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Sostenibilità e proporzionalità: due pilastri per la nuova accoglienza

12 Ottobre 2016

Ultimo aggiornamento:

Giovedì 20 Ottobre 2016, ore 14:25
A Bari, Manzione, Morcone e Fassino illustrano il nuovo piano lanciato d'intesa con Anci per coinvolgere tutti gli 8mila comuni

Servizio di Claudio Buttinelli, live twitting Michele Ciervo

Lo Sprar funziona, ma ora un salto in avanti. Per rendere effettivo questo 'salto' nella direzione dell'accoglienza equa e sostenibile oggi a Bari, in occasione del convegno annuale dell'Associazione nazionale comuni italiani, il sottosegretario Domenico Manzione, il capo dipartimento per le Libertà civili e l'Immigrazione, Mario Morcone, insieme a Leonardo Domenici, presidente Cittalia, e Piero Fassino, presidente Anci, hanno illustrato il nuovo Piano per l'accoglienza diffusa che si pone come obiettivo tendenziale la distribuzione equa su 8 mila comuni dei migranti.

La novità messa in evidenza è il criterio della proporzionalità che tenga conto del numero di residenti in ciascun comune che si proponga di far parte del sistema Sprar. Sì, perchè l'altro criterio fondamentale è la 'volontarietà' da parte dei comuni di aderire al sistema.

Per questo, specialmente, nella prima fase transitoria, sarà importante la collaborazione con le prefetture.

I sindaci devono rendersi protagonisti del loro territorio - ha sottolineato il prefetto Morcone - scegliendo liberamente di aderire e il ministero con le sue strutture è ben disposto a sostenerli. Non c'è prefetto, ha aggiunto, che non voglia collaborare con i comuni. Si passa così da una prima fase caratterizzata dalla distribuzione tra regioni ad una diffusa e equa su tutti i comuni italiani. E' tempo anche secondo il capo dipartimento per le libertà civili e l'immigrazione di una riforma del sistema dell'asilo che porti più trasparenza, più velocità nelle decisioni, e anche una riforma a livello giurisdizionale.

E dalla necessità di gestire i flussi migratori che hanno ormai assunto un carattere di stabilità, dice il sottosegretario Manzione, deriva che la logica emergenziale non può più essere ammessa e che, in questa fase, il nuovo piano dello Sprar è destinato a funzionare necessariamente. Il nuovo piano sarà, poi, utile per le stesse prefetture, concludendo che non si può risolvere il problema migratorio costruendo muri o pattugliando per sempre il Mediterraneo, ma occorre trovare nuove soluzioni più organiche.

La strutturalità del fenomeno migratorio è evidenziata anche dal presidente Anci, Piero Fassino, che ha dato atto del contributo straordinario che in questi anni ha dato l'Amministrazione dell'Interno, ma che senza la generosità dei comuni non ci sarebbe posibilità di accoglienza. Il Piano presentato qui a Bari, è appunto il figlio di questo approccio sinergico tra ministero, comuni e società civile, dalle parrocchie, al mondo del volontariato e del terzo settore. Le criticità possono venire da un'insufficienza di capacità degli 'hub regionali' che devono scremare e distribuire i migranti, dalla effettiva realizzazione del criterio-obiettivo della proporzionalità tra migranti accolti e popolazione residente, dalla necessità di adottare una specifica normativa per consentire i lavori socialmente utili, la formazione ai migranti e integrarli nel tessuto sociale. Fassino lancia, poi, la proposta per una campagna di affidi familiari per il problema dei 'minori stranieri non accompagnati'.

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