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Lampedusa: sequestrata la motonave Iuventa della ong Jugend Rettet

2 Agosto 2017

Ultimo aggiornamento:

Martedì 8 Agosto 2017, ore 18:41
Le accuse sono di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina

È stata sequestrata questa mattina, presso il porto di Lampedusa (AG), la motonave Iuventa per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
L’imbarcazione, battente bandiera olandese, operava per conto di Jugend Rettet, un’organizzazione non governativa tedesca.

Dalle indagini, iniziate nell’ottobre del 2016 e condotte con l’utilizzo di sofisticate tecniche e tecnologie investigative, risulta che la nave permanesse abitualmente nel Mar Libico e che si occupasse di effettuare il trasbordo dei migranti su altre navi, sempre in acque internazionali.

Il sequestro preventivo è stato eseguito dal servizio centrale operativo della Polizia di Stato, dalla squadra mobile di Trapani e dal nucleo speciale d’intervento –sezione operazioni della Guardia costiera. Il provvedimento è stato firmato dal gip del tribunale di Trapani Emanuele Certosimo, su richiesta del sostituto procuratore Andrea Tarondo.

Nel pomeriggio, presso la questura di Trapani, sono stati forniti ulteriori dettagli nel corso di una conferenza stampa, alla presenza del procuratore aggiunto Ambrogio Cartosio, del questore Maurizio Agricola, del vice direttore del Servizio Centrale Operativo Vincenzo Nicolì e del capitano di fregata della capiteria di porto Maurizio Ricevuto.

«Nella maggior parte dei casi – ha spiegato il procuratore Ambrogio Cartosio - le operazioni servono per trasportare persone scortate dai trafficanti libici». In più occasioni, è stato possibile ricostruire le modalità operative dei soccorsi a migranti che, in almeno in tre casi, non sarebbero stati in pericolo. La motonave prendeva a bordo le persone in mano ai trafficanti nel Mar Libico e poi, non essendo molto capiente, le trasferiva su altre navi della Marina militare o di altre organizzazioni.

«Il sequestro preventivo - ha aggiunto Cartosio – è stato disposto per impedire la reiterazione del reato», ma «al momento non ci sono indagati» e si procede contro ignoti.

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