il suo consenso e il suo pieno appoggio.

Tutto questo dimostra ancora una volta - ha concluso il ministro - l'importanza strategica di indagini capillari del nostro sistema di sicurezza, grazie alle quali è possibile intercettare adesioni, in atto o potenziali, a forme di terrorismo internazionale o manifestazioni a favore, abbassando il livello di rischio in Italia, nella consapevolezza che nessun Paese, oggi, può dirsi a rischio zero».

Ultimo aggiornamento:

Lunedì 13 Giugno 2016, ore 12:15

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