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Pordenone, immigrazione: focus in prefettura sul fenomeno delle "spose bambine"

13 Gennaio 2017

Ultimo aggiornamento:

Venerdì 13 Gennaio 2017, ore 17:43
In ottica di prevenzione verranno monitorati i dati sull'abbandono scolastico delle minori tra gli 11 e i 14 anni

​I matrimoni forzati con le cosiddette “spose bambine” e le mutilazioni genitali femminili sono stati i temi su cui si è incentrato l'incontro tenuto questa mattina presso la prefettura di Pordenone, presieduto dal prefetto Maria Rosaria Laganà.

Vi hanno preso parte i vertici delle forze di polizia, i rappresentanti dei principali comuni della provincia, dell’Azienda Sanitaria locale, del mondo della Scuola, nonché di alcune associazioni del privato sociale.

L'incontro è stato l’occasione per fare una prima ricognizione sull’eventuale esistenza e dimensione di tali fenomeni tra la popolazione straniera residente nella provincia, soprattutto con riferimento a quelle etnie ove, per ragioni culturali, sono maggiormente accettati.

Dalle informazioni disponibili è emerso che i fenomeni non sono diffusi ma in passato si sono  verificati alcuni episodi di abbandono scolastico di minorenni straniere, con conseguente rientro nel paese di origine, che potrebbero essere stati motivati dalla pratica di tali usanze.

Si è convenuto sul fatto che il fenomeno è senz’altro sommerso e che per intercettarlo è necessario, soprattutto in considerazione dell’età delle possibili vittime, coinvolgere il mondo della Scuola quale quanto osservatorio privilegiato rispetto ai segnali di disagio che i minori possono manifestare.

E' stato richiesto all’Ufficio scolastico regionale di fornire al tavolo tecnico della prefettura i dati relativi all’ultimo triennio degli abbandoni scolastici da parte di bambine della fascia d’età compresa tra gli 11 e i 14 anni, al fine di un loro successivo approfondimento in un'ottica preventiva.

Sulla base delle valutazioni di tali dati saranno programmate una serie di iniziative di carattere informativo, che verranno veicolate dalle associazioni del privato sociale che già collaborano con le scuole nell’ambito di altre compagne di sensibilizzazione.

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