La “battaglia” del commissario Piscitelli per identificare i migranti deceduti in mare
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La rivista scientifica The Lancet, considerata tra le prime cinque riviste mediche internazionali, ha pubblicato l’articolo “Italy’s battle to identify dead migrants”.
La pubblicazione dà conto di come l'ufficio del commissario per le persone scomparse si sia unito al mondo accademico, per procedere all’identificazione delle vittime recuperate nel Mar Mediterraneo, rispondendo, oltre che a un obbligo di legge, anche a istanze soprattutto etiche e umanitarie. L’articolo è stato sottoscritto dal Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse prefetto Vittorio Piscitelli, insieme al vicario dott.ssa Agata Iadicicco, alla prof.ssa Cattaneo e ai suoi diretti collaboratori, il dr. De Angelis e dr. Porta del laboratorio di antropologia e odontologia forense Labanof dell’università di Milano.
L’iniziativa del commissario Piscitelli, che ha permesso il recupero e il riconoscimento dei cadaveri deceduti a seguito dei naufragi nel canale di Sicilia, ha riscosso enorme interesse nei media nazionali e mondiali e adesso riceve il giusto riconoscimento anche dal settore tecnico scientifico.
La missione istituzionale è stata sostenuta anche dalla procura della Repubblica di Catania che ha voluto assegnare all’ufficio del commissario anche il coordinamento della delicata operazione di identificazione delle circa 800 vittime del naufragio del 2015.
Nell’operazione sono state impegnate: prefetture, Forze dell’ordine, comuni, Vigili del fuoco, dipartimento per le Libertà civili e l’Immigrazione; inoltre, venti strutture universitarie di medicina legale e genetica che hanno risposto alla call diramata tramite la conferenza dei rettori, sulla base dell’apposito protocollo d’intesa sottoscritto dal Commissario con il Miur.