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Migranti, Minniti a Napoli: accoglienza diffusa per l'integrazione

18 Dicembre 2017

Ultimo aggiornamento:

Giovedì 21 Dicembre 2017, ore 12:43
265 sindaci della Campania firmano l'intesa "Città rifugio". Sperimentazione nella Reggia di Caserta e Scavi di Pompei

«Oggi compiamo uno straordinario passo in avanti, affermiamo il modello dell'accoglienza diffusa». Così il ministro Minniti in occasione della firma, al Maschio Angioino di Napoli, del protocollo di intesa "Città Rifugio". Il documento, realizzato in collaborazione con l'Anci e sottoscritto da 265 sindaci dei comuni della regione Campania, è finalizzato al miglioramento del sistema di accoglienza dei richiedenti asilo. «Questo non è un pezzo di carta - ha affermato Minniti - ma un impegno, una riforma dell'accoglienza, una visione comune che ci consente di affrontare una questione storica del nostro Paese tenendo insieme quattro principi: accoglienza, umanità, integrazione e sicurezza».

Tutte le azioni messe in campo dal Governo per l'immigrazione hanno creato le condizioni per «uscire dall'emergenza e affrontare il tema dell'accoglienza, perchè governiamo i flussi migratori. E se ci sarà accoglienza diffusa e collaborazione da parte dei sindaci, potremmo superare in poco tempo i grandi centri d'accoglienza. Perchè anche quando sono gestiti nel miglior modo possibile non producono integrazione e rendono difficile il rapporto con il territorio».
Accogliere «piccoli numeri» di migranti, ha proseguito il ministro rivolgendosi alla platea di sindaci, «consente di affrontare un nodo cruciale, superare le diffidenze. In una democrazia, bisogna tenere conto di entrambi i diritti, quelli di chi è accolto e quelli di chi sta accogliendo».

«Questo è il senso dell'accoglienza diffusa» ed il tema dell'integrazione richiamato più volte dal ministro. «Attraverso questo protocollo mettiamo in campo una visione comune. Dobbiamo cancellare la parola emergenza nel rapporto con le questioni dell'immigrazione, i flussi demografici sono una grande questione epocale. Sindaci, guardatevi da coloro che vi propongono una ricetta magica per risolvere improvvisamente i problemi. Non c'è. Una grande democrazia come l'Italia deve avere ambizione di non subire i processi, di non inseguire gli eventi, ma di governarli».

Grazie all'intesa, i migranti potranno svolgere attività di utilità sociale anche nei luoghi simbolo del turismo in Campania, a cominciare dalla Reggia di Caserta e dagli Scavi di Pompei, dove a breve partirà una sperimentazione. Un ringraziamento va anche a «coloro che hanno responsabilità nei beni culturali a Pompei e Caserta - ha detto il ministro - per aver voluto mettere in campo un progetto innovativo che va ben oltre i confini del nostro Paese».

Minniti ha, poi, concluso: «Ci sono qui diverse sensibilità politiche che non hanno impedito di affrontare insieme il problema. Oggi è possibile costruire una nuova infrastruttura».

La giornata partenopea del ministro si è conclusa nell'aula magna del dipartimento di Scienze Politiche dell'Università Federico II, dove ha incontrato gli studenti musulmani. Tra i temi affrontati: il protocollo di accoglienza diffusa, la cittadinanza e il Patto nazionale per l'Islam italiano. Rivolgendosi alla giovane platea: «Ci sono ragazze e ragazzi musulmani con cuore e cervello italiani. Dire che questi ragazzi sono anche italiani a tutti gli effetti non credo sia un sogno impossibile o una fuga in avanti ma solo il riconoscimento di una realtà». Infine, Minniti, ha argomentato sul Patto nazionale per l'Islam italiano e ne ha rappresentato la valenza: una «pietra miliare della storia di un progetto di integrazione e interazione interreligiosa del nostro Paese».

Minniti all'Università Federico II di Napoli

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