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Migranti, Bubbico: «Grande l’impegno delle istituzioni e della società civile per l’integrazione»

29 Aprile 2016
Il viceministro interviene a seminario internazionale organizzato dall’università Roma Tre

«Sul tema delle migrazione si sta ridisegnando giorno per giorno l’agenda politica dei nostri Paesi. Si tratta di una questione dirimente, che ci interroga sulle nostre capacità di comprensione e governo dei bisogni e delle opportunità di uomini e donne del nostro tempo». Sono le parole del viceministro dell’Interno Filippo Bubbico, nel suo intervento di oggi al seminario internazionale organizzato dall’università Roma Tre “Migrants and Refugees across Europe:  How to share the challenge for a shared world of peace”.

Si avverte, ha proseguito Bubbico, «l’urgenza di una considerazione nuova sull’immigrazione che, partendo dai processi e dai cambiamenti in atto, sia in grado di valutarne le prospettive. La richiedono i cambiamenti sociali ed economici indotti dalla crisi economica, con la difficoltà di coniugare rigore e crescita, dalla ristrutturazione del sistema produttivo, dai mutamenti del mercato del lavoro, dalla drammaticità della disoccupazione. La situazione è aggravata dai ritardi dei processi d’integrazione economica e politica dell’UE».

Il Governo italiano, ha sottolineato il viceministro, «sta prendendo l’iniziativa di un europeismo nuovo, che recuperi l’idea di concorso dei popoli all’affermazione dei valori essenziali della nostra civiltà lanciata nel Manifesto di Ventotene. Il Migration Compact, appena offerto dall’Italia al dibattito dei Ventotto, rappresenta un importante segnale di cambiamento perché offre una visione complessiva, un ripensamento profondo delle politiche migratorie europee. Si propone l’integrazione con la politica estera in termini di cooperazione allo sviluppo, di relazioni economiche, sociali, istituzionali».

«In Italia, ha concluso Filippo Bubbico, è grande l’impegno delle istituzioni territoriali e della società civile rispetto all’integrazione. Ed è un impegno ravvicinato e concreto che resiste a tanti atteggiamenti ostili e devianti, soprattutto allo scontro ideologico e alle strumentalizzazioni politiche. Sono quotidiani i tentativi di attribuire agli immigrati la responsabilità di emergenze sociali che riguardano invece problemi irrisolti della nostra società, come lo stato di abbandono delle periferie urbane, la piaga del lavoro irregolare, dell’illegalità e dello sfruttamento. E’ necessario allora includere la nuova presenza degli immigrati nelle politiche per tutti, che sono ben altro rispetto alla precarietà della pratica dei progetti».

Ultimo aggiornamento:

Giovedì 5 Maggio 2016, ore 18:01

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