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Alfano a Fermo: «Il germe del razzismo va stroncato prima che semini il proprio frutto avvelenato»

7 Luglio 2016

Ultimo aggiornamento:

Venerdì 15 Luglio 2016, ore 16:50
Il ministro dell'Interno ha presieduto in prefettura il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica

L'uomo che ha ucciso Emmanuel Chidi Namdi «è accusato di omicidio preterintenzionale aggravato dalla finalità razzista». Lo ha dichiarato il ministro dell’Interno Angelino Alfano, durante l’incontro con la stampa, al termine della riunione in prefettura del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica che ha presieduto questa mattina a Fermo con il prefetto Mara Di Lullo.
«L'aggravante - ha osservato Alfano - dà la misura di come tutte le attività investigative svolte in queste ore siano andate nella direzione giusta, che è quella di un movente razziale».

L’omicidio sarebbe stato commesso dall’ultrà della Fermana Amedeo Mancini che avrebbe pestato a morte il ragazzo nigeriano di 36 anni quando si è ribellato agli insulti razzisti rivolti alla sua compagna Chinyery. Le indagini, però, ha precisato il ministro, «non hanno chiarito ancora tutte le modalità di quello che è successo: andranno ulteriormente approfondite. Ci lavorano la procura e le forze di polizia giudiziaria. Speriamo di avere a breve una risposta chiara e concreta».

«Una storia di libertà che è finita male, un sogno che si è infranto contro la violenza di un cittadino italiano con numerosi precedenti penali», ha commentato il ministro, «un giorno di infinita tristezza».
Ma, ha sottolineato Alfano, «abbiamo voluto dare un segno chiaro per scongiurare ogni ipotesi di contagio. Sappiamo che seminando odio si può raccogliere sangue. Il germe del razzismo va stroncato prima che semini il proprio frutto avvelenato».
«L'Italia, le Marche, Fermo – ha proseguito - non sono rappresentate da Amedeo Mancini. Sono rappresentate dalla commozione e dalle lacrime che il sindaco di questa città ha versato durante il nostro comitato».

Al suo arrivo, il ministro Alfano ha salutato i giornalisti insieme a Don Vinicio Albanesi, presidente della comunità Capo d'Arco e dell'Associazione Caritas in veritate che si occupa dell'accoglienza dei rifugiati.
«Sono contento - ha detto Alfano - di essere insieme a don Vinicio Albanesi in questo giorno di infinita tristezza, che
segna probabilmente un confine invalicabile tra chi ritiene che ci siano dei valori irrinunciabili e chi invece tra i valori
inserisce un razzismo che noi disprezziamo». Il ministro lo ha poi ringraziato «per tutto quello che ha fatto, sta facendo e che farà». «Le sue azioni - ha detto - servono più di mille convegni e di mille seminari di studio».

Chinyery, ancora sconvolta per la morte del suo compagno, è stata trasferita dal seminario vescovile di Fermo, dove erano stati ospitati, in un'altra struttura di accoglienza. È seguita dai medici e da alcune suore. La sua domanda di protezione internazionale, ha riferito Alfano, è stata accolta dalla commissione territoriale che le ha conferito lo status di protezione umanitaria.

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