Accoglienza diffusa, formazione e inclusione per i richiedenti asilo a Modena
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Nuove "soluzioni abitative" di piccole dimensioni per favorire l'accoglienza diffusa dei richiedenti asilo riducendo le presenze nelle strutture di accoglienza collettive temporanee, gli "hub", e favorendo in prospettiva una ripartizione equa delle persone sul territorio.
Questa la strada ribadita dal prefetto di Modena Patrizia Paba al comune di Modena, rappresentato dall'assessore alla Coesione sociale, Sanità, Welfare, Integrazione e Cittadinanza Giuliana Urbelli, e agli enti che gestiscono le strutture di accoglienza nel capoluogo durante l'ultima riunione, giovedì scorso, del Tavolo di lavoro sull'accoglienza dei profughi a Modena, città che ospita un numero consistente di immigrati che hanno chiesto la protezione internazionale.
Accoglienza è però un concetto vuoto senza l'integrazione. In quest'ottica Paba, assicurando la vigilanza attenta della prefettura su questi aspetti, ha sottolineato l'importanza delle attività di formazione e orientamento per i migranti, finalizzate all'apprendimento dell'italiano, alla conoscenza dei principi e valori di base che regolano la società italiana, e a quella del territorio in cui sono ospitati.
Altro aspetto fondamentale in una logica di inclusione è il coinvolgimento, su base volontaria, dei migranti in attività di utilità sociale, svolte a titolo gratuito con coperture assicurative e mezzi forniti dal comune e dai partner dei progetti, alcuni già avviati e conclusi come, ricorda la prefettura, la tinteggiatura delle scuole "Paoli", altri in corso di definizione.
Tutto questo nell'ottica di una stretta cooperazione tra l'ufficio territoriale del governo, il comune e gli enti. Una rete virtuosa che la prefettura vuole estendere alle altre realtà della provincia, per affrontare insieme i temi dell'accoglienza con un approccio strategico che punta a superare il contesto dell'emergenza.