Date: 2:52 PM 5/28/01 +0200
From: azad
Subject: NUOVO GIORNO - NEWROZ 2001 Notiziario
n.3/01 (Iniziativ
NUOVO GIORNO - NEWROZ 2001 n. 3/01 del
28/5/2001
(Iniziative e documentazione)
Notiziario mail a cura dell'associazione Azad
- Redazione c/o Villaggio globale, Ex-mattatoio, Lungotev. Testaccio snc,
00154 Roma - Tel 06.5730.2933 - 0339.6504639 - 0333.3510598, fax/segr.
06.5730.5132, E-mail <mailto:ass.azad@libero.it>ass.azad@libero.it
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Stampare, riprodurre, inoltrare, diffondere!
Traduzioni e redazione di questo numero a cura
di D.F. e A.C. - Segnalare l'eventuale non gradimento di questi messaggi
A partire da questo numero l'agenzia
"Nuovo giorno - Newroz 2001" si stabilizza e si sdoppia:
"Iniziative e documentazione" e "News".
I due numeri precedenti, dedicati ambedue
alla realt carceraria, vanno considerati come sperimentali - e li inoltreremo
su richiesta a coloro che, essendo stati aggiunti ultimamente alla mailing
list, non li abbiano ricevuti).
Ogni sabato (a partire da questo bollettino e
da quello di sabato prossimo) comunicheremo iniziative in Italia e in Europa e
forniremo documentazione utile; ogni luned (a partire da domani, marted, e
dal prossimo luned) invieremo una scelta di notizie sulla realt kurda, prese
e sintetizzate dalle fonti in lingua italiana, inglese, tedesca e turca di cui
disponiamo, ma anche dalla rete della solidariet.
Dunque vi chiediamo di inviare puntualmente
alla redazione, entro il sabato mattina, sia gli annunci di campagne ed
iniziative (ma anche documenti o brevi interventi), sia le notizie sulla
realt kurda che vi appare utile segnalare. Questo bollettino non deve e non
vuole essere solo trasmissione dall'alto, ma rete orizzontale. Dipende (anche)
da voi tutti...
SOMMARIO
INIZIATIVE
1. Le "Madri della pace" in
Italia: calendario degli incontri
2. Assemblea ICS a Firenze: la prima
volta del Kurdistan
3. Riunione nazionale di Azad domenica 3
giugno
4. Iniziative varie (Nadire Mater in Italia;
Roma, Terza universit; La Spezia, Rimini, Torino)
DOCUMENTI
1. Scheda informativa sulle "Madri
della pace"
2. Hasankeyf: articolo di Mimmo Frassineti
3. Commissione europea contro la tortura: la
situazione nelle carceri turche
4. Progetti: profughi a Mahmura, bambini a
Diyarbakir
5. Lavori in corso: il catalogo della
videoteca "Musa Anter"
INIZIATIVE 1: LE "MADRI DELLA PACE"
IN ITALIA
Muyesser Gunes, 49 anni, del combattivo
quartiere Gazi di Istanbul, madre di un kurdo caduto in guerra, sar in Italia
dal 31 maggio a met giugno su invito dell'europarlamentare Lucio Manisco e
della Provincia di Firenze. Il suo giro d'incontri, organizzato
dall'associazione Azad, toccher ben dodici citt.
Come ha giustamente chiesto il suo movimento,
in ogni citt insieme ad Azad, all'Uiki (Ufficio d'informazione del Kurdistan
in Italia) e alle associazioni e coordinamenti locali, gli incontri saranno
promossi e vissuti dagli organismi delle donne.
Ecco il calendario di massima (sono ancora
"lavori in corso", e ci scusiamo di eventuali imprecisioni):
- Venerd 1. giugno a Roma: alle 11 nella sala
del Parlamento europeo (via IV novembre 149), partecipazione all'incontro
promosso dal Progetto Go-El (Ass.ne Papa giovanni XXIII), dalle Donne in nero,
dalla Uiki e da Azad, con Luisa Morgantini e con la giornalista turca Nadire
Mater, sotto processo per il suo libro "Mehmedin Kitabi" (trad. it.
Il buon soldato Mehmet, ed. EMI); alle 18.30 incontro con le Donne in nero nella
Libreria delle donne "Al tempo ritrovato" in via dei Fienaroli.
- Sabato 2 giugno a Napoli: alle 17 assemblea
nella sala della Provincia (S. Maria La Nova) in via monte Oliveto, promossa da
Azad, Donne in nero, Un ponte per.
- Luned 4 giugno a Milano: alle 21 presso
"Il Cantiere" in via Monte Rosa 84 (Mm Lotto), assemblea promossa da
Azad, Donne in nero, Libera universit delle donne, Punto rosso, Centro
culturale Kurdistan-Italia, Forum delle associazioni contro il neoliberismo,
Assopace. Intervengono Paolo Limonta (Azad) e Silvana Barbieri (Punto rosso).
- Marted 5 giugno a Bologna: alle 21 nella
sala Benjamin (via del Pratello 53), incontro con Muyesser Gunes, Angela Bellei
(Azad) e le avvocate Desi Bruno (recentemente in Turchia per i prigionieri
politici) e Nazzarena Zorzella (legale di Ocalan nella causa per l'asilo).
Promuovono Azad, Donne in nero, Assopace, ProSol, ExAequo, Contropiani, Casa
dei diritti, Antigone.
- Mercoled 6 giugno a Firenze: alle 21
incontro presso il centro delle donne "Il Giardino dei Ciliegi" in
via S. Egidio 21, coordinato alla presidente Mara Baronti. Intervengono Daniela
Lastri (assessore comunale per l'Istruzione), Marzia Monciatti (assessore
comunale per l'Immigrazione), Mariella Zoppi (assessore regionale alla Cultura)
e Beatrice Biagini (presidente della commissione Pace della Provincia di
Firenze). Promuove il Comitato Kurdistan-Firenze, in collaborazione con Azad,
Giardino dei Ciliegi, Uiki, Studenti di sinistra.
- Gioved 7 giugno a Sassari: alle 18
assemblea nella sala del Consiglio provinciale promossa dal Comitato
Kurdistan-Sassari, dalla Uiki, da Azad e dall'Arci. Intervengono, con Muyesser
Gunes, Berfin dell'Uiki e Grazia Manca, presidente della commissione regionale
Pari opportunit.
- Venerd 8 giugno a Genova: assemblea da
definirsi (ipotesi di coinvolgimento, oltre ad Azad, del collettivo di donne
"Marea").
- Sabato 9 giugno a Trento: assemblea da
definirsi (ipotesi: Casa della Pace, Unimondo, Amici del Chiapas, Azad, Prc...)
- Domenica 10 giugno a Modena: incontro (da definirsi)
con le donne italiane e kurde, partecipa Angela Bellei.
- Luned 11 giugno a Verona: assemblea da
definirsi (nella palazzina di servizi Rosario?), promossa da Azad, Assopace,
Salaam-ragazzi dell'ulivo, Amnesty International, Donne in nero, Prc...
- Marted 12 giugno a Venezia: assemblea da
definirsi (a Malamocco?), promossa da Azad, Rete antirazzista ed altri/e.
- Mercoled 13 giugno a Trieste: assemblea da
definirsi, promossa da Ics, Azad, Umut-I figli del sole...
A ogni citt si richiede, oltre al
rimborso viaggio e all'ospitalit per Muyesser Gunes e l'eventuale interprete,
un contributo di 100-200mila lire per coprire le spese del viaggio aereo
(eventuali avanzi andranno alle "Madri della pace"); inoltre di estendere
le adesioni e di affiancare alle assemblee pubbliche incontri (previsti
per ora a Firenze e Bologna) con le istituzioni locali.
INIZIATIVE 2: L'ASSEMBLEA ICS A FIRENZE
Per la prima volta un grande soggetto
nazionale dell'associazionismo assume in pieno la questione kurda, nella sua
triplice veste di questione politica, "diplomazia popolare" e
progettualit di cooperazione dal basso. E' avvenuto il 12-13 giugno a Firenze
nell'Assemblea di programma dell'Ics (Consorzio italiano di solidariet),
che nelle conclusioni del presidente Giulio Marcon ha assunto le indicazioni
dello specifico gruppo di lavoro (su Palestina e Kurdistan) condotto da
operatori dell'Ics e di Azad.
La discussione, che aveva alle spalle il
seminario su "Che fare in Kurdistan" promosso in maggio a Bologna da
Arci, Ics, Assopace e Azad, si pu cos schematizzare:
- Dopo la vicenda di Ocalan, la rimozione
della questione kurda da parte della "grande politica" non ha
impedito che si consolidassero, in basso, alcuni dati: la legittimazione del
movimento kurdo e della sua strategia di pace da parte delle aree pacifiste;
l'assunzione della questione dei profughi kurdi come sfida alla politica
internazionale e alle politiche dell'asilo e dell'accoglienza, da parte di uns
ettore del volontariato; il moltiplicarsi di progetti di cooperazione
decentrata anche nel Kurdistan turco, da parte di enti locali ora federati nel
"Ciscase" con base presso la Provincia di Ancona.
- Ora si tratta, accanto al Ciscase, di dare
solidit e organizzazione all'"altra gamba" della solidariet, quella
delle associazioni e della societ civile, tanto pi in una situazione in cui
la vittoria della destra potrebbe comportare politiche repressive ed espulsive
nei confronti degli esuli e dei profughi kurdi. Per questo la rete nazionale di
Azad necessaria, ma non sufficiente: dovr nascere un coordinamento di
soggetti diversi, che converga sull'adozione di campagne e progetti concreti.
- L'Ics, come primo passo in questa direzione,
fa propri i due progetti proposti da Azad e Uiki sulla base dell'esperienza di
Heyva Sor ya Kurdistane (Mezzaluna Rossa kurda) e della Municipalit di
Diyarbakir, rispettivamente a sostegno dei profughi kurdi del campo di Mahmura
(fuggiti dalla Turchia, ora in Kurdistan irakeno) e delle famiglie vittime
della guerra, dell'esodo e della repressione a Diyarbakir, in particolare i
"bambini di strada". Si verificher la possibilit che due
delegazioni raggiungano entro l'estate Mahmura e Diyarbakir, per portare primi
aiuti e verificare direttamente la situazione.
- L'Ics proporr che nel corso della
contestazione del G8 a Genova vi sia un particolare osservatorio sui
"punti di crisi" della globalizzazione (oltre a Kurdistan, Chiapas,
Palestina etc.), e che l'Onu dei Popoli e la Marcia Perugia-Assisi, in
programma in ottobre in Umbria, siano precedute da un Forum sulla questione
kurda da tenersi preferibilmente a Firenze, con un'ampia e plurale presenza di
invitati dalla Turchia e dalla diaspora europea.
- Ci si propone comunque di costruire,
all'inizio dell'autunno, una delegazione ampia e rappresentativa
dell'associazionismo italiano, che vada in Turchia con il preciso fine di
conoscere e collaborare con la societ civile kurda e turca in lotta per la
pace, la democrazia e i diritti negati (le "Piattaforme per la
democrazia" a Diyarbakir e altrove). Questo lavoro dovr assumere
rapidamente una dimensione non solo italiana ma europea, anche in
considerazione del ruolo determinante delle istituzioni comunitarie.
- Anche raccogliendo la disponibilit espressa
dall'Arci nazionale, nell'immediato si produrr un dpliant a larga tiratura
per pubblicizzare i progetti e le relative raccolte di fondi, e si aprir un
apposito sito Internet.
- Sar opportuno far nascere nell'Ics un
"network" (settore autonomo di lavoro formato da almeno cinque entit
aderenti all'Ics) che lavori specificamente slla questione kurda. A questo fine
anche la rete di Azad valuter, nella sua prossima riunione nazionale, la
possibilit di aderire all'Ics e quindi di far parte del Network Kurdistan.
INIZIATIVE 3 : RIUNIONE NAZIONALE DI AZAD IL 3
GIUGNO A ROMA
Presso il Villaggio globale di Roma (Ex
mattatoio di Testaccio, Lungotevere Testaccio, bus 170 da Termini o Metro B
Piramide), che ospita la sede romana di Azad, convocata una riunione
nazionale di Azad domenica 3 giugno dalle 10.30 alle 17.30.
E' necessario consolidare l'impianto nazionale
dell'associazione, in una fase politica in cui l'atteggiamento del governo e
delle istituzioni potrebbe peggiorare pesantemente sulla questione
kurda. Si discuter dunque di tesseramento, autofinanziamento e
organizzazione, ma anche del ruolo e della collocazione politica
dell'esperienza di Azad.
Sar distribuito un documento di bilancio dei
primi tre anni di esistenza di Azad, curato dai compagni/e di Roma e Napoli.
Ai partecipanti (che dovrebbero
preavvertire della loro presenza) si garantiscono ottimi pasti biologici a
prezzo politico. Al termine della riunione, per i compagni/e che si fermeranno
a Roma, saranno proiettati a partire dalle ore 19 presso il Centro Ararat
alcuni video inediti: "Goord Kurds, Bad Kurds" e "Leyla Zana,
Nobel for Peace" (in inglese), e "Il padre rubato"
(sottotitolato in francese).
INIZIATIVE 4: VARIE
- NADIRE MATER IN ITALIA: la scrittrice e
giornalista turca, assolta in prima istanza dall'accusa di vilipendio
dell'esercito per la raccolta di memorie di coscritti sul fronte kurdo
"Mehmed'in Kitabi" (trad. it. in corso di pubblicazione presso la Emi
"Il buon soldato Mehmet"), sar in Italia, ospite del Progetto Go-El
dell'associazione Papa Giovanni XXIII, dal 31 maggio al 2 giugno. Il 31 maggio
assemblea a Milano alle 18 nella Sala Tikkun (via Montevideo 9), con Go-El e
Terre di Mezzo; il 1. giugno alle 11 incontro nella Sala del parlamento europeo
a Roma (via IV novembre 149) promossa da Go-El, Donne in nero, Azad, con Luisa
Morgantini e Muyesser Gunes delle "Madri della pace"; lo stesso
giorno incontro fra donne nella libreria "Al tempo ritrovato" in via
dei Fienaroli; il 2 giugno a Riccione alle 12 conferenza stampa con Carmen
Gurruchaga di Rporteurs sans Frontires, e alle 21 serata sulla libert di
stampa in occasione della consegna del premio intitolato a Ilaria Alpi.
ROMA, TERZA UNIVERSITA': luned 28 e marted
29 maggio dalle ore 17, in via Ostiense 234, incontri con docenti e studenti su
"Kurdistan: la nazione negata. Storia di un popolo in lotta". Il
primo giorno introduce Mehmet Yuksel (Uiki) sulla storia del Kurdistan, il
secondo giorno introduce Dino Frisullo (Azad) sull'attualit politica. Prima
degli incontri si assaggia la cucina kurda.
- LA SPEZIA: gioved 31 maggio assemblea
promossa dal coordinamento anti-G8 con testimonianze su vari temi
internazionali, dalla Palestina alla pena di morte negli Usa, alle carceri
peruviane. Sulla situazione turca e kurda interviene Dino Frisullo di Azad.
- RIMINI: luned 11 giugno incontro presso il
Centro per la Pace sulla questione kurda, con Dino Frisullo e lo scrittore
kurdo Surme, autore del racconto "Il castello di Dimdim".
- TORINO: sabato 16 giugno, nell'Anfiteatro
della Cascina Marchese (corso Vercelli 141), il Nomadi Fans Club
"Vagabondi della Mole" organizza dalle 20.30 un concerto con i
Deriva, in solidariet con i profughi kurdi.
DOCUMENTI 1: LE MADRI DELLA PACE
Il movimento, di cui Muyesser Gunes
(prossimamente in Italia) dirige la rivista mensile, nato fra la fine del '96
e il '97 a Istanbul, come evoluzione politica del movimento delle "donne
di piazza Galatasaray" che ogni settimana commemoravano nel quartiere
Taksim i "kayiplar", desaparecidos kurdi.
Rapidamente le "Madri della pace"
hanno assunto un radicamento nazionale, in parallelo con il lancio
dell'iniziativa di pace da parte del Pkk e del movimento kurdo nel suo insieme,
con il passaggio drammatico degli scioperi della fame di massa attaccati dalla
polizia e dai Lupi grigi nelle sedi dell'Hadep durante la presenza di Ocalan in
Italia.
Nel 2000 furono protagoniste di una Marcia per
la pace da venti citt kurde e turche fino alle porte di Ankara, dove furono
fermate dall'esercito.
Alle iniziative per un dialogo di pace in
Turchia hanno affiancato negli ultimi mesi quella per una soluzione pacifica
delle contraddizioni interkurde, con la delegazione che si recata a
Suleymanye per incontrare Jalal Talabani e mediare nel conflitto fra le milizie
del Puk e il Pkk. Al ritorno in Turchia la delegazione fu arrestata, le donne
fuono sottoposte a tortura e processate, ma il Tribunale per la sicurezza dello
Stato di Diyarbakir le ha assolte dall'accusa di "sostegno al
terrorismo".
Il movimento composto in grande maggioranza
da donne kurde, ma anche alcune pacifiste turche collaborano stabilmente con
loro.
"Vogliamo costruire un futuro di pace e
libert per le future generazioni", affermano in un recente appello, in
cui precisano le loro richieste: apertura di un dialogo di pace, amnistia
generale per i prigionieri politici, abolizione della pena di morte, delle
leggi di emergenza, scioglimento delle formazioni paramilitari dei
"guardiani di villaggio", diritto al ritorno dei profughi e alla
ricostruzione, istruzione nella lingua madre, e un nuovo patto costituzionale
di cittadinanza che garantisca pluralismo culturale e piena libert di
espressione e di pensiero.
Oggi le "Madri della pace" aprono
tutte le manifestazioni kurde, dando espressione anche al protagonismo delle
donne, vera "rivoluzione culturale" che segna da quindici anni
l'insorgenza kurda in Turchia.
DOCUMENTI 2: HASANKEYF, CRIMINE CONTRO
L'UMANITA'
Pubblichiamo il testo integrale dell'articolo
sull'antica citt di Hasankeyf minacciata di inondazione dalle dighe sul Tigri,
pubblicato da L'Espresso con tagli. L'autore il giornalista free-lance
Mimmo Frassineti, membro della delegazione italiana al Newroz di Diyarbakir,
che pubblicher anche un ampio servizio fotografico sulla rivista Archeo, in
edicola ai primi di giugno.
Quanto tempo rimane ad Hasankeyf?
Nessuno lo pu dire ma, una volta completata
la costruzione della diga di Ilisu, nellAnatolia sud orientale, questa antica
citt sar sommersa. Il sud est della Turchia, con le province di Diyarbakir,
Batman, Sanliurfa, Gaziantep, Siirt, Mardin, Sirnak e Kilis ovunque, ma non
qui, si chiama Kurdistan. Qui non si pu pronunciare questa parola, e parlare
curdo vietato. E vietato anche salutare agitando lindice e il medio,
ballare intorno a un fuoco, accostare giallo,verde e rosso. Si rischiano guai
molto seri: fermo, arresto, botte e anche di peggio, e non devi mai rilassarti:
occhi e orecchie registrano quello che dici, quello che fai, le persone che
incontri. Ilisu un tassello del GAP, o Progetto per LAnatolia sud orientale,
il pi imponente programma di sviluppo mai intrapreso in Turchia. Consiste
nella costruzione di 8 dighe e 8 centrali termoelettriche nel bacino del Tigri
e di 14 dighe e 11 centrali in quello dell Eufrate. Un progetto finanziato
dalla Union Bank of Switzerland e dalle Agenzie di credito allesportazione di
Austria, Germania, Italia, Giappone, Portogallo, Svezia, Svizzera, Regno Unito
e Stati Uniti.
Scopo dichiarato dal governo di Ankara uno
sviluppo economico e sociale accelerato: irrigazione, elettrificazione,
industrie, ferrovie, autostrade, aeroporti, e la promessa di 3 milioni di posti
di lavoro. Per gli ambientalisti e per le organizzazioni che si battono in
difesa dei Curdi si tratta di una catastrofe che causer levacuazione di citt
e villaggi, i cui abitanti non saranno n risarciti n reinsediati
accettabilmente altrove. Protestano Iraq e Siria, che dai due fiumi dipendono
largamente, ma il governo turco ha chiarito che gestir lacqua che sgorga in
Turchia nel modo che riterr pi opportuno. E proprio per i rischi di un
conflitto per lacqua del Tigri e dellEufrate la Banca mondiale rifiuta di
finanziare qualsiasi progetto del GAP. Infine in subbuglio il mondo
dellarcheologia da quando si appreso che sar sommersa Hasankeyf, una citt
storica che conserva moschee e monumenti medievali, ma anche le tracce di un
insediamento fra i pi antichi della nostra civilt. Il Ministero della Cultura
nel 1978 defin Hasankeyf "Sito archeologico di importanza
nazionale". La qual cosa non ha impedito al Ministero dellEnergia di
decretarne in seguito la morte. Per arrivarci bisogna fare tappa a Istambul,
poi volare fino a Diyarbakir, quindi proseguire in macchina o in pullman di
linea, dando per scontato che la nostra visita non sar gradita.
Daltro canto in Turchia non ci sono
limitazioni alla libert di movimento. Le guide descrivono sommariamente le
regioni curde, o non se ne occupano affatto, come se una guida dItalia si
fermasse a Foggia. Oggi in Kurdistan non cՏ guerra, anche se negli anni scorsi
si combattuto, con 25 mila morti e 3 mila villaggi distrutti. Ferite aperte
che per non rappresentano una minaccia per il visitatore, specie se italiano.
Qui venire dallItalia significa essere amati a priori, cercati per una stretta
di mano, e uno si chiede cosa ha fatto per meritarlo.
Atterro alle 15.30 allaeroporto
internazionale Ataturk e chiedo al taxi di portarmi a Beyoglu, lo storico
quartiere sulla collina, dove ho prenotato in uno dei tanti alberghetti che
affollano i vicoli a destra e a sinistra di Isticlal Caddesi, larteria che
unisce la Torre di Galata a Taksim. Per la camera ci vogliono 25 milioni, ma
niente paura! Sono solo 60 mila lire. E fuori si mangiano, per pochi milioni,
tutte le specialit della cucina tradizionale. Laereo per Diyarbakir decolla
alle 7.10 di mattina. Oltretutto in Turchia bene presentarsi in aeroporto con
anticipo, a causa delle minuziose procedure di sicurezza. Allingresso cՏ un
primo esame ai raggi X dei bagagli poi, dopo il chek-in, quello consueto del
bagaglio a mano, mentre valige e bauli attendono davanti allaereo. Se non
conosci la procedura e nessuno ti avverte sali e ti allacci la cintura.
Risultato: il tuo bagaglio non ti seguir a destinazione, perch hai omesso di
identificarlo prima di imbarcarti, additandolo sulla pista a un tipo con un
gessetto in mano. Infatti, quando il Boeing 737 si muove, avanzata una
valigia marrone e mi solleva, egoisticamente, sapere che invece la mia al
sicuro nella stiva.
Latterraggio, due ore dopo, avviene fra
enormi radar, elicotteri e hangar mimetici, ma poi laerostazione, appena
ristrutturata, si presenta rassicurante e moderna. Ci vogliono 15 minuti per
raggiungere in taxi un albergo del centro, di fronte alle grandiose mura in
basalto, 5 chilometri con 72 torrioni, erette dallimperatore romano Costanzo
nel 349 d. C. E mia intenzione raggiungere al pi presto Hasankeyf, che dista
circa 140 km, e mi propongo di tornarci dopodomani. Domani invece si celebra
ovunque il Newroz, il "Nuovo Giorno" antichissima ricorrenza curda,
alla quale non ho mai assistito. Il posto migliore dovrebbe essere proprio
Diyarbakir, dove lanno scorso sono convenute 300.000 persone. Penso di
affittare una macchina e mi rivolgo al direttore dellalbergo, il quale mi
consiglia, soprattutto a causa dei posti di blocco, di andare con lautista.
Insiste che non devo preoccuparmi della spesa e mi presenta Yusuf - un amico -
mi assicura. Yusuf guida un taxi giallo come erano i nostri, una versione turca
della Fiat 131. Mi propone condizioni pi che buone: 50 dollari per tutta la
giornata, esclusa la benzina. Prendo il borsone delle macchine fotografiche, il
cavalletto e partiamo. Il primo posto di blocco poco fuori labitato. Yusuf va
a passo duomo, per dare modo ai poliziotti di osservarci con comodo. Ci
lasciano passare. Il secondo invece dellesercito, circa quindici chilometri
pi in l, con una dozzina di soldati in tuta mimetica, due autoblindo, e birilli
bianchi per canalizzare il traffico e convogliarlo verso i militari. I birilli
sono superflui perch tutti si autocanalizzano spontaneamente ad evitare guai.
Anche noi quasi ci fermiamo affiancando un soldato provvisto di paletta rossa
da un lato, verde dallaltro, che ci scruta, poi decide che verde per noi, e
Yusuf preme cautamente sullacceleratore. Incontriamo villaggi con case di
argilla - alcune con stipiti di porte e finestre in muratura - e tralicci
sormontati da nidi di cicogne. La prossima citt si chiama Batman, che sembra
un nome incongruo, con strade larghe e quartieri nuovi e spogli. Per chi cerca
un aeroporto (collegamenti con Ankara) o un albergo Batman lultima spiaggia
verso oriente.
Siamo a quaranta chilometri da Hasankeyf
quando compare a destra una radura fitta di trivelle a caccia di petrolio. Poi
la strada sbocca su una vallata con un fiume. E il Tigri. Sinuoso, con un
vasto letto e sponde di ciottoli bianchi, la sua vista non delude chi, fin
dalla scuola media, ha fantasticato intorno al suo nome. La riva destra
chiusa da una parete a picco alta 80 metri, tagliata col coltello, mentre a
sinistra il paesaggio si allarga su una fuga di colline. Nasce, come lEufrate,
in Turchia, dalle montagne del Tauro, poi passa in Iraq, mentre lEufrate in
Siria. Pi a valle si ritrovano quasi affiancati, in territorio iracheno, l
dove si susseguirono le dominazioni di Sumeri, Babilonesi, Assiri, Persiani,
Parti, Romani e Arabi. Scorrono pensili sulla pianura, fra argini dai quali
straripano con piene stagionali fecondando la terra. Infine si uniscono in un
unico grande corso dacqua, lo Shatt Al Arab, che si getta nel Golfo Persico.
Con il GAP a pieno regime sar Ankara a stabilire quanta acqua turca dovr
raggiungere quel mare. Improvvisamente compare, con i suoi alti minareti,
Hasankeyf. Ma prima imbocchiamo a destra una strada di terra verso una
costruzione di forma ogivale, che si staglia isolata. E la tomba di Zeynel
Bey, figlio - come si apprende dallepitaffio - di Uzun Hasan, un principe che
regn in questi luoghi alla fine del XIV secolo. Aperta e in stato di
abbandono, decorata con mattonelle blu e turchesi. Unaltro edificio, a
ridosso del Tigri, con una base quadrata su cui si innesta un tiburio
ottagonale, un bagno turco, sempre di Zeynel Bey. E chiuso e trasformato in
pollaio, ma riesco da una apertura a intravedere lambiente voltato a cupola e
numerose galline che razzolano nella semioscurit. Raggiungo a piedi le rovine
del ponte, testimone di vicende millenarie: costruito dagli Assiri, fu poi
distrutto e ricostruito da Romani, Bizantini, Mongoli, Eyyubi, Ottomani.
Portava negozi e botteghe e la parte centrale, di legno, si alzava in caso di
attacco nemico.
Dietro, in cemento, il nuovo ponte sul Tigri.
Lo abbiamo appena superato che una pattuglia di poliziotti, con tanto di
autoblindo, ci intima lalt. Yusuf mi fa capire che non devo fare nulla che non
mi venga richiesto. Lui mostra i documenti, ma un poliziotto in borghese sembra
pi interessato al passeggero, e mi fa segno di scendere. "Passport",
dice. Obbedisco e lui sfoglia il documento da cima a fondo, poi si allontana,
lo mostra a un collega e lo sfogliano insieme, poi torna e continua. Mi chiedo
se voglia allarmarmi, e indosso la maschera del pokerista incallito. "What
your job?", mi fa. "Tourist", replico non proprio a tono.
"What your job in Italy?" insiste. Il tipo non ha laria di amare i
giornalisti e mi rendo conto che, se vuole, pu farmi perdere tempo.
"Professor", dico. "What professor in Italy?"
"Archeology", butto l. Mi rende il passaporto, salta con un altro
poliziotto sullautoblindo e partono sul ponte a tutta birra. Io bevo un succo
di ciliegia e vedo che tornano indietro quasi subito. Non dovevano andare in
nessun posto, ma soltanto sgommare in rettilineo col blindato.
Labitato moderno di Hasankeyf a sinistra
del ponte, dove la valle si allarga fra due barriere di roccia entrambe con
case rupestri, alcune delle quali sono abitate. La presenza di cavit naturali
facilmente difendibili ha portato luomo a insediarsi qui fin da epoche remote.
A mezza costa la Moschea Koc e la Moschea del Sultano Suleyman sono dei primi
anni del XV secolo, ed esibiscono una ricca decorazione. A destra del ponte la
moschea di El Rizk, stesso periodo, conserva intatto il minareto sul quale
abitano una coppia di cicogne. Quando, dai quattro altoparlanti sotto il nido
si diffonde a tutto volume la preghiera, i due uccelli non mostrano
insofferenza. La strada prosegue inerpicandosi verso la cittadella fortificata.
Mi fermo in un piccolo bar, ricavato in una cavit naturale, a ammirare la gola
segnata da case rupestri. Alcuni clienti mi osservano e mi chiedono qualcosa.
Io rispondo "Italian tourist", indicando me stesso. Riprendo a salire
accompagnato da uno di loro il quale si presenta come Baran e vuole mostrarmi
dove abita: unautentica casa rupestre, ampia, con il soffitto a volta, una
apertura squadrata per far uscire il fumo, gronde per la raccolta dellacqua e
probabilmente altre finezze che non riesco a interpretare. Il WC fuori e
serve anche il bar, primitivo ma dotato di uno scarico, e sta di fatto che
tutta la rupe linda e pulita. Superiamo due porte monumentali dalle eleganti
decorazioni, e penetriamo nel cosiddetto Piccolo Palazzo, le cui finestre
affacciano sulla vallata e sul fiume. Superiamo i resti del Grande Palazzo e
saliamo fino a un piazzale pavimentato con pietre squadrate di fronte alla
Moschea Ulu Cami, costruita dagli Eubi nel 1325 sui resti di una chiesa.
Accanto cՏ un antico cimitero, con ciottoli che delimitano le sepolture e le
lapidi piantate nella terra. Scendiamo per un sentiero che costeggia antichi
edifici di pietra.
Equasi buio quando faccio ritorno al taxi
giallo con Yusuf che mi aspetta. Lungo la strada enormi fal nella campagna
illuminano la notte. Sono i fuochi del Newroz, la festa che sar celebrata
domani dai curdi ovunque si trovino nel mondo e che solo da un anno permessa
in Turchia, previa richiesta di autorizzazione non necessariamente concessa.
Oltrepassiamo un posto di blocco della polizia, ma poi ci ferma lesercito, che
avevamo dribblato al mattino. Scende Yusuf che mostra la licenza. Uno dei
militari accosta il viso al finestrino e mi osserva. Io mi metto di profilo.
"Arkeolog", dichiara additandomi Yusuf. Mi sento promosso sul campo,
ma il militare non si impressiona e vuole il passaporto. Si allontana, dopo un
po torna invitandomi a seguirlo. Mi conduce in un casotto dove un ufficiale
dietro un tavolo brandisce il documento. Ha unaltra tecnica: lo sfoglia una
volta sola, ma indugia su ogni pagina, comprese quelle vuote. Mi interroga in
turco. Dico: "Tourist, arkeolog." Mi congeda. Siamo quasi a
destinazione e mi rendo conto che, se mi trovassi io al volante, avrei
difficolt a orientarmi, per loscurit e la segnaletica scarsa. Fortuna che
guida Yusuf. Abbiamo appena oltrepassato le mura quando ci blocca la polizia.
Hanno modi spicci il che, per un verso, una fortuna, cos non perderemo altri
20 minuti. Senza tanti complimenti ci perquisiscono col metal detector, aprono
la mia borsa, guardano attraverso il teleobbiettivo verificando che ci che
sembra, e ci lasciano andare. Pago Yusuf e prego il direttore di tradurgli il
mio grazie. Mi aggrego, per la cena, a un gruppo di Italiani che sono qui per
il Newroz nella veste di osservatori internazionali, a garantire il diritto dei
Curdi a celebrare la festa. La cucina buona e tradizionale, cՏ allegria e si
canta, ma qualcosa va storto. Forse a un tavolo hanno accennato una canzone di
quelle non consentite, o il saluto curdo. Non si fa attendere la polizia che
preleva sei giovani, col maglione o il giubbotto rivoltati sulla testa, e li
trattiene per alcune ore. Il peggio tocca allinterprete, preso a ceffoni.
Lindomani lappuntamento alle 8.30 davanti
allalbergo. Col pulmino ci vuole quasi unora, un po per il traffico, un po
perch andiamo parecchio fuori citt. Il luogo uno spiazzo di mezzo
chilometro presidiato dalla polizia. In breve tutto sar stipato di uomini e
donne, queste con gli abiti tradizionali dai colori sfavillanti. Discorsi,
musica, danze fino al tramonto, permesso tutto quanto per il resto dellanno
vietato. Molti hanno un volantino con le foto di due giovani dirigenti
dellHadep portati via dai poliziotti tre mesi fa e mai pi ricomparsi. Gli
slogan sono per Ocalan, per la pace, la convivenza e la dignit dei popoli e
contro la repressione. Mi viene spiegato che la linea della pacificazione,
sostenuta sia dallHadep che dal PKK, generalmente condivisa. La
manifestazione stata la pi grande a memoria duomo, almeno 600 mila persone.
Pi tardi apprendiamo che nelle varie citt complessivamente 2 milioni di curdi
hanno manifestato pacificamente. Ma a Mersin la polizia ha attaccato la folla,
a Marmaris stato arrestato il presidente del partito Hadep, a Silopi stata
chiusa la sede del partito, si registrano scontri con feriti ad Antalya e a
Sirnak. Giunge la notizia che e morto uno dei 150 prigionieri in sciopero
della fame da 153 giorni. Si chiamava Cengiz Soydas ed era in carcere
disolamento. Altri, ormai allo stremo, potrebbero seguire. Domani torno ad
Hasankeyf con in mente il Newroz: centinaia di migliaia di persone che
rivendicano pacificamente la propria identit. Hasankeyf parte di questa
identit, la battaglia la stessa. Hasankeyf non stata ancora sommersa. I
paesi, tra i quali lItalia, che con le loro imprese e il loro danaro
partecipano alla attuazione del GAP, hanno in mano le leve politiche ed
economiche per indurre la Turchia al rispetto dei diritti e della eredit
culturale del popolo curdo.
DOCUMENTI 3: LA COMMISSIONE PER LA PREVENZIONE
DELLA TORTURA E LE CARCERI TURCHE
La rappresentanza turca presso il Consiglio
d'Europa, di cui la Turchia fa parte da sempre, ha diffuso una nota in cui si
presenta il documento stilato dalla Cossmione europea per la prevenzione della
tortura (organismo del Consiglio d'Europa), dopo la sua ultima visita in
Turchia, come un avallo alle nuove carceri di tipo F (d'isolamento) e alla
recente "riforma" premiale dell'articolo 16 delle leggi
antiterrorismo, che gradua l'isolamento dei prigionieri politici a seconda
della loro eventuale collaborazione con le autorit. Abbiamo chiesto
precisazioni al giudice Mauro Palma, rappresentante dell'Italia nella
Commissione, che ci ha inviato la relazione sulla visita, inedita ma pubblica.
La riproduciamo nel testo inglese.
STRASBOURG, 24.04.2001 - In response to
mounting concern about the hunger strike crisis related to the prison system, a
delegation of the Council of Europe Committee for the prevention of torture
(CPT) returned to Turkey last week (from 18 to 21 April 2001). It held
consultations with both Government authorities and non-governmental
organisations.
The delegation considers that the agreement
reached late last week at Government level on several draft laws concerning
prison matters is a positive development. Of particular interest are the draft
laws on the amendment of Article 16 of the 1991 Law to Fight Terrorism, on the
establishment of prison monitoring boards, and on the creation of sentence
execution judges. These draft laws have the potential to bring about important
reforms of the Turkish prison system. The delegation has emphasised that the
rapid adoption and entry into force of the draft laws should be treated as a
matter of the highest priority; it is pleased to note that they have already
been formally submitted to the Turkish Grand National Assembly.
At the same time, the delegation recognises
that doubts are still held in various quarters on a number of important issues
linked to these reforms. Those doubts should be given due consideration during
the process of implementing the reforms, including through consultation with
civil society.
The draft law on the amendment of Article 16
of the 1991 Law to Fight Terrorism is of particular importance. The present
wording of Article 16 implies a system of isolation, and a generalised system
of small group isolation is currently operated in the four F-type prisons now
in service. As the CPT made clear after its January 2001 visit, this is not
acceptable and must be ended quickly. The CPT has acknowledged the drawbacks of
the ward (large dormitory) system traditionally found in Turkish prisons.
However, it has also emphasised that moves towards smaller living units for
prisoners must be accompanied by measures to ensure that prisoners spend a
reasonable part of the day engaged in a programme of communal activities
outside their living units.
F-type prisons do possess areas specifically
designed for communal activities, and the proposed new wording of Article 16
provides for prisoners to participate in activity programmes in those areas.
The draft law foresees a number of factors to be taken into account in the
planning and delivery of the activity programmes. This cannot be criticised
from a penological standpoint. Nevertheless, the delegation has noted that
these provisions have in some circles caused concern as to how and to whom the
activity programmes will be offered in practice. As in any prison system, it
may be necessary, for a certain period of time, to make exceptional
arrangements for specific prisoners on account of their dangerousness. However,
the great majority of prisoners in F-type prisons could certainly benefit from
a developed programme of communal activities outside their living units without
jeopardising security. Further, concepts such as education, improvement and
training must not be exploited for ideological purposes. These issues will be
monitored closely by the CPT during future visits, as the implementation of
communal activity programmes in F-type prisons proceeds.
It is also important not to lose sight of
other significant aspects of the proposed prison reforms, such as the measures
to enhance prisoners contacts with the outside world. By virtue of the draft
law on the amendment of Article 16 of the Law to Fight Terrorism, the
prohibition of open visits for prisoners covered by that Law or Law No. 4422 of
30 July 1999 will be lifted. Further, a draft by-law provides that all
prisoners, regardless of their status and category, are to be allowed to make
telephone calls on a regular basis. Reforms of this kind can only be welcomed.
The CPT delegation greatly regrets the loss of
life which has occurred in the course of the current hunger strike protest and
very much hopes that means will rapidly be found of ending the hunger strikes.
In this regard, the delegation considers that immediate steps should be taken
to explain in an objective and thorough way to all those involved in the hunger
strikes the various elements contained in the prison reform proposals. As
things stand, it is only right that everyone concerned should be fully and
accurately informed.
Further, the CPT delegation has urged the
Turkish authorities to explore all possible means of immediately attenuating
the small group isolation system which flows from the present text of Article
16 of the Law to Fight Terrorism. The delegation is aware of the legal
objections to applying the new arrangements for communal activities prior to
the adoption of the draft law by Parliament. However, when lives are at stake,
some degree of flexibility within the framework of existing legislation and
legal principles is surely possible.
DOCUMENTI 4: I PROGETTI DI AIUTO UMANITARIO A
MAHMURA E A DIYARBAKIR
Riproduciamo i progetti elaborati da Azad e
Uiki e assunti dall'Ics nella sua Assemblea di programma di Firenze, che
dovrebbero mettere capo a due delegazioni nel corso dell'estate. Chiediamo di
mobilitarsi per la raccolta dei fondi necessari.
PROGETTO "DIYARBAKIR: ADOTTARE IL
FUTURO"
UNINTERA GENERAZIONE NELLA POLVERE E NEL
FANGO DEI "GECEKONDU"
Diyarbakir: la periferia della periferia
Diyarbakir, principale citt kurda in assoluto
e in Turchia, ha visto la sua popolazione gonfiarsi in modo abnorme in pochi
anni. La stima di 1.100.000 abitanti, che sembrava sovradimensionata nel 95,
pochi anni dopo si trova a confrontarsi con 1.500.000 abitanti reali, anche se
i censimenti ufficiali ne contano poco pi della met.
Lenorme inurbamento di sfollati dai villaggi
distrutti e dalle aree colpite dalla guerra ha fatto della periferia
metropolitana un immenso agglomerato di casupole, baracche e tende, senza
infrastrutture viarie, idriche, fognarie. Si tratta di profughi, non
riconosciuti finora da nessuna organizzazione internazionale salvo quelle degli
enti locali.
E questa urbanistica della miseria che in
turco viene definita con il significativo termine di "gecekondu",
ossia "costruito nel giro di una notte".
Una citt di bambini, e la "Casa del
Bambino"
Il 60% degli abitanti di Diyarbakir ha meno di
18 anni, con una media di 5,7 bambini per famiglia: questa grande popolazione
infantile la prima vittima dellemarginazione sociale.
Si calcola che siano almeno 4.000 i
"bambini di strada", totalmente privi di riferimenti abitativi e
familiari. Si tratta per lo pi di bambini resi temporaneamente o
definitivamente orfani dalla guerra, dalla prigionia o dallesilio dei loro
genitori. Ma non che la punta delliceberg.
La nuova amministrazione municipale, insediata
nel 1999 e guidata dallavvocato Feridun Celik del partito di opposizione
Hadep, ha posto il problema fra le sue priorit, pur nella ristrettezza dei
mezzi. Un suo documento individua "malattie endemiche, analfabetismo,
denutrizione, spaesamento, lavoro servile e accattonaggio, tossicodipendenza,
formazione di bande e devianza" come i problemi che investono centinaia di
migliaia di minori: "I bambini esclusi formano ormai una nuova classe
sociale".
Un progetto elaborato allinizio del 2000, ed ora
gi operativo, prevede la formazione di unit di strada coordinate da
sociologi, con un ufficio centrale che fa capo al Dipartimento municipale per
la sanit e i servizi sociali. Uno degli obiettivi creare una "Casa del
bambino" al centro della citt, capace di ospitare, assistere, dare
formazione-lavoro e risocializzare almeno mille bambini ogni anno, collegata a
una rete di case-famiglia e ambulatori sociosanitari nella periferia. Per il
momento sono quattrocento i bambini stabilmente assistiti, anche grazie
allambulatorio comunale che solo le citt di Diyarbakir e di Batman (fra tutte
le citt kurde) sono state autorizzate ad aprire. Per questo progetto
lAmministrazione comunale chiede la collaborazione di associazioni e Ong sia
locali, sia estere.
Le risorse della societ civile in Turchia
A Diyarbakir, nonostante le restrizioni
imposte dalla legislazione di emergenza e dalla chiusura di sedi e spazi
democratici, esiste un ricco tessuto di societ civile organizzata.
Alcune associazioni di grande rilievo, come ad
esempio lAssociazione per i diritti umani e in Centro di cultura della
Mesopotamia, sono state chiuse, e la stampa di opposizione vietata a
Diyarbakir.
E molto viva la rete del partito Hadep e del
sindacato Kesk (e in particolare, al suo interno, il sindacato degli insegnanti
Egitim-Sen), e altre associazioni sono nate negli ultimi anni, in particolare
la Goc-Der (Associazione profughi), la Thay-Der (Associazione dei parenti dei
detenuti), la Tohav (fondazione di avvocati e giuristi, al cui interno esiste
un centro di assistenza alle vittime della tortura).
Di particolare rilievo limpegno volontario
degli insegnanti di Egitim-Sen nei corsi scolastici non ufficiali per i bambini
non scolarizzati, e la campagna avviata dalla Goc-Der e dallHadep, con decine
di migliaia di firme, per il diritto dei profughi allindennizzo, al ritorno e
allo sminamento e ricostruzione dei villaggi distrutti.
Queste e molte altre organizzazioni hanno
costruito un coordinamento, denominato "Piattaforma per la
democrazia", che collabora strettamente con la Municipalit nella
soluzione degli immensi problemi sociali e nellorganizzazione di iniziative
per la pace, come la grande festa che ha riunito oltre mezzo milione di persone
in occasione del Newroz del 21 marzo.
Per ora stato sventato, anche grazie al veto
opposto dalla Presidenza della Repubblica, il progetto di legge del governo
teso a sottrarre alle municipalit ogni competenza autonoma in materia di
cooperazione internazionale e la maggior parte delle competenze in materia
sociale.
e allestero
DallEuropa, essendo vietata in Turchia,
interviene nella realt sociale la Mezzaluna Rossa kurda (Heyva Sor), fondata
nel 93 in Germania da alcune persone rese invalide ed esuli dalla guerra.
Heyva sor ha elaborato un suo "progetto bambini", specificamente
indirizzato agli orfani di guerra, e attualmente invia aiuti regolari e
trecento bambini con o senza famiglia, scelti fra migliaia di casi segnalati
dalle associazioni locali. In molti casi sono state costruite e inviate in
Turchia, anche con laiuto di organismi come la belga Handicap International,
protesi per minori mutilati dalle armi o dalle mine.
La Municipalit di Diyarbakir sta inoltre
stringendo relazioni di cooperazione con citt francesi e tedesche, anche
attraverso la mediazione degli organismi internazionali Fmcu (Federazione
mondiale delle citt unite) e Iula (Unione internazionale degli enti locali).
In Italia la Provincia di Genova ha deliberato
un intervento di 50 milioni di lire per attrezzare di farmaci e strumenti
lambulatorio comunale di Diyarbakir, e alcune associazioni sarde hanno
raccolto con una vasta sottoscrizione popolare una somma destinata a donare due
pullmini alla Thay-Der per facilitare le visite in carcere da parte delle
famiglie dei detenuti. Un progetto per donare alla citt di Diyarbakir altri
due pullmini, da destinare alla mobilit degli abitanti delle periferie,
stato presentato ma non ancora approvato dalla Regione Umbria, anche sulla
scorta della delibera per il gemellaggio con Diyarbakir approvata nellautunno
del 99 dal consiglio comunale di Perugia. Il Comune di Roma ha stanziato
trenta milioni, non ancora erogati per difficolt burocratiche, a favore del
Centro di assistenza alle vittime della tortura avvaito presso la Tohav di
Diyarbakir.
Inoltre il comitato "Verso il
Kurdistan", promosso da operatori sindacali Cgil di Alessandria, ha
proceduto alla "adozione a distanza" di decine di famiglie di
detenuti, su segnalazione della Thay-Der, dellAssociazione per i diritti umani
e in particolare del sindacato Kesk: molte di queste famiglie, numerose e prive
di ogni sostegno dopo larresto del capofamiglia per motivi politici, risiedono
a Diyarbakir.
La proposta
In stretto coordinamento con i progetti di
cooperazione decentrata degli enti locali (che si sono specificamente
organizzati in Italia nel Ciscase, Coordinamento italiano di solidariet e
cooperazione con lAnatolia sudorientale), le associazioni italiane potrebbero
fare proprio lo sforzo di riscatto dellinfanzia emarginata e abbandonata a
Diyarbakir:
1) inviando nellestate una delegazione nella
periferia di Diyarbakir, con la presenza di almeno un sociologo, un medico
pediatra, un insegnante o pedagogista e uno psicologo, per una ricognizione dei
bisogni e degli interventi nella periferia di Diyarbakir, anche nella forma di
"campo di lavoro" (su questo esiste una disponibilit di massima
anche da parte del Servizio civile Internazionale), portando con s una fornitura
di medicinali per lambulatorio comunale di Diyarbakir;
2) estendendo la rete delle "adozioni a
distanza" di bambini e famiglie, con particolare riferimento agli orfani
di guerra, agli invalidi e ai figli di detenuti politici, in stretto contatto
da un lato con le associazioni gi impegnate in questo senso in Italia
(Comitati locali di solidariet di Alessandria, Trieste e Firenze, associazione
Azad), dallaltro con Heyva Sor e con la Uiki-Onlus (Ufficio dinformazione del
Kurdistan in Italia): la cifra usuale di sottoscrizione di .50.000 mensili
pi le spese organizzative, associata sempre alla corrispondenza e alla
conoscenza reciproca, epistolare e/o diretta;
3) contribuendo ad ampliare il progetto di
acquisto (in loco) di pullmini, promosso dalle associazioni sarde, e/o il
progetto di attrezzatura dellambulatorio comunale di Diyarbakir promosso dalle
associazioni genovesi e fatto proprio dalla Provincia di Genova;
4) "adottando" complessivamente il
progetto di Casa del Bambino della Municipalit di Diyarbakir, con una
sottoscrizione indirizzata a dotarla di sussidi didattici e ricreativi
dimensionati per laccoglienza prevista di mille ragazzi (ad esempio: mille
strumenti musicali, o mille forniture complete di quaderni, penne, matite etc.,
o mille paia di scarpette da ginnastica), con spesa da quantificare ed
eseguire localmente, per evitare problemi nella spedizione dallItalia;
5) inviando personale qualificato per una
collaborazione di medio periodo, sia in campo medico sia in quello didattico,
ricreativo e psicopedagogico.
Riferimenti
Per le adozioni a distanza: Associazione Azad,
Comitato "Verso il Kurdistan" di Alessandria, Comitati di solidariet
con il popolo kurdo di Firenze e Trieste
Per informazioni e progetti in collaborazione
con la Municipalit: Ciscase c/o Provincia di Ancona, Uiki-Onlus
Per il sostegno dellambulatorio comunale di
Diyarbakir: Azad di Genova, Provincia di Genova
Per il progetto di acquisto di pullmini:
Comitato di solidariet con il Kurdistan di Cagliari, Uiki-Onlus, Coordinamento
di solidariet con il popolo kurdo di Perugia
PROGETTO MAHMURA
"LALTRO VOLTO DELLESODO KURDO: QUANDO
ESISTERE E RESISTERE"
1. La
storia
Nel marzo 1994, in seguito allingiunzione di
lasciare le loro case da parte delle forze armate turche, circa trentamila
abitanti di decine di villaggi dellarea di Sirnak e Hakkari attraversarono a
piedi il confine turco-irakeno e si attendarono pochi chilometri pi avanti,
nella valle di Atrush. Il prezzo dellesodo sulle montagne fu pesante: trecento
morti e oltre seicento feriti.
Ad Atrush i profughi rimasero per tre anni, in
condizioni disperate: lalimentazione non raggiungeva la soglia di sussistenza per
il 70% di loro, e 85 donne incinte su cento abortivano o davano alla luce
neonati morti o malformati. Nel 1995 la guerra fra le milizie contrapposte del
Pdk e del Puk port al blocco totale del campo, soggetto alle continue
incursioni delle forze armate turche o delle milizie kurde loro alleate
nellarea.
Allinizio del 97 il governo turco propose
loro di ritornare, ma non nei loro villaggi distrutti, bens nei centri di
raccolta militarizzati chiamati "koy-kent" (citt-villaggio). I
profughi rifiutarono, e quando venne meno anche la protezione Onu, si rimisero
in cammino allontanandosi dalla pericolosa frontiera turca.
Dopo una tappa di un anno a Ninowa (lantica
Ninive), nellarea kurdo-irakena controllata dal Pdk a ridosso della linea di
demarcazione con lIraq, nel maggio del 98 i profughi decisero di lasciare la
turbolenta enclave kurdo-irakena e di accamparsi nella provincia kurda di
Mosul, controllata da Baghdad. Dopo alcuni giorni di pressioni le guardie di
frontiera irakene li fecero passare, e pi tardi il governo irakeno insieme
allUnhcr forn loro i materiali per sostituire le tende con baracche in
muratura. Nacque cos il campo di Mahmura.
Nel dicembre 99 i profughi hanno fatto
appello al governo turco per poter ritornare, ponendo quattro condizioni:
lamnistia, la fine dello "stato di emergenza" che grava sulle loro
province da quindici anni, garanzie internazionali sulla loro incolumit e la
ricostruzione dei loro villaggi, e la possibilit di educare i figli nella loro
lingua madre, come hanno fatto in questi sette anni di esodo. Non cՏ stata
risposta.
2. La
situazione del campo
Il campo di Mahmura si trova in una zona
semidesertica, calda e arida (inusuale per persone provenienti dalle montagne),
a due km dal borgo di Mahmura, a 110 km dal capoluogo Mosul e 390 km a nord di
Baghdad.
La responsabilit formale dellUnhcr
allinterno, delle autorit irakene allesterno, ma fin dallinizio i profughi
si sono autorganizzati eleggendo un "sindaco" e quattordici
responsabili per i diversi aspetti della vita collettiva, con particolare
rilievo per il ruolo delle donne.
Le traversie e le persecuzioni hanno ridotto
gli originari trentamila profughi a 8.469 (dati Unhcr del 98), di cui 1.011
bambini sotto i quattro anni di et, pi di quattromila ragazzi fra 5 e 17
anni, circa altrettanti uomini e donne fra 18 e 59 anni, e circa trecento
anziani di oltre sessantanni.
I profughi ricevono dal governo le stesse
razioni di cibo che spettano ai cittadini irakeni sotto embargo, e alcuni
alimenti fondamentali sono distribuiti anche dallUnhcr. E stata decisiva per
la sopravvivenza anche la solidariet delle famiglie kurde che abitano
nellarea. Le fonti dacqua sono lontane dal campo e non canalizzate, salvo i
periodici rifornimenti di acqua potabile con autobotti delle Nazioni unite. Gli
indumenti sono insufficienti. Dinverno ci si riscalda con stufe a kerosene.
Per coprire i bisogni primari occorrerebbero attrezzature (pompa idraulica,
materiali per canalizzazioni fognarie e idrauliche, un generatore elettrico)
attualmente inesistenti.
La situazione sanitaria assai grave, con
diffuse patologie gastroenteriche destate e respiratorie dinverno. Non
mancano malattie pi gravi (tredici casi di Tbc, otto tumori fra cui alcune
leucemie infantili), riconducibili probabilmente anche al fall-out chimico e
radioattivo delle armi usate nella guerra del Golfo, ma anche da parte
dellesercito turco. Sono numerosi i casi di handicap fisici e di postumi di
ferite e traumi, che avrebbero bisogno di cura, riabilitazione e protesi.
Lospedale pi vicino quello di Mosul. Attualmente nel campo esiste un
ambulatorio in cui operano solo due medici delle Nazioni unite e infermieri
volontari scelti fra gli stessi profughi, che cura in media cento persone al
giorno e a volte opera piccoli interventi chirurgici, con materiali e
medicinali assolutamente insufficienti. Occorrerebbero materiali per
trasfusioni e donazioni del sangue, per le radiografie, per interventi
chirurgici in "day hospital", farmaci essenziali e vaccini, oltre ad
alcune specializzazioni mediche come un dentista e un ginecologo.
Per listruzione dei numerosi minori esistono
nel campo tre scuole elementari, una scuola media e un liceo, con sessanta
insegnanti volontari a fronte di 2.500 allievi 800 fra la 1.a e la 3.a
elementare, 900 per il secondo biennio delle elementari, 500 per il triennio
delle medie inferiori, 300 per il liceo). In media ogni studente possiede una
matita e mezzo quaderno, mentre i libri sono pochi e collettivi, spesso
riprodotti a mano. Oltre alle materie di normale insegnamento si imparano le
lingue kurda, turca e inglese. Una delle scuole stata edificata dallUnhcr,
mentre le altre sono state costruite dai profughi (che ne vanno molto fieri),
cos come le moschee, lambulatorio, il centro per le donne, un asilo infantile
e alcuni impianti sportivi.
E molto difficile far pervenire ai profughi
aiuti esterni. Nel 96, quando erano ancora a Ninowa, Heyva sor (la Mezzaluna
Rossa kurda) invi venti tonnellate di materiali (tende, coperte etc.),
bloccati dalle autorit giordane. Fra il 99 e il 2000 dalla Germania Heyva Sor
ha inviato unambulanza, che stata consegnata, e 48 tonnellate di medicinali
di cui solo met arrivata a destinazione. Nel 2001 una delegazione francese
ha cercato di portare una seconda ambulanza, 20.000 marchi in contanti e
materiali scolastici e sanitari, anchessi raccolti da Heyva Sor, ma le
autorit giordane hanno trattenuto finora tutto tranne i soldi e i materiali
scolastici. Dunque lesperienza insegna che, a parte i materiali scolastici e
didattici, meglio far pervenire o portare somme in denaro per lacquisto in
loco dei materiali necessari.
3. Il
progetto di "Heyva Sor a Kurdistane" (Mezzaluna Rossa kurda)
Nella vastit dei bisogni dei profughi, Heyva
Sor ha deciso di privilegiare la situazione dei numerosissimi bambini del
campo, garanzie di futuro, e in particolare il loro bisogno di istruzione e di
attivit sportive e ricreative.
Ha quindi elaborato un progetto europeo, cos
articolato:
materiali scolastici e didattici (40 DM a
testa per il 1 ciclo delle elementari, 50 DM per il 2 ciclo, 70 DM per ogni
studente medio e 90 DM per ogni liceale) = spesa annua di 139.000 DM;
materiali per attivit sportive (tute da
ginnastica e scarpette): 70 DM per 2.500 ragazzi = 165.000 DM;
attivit musicali: 1.500 DM per
lorganizzazione di bande musicali in ogni scuola x 5 scuole = 7.500 DM;
acquisto di strumenti musicali (300 fiati, 100 "saz", le tipiche
mandole kurde, 50 chitarre, 50 violini, 10 percussioni, 100 tamburi e tamburelli)
= 74.400 DM;
Totale (139.000 + 165.000 + 7.500 + 74.400 DM)
= 385.900 DM di spesa annua (circa . 400.000.000).
1. Le
iniziative in Italia
Nel 1997 fu una delegazione mista
italo-tedesca a rompere lisolamento del campo (allora a Ninowa).
Per lItalia, tappa quasi obbligata dellesodo
kurdo verso lEuropa, assume un significato particolare il sostegno a una
comunit di profughi che ha scelto di resistere e lottare per il ritorno,
rifiutando sia il rimpatrio alle condizioni turche, sia la fuga verso lEuropa
alle condizioni delle bande mafiose.
Per questo nel corso del 2001 si sono attivate
e potrebbero convergere varie iniziative:
una sottoscrizione in numerose scuole,
finalizzata a raccogliere il denaro necessario per inviare o portare alle
scuole di Mahmura (oppure comprare in loco) materiali didattici, e in
particolare per stampare in Italia, con traduzione italiana a margine, 2.000
copie ciascuno di nove libriccini di favole in lingua kurda e di tre abbecedari
progressivi in kurdo, prodotti dal Centro per la cultura della Mesopotamia
(MKM) di Istanbul e dallIstituto di cultura kurda di Berlino;
la disponibilit del Comune di Verbania e
dellAssessorato alla cultura della Provincia di Lecce di contribuire alla
stampa degli stessi libri, aggiungendo mille copie da distribuire fra i bambini
profughi residenti in Italia, per la conservazione della loro lingua e cultura;
la disponibilit di alcuni comuni pugliesi (in
particolare Trepuzzi e i nove comuni uniti nel Consorzio della Greca
salentina), del Consiglio di quartiere 4 di Firenze e delle associazioni unite
nel "Comitato di solidariet con il Kurdistan" di Cagliari e Sassari,
di "tassarsi" per raccogliere i circa 10.000 dollari che
rappresentano il tetto minimo per poter acquistare in loco medicinali e
attrezzature sanitarie essenziali per l'ambulatorio del campo di Mahmura;
la possibilit che la Regione Emilia-Romagna
assuma la questione kurda fra le sue priorit in materia di cooperazione
internazionale, e in particolare patrocini linvio a Mahmura di una piccola
delegazione italiana nel corso della prossima estate, della quale facciano
parte anche uno o pi medici (anche in vista dellipotesi che alcuni degli
invalidi e malati gravi di Mahmura possano essere curati e riabilitati in
Italia, con particolare riferimento allesperienza gi maturata dallospedale
rizzoli di Bologna);
la possibilit che anche la Regione Sardegna
faccia proprio un progetto di aiuto ai profughi di Mahmura.
1. La
proposta
Il progetto in Italia, promosso dalle
associazioni Uiki-Onlus (Ufficio dinformazione del Kurdistan in Italia), Azad
Libert per il popolo kurdo e Consorzio Italiano di solidariet (Ics), in
collaborazione e nel quadro dellimpegno di Heyva sor (Mezzaluna Rossa kurda),
pu articolarsi in:
a. stampa
e distribuzione di un pieghevole sulla situazione di Mahmura, che illustri le
possibilit di intervento;
b. proseguimento
della raccolta fondi per il materiale didattico e i libri, sia coordinando le
disponibilit gi ricordate degli enti locali, sia con una sottoscrizione
pubblica (utilizzando il conto bancario, gi pubblicizzato per questo, della
Uiki-Onlus (C.b. 12257 int. UIKI-Onlus c/o Banca Pop. di Milano, ag.252, via
V.Veneto 1, Roma, codici ABI 05584, CAB 03201, specificando la causale:
"Progetto Mahmura");
c. stampa
di 3.000 copie dei 12 libriccini gi ricordati, di cui 1.000 per i bambini
profughi in Italia e 2.000 per le scuole di Mahmura, finalizzando per questo
sia fondi degli enti locali, sia fondi delle associazioni (il preventivo da
definire);
d. organizzazione
di una delegazione, che entro lestate 2001 si rechi a Mahmura portando con s
i libri stampati e il denaro raccolto per materiali didattici e per medicinali
e materiale sanitario (rispettivamente, almeno 5.000 dollari e almeno 10.000
dollari), della quale facciano parte almeno un medico, un insegnante, un
esperto di cooperazione di emergenza, un operatore video;
e. avvio
di una prospettiva di cooperazione pi di prospettiva in campo sanitario, sia
con linvio in loco di personale medico distaccato, sia con la cura e
riabilitazione in Italia di alcuni gravi ammalati o invalidi.
DOCUMENTI 5: LA VIDEOTECA "MUSA
ANTER" A ROMA
Grazie alla sottoscrizione effettuata da Azad
in occasione del concerto per il trentennale del quotidiano Il manifesto, e al
contributo di tre milioni da parte della stessa testata, stato possibile
acquistare un videoproiettore per il Centro Ararat autogestito dai profughi
kurdi a Roma, inviare 10.000 dollari di contributo al MKM di Istanbul per la
produzione del prossimo film "La Fotografia", e avviare il censimento
e il riordino, in collaborazione con Villaggio globale, della videoteca
intitolata al grande poeta e drammaturgo Musa Anter, assassinato a Diyarbakir
nel '92 dalle squadre della morte.
Il catalogo che riproduciamo comprende 37
filmati, e come si potr vedere fotografa un "work in progress":
stiamo ancora visionando e censendo questi video.
Chiediamo a chiunque ne possegga altri, o
comunque abbia materiali sulla filmografia kurda o di argomento kurdo e turco,
di inviarcene copia per arricchire quella che sar la prima videoteca
specializzata in Italia.
Avr sede presso il Centro Ararat,
l'associazione Azad e la Uiki-Onlus, e i video saranno ovviamente disponibili
per la riproduzione, a un prezzo contenuto di sottoscrizione.
N. - Autore - Titolo - Genere - Durata - Paese
- Anno - Ambientazione - Argomento - Lingua
1 Ass.Papa Giov. "GoEl Il coraggio della
disobbedienza" Doc. 15 - Italia 2000 - Turchia Obiezione di coscienza -
Italiano
2 Nizamettin Aric "Un canto per
Beko" Lungom. 100 - Germ. 1992 - Kurdistan turco e irakeno Guerra - Kurdo
sottot. It.
3 Comunit kurda in Italia "I Curdi e il
Curdistan" - Doc. ? - Italia ? - Kurdistan Geografia e storia recente -
Italiano
4 Com. Verso il Kurdistan Al "Verso il
Kurdistan" - Doc. 12 - Italia 1999 - Kurdistan turco : Reportage di
viaggio - Italiano
5 Juri Carlucci "Kendakor/Roma" -
Doc. 15 - Italia 2000 - Italia Manifestazione a Roma - Italiano
6 Com. Verso il Kurdistan Al "Newroz
2000" - Doc. ? - Italia 2000 - Kurdistan turco Newroz a Diyarbakir -
Italiano
7 Esen Isik "Il padre rubato" -
Cortom. 23 - Svizzera 1999 - Kurdistan turco Il dramma degli scomparsi - Turco
sottot. francese
8. Yesim Ustaoglu "Viaggio verso il
sole" - Lungom. 105 - Turchia 1999 - Turchia e Kurdistan Il paese negato
- Turco e kurdo doppiato italiano
9 Kazim Oz "Ax La Terra" - Cortom.
27 - Turchia 1999 - Kurdistan turco La distruzione dei villaggi - Turco e
kurdo sottot. italiano
10 Yilmaz Guney "La rivolta (Le
Mur)" - Lungom. 116 - Turchia 1982 - Turchia Carceri - ?
11 MKM Istanbul "Sermola: la repubblica
dei folli" - Spett. 144 - Turchia ? - Spett. teatrale di "Jihana Nu" - ?
12 Yilmaz Guney "Il gregge" -
Lungom. ? - ? ? - Kurdistan: la vita dei villaggi - Italiano
13/13 (*) Medya Tv "Newroz 2000 (1. e 2.
parte)" - Doc. ? - Belgio 2000 - Kurd. Turco Riprese Medya-Tv sul Newroz -
?
14 Medya-Tv "Roma-Kurdistan II " -
Doc. 180 - Belgio 1999 - Italia e altrove: Manif. 24.2.99 a Roma e musica - ?
15 Lionello Massobrio "Partorire la
morte" - Doc. 26 - Italia ? - Turchia: La protesta suicida delle donne
kurde - Italiano
16 (*) ? "Leyla Zana Nobel for
Peace" - Doc. ? - Usa ? - Turchia La figura di Leyla Zana - Inglese
17 Kazim Oz MKM "Desten Me (Se le mie
mani fossero uccelli)" - ? 27 - Turchia ? - Turchia: L'esodo kurdo - ?
18 ? "Goc Belgeseli (Documentario sui
profughi)" - Doc. 27' - Turchia ? - Turchia Lesodo interno - Turco
19 Saman Ali, Jiyan Aslan (M.Tv) "Hidden
Theatre: Lontano dal Kurdistan"
- Spett. ? - Italia 2000 - Turchia e Italia Lesodo - Italiano, brani in
kurdo
20 Medya-Tv "Qerinek Be Rundik: Bajar
Penaberan-Mexmur" - Doc. ? - Belgio ? - Kurdistan irakeno Campo profughi
di Mahmura - ?
21 (*) Assoc. Insieme per la pace "I
kurdi e il Kurdistan" - Doc. ? - Italia ? - ? ? - Italiano
22 Torre di Babele "Newroz" - Doc. ?
- Italia 1998 - ? ? - Italiano
23 (*) Mustafa Gundogdu Tohav
"Campo" - Doc. ? - Turchia 1997 - Turchia Profughi a Istanbul - Turco
24 ? "La guerra contro i kurdi: affare
interno o genocidio?" - Doc. ? - ? 1998 - ? ? - Italiano
25 Dimitri Deliolanes "Armi italiane alla
Turchia" - Doc. 37 - ? ? - ? Commercio di armamenti - Italiano
26 Rai/Mediaset "Mediterraneo (5) + Moby
Dick" - Doc. ? - Italia ? - Turchia, Italia e vv. Vari argomenti (armeni,
Med-Tv, MKM, guerra) - Italiano
27 ? "Turkiyede Insan Haklari Gor.
(Diritti umani in Turchia)" - Doc. ? - ? ? - Turchia Violazioni diritti
umani - Turco
28 Jan Ralske "Badolato: Hoffen aufs
Wunder (La speranza di un miracolo)" - Doc 74 - Germania 1998 - Italia
Lesperienza di Badolato - Tedesco, sottot. Italiano
29 IKM Belgium "Dont be silent on
massacres!" - Doc 15+10 - Belgio 2001 - Turchia Il massacro nelle
carceri - Inglese, doppiaggio italiano
30 Medya-Tv "Strrasburgo 21.11.2000: The
Century Trial" - Doc. ? - Belgio 2000 - Francia La manifestazione per
lavvio del processo Ocalan - ?
31 Akin (Usa) "Leyla Zana for the
Nobel" - Doc. ? - Usa ? - Turchia La figura di Leyla Zana - Inglese
32 ? "La storia dei kurdi" - Doc. ?
- ? ? - ? Storia del Kurdistan - ?
33 ? "Ronahi: Mukaddes Kubilay" -
Doc. ? - ? ? - Turchia La storia del sindaco donna di Dogubeyazit (Hadep) -
Turco
34 Heyva Sor a Kurdistane "HSK Tanitma
Toplantisi" - Doc. 30 - Germania ? - Turchia La Mezzaluna Rossa kurda e i
problemi del popolo kurdo - Turco
35 Akin (Usa) "Good Kurds, Bad
Kurds" - Doc. ? - Usa ? - Kurdistan Storia recente del Kurdistan - Inglese
36. Grazia&Beatrice "Quelli che
dicono no" - Doc. 5 - Italia 1998 - Italia e Kurdistan Processo Frisullo
- Italiano
37 (*) Francesco Carcano "Mediterraneo
(Rai)" - Doc. 30 - Italia 1998 - Kurd. turco Profughi e repressione -
Italiano
Note
13/13 (*) : sono due cassette consecutive
(prima e seconda parte)
16 (*) : nella stessa cassetta del filmato
n.15
21 (*) : da verificare se il contenuto sia
identico a quello della videocassetta n.3
23 (*) : la cassetta attualmente contiene
anche un altro filmato
37 (*) : la cassetta attualmente contiene
anche un altro filmato