Identificazione delle vittime di naufragio: una buona pratica per il rispetto dei diritti umani
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La relazione elaborata da Agnes Callamard, Special Rapporteur of the Human Rights Council on extrajudicial, summary or arbitrary executions, è stata presentata al segretario generale Onu e trasmessa all'Assemblea generale delle Nazioni Unite.
Il rapporto è un’indagine documentata sulla situazione globale riguardo al rispetto dei diritti dei migranti e dei rifugiati costretti a lasciare i propri Paesi di origine. Evidenzia, soprattutto, le molteplici violazioni compiute a danno dei migranti, anche negli Stati di passaggio lungo le rotte verso le destinazioni finali.
Ricevuta a maggio scorso dal Commissario straordinario del Governo per le persone scomparse Vittorio Piscitelli, tuttavia, la relatrice Callamard ha avuto modo di conoscere e apprezzare come best practice l’attività svolta, con il supporto di equipe universitarie formate da patologi e antropologi forensi, per identificare i migranti vittime di naufragio. Una delicata opera di indagine che è stata effettuata sistematicamente sui numerosissimi corpi recuperati nei naufragi di Lampedusa tra il 2013 e il 2015.
Nelle raccomandazioni finali della relazione, Callamard ha auspicato la costituzione e la messa in comune di data base che possano “tracciare” le informazioni sulle vittime, in nome del “diritto di sapere” da parte dei familiari, in qualunque parte del mondo essi si trovino.
Iniziative che, ha sottolineato, dovrebbero essere prese ad esempio anche da altri Stati. «These examples of communities and families seeking truth, memory and closure should be supported and emulated by other States», si legge nel rapporto.
La Callamard ha evidenziato anche altre due iniziative adottate dall’Italia:
- l’istituzione della "Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'immigrazione" che si celebra, ogni anno il 3 ottobre, in ricordo dei migranti che persero la vita nel naufragio del 2013 a Lampedusa;
- il memoriale realizzato nel 2008, dedicato alle migliaia di migranti scomparsi in mare cercando di raggiungere l'Italia: una porta di fronte al mare che rappresenta l'ingresso in Europa.