Date: 7:33 PM 4/30/01 +0200
From: azad
Subject: "NEWROZ 2001" n.2/01 -
SPECIALE CARCERI IN TURCHIA 2
NUOVO GIORNO - NEWROZ 2001 n. 2/01
Notiziario mail a cura dell'associazione Azad
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No copyright - Stampare, riprodurre,
inoltrare, diffondere!
Traduzioni e redazione di questo numero a cura
di D.F. e A.C. - 30 aprile 2001
Dal prossimo numero periodicit settimanale
ogni luned - Inviare notizie e materiali entro il sabato sera
Fonti: Kurdish Observer, IHD, Ozgur Politika,
Internationale Initiative (Koeln), Info-Turk (Bruxelles), Uiki, Agence Europe,
Afapp
NUMERO SPECIALE
FERMIAMO LA STRAGE NELLE CARCERI TURCHE!
Sommario
La ventesima vittima: una donna di 32 anni
Fatma Hulya Tungan morta nell'ospedale
Numune di Ankara il 28 aprile, dopo 187 giorni di sciopero della fame. Era in
ospedale dal 19 dicembre scorso, quando la violenta irruzione della polizia la
strapp alla sua cella nel carcere di Ulucanlar (Ankara).
Con Fatma sono venti le vittime dello sciopero
della fame, ossia del protervo rifiuto di ogni tipo di trattativa da parte del
regime turco. Prima di lei erano morti il 25enne Sedat Karakurt, militante del
partito Dhkp-c, al 177.mo giorno di digiuno nell'ospedale di Edirne, e il
29enne Erdogan Guler, militante dell'associazione di familiari dei prigionieri
Tayad, morto a Izmir nella casa in cui digiunava per solidariet con i
detenuti.
Compreso Erdogan, sono giunti a quattro i
parenti stroncati dallo sciopero della fame fuori dalle prigioni.
I dati diffusi dall'Ihd (Associazioen turca
per i diritti umani) e dalla Tayad fanno oscillare fra cento e centoventi i
prigionieri in sciopero della fame "fino alla morte" negli ospedali,
e fra 300 e 400 i detenuti che digiunano "a tomba aperta" nelle
carceri, comprese le quattro prigioni "di tipo F" (a celle
d'isolamento) in cui sono stati deportati oltre mille prigionieri dalle
venti prigioni sventrate dall'irruzione del 19 dicembre.
Ventiquattro di loro sono in coma, di cui
almeno dieci ormai prossimi alla morte.
Ottomila prigionieri politici kurdi aderenti
al Pkk intanto osservano uno sciopero della fame a rotazione in tutte le
carceri, secondo un comunicato diffuso dai loro rappresentanti Cetin Ardac e
Serdar Erdogan, che esprimono "il massimo rispetto per coloro che hanno
scelto di dare la vita, e piena solidariet con la lotta all'isolamento
carcerario, di cui la principale vittima il presidente Ocalan".
L'Ihd denuncia, in un suo comunicato del 26
aprile, insulti e violenze fisiche e verbali di agenti in borghese nei
confronti degli scioperanti della fame nell'ospedale Numune di Ankara, minacce
telefoniche anonime ai familiari, e la violenta irruzione della polizia nella
casa di Izmir in cui era appena morto per fame il 25 aprile Erdogan Guler, e
dove altri parenti continuano a digiunare. La polizia ha portato via di forza
in ospedale uno di loro ed ha operato dei fermi. I cordoni di polizia non hanno
impedito a trecento persone di assistere, con slogan e momenti di intenso e
commosso silenzio, alla sepoltura di Erdogan Guler a Izmir.
Intanto il 27 aprile la commissione
"Giustizia" del parlamento turco ha approvato la bozza di riforma
dell'articolo 16 della Legge antiterrorismo, che prevede l'isolamento carcerario
di tutti i condannati per crimini contro lo Stato. La seduta stata
trasformata in un'indegna gazzarra dai deputati del Mhp (i Lupi grigi), che
hanno descritto le carceri di tipo F (d'isolamento) come "paradisi" e
"motel" ed hanno accusato i prigionieri moribondi di rivendicare
socialit "solo per amoreggiare con le loro mogli e amanti".
La bozza di riforma, definita "un passo
avanti, ma insufficiente" dalla Commissione contro la tortura del
Consiglio d'Europa e duramente criticata dalle associazioni turche per i
diritti umani ed anche dal Segretariato internazionale di Amnesty
International, concede ai detenuti spazi di socialit solo in seguito alla
verifica della loro "graduale riabilitazione", identificata con la
collaborazione con le autorit carcerarie e con il regime.
Va ricordato che il 9 dicembre, quando gi si
preparava segretamente l'operazione militare cinicamente definita "Ritorno
alla vita", il ministro della Giustizia Sami Turk si era pubblicamente
impegnato a non applicare affatto l'articolo 16 finch non fossero state
ultimate le nuove carceri e verificati i loro standard.
Quasi simbolicamente, all'indomani del
dibattito parlamentare un gruppo di sostenitori del premier Ecevit ha
estromesso fisicamente dal congresso del suo partito, il
"socialdemocratico" Dsp, la deputata Selma Piskinsut, che si era
candidata alla presidenza del partito dopo essere stata estromessa dalla
presidenza della Commissione parlamentare diritti umani per la sua denuncia
della tortura negli uffici di polizia e nelle prigioni, ed essere stata
sostituita da un deputato dei "Lupi grigi".
Si prepara intanto per il 5 maggio, presso il
Tribunale per la sicurezza dello Stato di Ankara, la nuova udienza del processo
aperto il 19 marzo a carico di 29 dirigenti dell'Associazione per i diritti
umani, fra cui il presidente Husnu Ondul, con l'accusa di "istigazione al
separatismo" e "attivit antinazionali" e con la minaccia di
pesanti pene carcerarie e della chiusura dell'associazione, di cui sopno gi
state sigillate sette sedi in tutto il paese.
Oltre alla montatura giudiziaria secondo cui
sarebbe "finanziata dall'estero dalla Grecia", l'Ihd soggetta ad
altri processi: quello intentato a 67 militanti della sede di Istanbul, fra cui
la presidente Eren Keskin, arrestati il 18 marzo durante un sit-in per i
detenuti, e quello contro l'ex presidente Akin Birdal, per le sue dichiarazioni
in Europa sul genocidio armeno d'inizio secolo.
Il 27 aprile si aperto ad Ankara un altro
processo "esemplare" contro Cevat Soysal, militante del Fronte di
liberazione kurdo in Europa e rifugiato politico riconosciuto in Germania,
sequestrato in moldavia da agenti turchi all'inizio del '99 e pesantemente
torturato daglia genti del servizio di scorta del presidente Ecevit. Per Soysal
stata chiesta la pena di morte, e sette anni di prigione per due dirigenti
dell'Hadep, Osman Ozcelik e Ali Kandemir, accusati in base alle dichiarazioni
estorte a Soysal con la tortura. Quando Soysal nell'udienza ha accusato gli
inquirenti di "uso illecito delle sue dichiarazioni e dei materiali
sequestratigli", il giudice l'ha messo duramente a tacere.
Le reazioni in Europa
Mentre si moltiplicano le manifestazioni ed i
presidi e occupazioni di ambasciate turche e sedi istituzionali (ma anche delle
sedi di Amnesty International di Parigi e Londra), quancosa sembra finalmente
muoversi nelle istituzioni europee.
Ancora il 24 aprile Walter Schwimmer,
segretario generale del Consiglio d'Europa (eletto a suo tempo con i voti
determinanti dei delegati turchi, grazie alla sua estrema moderazione in veste
di relatore sui diritti umani in Turchia) parlava di "importanti passi avanti
della Turchia nella garanzia dei diritti dei detenuti", e suscitava
l'indignazione dell'Ihd definendo "terroristi" i detenuti in sciopero
della fame.
Il 30 aprile tuttavia il presidente del gruppo
Gue del Parlamento europeo Francis Wurtz ha scritto alla presidente Nicole
Fontaine chiedendo una dichiarazione solenne sui diritti dei detenuti nelle
carceri turche all'apertura della prossima sessione plenaria, il 2 maggio a
Bruxelles.
Lo stesso giorno il presidente della
commissione congiunta Europarlamento-Turchia, Daniel Cohn Bendit, ha annunciato
l'invio "nelle carceri turche" di una delegazione di otto
europarlamentari, fra cui lui stesso, il socialdemocratico tedesco d'origine
turca Ozan Ceyhun e il francese Alain Lamassoure, relatore sui rapporti Ue-Turchia.
La data della delegazione per lontana, il 6-8 giugno.
Si trovano gi in Turchia una delegazione del
gruppo liberale del Parlamento europeo e il Commissario per l'allargamento
dell'Ue, Gunter Verheugen.
Si registrano inoltre le reazioni di due
dirigenti della Spd tedesca, il capogruppo parlamentare Gernot Ezler e il
responsabile per i diritti umani Rudolf Binding, che in una dura dichiarazione
affermano che la Turchia " ben lontana dagli standard europei sui diritti
umani" e chiedono che "gli aiuti finanziari europei siano
condizionati al rispetto dei diritti umani".
Da parte sua, il Segretariato internazionale
di Amnesty International, dopo un lungo silenzio criticato anche dall'Ihd, ha
emesso il 27 aprile un comunicato in cui denuncia che "l'isolamento pu
sfociare in trattamenti crudeli, inumani e degradanti", e chiede che
l'articolo 16 delle Leggi antiterrorismo sia riformato in modod a non
consentire spazi di discrezionalit premiale alle autorit carcerarie.
La Commissione contro la tortura del Consiglio
d'Europa, che ha effettuato il 18-21 aprile la sua terza visita in turchia
dall'inizio della repressione nelle carceri, ha chiesto di "alleggerire
immediatamente l'isolamento", definendo "inaccettabili" le
condizioni in cui versano i prigionieri nelle carceri di tipo F.
In nessuna delle delegazioni presenti o
previste figura un nome italiano, e manca ogni reazione dalle istituzioni
italiane.
Una delegazione di avvocati, guidata da
Simonetta Crisci, sar ad Ankara il 5 maggio per assistere al processo contro
l'Ihd, e chieder di visitare Leyla Zana e i detenuti in sciopero della fame
nell'ospedale Numune di Ankara.
Lo stesso giorno l'associazione "Umut - i
figli del sole" annuncia una manifestazione a Trieste "per la
liberazione di tutti i detenuti politici, per i diritti del popolo kurdo, in
solidariet con l'Ihd e contro i nazionalismi e le frontiere chiuse" alle
ore 10 all'imbarco per la Turchia, al Porto Nuovo, e poi dinanzi al consolato
turco.
L'ASSOCIAZIONE AZAD SI ASSOCIA A QUESTA
CAMPAGNA E CHIEDE A GIURISTI, AVVOCATI E PARLAMENTARI:
DI UNIRSI ALLA DELEGAZIONE AD ANKARA PER
L'UDIENZA DEL 5 MAGGIO;
DI PROTESTARE PER IL SILENZIO DEL GOVERNO
ITALIANO;
DI PREMERE SUL MINISTERO DEGLI ESTERI
PERCHE' ALMENO ATTIVI, A TUTELA DELL'IHD E DEI DETENUTI IN LOTTA, LE
RAPPRESENTANZE DIPLOMATICHE ITALIANE IN TURCHIA;
DI INVIARE TELEGRAMMI E FAX AGLI INDIRIZZI QUI INDICATI
DALL'ORGANIZZAZIONE DI COLONIA, PER PROTESTARE CONTRO LA REPRESSIONE
DELL'ASSOCIAZIONE DIRITTI UMANI E CONTRO IL RIFIUTO DI OGNI TRATTATIVA CON I
PRIGIONIERI IN SCIOPERO DELLA FAME.
Minister of Interior, Mr Saadettin Tantan -
Ministry of Interior (Iisleri Bakanligi) - 06644 Ankara, Turkey.
Fax: + 90 312 418 17 95.
Minister of Justice, Prof Hikmet Sami Trk -
Ministry of Justice (Adalet Bakanligi) - 06659 Ankara, Turkey.
Fax: + 90 312 417 3954 / 418 5667
State Minister with responsibility for Human
Rights, Mr Rst Kazim Ycelen - Office of the Prime Minister, Basbakanlik,
06573 Ankara, Turkey. - Fax: + 90 312 417 0476
(Si prega di inviare copia o dare notizia dei
telegrammi o dei fax inviati, via fax o mail, all'associazione Azad)