Date: 2:56 PM 10/24/00 +0200
From: dino frisullo
Subject: Vertenza per i "soggiorni
negati" a Roma, e i kurdi di
Chi pi infelice, Hasan Rashidul o Dicoop?
Sono entrambi giovani lavoratori bengalesi.
Dicoop aveva chiesto di legalizzarsi due anni
fa. Come almeno 40mila altri immigrati, a due anni di distanza ancora
attendeva. S'era fidato delle promesse del ministero degli Interni, e non aveva
presentato appello contro l'espulsione inopinatamente notificatagli dal
commissariato dell'Eur (peraltro illegale, perch doveva essere preceduta dal
diniego della sua istanza). Infatti la sua pratica era identica a quella di
altri immigrati che, con le stesse "prove" avevano avuto il permesso
di soggiorno. Attendeva con ansia la revisione del suo fascicolo da parte della
questura. Invece ora si ritrova a Ponte Galeria, in attesa di rimpatrio. Se non
l'hanno gi caricato sul primo aereo.
Hasan il permesso di soggiorno l'aveva
finalmente ottenuto, invece. Il 19 ottobre, pochi giorni fa. Era felice:
finalmente poteva volare a casa, finalmente inserirsi nellavoro legale... S'
accorto di un errore nella trascrizione del suo numero di passaporto, tornato
al commissariato Viminale per correggerlo. Gli hannos equestrato il prezioso
pezzo di carta, e gliel'hanno revocato formalmente. Motivo? Due anni fa aveva
presentato un certificato di domicilio risultato non veritiero...
A Roma sono ancora almeno tremila le pratiche
"disperate". Dieci giorni fa il ministero degli Interni aveva
assicurato che avrebbero avuto esito positivo, tutte, anche quelle di chi,
caduto per disperazione nella rete degli speculatori, aveva presentato
certificati (di presenza in Italia, di lavoro, di alloggio) risultati falsi.
Potevano, come gi si fatto a Brescia e si sta per fare a Caserta, portare
nuove certificazioni e ottenere il soggiorno, fermo restando l'eventuale iter
giudiziario per falsa attestazione (reato minore, comunque non
"ostativo" per il rilascio del soggiorno). Invece... Tutto s'
bloccato di nuovo.
Non s' mai vista una vertenza di lavoratori
(perch lavoratori sono, tutti) la cui controparte sia cos sfuggente, le cui
acquisizioni siano cos tenui, affidate alla buona volont della catena
gerarchica della polizia. Non s' mai vista una simile doccia scozzese, un tale
livello di arbitrio e diseguaglianza giuridica.
Ieri oltre mille immigrati si sono raccolti, a
Roma, nei giardini di piazza Vittorio all'Esquilino. Attendevano la risposta,
promessa come positiva, del Viminale. Non arrivata: arrivata solo una
generica attestazione di buona volont del questore. Ci nonostante, dopo due
ore si sono sciolti con un ordine da far invidia a qualunque manifestazione
sindacale. Si sono riconvocati per oggi alle 16, negli stessi giardini. I loro
occhi dicevano che anche la pazienza ha un limite.
Questa vertenza passata come "la
vertenza di Brescia". Questo ha un lato positivo, perch davvero la
vicenda bresciana ha saputo essere molto inclusiva ed ha sfondato
mediaticamente e politicamente. Non a caso sono stati "i bresciani" a
proporre e praticare la ricomposizione di un movimento frantumato, fino alla
"Carovana dei diritti" che giunger a Roma il 28 (nella
manifestazione, appena autorizzata, da piazza della Repubblica a piazza
Farnese).
Ma l'enfatizzazione della vicenda bresciana ha
un lato negativo, di cui gli stessi bresciani sono consapevoli: dare per
"vinta" una vertenza del tutto aperta ancora sul piano nazionale, e
offrire al governo il modo di "glissare" su Roma e molte altre citt,
evitando di emettere una direttiva nazionale vincolante.
Roma decisiva non solo perch sono migliaia
le pratiche ancora inevase, ma perch dal '90 in qua ci che si conquista a
Roma si riproduce nelle altre citt italiane.
Per questo invito tutte le associazioni romane
ad essere presenti all'assemblea di oggi a piazza Vittorio (di cui allego il
comunicato stampa), e tutti gli altri a seguire con attenzione ci che avviene
e avverr a Roma.
Allego anche una mia testimonianza di rabbia e
di affetto per i profughi (di guerra) kurdi uccisi dal cinismo della
realpolitik, dalla chiusura dei governi e dalla rapacit dei trafficanti a
Foggia.
Dino Frisullo
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