Date: 2:17 AM 5/18/01 +0200
From: senzaconfine
Subject: CARICATI GLI IMMIGRATI A ROMA
SI COMINCIA BENE...
PESANTI CARICHE DI POLIZIA IERI SERA
CONTRO GLI IMMIGRATI A ROMA
Nove feriti in ospedale (4 al S. Giacomo, 2 al
Policlinico, gli altri non si sa) e innumerevoli contusi, almeno venti
immigrati fermati e mentre scriviamo (alle 0.30) piantonati nel commissariato
Celio
E' il bilancio delle cariche che ieri sera
(gioved) hanno disperso una manifestazione di immigrati in piazza Venezia a
Roma.
Era una manifestazione nata sotto un segno
sbagliato, certo. Promossa da una sola associazione di immigrati, senza il
coinvolgimento molto pi ampio che sarebbe stato indispensabile a tre giorni
dalla vittoria elettorale delle destre.
Una manifestazione debole, quindi, composta da
alcune centinaia di immigrati rabbiosi e disperati. Molto attaccabile, e
infatti l'hanno attaccata.
La rabbia e la disperazione quella dei
3-4mila immigrati che solo a Roma (il decuplo in Italia) attendono da quasi tre
anni risposta alla richiesta di regolarizzazione. Tre anni sono lunghissimi,
una vita. In tre anni nelle famiglie in patria si nasce, ci si ammala, si
muore. In tre anni avvengono anche cose come il terremoto che ha sconvolto
proprio la parte dell'India da cui vengono molti dei manifestanti, dei feriti,
dei fermati di ieri.
La rabbia e la disperazione anche quella di
almeno 14mila immigrati presenti a Roma da ben pi di tre anni, che non possono
rinmnovare il permesso di soggiorno perch hanno perso pi o meno temporaneamente
il lavoro.
Una convenzione OIL dice che la perdita del
lavoro non pu comportare la perdita del soggiorno legale, ma la legge 40 (la
"legge pi avanzata d'Europa"!) non ne ha tenuto conto.
Cos avviene che una donna presente da
quindici anni in Italia, dove sono nati anche i suoi figli, licenziata dalla
sua ditta di pulizie, si veda rifiutare il rinnovo del soggiorno per
"mancata certificazione di reddito sufficiente da fonte lecita". Da
disoccupati si pu rinnovare solo per un anno, e un anno passa presto: se nel
frattempo non hai trovato un lavoro in regola (e non hai i milioni che costa,
sul mercato nero, un finto contratto di lavoro), torni in clandestinit.
14mila a Roma soltanto, significa almeno
60-70mila in Italia...
Dunque sono almeno centomila gli immigrati che
non sono clandestini, non lo vogliono essere mai pi, ma rischiano di essere
consegnati al nuovo governo senza la minima difesa, senza uno status legale.
Gli immigrati la guardano, la televisione.
Sanno l'aperto razzismo di coloro che governeranno l'Italia per almeno cinque
anni. E la disperazione cresce.
Secondo la legge dovrebbero essere gi
legalizzati. Ci sono fior di circolari che avrebbero dovuto imporre alle
questure di accettare le certificazioni di associazioni e sindacati, come
avvenne a Brescia, e dare esito positivo ai fascicoli "sospesi". C'
il regolamento applicativo della legge 40, che precisa che per rinnovare basta
autocertificare il famoso "reddito da fonte lecita".
Ma in tutt'e due i casi occorrevano direttive
certe e scritte, che dal Viminale non sono venute. Perch? Ma via! C'erano le
elezioni alle porte...
Gli immigrati, non essendo "corpo
elettorale", sono l'unica parte della popolazione che i politici non
sentano il bisogno di blandire sotto elezioni. Tutt'altro: bistrattarli, a
parole o coi fatti, tira voti.
Ma a Roma gli immigrati sono reduci da una
vertenza per la legalit che dura da oltre un anno. Hanno percorso e bloccato
decine e decine di volte le strade e le piazze di Roma. Hanno retto il 2 giugno
del 2000, in diecimila, le cariche della polizia. Hanno portato fin dentro la
campagna elettorale i loro diritti negati.
Cos ieri qualcuno ha deciso di approfittare
di una manifestazione nata male e debole, per stabilire un principio: basta con
gli immigrati in piazza.
Non rovinino pi i salotti della citt con le
loro facce di antichi emigranti cafoni italiani, con i loro colori scuri da
minatori siciliani in Belgio, con il loro grido ritmato da mesi e mesi
"noi-vo-glia-mo - permessodisoggiorno"...
Le cariche sono partite poco dopo che una
delegazione aveva lasciato piazza Venezia per trattare con la questura. Il
pretesto sarebbe stato lo scoppio di un paio di petardi durante il corteo, e il
ritardo degli immigrati nel lasciare la piazza e attrupparsi sui
marciapiedi.
I testimoni parlano di inseguimenti lungo
tutta via dei Fori imperiali fin quasi al Colosseo, di calci dei fucili usati a
manganello, di ambulanze bloccate...
Nove feriti cos gravi da richiedere il
ricovero, decine di arresti, per una manifestazione che a quel punto non
contava che qualche centinaio di persone, un bilancio pesante. Il bilancio di
una caccia all'uomo.
e non ancora nato il governo Berlusconi...
Nota a margine: straniamento.
Mezzora dopo le cariche, piazza Vittorio:
festa dell'intercultura.
Decine di stand illuminati, tavolini e
conversare tranquillo di operatori e insegnanti. Negli stand la parola
"solidariet" in tutte le salse.
Nessuno sapeva nulla di ci che era successo,
qualcuno sapeva della manifestazione, nessuno s'era dato la pena di
chiedersi come sarebbe finita - peggio: quasi nessuno aveva seguito, per un
anno, la vertenza di migliaia di nuovi cittadini "per il diritto di
esistere".
Quale relazione interculturale si pu
stabilire con migliaia di fantasmi? Quale pedagogia della convivenza pu darsi,
in una citt i cui quartieri sono segnati dalla presenza concentrata di
ventimila immigrati a rischio di ri-clandestinizzazione, e altrettanti, o il
doppio, mai usciti dalla clandestinit forzata dell'ingresso in Italia - e
dalla vergogna di migliaia di profughi e richiedenti asilo all'addiaccio, che
stanotte sono contenti: almeno non fa pi freddo...
Se sbaglio (e sono pronto ad ammetTerlo),
domani la Festa dell'intercultura si bloccher per un giorno, un'ora o un
minuto, in segno di protesta per le cariche della polizia contro gli ultimi
della citt (e di quel quartiere Esquilino).
Se sbaglio, e spero di sbagliarmi, da domani
il popolo di sinistra di Roma, o almeno gli operatori della solidariet e i
militanti della sinistra, si stringeranno intorno a questi ventimila
lavoratori, chiedendo con loro che il governo uscente rispetti i suoi impegni,
che non li consegni ai Gasparri.
Se non sar cos, come suppongo e temo... Che
la festa continui!
Dino Frisullo