Date: 3:33 AM 3/17/01 +0100
From: Dino Frisullo
Subject: PERCHE' HASSAN NON MUOIA DUE VOLTE
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PERCHE' HASSAN NON MUOIA DUE VOLTE!
Mettiamo in rete, assumendocene la responsabilit,
ci che pochi minuti fa ci hanno raccontato, inorriditi e giustamente
infuriati, i maghrebini che stazionano di sera davanti al Villaggio globale di
Roma.
Nella notte di ieri, 14 marzo, il giovane
Hassan vendeva qualche dose di erba a chi passava per la strada male illuminata
che conduce al Villaggio costeggiando la ripa scoscesa del Tevere. Lo fanno in
parecchi, per campare, e anche se illegale certo meno dannoso che scippare
o borseggiare: chi non vuole non compra.
Fra l'altro, l'illuminazione della strada e la
trasformazione in area attrezzata della pericolosa spalletta del fiume stata
chiesta da tempo, invano, dal Villaggio globale.
Arriva un acquirente, si sporge dal finestrino
di un'Alfa metallizzata grigia, poi scendono in due, in borghese. Hassan
capisce e fugge disperatamente verso il fiume, gli agenti gli corrono dietro.
Non sparano, ma Hassan sa cosa successe a Morad, colpito a morte in quello
stesso punto dagli spari non di una ma di due pistole d'ordinanza, come sta
emergendo nella faticosa inchiesta giudiziaria ancora in corso (con gli agenti
responsabili neppure sospesi cautelativamente dal servizio).
Con Hassan fugge anche un suo amico che
chiameremo K., ma lui devia verso i cespugli. Hassan invece si getta in
acqua, e la corrente forte.
Grida aiuto, grida a lungo. Per quindici minuti, dicono i testimoni, lotta con
il fiume. Gli agenti sono gi rimontati in macchina e se ne sono andati
tranquillamente.
Ritornano poco dopo, per dare sulla voce ai
compagni del Villaggio globale che intanto hanno chiamato i vigili del fuoco:
"Non c' bisogno, l'abbiamo visto attraversare il fiume e uscire
dall'altra parte!" Come l'abbiano visto, al buio, al di l del fiume largo
e vorticoso, un mistero. I vigili, un po' dubbiosi, cercano ma ovviamente non
trovano il corpo, trascinato chiss dove.
I suoi amici sperano che sia vero, che si sia
salvato: solo oggi la sua prolungata assenza li rende certi che annegato. Nel
frattempo gli agenti hanno portato K. nella sede centrale di via Genova, e
invece di raccogliere la sua testimonianza e magari dargli un permesso di
soggiorno "per motivi di giustizia" come testimone, lo rilasciano con
l'intimazione di lasciare l'Italia entro quindici giorni, perch clandestino.
"E se ti fai rivedere da quelle parti, con gli italiani che sai, ti
sbattiamo fuori dall'Italia anche prima dei quindici giorni!", lo
minacciano.
Gi: perch anche la semplice omissione di
soccorso un reato grave, specie se commesso da persone in divisa, specie se
la vittima muore. Infatti la questura, sentita nel pomeriggio dal Manifesto,
nega tutto: il giovane Hassan per loro non mai esistito.
In Italia la vendita di droghe leggere,
invece, non un reato grave. E non esiste la pena di morte. Ma Hassan la
terza vittima in pochi mesi dei blitz di polizia: oltre a Murat, due mesi fa un
altro maghrebino scomparve nel fiume in circostanze del tutto analoghe.
Nessuno potr riportare Hassan in vita. Che
almeno sia l'ultima vittima del proibizionismo, della disperazione e degli
sceriffi!
Csioa Villaggio globale
Associazione Senzaconfine
Roma, 15 marzo 2001
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