Condividere le informazioni nel comune interesse per la sicurezza dei rispettivi territori, questa l’esigenza evidenziata dal vice ministro americano (Homelands Affairs), Elaine C. Duke a capo della delegazione statunitense che, ieri, ha visitato l’hotspot di Trapani per conoscere le dinamiche collegate ai flussi migratori e la filiera dei controlli di sicurezza che vengono operati sui migranti soccorsi in mare. Presente il sottosegretario di Stato all’Interno, Domenico Manzione, i rappresentanti tecnici della commissione europea, il vice direttore della Director-general migration and home affairs DG Home, Oliver Onidi.

Il prefetto, Giuseppe Priolo ha illustrato le procedure e le modalità operative del sistema italiano di accoglienza. L’hotspot è considerato un modello esemplare di riferimento a livello nazionale ed europeo per la tipologia innovativa e l’efficacia operativa delle attività svolte quali la preidentificazione e il fotosegnalamento dei migranti. Priolo ha poi sottolineato lo spirito di coesione e sinergia che anima la “squadra” degli operatori dell’hot spot, e ha evidenziato lo spirito e la vocazione all’accoglienza della provincia.

Manzione al termine dell’incontro, ha invitato la delegazione statunitense a considerare e cogliere lo sforzo che l’Italia compie ogni giorno per fare fronte ad un fenomeno epocale, quale quello migratorio, che non interessa solo l’Italia, la quale però è ormai  identificata quale porto sicuro di approdo nella rotta del Mediterraneo, che, allo stato, veicola più dell’ 80% del flusso migratorio.

Hanno partecipato alla visita il sindaco, il questore, il comandante provinciale dei Carabinieri, della Guardia di Finanza, il vice comandante della Capitaneria di Porto e Guardia Costiera,  il commissario straordinario dell’azienda sanitaria provinciale, l’ufficiale di coordinamento per le operazioni in Italia di Frontex, e rappresentanti dell’ufficio europeo di sostegno per l’asilo (Easo) ed Europol.