Date: 2:50 AM 4/25/01 +0200
From: azad
Subject: I: 7 MAGGIO A BENEVENTO: PROCESSIAMO
L'AGUSTA E TUTTI I
(TESTO DEFINITIVO CORRETTO - URGONO ADESIONI
NAZIONALI)
"PROCESSO AGUSTA" 7 MAGGIO A
BENEVENTO:
PROCESSIAMO NOI
I SIGNORI DELLA GUERRA E I MERCANTI DI
MORTE
Il 7 maggio si apre nel tribunale di Benevento
il processo a 24 persone (fra cui il sacerdote Vitaliano Della Sala, il
giornalista Dino Frisullo, l'ex segretario campano del Prc Enzo Gagliano, Marcello
Musto ed Erminia Rizzi di Azad di Napoli e Bari, gli esponenti dei centri
sociali Officina 99, Ska, Depistaggio, Coppola Rossa e Il brigante, del
Coordinamento antagonista pugliese e dei disoccupati organizzati di Napoli),
protagonisti nell'agosto del '99 del presidio del locale stabilimento
dell'Agusta contro l'esportazione di elicotteri da combattimento alla Turchia.
L'ipotesi di reato di "danneggiamento di
struttura produttiva", cos come l'accusa, caduta in istruttoria, di
"interruzione di attivit produttiva", sono incostituzionali
sopravvivenze della legislazione antisciopero di epoca fascista.
Il riferimento ad una manifestazione pacifica
che, a seguito di altre analoghe iniziative promosse unitariamente da Azad,
Assopace, Pax Christi, Amnesty International, Cobas ed altri dinanzi agli altri
stabilimenti del gruppo a Varese, Brindisi e Frosinone, era intesa e riusc ad
aprire un dialogo con i lavoratori sulla valenza di oppressione e di morte del
prodotto del loro lavoro.
In particolare a Varese l'analoga iniziativa fu
promossa insieme a delegati Fiom. Fim e Cub, a Frosinone con i delegati Cobas,
a Brindisi con delegati di Alternativa sindacale Cgil.
Anche a Benevento il rapporto con i lavoratori
fu cos positivo che nell'istruttoria del processo intentato dalla direzione
dell'Agusta, nonostante le immaginabili pressioni dell'azienda, tutte le loro
testimonianze sono andate a discarico degli imputati.
In realt questo processo la vendetta postuma
dell'Agusta, al cui prototipo, l'elicottero "Mangusta", il governo
turco ha poi preferito le analoghe macchine da guerra di produzione Usa e
ucraino-israeliana, a causa della "scarsa affidabilit" del fornitore
italiano nella continuit della gigantesca commessa (145 elicotteri, prima
tranche del progetto di acquisizione di circa 800 elicotteri).
Nonostante le pressioni esercitate direttamente
in Turchia da ministri italiani, il regime turco ha valutato il movimento di
solidariet italiano cos forte da pregiudicare il suo progetto di acquisire
gli elicotteri, ma soprattutto la loro tecnologia e la possibilit di produrli
ed esportarli a sua volta, su licenza italiana, in altri teatri di conflitto e
di repressione - come aveva gi fatto con l'acquisto della fabbrica d'armi
Bernardelli di Brescia (poi chiusa lasciando a terra i lavoratori) e con la
temporanea acquisizione della Rinaldo Piaggio di Genova.
Questa decisione, seguita pi recentemente dalla
sospensione dell'intero "affare elicotteri" in seguito alla
gravissima crisi economica turca, stata dunque una vittoria del grande
movimento che, fuori ma anche dentro le fabbriche, ha messo in discussione
l'aperta violazione della legge 185/90, che vieta la fornitura di armamenti a
paesi che siano in guerra e/o che violino gravemente i diritti umani.
Va ricordato che contro la fornitura di
armamenti italiani alla Turchia si espressero, in quel periodo, anche
sindacalisti di rilievo nazionale e numerosi parlamentari, con interrogazioni e
con mozioni approvate in entrambe le Camere.
Infatti i 126 elicotteri gi forniti negli anni
passati dall'Agusta alla Turchia erano gi stati usati, come attestano Human
Rights Watch e Amnesty International, non solo nella guerra interna ed esterna
alla guerriglia kurda, ma anche nella "guerra etnica" che ha condotto
alla distruzione di oltre quattromila villaggi e all'esodo della popolazione
civile, anche con l'uso di armi di sterminio quali gas, napalm e -secondo
recenti ricerche e rivelazioni- proiettili all'uranio impoverito.
E nulla esclude che gli stessi elicotteri siano
stati usati anche nel recente assalto omicida dal cielo e da terra, con largo
uso di gas e sostanze infiammabili, ai venti penitenziari politici in sciopero
della fame.
Se l'Agusta stata (per ora) di fatto esclusa
dalla commessa multimiliardaria, rimane tuttavia fornitrice della Turchia come
altre aziende italiane, a partire dall'Oto-Breda, tuttora in gara per la fornitura
di ben mille blindati e chiamata recentemente a fornire nuovi cannoni ai carri
Leopard-1 dell'esercito turco.
Rimane anche l'uso politico delle commesse
belliche da parte del regime turco, come dimostra l'annullamento di commesse
miliardarie con la Francia dopo l'approvazione a Parigi di una mozione
parlamentare sul genocidio armeno d'inizio secolo, e viceversa la ripresa delle
importazioni d'armi italiane (inclusi cinque elicotteri Agusta alla Guardia
costiera turca) subito dopo il sequestro di Abdullah Ocalan, poi tardivamente
riconosciuto rifugiato politico nel nostro paese.
Oltre a rivendicare (come gi nel processo
in corso a Milano per l'occupazione simbolica del consolato greco nel febbraio
'99) una pratica di azione diretta e una parziale ma importantissima vittoria,
il processo di Benevento deve dunque essere l'occasione per il rilancio della
mobilitazione per il blocco della fornitura di armamenti italiani ad un paese
che, nella recente repressione nelle carceri come nell'invasione tuttora in
corso nel Kurdistan irakeno e nel perdurante "stato d'emergenza" e
occupazione militare di fatto del Kurdistan turco, nel crescente ricorso alla
tortura e nella ripresa delle sparizioni e degli omicidi da parte delle squadre
della morte, dimostra di non essere affatto cambiato dopo due anni di tregua
unilaterale della guerriglia kurda.
Del resto lo dimostra il flusso perdurante e
crescente di profughi dal Kurdistan sia turco sia irakeno verso le coste
italiane, tutti portatori di esperienze atroci di cui sono corresponsabili i
mercanti d'armi e i loro sponsor politici.
La negazione delle forniture militari
contribuirebbe peraltro a ridurre il peso di una spesa per armamenti pari a
nove miliardi di dollari annui, che, in un contesto di gravissima crisi
economica, pesa sull'intera popolazione turca e in particolare sui giovani, fra
i quali si va diffondendo il rifiuto di un servizio militare pari a tre anni
senza alcun diritto all'obiezione di coscienza.
Tutti questi contenuti saranno portati, il 7
maggio, dentro e fuori l'aula giudiziaria di Benevento, per ribaltare il
processo-vendetta dell'Agusta in processo e condanna ai mercanti di morte e ai
signori della guerra.
7 MAGGIO 2001 ORE 10.00 MOBILITAZIONE PRESSO
IL TRIBUNALE DI BENEVENTO
Gli imputati al processo di Benevento
(tutti uguali e solidali, nel rifiuto della
distinzione giudiziaria fra "organizzatori" e
"organizzati")
Adesioni:
<mailto:E-mail:
ass.azad@libero.it>E-mail: ass.azad@libero.it, fax 06.57305132