Date: 3:18 PM 4/17/01 +0200
From: azad
Subject: BOLLETTINO "NEWROZ 2001"
1/01 - SPECIALE CARCERI IN TUR
NUOVO GIORNO - NEWROZ 2001 n. 1/01
Notiziario mail a cura dell'associazione Azad
- Sede centrale c/o Villaggio globale, Lungotevere Testaccio, 00154 Roma - Tel
06.5730.2933 - Fax / segr. 06.5730.5132 - E-mail
<mailto:ass.azad@libero.it>ass.azad@libero.it - Port. 0339.6504639
No copyright - Stampare, riprodurre,
inoltrare, diffondere!
Traduzioni e redazione di questo numero a cura
di D.F. - 16 aprile 2001
NUMERO SPECIALE
FERMIAMO LA STRAGE NELLE CARCERI TURCHE!
Sommario
L'orrore anche nella prosa ufficiale del
"Turkish Daily News" - Lo stillicidio di morte giorno per giorno (dal
Kurdish Observer) - Le proteste in Europa - "Il silenzio uccide" - Aquiloni
sovversivi - La dodicesima vittima, morta a 19 anni - Una campagna in difesa
dell'Associazione diritti umani, e una proposta: a Istanbul il 5 maggio - Gli
indirizzi da inondare di telegrammi e fax
Ecco la traduzione dell'articolo pubblicato il
15 aprile 2001 dall'ufficiale Turkish Daily News, quotidiano di regime in
lingua inglese.
Undici vittime, ed altre seguiranno
Murat Coban, morto allĠalba di sabato mentre
iniziava il suo 167.mo giorno di digiuno, lĠundicesima vittima dello sciopero
della fame giunto al 177.mo giorno dal suo avvio. Coban, membro del partito
illegale DHKC/P, era stato ricoverato tre settimane fa a causa dellĠaggravarsi
delle sue condizioni.
Nello sciopero della fame, avviato da oltre
250 detenuti legati a gruppi illegali di sinistra per protesta contro il
trasferimento nelle celle delle nuove prigioni di tipo F, avevano gi perso la
vita altre dieci persone: Erol Evcil (166 giorni di digiuno), Celal Alpay (175
giorni), Abdullah Bozdag (175 giorni), Tuncay Gunel (115 giorni), Fatma Ersoy
(171 giorni), Nergiz Gulmez (114 giorni), Cengiz Soydas (150 giorni), Adil
Kaplan (170 giorni), Bulent Coban (170 giorni), e la sorella di un detenuto,
Gulsuman Donmez, al termine di 147 giorni di digiuno di solidariet.
Sono circa 120 i detenuti ricoverati in
diversi ospedali che rifiutano ogni terapia medica. Le condizioni di trenta di
loro, ormai fra la vita e la morte, sono gravissime: i sanitari dicono che
potrebbero spirare da un momento allĠaltro. Secondo lĠassociazione dei
familiari dei prigionieri Tayad, Ramazan Cicek, epilettico, ha perso conoscenza
dopo essere stato sottoposto ad alimentazione forzata, e Ayse Eren e Sevgi
Erdogan, separate dagli altri detenuti nellĠospedale Ataturk di Izmir, sono in
condizioni molto critiche.
In sintesi dal quotidiano on-line Kurdish
Observer (versione inglese del quotidiano della diaspora kurda Ozgur Politika),
gli sviluppi drammatici degli ultimi giorni.
12 aprile
Dopo Cengiz Soydas, Bulent Coban e Adil
Kaplan, altri due morti ieri: Nergiz Gulmez, morto nel carcere speciale di
Kartal, e Fatma Ersoy, morta nel carcere di tipo E di Kutahya. Con Gulsuman
Donmez, parente di un detenuto e morta anch'essa per fame fuori dal carcere, le
vittime del digiuno sono sei.
In una conferenza stampa tenuta presso
l'Associazione turca per i diritti umani (Ihd), Derya Bakir, a nome
dell'associazione dei familiari Tayad ha chiesto ancora una volta che un
negoziato sostituisca "l'ostinazione cieca" del governo, che
"per tre giorni ad Ankara si rifiutato di ascoltare le grida di tanti
padri e madri". (Kurdish Observer, 13 aprile)
13 aprile
Altri tre morti per fame: sono Tuncay Gunel (23
anni), in attesa di processo nel carcere di tipo F di Edirne per adesione al
partito TIKB, Abdullah Bozdag (26 anni), trasferito in ospedale dalla prigione
di Buca, dove era detenuto per adesione al DHKC/P fino all'irruzione del 19
dicembre, e Celal alpay, (28 anni), accusato di adesione al TKP(ML). Con loro
il numero di morti giunge a nove. Il ministro della giustizia Hikmet Sami Turk
ha dichiarato: "Tutto questo mi rattrista, ma non apriremo nessuna
trattativa, e anzi puniremo severamente coloro che sostengono gli scioperanti
della fame". L'Associazione per i diritti umani (Ihd) in un comunicato ha
chiesto che Sami Turk e il ministro dell'Interno Saadettin Tantan
"facciano pubblica ammenda per questo comportamento ciecamente
vendicativo, ostile ai diritti umani e sprezzante nei confronti del diritto
alla vita, e si dimettano". (Kurdish Observer, 14 aprile)
14 aprile
La decima vittima dello sciopero della fame
Erol Ercan, morta in ospedale a 36 anni al 166.mo giorno di digiuno avviato nel
carcere di tipo F (d'isolamento) di Sincan.
Si moltiplicano le notizie drammatiche sugli
altri detenuti. Bedra Ergin nella prigione di Gebze ha perso conoscenza ed
stata ospedalizzata insieme a due sue compagne, Gulmaz Kurucay e Nil Pinar.
Anche Yildiz Gemicioglu stata portata priva di sensi nell'ospedale di Sifti.
Altre due detenute, Zeynep Arikan e Gulay Kavak, hanno annunciato lo sciopero
anche della sete, mentre Veysel Bulut, aderente al gruppo TKP/Kivilcin, in
condizioni critiche dopo 129 giorni di digiuno. Infine testimoni hanno
denunciato il pestaggio di Metin Firat, reduce da un lungo digiuno, da parte
dei secondini del carcere di tipo F di Kandira.
Oltre mille persone intanto hanno assistito ai
funerali, rispettivamente, di Tuncay Gunel a Esenyurt e di Abdullah bozdag nel
villaggio di Buyukbakkalkoy. Nel primo caso si formato un corteo all'insegna
dello slogan "i martiri non muoiono". nel secondo la polizia ha attaccato la veglia funebre e
arrestato una persona per sequestrare uno striscione. Anche il corpo di Celal
Alpay stato portato, secondo la sua volont, da Izmir nella sua citt kurda
di Dersim.
il presidente della Fondazione turca per i
diritti umani (Tihv), Yavus Onen, ha chiesto che si formi una commissione di
mediazione: "Attendere che muoiano tutti inumano" ha detto,
"ed ospedalizzarli per forza non risolve nulla". L'associazione dei
familiari Tayad in un accorato appello chiede ai democratici in tutto il mondo
"Dove siete? Perch tacete?", mentre l'Associazione per i diritti
umani (Ihd) ha indirizzato una lettera aperta al Segretariato internazionale di
Amnesty International: "Perch questo perdurante silenzio?" chiede la
lettera: "E' un silenzio ben strano: non vi occupate pi di carceri,
oppure avete accettato i nuovi penitenziari basati sull'isolamento?"
(Kurdish Observer, 15 aprile)
15 aprile
Ancora un morto per fame: il 28enne Murat
Coban, trasferito dal carcere d'isolamento di Sincan all'ospedale di Ankara
dopo 167 giorni di digiuno. Il suo avvocato Zeki Ruzgar denuncia che alla
madre, nonostante il consenso ministeriale, non stato permesso neppure di
assisterlo o visitarlo.
E' stata intanto sepolta a Tokat Erol Ercan,
che era da dieci anni in prigione, condannata all'ergastolo.
Secondo il dottor Tufak Kaan, presidente
dell'Ordine dei medici di Ankara, "Questo silenzio uccide: abbiamo
visitato 47 dei 59 detenuti ricoverati nel l'ospedale Numune e nell'ospedale
statale di Ankara, e siamo convinti che bisogna cambiare strada oggi, ora,
immediatamente". Il neurologo Cagri Temucin ha aggiunto che i detenuti,
anche se curati, subiranno danni irreversibili anche nella capacit di memoria
e di apprendimento, e tre di loro possono morire da un momento all'altro.
Hamit Geylani, vicesegretario generale del
partito Hadep, ha chiesto che si tratti subito con i prigionieri, mentre
l'Associazione per i diritti umani Ihd ha tenuto un presidio, in silenzio e in
abiti da lutto, davanti alla propria sede di Istanbul, come far - ha
dichiarato la vicepresidente Kiraz Bicici - ogni settimana a partire da oggi.
La polizia ha caricato un gruppo di familiari dei detenuti appartenenti
all'associazione Detak, che volevano issare uno striscione "Demoliamo i
loculi, libert per i prigionieri" davanti al consolato francese nel
quartiere di Taksim a Istanbul, arrestandone alcuni che cercavano di
improvvisare un corteo.
Quattro madri di detenuti, in sciopero della
fame, sono state espulse dai locali dell'Assemblea dei Cittadini di Helsinki
per opera degli impiegati dell'associazione.
Manifestazioni di protesta si sono tenute
intanto negli aeroporti di Berlino, Dusseldorf, Francoforte e Bruxelles, con
forte emozione e solidariet da parte dei viaggiatori. (Kurdish Observer, 16
aprile)
Altre importanti informazioni sono state
diffuse in rete in Italia da Afapp:
- La Procura di Istanbul ha chiesto
l'incriminazione di 399 prigionieri accusati di "aver provocato la morte
di una o pi persone attraverso una sollevazione armata", con riferimento
a reati che in Turchia prevedono la pena capitale. La paradossale accusa si
riferisce alla cruenta operazione "Ritorno alla vita" scatenata
dall'esercito turco in venti carceri il 19 dicembre scorso, con 28 vittime fra
i detenuti e due fra i soldati (per uno dei quali stato accertato che fu
colpito da "fuoco amico"): non una sola arma da fuoco fu sequestrata
invece ai detenuti.
- Il 29 marzo 43 bambini di 9-10 anni, insieme
all'avvocato Zeki Ruzgar, all'autista del loro autobus e ad un'accompagnatrice,
sono stati arrestati e tradotti nel commissariato di Pendik per aver cercato di
far volare degli aquiloni davanti alla prigione di Kartal, in cui sono
rinchiuse le loro madri, molte delle quali in sciopero della fame.
- Il 12 aprile cinque esponenti del Comitato
contro la Tirtura (IKM) si sono barricati nella guglia pi alta della
cattedrale di Saint-Paul a Londra, esponendo cartelli e striscioni contro la
repressione in Turchia, e si sono poi consegnati alla polizia senza incidenti.
- IL 15 APRILE E' MORTA LA QUINDICESIMA
DETENUTA IN SCIOPERO DELLA FAME: SI CHIAMAVA CANAN KULAKSIS, DICIANNOVENNE
MILITANTE DELLA "TAYAD" E STUDENTESSA AL SECONDO ANNO DI BIOLOGIA. E'
MORTA A ISTANBUL, DOVE ERA STATA TRADOTTA DA IZMIR, AL 137. GIORNO DI DIGIUNO.
ANCHE SUO ZIO MEHMET E' RINCHIUSO IN ISOLAMENTO NEL CARCERE DI TIPO F DI
EDIRNE.
Una campagna in difesa dei difensori delle
vittime
La "International Initiative Freedom for
Ocalan - Peace in Kurdistan", con base a Colonia, ha lanciato una campagna
in difesa dell'Associazione diritti umani (IHD), minacciata di scioglimento nel
processo aperto il 19 marzo e aggiornato al 5 maggio con l'accusa di
"svolgere attivit politica estranea ai suoi compiti" e di fare
"propaganda separatista".
L'associazione, sei delle cui sedi erano state
sigillate dalla polizia durante la repressione di dicembre nelle carceri, era
stata anche oggetto di una campagna denigratoria sui suoi presunti
"finanziamenti esteri". Alla prima udienza del processo avevano
assistito diplomatici di Svezia, Danimarca, Francia, Germania, Usa e Belgio (e
nessun italiano! - Ndr).
L'ASSOCIAZIONE AZAD SI ASSOCIA A QUESTA
CAMPAGNA E CHIEDE A GIURISTI, AVVOCATI E PARLAMENTARI:
DI ORGANIZZARE UNA DELEGAZIONE A ISTANBUL PER
L'UDIENZA DEL 5 MAGGIO
DI PREMERE SUL MINISTERO DEGLI ESTERI PERCHE'
SI ATTIVI A TUTELA DELL'IHD ANCHE IL CONSOLATO ITALIANO DI ISTANBUL
DI INVIARE TELEGRAMMI E FAX AGLI INDIRIZZI QUI INDICATI
DALL'ORGANIZZAZIONE DI COLONIA, PER PROTESTARE CONTRO LA REPRESSIONE
DELL'ASSOCIAZIONE DIRITTI UMANI E CONTRO IL RIFIUTO DI OGNI TRATTATIVA CON I
PRIGIONIERI IN SCIOPERO DELLA FAME.
Minister of Interior, Mr Saadettin Tantan -
Ministry of Interior (Iisleri Bakanligi) - 06644 Ankara, Turkey.
Fax: + 90 312 418 17 95.
Minister of Justice, Prof Hikmet Sami Trk -
Ministry of Justice (Adalet Bakanligi) - 06659 Ankara, Turkey.
Fax: + 90 312 417 3954 / 418 5667
State Minister with responsibility for Human
Rights, Mr Rst Kazim Ycelen - Office of the Prime Minister, Basbakanlik,
06573 Ankara, Turkey. - Fax: + 90 312 417 0476
(Si prega di inviare copia o dare notizia dei
telegrammi o dei fax inviati, via fax o mail, all'associazione Azad)