Date: 1:22 AM 5/30/01 +0200
From: azad
Subject: NUOVO GIORNO - NEWROZ 2001 Notiziario
n.3/01 (Iniziativ
> > Ci stato segnalato che chi non ha
la possibilit di leggere in "testo
> > HTML" ha ricevuto un notiziario
illeggibile. Tutti i titoli in colore
> rosso
> > e le parole e frasi in neretto
nell'originale, alla lettura in "testo
> > normale" risultavano mancanti.
Nel dubbio, siamo costretti a rinviarla a
> > tutti/e in "testo
normale". Ci scusiamo per l'errore di inesperienza, e
> > chiediamo a chi abbia gi ricevuto e
letto il notiziario in linguaggio
> HTML
> > di cestinare senz'altro questa
versione. Dal prossimo invio (domani) il
> > notiziario sar ricevuto da tutti
nelle due versioni.
> >
> > > NUOVO GIORNO - NEWROZ 2001 n. 3/01 del 28/5/2001
> > > (Iniziative e documentazione)
> > > Notiziario mail a cura
dell'associazione Azad - Redazione c/o
Villaggio
> > > globale, Ex-mattatoio,
Lungotev. Testaccio snc, 00154 Roma - Tel
> > > 06.5730.2933 - 0339.6504639 -
0333.3510598, fax/segr. 06.5730.5132,
> E-mail
> > > ass.azad@libero.it
> > > Testo in formato HTML. No
copyright - Stampare, riprodurre, inoltrare,
> > > diffondere!
> > > Traduzioni e redazione di
questo numero a cura di D.F. e A.C. -
> Segnalare
> > > l'eventuale non gradimento di
questi messaggi
> > >
> > >
> > >
> > > A partire da questo numero
l'agenzia "Nuovo giorno - Newroz 2001" si
> > > stabilizza e si sdoppia:
"Iniziative e documentazione" e "News".
> > > I due numeri precedenti,
dedicati ambedue alla realt carceraria,
vanno
> > > considerati come sperimentali -
e li inoltreremo su richiesta a coloro
> > che,
> > > essendo stati aggiunti
ultimamente alla mailing list, non li abbiano
> > > ricevuti.
> > > Ogni sabato (a partire da
questo bollettino e da quello di sabato
> > prossimo)
> > > comunicheremo iniziative in
Italia e in Europa e forniremo
> documentazione
> > > utile; ogni luned (a partire
da domani, marted, e dal prossimo
luned)
> > > invieremo una scelta di notizie
sulla realt kurda, prese e
sintetizzate
> > > dalle fonti in lingua italiana,
inglese, tedesca e turca di cui
> > disponiamo,
> > > ma anche dalla rete della
solidariet.
> > > Dunque vi chiediamo di inviare
puntualmente alla redazione, entro il
> > sabato
> > > mattina, sia gli annunci di
campagne ed iniziative (ma anche documenti
o
> > > brevi interventi), sia le
notizie sulla realt kurda che vi appare
utile
> > > segnalare. Questo bollettino
non deve e non vuole essere solo
> trasmissione
> > > dall'alto, ma rete orizzontale.
Dipende (anche) da voi tutti...
> > >
> > >
> > >
> > > SOMMARIO
> > >
> > > INIZIATIVE
> > > 1. Le "Madri della
pace" in Italia: calendario degli incontri
> > > 2. Assemblea ICS a Firenze: la
prima volta del Kurdistan
> > > 3. Riunione nazionale di Azad
domenica 3 giugno
> > > 4. Iniziative varie (Nadire
Mater in Italia; Roma, Terza universit;
La
> > > Spezia, Rimini, Torino)
> >
> > > DOCUMENTI
> > > 1. Scheda informativa sulle
"Madri della pace"
> > > 2. Hasankeyf: articolo di Mimmo
Frassineti
> > > 3. Commissione europea contro
la tortura: la situazione nelle carceri
> > turche
> > > 4. Progetti: profughi a
Mahmura, bambini a Diyarbakir
> > > 5. Lavori in corso: il catalogo
della videoteca "Musa Anter"
> > >
> > >
> > >
> > > INIZIATIVE 1: LE "MADRI
DELLA PACE" IN ITALIA
> > >
> > > Muyesser Gunes, 49 anni, del
combattivo quartiere Gazi di Istanbul,
> madre
> > di
> > > un kurdo caduto in guerra, sar
in Italia dal 31 maggio a met giugno
su
> > > invito dell'europarlamentare
Lucio Manisco e della Provincia di
Firenze.
> > Il
> > > suo giro d'incontri,
organizzato dall'associazione Azad, toccher ben
> > dodici
> > > citt.
> > > Come ha giustamente chiesto il
suo movimento, in ogni citt insieme ad
> > Azad,
> > > all'Uiki (Ufficio
d'informazione del Kurdistan in Italia) e alle
> > > associazioni e coordinamenti
locali, gli incontri saranno promossi e
> > vissuti
> > > dagli organismi delle donne.
> > > Ecco il calendario di massima
(sono ancora "lavori in corso", e ci
> > scusiamo
> > > di eventuali imprecisioni):
> > >
> > > - Venerd 1. giugno a Roma:
alle 11 nella sala del Parlamento europeo
> (via
> > > IV novembre 149),
partecipazione all'incontro promosso dal Progetto
> Go-El
> > > (Ass.ne Papa giovanni XXIII),
dalle Donne in nero, dalla Uiki e da
Azad,
> > con
> > > Luisa Morgantini e con la
giornalista turca Nadire Mater, sotto
processo
> > per
> > > il suo libro "Mehmedin
Kitabi" (trad. it. Il buon soldato Mehmet, ed.
> EMI)
> > ;
> > > alle 18.30 incontro con le
Donne in nero nella Libreria delle donne
"Al
> > > tempo ritrovato" in via
dei Fienaroli.
> > > - Sabato 2 giugno a Napoli:
alle 17 assemblea nella sala della
Provincia
> > (S.
> > > Maria La Nova) in via monte
Oliveto, promossa da Azad e Un ponte per,
> con
> > > l'adesione di Donne in nero,
Cobas, Cgil immigrati, Assopace.
> > > - Luned 4 giugno a Milano:
alle 21 presso "Il Cantiere" in via Monte
> Rosa
> > > 84 (Mm Lotto), assemblea
promossa da Azad, Donne in nero, Libera
> > universit
> > > delle donne, Punto rosso,
Centro culturale Kurdistan-Italia, Forum
delle
> > > associazioni contro il
neoliberismo, Assopace. Intervengono Paolo
> Limonta
> > > (Azad) e Silvana Barbieri (Punto
rosso).
> > > - Marted 5 giugno a Bologna:
alle 21 nella sala Benjamin (via del
> > Pratello
> > > 53), incontro con Muyesser
Gunes, Angela Bellei (Azad) e le avvocate
> Desi
> > > Bruno (recentemente in Turchia
per i prigionieri politici) e Nazzarena
> > > Zorzella (legale di Ocalan
nella causa per l'asilo). Promuovono Azad,
> > Donne
> > > in nero, Assopace, ProSol,
ExAequo, Contropiani, Casa dei diritti,
> > Antigone.
> > > - Mercoled 6 giugno a Firenze:
alle 21 incontro presso il centro
delle
> > > donne "Il Giardino dei
Ciliegi" in via S. Egidio 21, coordinato alla
> > > presidente Mara Baronti.
Intervengono Daniela Lastri (assessore
comunale
> > per
> > > l'Istruzione), Marzia Monciatti
(assessore comunale per
l'Immigrazione),
> > > Mariella Zoppi (assessore
regionale alla Cultura) e Beatrice Biagini
> > > (presidente della commissione
Pace della Provincia di Firenze).
Promuove
> > il
> > > Comitato Kurdistan-Firenze, in
collaborazione con Azad, Giardino dei
> > > Ciliegi, Uiki, Studenti di
sinistra.
> > > - Gioved 7 giugno a Sassari:
alle 18 assemblea nella sala del
Consiglio
> > > provinciale promossa dal
Comitato Kurdistan-Sassari, dalla Uiki, da
Azad
> e
> > > dall'Arci. Intervengono, con
Muyesser Gunes, Berfin dell'Uiki e Grazia
> > > Manca, presidente della
commissione regionale Pari opportunit.
> > > - Venerd 8 giugno a Genova:
assemblea da definirsi (ipotesi di
> > > coinvolgimento, oltre ad Azad,
del collettivo di donne "Marea").
> > > - Sabato 9 giugno a Trento:
assemblea da definirsi (ipotesi: Casa
della
> > > Pace, Unimondo, Amici del
Chiapas, Azad, Prc...)
> > > - Domenica 10 giugno a Modena:
incontro con le donne italiane e kurde
> alle
> > > 10 presso la Casa della pace
(via Ganaceto), promosso da Azad, Uiki,
> > > Comunit kurda, Donne in nero,
Casa della pace, Lilliput, donne Ds e
> Prc.
> > > Partecipa Angela Bellei.
> > > - Luned 11 giugno a Verona:
assemblea da definirsi (nella palazzina
di
> > > servizi Rosario?), promossa da
Azad, Assopace, Salaam-ragazzi
> dell'ulivo,
> > > Amnesty International, Donne in
nero, Prc...
> > > - Marted 12 giugno a Venezia:
assemblea da definirsi (a Malamocco?),
> > > promossa da Azad, Rete
antirazzista ed altri/e.
> > > - Mercoled 13 giugno a
Trieste: assemblea da definirsi, promossa da
> Ics,
> > > Azad, Umut-I figli del sole...
> > >
> > > A ogni citt si richiede, oltre
al rimborso viaggio e all'ospitalit
per
> > > Muyesser Gunes e l'eventuale
interprete, un contributo di 100-200mila
> lire
> > > per coprire le spese del
viaggio aereo (eventuali avanzi andranno alle
> > > "Madri della pace");
inoltre di estendere le adesioni e di affiancare
> alle
> > > assemblee pubbliche incontri
(previsti per ora a Firenze e Bologna)
con
> le
> > > istituzioni locali.
> > >
> > > INIZIATIVE 2: L'ASSEMBLEA ICS A
FIRENZE
> > >
> > > Per la prima volta un grande
soggetto nazionale dell'associazionismo
> > assume
> > > in pieno la questione kurda,
nella sua triplice veste di questione
> > politica,
> > > "diplomazia popolare"
e progettualit di cooperazione dal basso. E'
> > avvenuto
> > > il 12-13 giugno a Firenze
nell'Assemblea di programma dell'Ics
> (Consorzio
> > > italiano di solidariet), che
nelle conclusioni del presidente Giulio
> > Marcon
> > > ha assunto le indicazioni dello
specifico gruppo di lavoro (su
Palestina
> e
> > > Kurdistan) condotto da
operatori dell'Ics e di Azad.
> > > La discussione, che aveva alle
spalle il seminario su "Che fare in
> > > Kurdistan" promosso in
maggio a Bologna da Arci, Ics, Assopace e Azad,
> si
> > > pu cos schematizzare:
> > > - Dopo la vicenda di Ocalan, la
rimozione della questione kurda da
parte
> > > della "grande
politica" non ha impedito che si consolidassero, in
basso,
> > > alcuni dati: la legittimazione
del movimento kurdo e della sua
strategia
> > di
> > > pace da parte delle aree
pacifiste; l'assunzione della questione dei
> > > profughi kurdi come sfida alla
politica internazionale e alle
politiche
> > > dell'asilo e dell'accoglienza,
da parte di uns ettore del
volontariato;
> il
> > > moltiplicarsi di progetti di
cooperazione decentrata anche nel
Kurdistan
> > > turco, da parte di enti locali
ora federati nel "Ciscase" con base
> presso
> > la
> > > Provincia di Ancona.
> > > - Ora si tratta, accanto al
Ciscase, di dare solidit e organizzazione
> > > all'"altra gamba"
della solidariet, quella delle associazioni e della
> > > societ civile, tanto pi in
una situazione in cui la vittoria della
> > destra
> > > potrebbe comportare politiche
repressive ed espulsive nei confronti
> degli
> > > esuli e dei profughi kurdi. Per
questo la rete nazionale di Azad
> > > necessaria, ma non sufficiente:
dovr nascere un coordinamento di
> soggetti
> > > diversi, che converga sull'adozione
di campagne e progetti concreti.
> > > - L'Ics, come primo passo in
questa direzione, fa propri i due
progetti
> > > proposti da Azad e Uiki sulla
base dell'esperienza di Heyva Sor ya
> > > Kurdistane (Mezzaluna Rossa
kurda) e della Municipalit di Diyarbakir,
> > > rispettivamente a sostegno dei
profughi kurdi del campo di Mahmura
> > (fuggiti
> > > dalla Turchia, ora in Kurdistan
irakeno) e delle famiglie vittime
della
> > > guerra, dell'esodo e della
repressione a Diyarbakir, in particolare i
> > > "bambini di strada".
Si verificher la possibilit che due delegazioni
> > > raggiungano entro l'estate
Mahmura e Diyarbakir, per portare primi
aiuti
> e
> > > verificare direttamente la
situazione.
> > > - L'Ics proporr che nel corso
della contestazione del G8 a Genova vi
> sia
> > un
> > > particolare osservatorio sui
"punti di crisi" della globalizzazione
> (oltre
> > a
> > > Kurdistan, Chiapas, Palestina
etc.), e che l'Onu dei Popoli e la
Marcia
> > > Perugia-Assisi, in programma in
ottobre in Umbria, siano precedute da
un
> > > Forum sulla questione kurda da
tenersi preferibilmente a Firenze, con
> > > un'ampia e plurale presenza di
invitati dalla Turchia e dalla diaspora
> > > europea.
> > > - Ci si propone comunque di
costruire, all'inizio dell'autunno, una
> > > delegazione ampia e
rappresentativa dell'associazionismo italiano, che
> > vada
> > > in Turchia con il preciso fine
di conoscere e collaborare con la
societ
> > > civile kurda e turca in lotta
per la pace, la democrazia e i diritti
> > negati
> > > (le "Piattaforme per la
democrazia" a Diyarbakir e altrove). Questo
> lavoro
> > > dovr assumere rapidamente una
dimensione non solo italiana ma
europea,
> > > anche in considerazione del ruolo
determinante delle istituzioni
> > > comunitarie.
> > > - Anche raccogliendo la
disponibilit espressa dall'Arci nazionale,
> > > nell'immediato si produrr un
dpliant a larga tiratura per
> pubblicizzare
> > i
> > > progetti e le relative raccolte
di fondi, e si aprir un apposito sito
> > > Internet.
> > > - Sar opportuno far nascere
nell'Ics un "network" (settore autonomo
di
> > > lavoro formato da almeno cinque
entit aderenti all'Ics) che lavori
> > > specificamente slla questione
kurda. A questo fine anche la rete di
Azad
> > > valuter, nella sua prossima
riunione nazionale, la possibilit di
> aderire
> > > all'Ics e quindi di far parte
del Network Kurdistan.
> > >
> > > INIZIATIVE 3 : RIUNIONE
NAZIONALE DI AZAD IL 3 GIUGNO A ROMA
> > >
> > > Presso il Villaggio globale di
Roma (Ex mattatoio di Testaccio,
> > Lungotevere
> > > Testaccio, bus 170 da Termini o
Metro B Piramide), che ospita la sede
> > romana
> > > di Azad, convocata una
riunione nazionale di Azad domenica 3 giugno
> > dalle
> > > 10.30 alle 17.30.
> > > E' necessario consolidare
l'impianto nazionale dell'associazione, in
una
> > > fase politica in cui
l'atteggiamento del governo e delle istituzioni
> > > potrebbe peggiorare pesantemente
sulla questione kurda. Si discuter
> > dunque
> > > di tesseramento,
autofinanziamento e organizzazione, ma anche del
ruolo
> e
> > > della collocazione politica
dell'esperienza di Azad.
> > > Sar distribuito un documento
di bilancio dei primi tre anni di
> esistenza
> > di
> > > Azad, curato dai compagni/e di
Roma e Napoli.
> > > Ai partecipanti (che dovrebbero
preavvertire della loro presenza) si
> > > garantiscono ottimi pasti
biologici a prezzo politico. Al termine
della
> > > riunione, per i compagni/e che
si fermeranno a Roma, saranno
proiettati
> a
> > > partire dalle ore 19 presso il
Centro Ararat alcuni video inediti:
> "Goord
> > > Kurds, Bad Kurds" e
"Leyla Zana, Nobel for Peace" (in inglese), e "Il
> > padre
> > > rubato" (sottotitolato in
francese).
> > >
> > > INIZIATIVE 4: VARIE
> > >
> > > - NADIRE MATER IN ITALIA: la
scrittrice e giornalista turca, assolta
in
> > > prima istanza dall'accusa di
vilipendio dell'esercito per la raccolta
di
> > > memorie di coscritti sul fronte
kurdo "Mehmed'in Kitabi" (trad. it. in
> > corso
> > > di pubblicazione presso la Emi
"Il buon soldato Mehmet"), sar in
> Italia,
> > > ospite del Progetto Go-El
dell'associazione Papa Giovanni XXIII, dal
31
> > > maggio al 2 giugno. Il 31 maggio
assemblea a Milano alle 18 nella Sala
> > > Tikkun (via Montevideo 9), con
Go-El e Terre di Mezzo; il 1. giugno
alle
> > 11
> > > incontro nella Sala del
parlamento europeo a Roma (via IV novembre
149)
> > > promossa da Go-El, Donne in
nero, Azad, con Luisa Morgantini e
Muyesser
> > > Gunes delle "Madri della
pace"; lo stesso giorno incontro fra donne
> nella
> > > libreria "Al tempo
ritrovato" in via dei Fienaroli; il 2 giugno a
> Riccione
> > > alle 12 conferenza stampa con
Carmen Gurruchaga di Rporteurs sans
> > > Frontires, e alle 21 serata
sulla libert di stampa in occasione
della
> > > consegna del premio intitolato
a Ilaria Alpi.
> > > ROMA, TERZA UNIVERSITA': luned
28 e marted 29 maggio dalle ore 17,
in
> > via
> > > Ostiense 234, incontri con
docenti e studenti su "Kurdistan: la
nazione
> > > negata. Storia di un popolo in
lotta". Il primo giorno introduce
Mehmet
> > > Yuksel (Uiki) sulla storia del
Kurdistan, il secondo giorno introduce
> Dino
> > > Frisullo (Azad) sull'attualit
politica. Prima degli incontri si
> assaggia
> > la
> > > cucina kurda.
> > > - LA SPEZIA: gioved 31 maggio
assemblea promossa dal coordinamento
> > anti-G8
> > > con testimonianze su vari temi
internazionali, dalla Palestina alla
pena
> > di
> > > morte negli Usa, alle carceri
peruviane. Sulla situazione turca e
kurda
> > > interviene Dino Frisullo di
Azad.
> > > - RIMINI: luned 11 giugno
incontro presso il Centro per la Pace sulla
> > > questione kurda, con Dino
Frisullo e lo scrittore kurdo Surme, autore
> del
> > > racconto "Il castello di
Dimdim".
> > > - TORINO: sabato 16 giugno,
nell'Anfiteatro della Cascina Marchese
> (corso
> > > Vercelli 141), il Nomadi Fans
Club "Vagabondi della Mole" organizza
> dalle
> > > 20.30 un concerto con i Deriva,
in solidariet con i profughi kurdi.
> > >
> > >
> > >
> > > DOCUMENTI 1: LE MADRI DELLA
PACE
> > >
> > > Il movimento, di cui Muyesser
Gunes (prossimamente in Italia) dirige
la
> > > rivista mensile, nato fra la
fine del '96 e il '97 a Istanbul, come
> > > evoluzione politica del
movimento delle "donne di piazza Galatasaray"
> che
> > > ogni settimana commemoravano
nel quartiere Taksim i "kayiplar",
> > > desaparecidos kurdi.
> > > Rapidamente le "Madri
della pace" hanno assunto un radicamento
> nazionale,
> > in
> > > parallelo con il lancio
dell'iniziativa di pace da parte del Pkk e del
> > > movimento kurdo nel suo
insieme, con il passaggio drammatico degli
> > scioperi
> > > della fame di massa attaccati
dalla polizia e dai Lupi grigi nelle
sedi
> > > dell'Hadep durante la presenza
di Ocalan in Italia.
> > > Nel 2000 furono protagoniste di
una Marcia per la pace da venti citt
> > kurde
> > > e turche fino alle porte di Ankara,
dove furono fermate dall'esercito.
> > > Alle iniziative per un dialogo
di pace in Turchia hanno affiancato
negli
> > > ultimi mesi quella per una
soluzione pacifica delle contraddizioni
> > > interkurde, con la delegazione
che si recata a Suleymanye per
> incontrare
> > > Jalal Talabani e mediare nel
conflitto fra le milizie del Puk e il
Pkk.
> Al
> > > ritorno in Turchia la
delegazione fu arrestata, le donne fuono
> sottoposte
> > a
> > > tortura e processate, ma il
Tribunale per la sicurezza dello Stato di
> > > Diyarbakir le ha assolte
dall'accusa di "sostegno al terrorismo".
> > > Il movimento composto in
grande maggioranza da donne kurde, ma anche
> > > alcune pacifiste turche
collaborano stabilmente con loro.
> > > "Vogliamo costruire un futuro
di pace e libert per le future
> > generazioni",
> > > affermano in un recente
appello, in cui precisano le loro richieste:
> > > apertura di un dialogo di pace,
amnistia generale per i prigionieri
> > > politici, abolizione della pena
di morte, delle leggi di emergenza,
> > > scioglimento delle formazioni
paramilitari dei "guardiani di
villaggio",
> > > diritto al ritorno dei profughi
e alla ricostruzione, istruzione nella
> > > lingua madre, e un nuovo patto
costituzionale di cittadinanza che
> > garantisca
> > > pluralismo culturale e piena
libert di espressione e di pensiero.
> > > Oggi le "Madri della
pace" aprono tutte le manifestazioni kurde, dando
> > > espressione anche al
protagonismo delle donne, vera "rivoluzione
> > culturale"
> > > che segna da quindici anni
l'insorgenza kurda in Turchia.
> > >
> > > DOCUMENTI 2: HASANKEYF, CRIMINE
CONTRO L'UMANITA'
> > >
> > > Pubblichiamo il testo integrale
dell'articolo sull'antica citt di
> > Hasankeyf
> > > minacciata di inondazione dalle
dighe sul Tigri, pubblicato da
> L'Espresso
> > > con tagli. L'autore il
giornalista free-lance Mimmo Frassineti,
membro
> > > della delegazione italiana al
Newroz di Diyarbakir, che pubblicher
> anche
> > un
> > > ampio servizio fotografico
sulla rivista Archeo, in edicola ai primi
di
> > > giugno.
> >
> > > Quanto tempo rimane ad
Hasankeyf?
> >
> > > Nessuno lo pu dire ma, una
volta completata la costruzione della diga
> di
> > > Ilisu, nell'Anatolia sud
orientale, questa antica citt sar sommersa.
> Il
> > > sud est della Turchia, con le
province di Diyarbakir, Batman,
Sanliurfa,
> > > Gaziantep, Siirt, Mardin,
Sirnak e Kilis ovunque, ma non qui, si
chiama
> > > Kurdistan. Qui non si pu
pronunciare questa parola, e parlare curdo
> > > vietato. E' vietato anche
salutare agitando l'indice e il medio,
ballare
> > > intorno a un fuoco, accostare
giallo,verde e rosso. Si rischiano guai
> > molto
> > > seri: fermo, arresto, botte e
anche di peggio, e non devi mai
> rilassarti:
> > > occhi e orecchie registrano
quello che dici, quello che fai, le
persone
> > che
> > > incontri. Ilisu un tassello
del GAP, o Progetto per L'Anatolia sud
> > > orientale, il pi imponente
programma di sviluppo mai intrapreso in
> > Turchia.
> > > Consiste nella costruzione di 8
dighe e 8 centrali termoelettriche nel
> > > bacino del Tigri e di 14 dighe
e 11 centrali in quello dell' Eufrate.
Un
> > > progetto finanziato dalla Union
Bank of Switzerland e dalle Agenzie di
> > > credito all'esportazione di
Austria, Germania, Italia, Giappone,
> > Portogallo,
> > > Svezia, Svizzera, Regno Unito e
Stati Uniti.
> > > Scopo dichiarato dal governo di
Ankara uno sviluppo economico e
sociale
> > > accelerato: irrigazione,
elettrificazione, industrie, ferrovie,
> > autostrade,
> > > aeroporti, e la promessa di 3
milioni di posti di lavoro. Per gli
> > > ambientalisti e per le
organizzazioni che si battono in difesa dei
Curdi
> > si
> > > tratta di una catastrofe che
causer l'evacuazione di citt e
villaggi,
> i
> > > cui abitanti non saranno n
risarciti n reinsediati accettabilmente
> > > altrove. Protestano Iraq e
Siria, che dai due fiumi dipendono
> largamente,
> > ma
> > > il governo turco ha chiarito
che gestir l'acqua che sgorga in Turchia
> nel
> > > modo che riterr pi opportuno.
E proprio per i rischi di un conflitto
> per
> > l
> > > 'acqua del Tigri e dell'Eufrate
la Banca mondiale rifiuta di
finanziare
> > > qualsiasi progetto del GAP.
Infine in subbuglio il mondo
> > dell'archeologia
> > > da quando si appreso che sar
sommersa Hasankeyf, una citt storica
> che
> > > conserva moschee e monumenti
medievali, ma anche le tracce di un
> > > insediamento fra i pi antichi
della nostra civilt. Il Ministero
della
> > > Cultura nel 1978 defin
Hasankeyf "Sito archeologico di importanza
> > > nazionale". La qual cosa
non ha impedito al Ministero dell'Energia di
> > > decretarne in seguito la morte.
Per arrivarci bisogna fare tappa a
> > Istambul,
> > > poi volare fino a Diyarbakir,
quindi proseguire in macchina o in
pullman
> > di
> > > linea, dando per scontato che
la nostra visita non sar gradita.
> > > D'altro canto in Turchia non ci
sono limitazioni alla libert di
> > movimento.
> > > Le guide descrivono
sommariamente le regioni curde, o non se ne
occupano
> > > affatto, come se una guida
d'Italia si fermasse a Foggia. Oggi in
> > Kurdistan
> > > non c' guerra, anche se negli
anni scorsi si combattuto, con 25
mila
> > > morti e 3 mila villaggi
distrutti. Ferite aperte che per non
> > rappresentano
> > > una minaccia per il visitatore,
specie se italiano. Qui venire
> dall'Italia
> > > significa essere amati a
priori, cercati per una stretta di mano, e
uno
> si
> > > chiede cosa ha fatto per
meritarlo.
> > > Atterro alle 15.30
all'aeroporto internazionale Ataturk e chiedo al
taxi
> > di
> > > portarmi a Beyoglu, lo storico
quartiere sulla collina, dove ho
> prenotato
> > in
> > > uno dei tanti alberghetti che
affollano i vicoli a destra e a sinistra
> di
> > > Isticlal Caddesi, l'arteria che
unisce la Torre di Galata a Taksim.
Per
> la
> > > camera ci vogliono 25 milioni,
ma niente paura! Sono solo 60 mila
lire.
> E
> > > fuori si mangiano, per pochi
milioni, tutte le specialit della cucina
> > > tradizionale. L'aereo per
Diyarbakir decolla alle 7.10 di mattina.
> > > Oltretutto in Turchia bene
presentarsi in aeroporto con anticipo, a
> > causa
> > > delle minuziose procedure di
sicurezza. All'ingresso c' un primo
esame
> ai
> > > raggi X dei bagagli poi, dopo
il chek-in, quello consueto del bagaglio
a
> > > mano, mentre valige e bauli
attendono davanti all'aereo. Se non
conosci
> la
> > > procedura e nessuno ti avverte
sali e ti allacci la cintura.
Risultato:
> il
> > > tuo bagaglio non ti seguir a
destinazione, perch hai omesso di
> > > identificarlo prima di
imbarcarti, additandolo sulla pista a un tipo
con
> > un
> > > gessetto in mano. Infatti,
quando il Boeing 737 si muove, avanzata
una
> > > valigia marrone e mi solleva,
egoisticamente, sapere che invece la mia
> > al
> > > sicuro nella stiva.
> > > L'atterraggio, due ore dopo,
avviene fra enormi radar, elicotteri e
> hangar
> > > mimetici, ma poi
l'aerostazione, appena ristrutturata, si presenta
> > > rassicurante e moderna. Ci
vogliono 15 minuti per raggiungere in taxi
un
> > > albergo del centro, di fronte
alle grandiose mura in basalto, 5
> chilometri
> > > con 72 torrioni, erette
dall'imperatore romano Costanzo nel 349 d. C.
E'
> > mia
> > > intenzione raggiungere al pi
presto Hasankeyf, che dista circa 140
km,
> e
> > mi
> > > propongo di tornarci
dopodomani. Domani invece si celebra ovunque il
> > Newroz,
> > > il "Nuovo Giorno"
antichissima ricorrenza curda, alla quale non ho mai
> > > assistito. Il posto migliore
dovrebbe essere proprio Diyarbakir, dove
> > l'anno
> > > scorso sono convenute 300.000
persone. Penso di affittare una macchina
e
> > mi
> > > rivolgo al direttore
dell'albergo, il quale mi consiglia, soprattutto
a
> > > causa dei posti di blocco, di
andare con l'autista. Insiste che non
devo
> > > preoccuparmi della spesa e mi
presenta Yusuf - un amico - mi assicura.
> > Yusuf
> > > guida un taxi giallo come erano
i nostri, una versione turca della
Fiat
> > 131.
> > > Mi propone condizioni pi che
buone: 50 dollari per tutta la giornata,
> > > esclusa la benzina. Prendo il
borsone delle macchine fotografiche, il
> > > cavalletto e partiamo. Il primo
posto di blocco poco fuori l'abitato.
> > Yusuf
> > > va a passo d'uomo, per dare
modo ai poliziotti di osservarci con
comodo.
> > Ci
> > > lasciano passare. Il secondo
invece dell'esercito, circa quindici
> > > chilometri pi in l, con una
dozzina di soldati in tuta mimetica, due
> > > autoblindo, e birilli bianchi per
canalizzare il traffico e
convogliarlo
> > > verso i militari. I birilli
sono superflui perch tutti si
> autocanalizzano
> > > spontaneamente ad evitare guai.
Anche noi quasi ci fermiamo
affiancando
> un
> > > soldato provvisto di paletta
rossa da un lato, verde dall'altro, che
ci
> > > scruta, poi decide che verde
per noi, e Yusuf preme cautamente sull'
> > > acceleratore. Incontriamo
villaggi con case di argilla - alcune con
> > stipiti
> > > di porte e finestre in muratura
- e tralicci sormontati da nidi di
> > cicogne.
> > > La prossima citt si chiama
Batman, che sembra un nome incongruo, con
> > strade
> > > larghe e quartieri nuovi e
spogli. Per chi cerca un aeroporto
> > (collegamenti
> > > con Ankara) o un albergo
Batman l'ultima spiaggia verso oriente.
> > > Siamo a quaranta chilometri da
Hasankeyf quando compare a destra una
> > radura
> > > fitta di trivelle a caccia di
petrolio. Poi la strada sbocca su una
> > vallata
> > > con un fiume. E' il Tigri.
Sinuoso, con un vasto letto e sponde di
> > ciottoli
> > > bianchi, la sua vista non
delude chi, fin dalla scuola media, ha
> > > fantasticato intorno al suo
nome. La riva destra chiusa da una
parete
> a
> > > picco alta 80 metri, tagliata
col coltello, mentre a sinistra il
> paesaggio
> > > si allarga su una fuga di
colline. Nasce, come l'Eufrate, in Turchia,
> > dalle
> > > montagne del Tauro, poi passa
in Iraq, mentre l'Eufrate in Siria. Pi
a
> > > valle si ritrovano quasi affiancati,
in territorio iracheno, l dove
si
> > > susseguirono le dominazioni di
Sumeri, Babilonesi, Assiri, Persiani,
> > Parti,
> > > Romani e Arabi. Scorrono
pensili sulla pianura, fra argini dai quali
> > > straripano con piene stagionali
fecondando la terra. Infine si
uniscono
> in
> > > un unico grande corso d'acqua,
lo Shatt Al Arab, che si getta nel
Golfo
> > > Persico. Con il GAP a pieno
regime sar Ankara a stabilire quanta
acqua
> > > turca dovr raggiungere quel
mare. Improvvisamente compare, con i suoi
> > alti
> > > minareti, Hasankeyf. Ma prima
imbocchiamo a destra una strada di terra
> > verso
> > > una costruzione di forma
ogivale, che si staglia isolata. E' la tomba
di
> > > Zeynel Bey, figlio - come si
apprende dall'epitaffio - di Uzun Hasan,
un
> > > principe che regn in questi
luoghi alla fine del XIV secolo. Aperta e
> in
> > > stato di abbandono, decorata
con mattonelle blu e turchesi. Un'altro
> > > edificio, a ridosso del Tigri,
con una base quadrata su cui si innesta
> un
> > > tiburio ottagonale, un bagno
turco, sempre di Zeynel Bey. E' chiuso
e
> > > trasformato in pollaio, ma
riesco da una apertura a intravedere
> l'ambiente
> > > voltato a cupola e numerose galline
che razzolano nella semioscurit.
> > > Raggiungo a piedi le rovine del
ponte, testimone di vicende
millenarie:
> > > costruito dagli Assiri, fu poi
distrutto e ricostruito da Romani,
> > Bizantini,
> > > Mongoli, Eyyubi, Ottomani.
Portava negozi e botteghe e la parte
> centrale,
> > di
> > > legno, si alzava in caso di
attacco nemico.
> > > Dietro, in cemento, il nuovo
ponte sul Tigri. Lo abbiamo appena
superato
> > che
> > > una pattuglia di poliziotti,
con tanto di autoblindo, ci intima l'alt.
> > Yusuf
> > > mi fa capire che non devo fare
nulla che non mi venga richiesto. Lui
> > mostra
> > > i documenti, ma un poliziotto
in borghese sembra pi interessato al
> > > passeggero, e mi fa segno di
scendere. "Passport", dice. Obbedisco e
lui
> > > sfoglia il documento da cima a
fondo, poi si allontana, lo mostra a un
> > > collega e lo sfogliano insieme,
poi torna e continua. Mi chiedo se
> voglia
> > > allarmarmi, e indosso la
maschera del pokerista incallito. "What your
> > job?",
> > > mi fa. "Tourist",
replico non proprio a tono. "What your job in
Italy?"
> > > insiste. Il tipo non ha l'aria
di amare i giornalisti e mi rendo conto
> > che,
> > > se vuole, pu farmi perdere
tempo. "Professor", dico. "What professor
in
> > > Italy?"
"Archeology", butto l. Mi rende il passaporto, salta con un
> altro
> > > poliziotto sull'autoblindo e
partono sul ponte a tutta birra. Io bevo
un
> > > succo di ciliegia e vedo che
tornano indietro quasi subito. Non
dovevano
> > > andare in nessun posto, ma
soltanto sgommare in rettilineo col
blindato.
> > > L'abitato moderno di Hasankeyf
a sinistra del ponte, dove la valle
si
> > > allarga fra due barriere di
roccia entrambe con case rupestri, alcune
> > delle
> > > quali sono abitate. La presenza
di cavit naturali facilmente
> difendibili
> > ha
> > > portato l'uomo a insediarsi qui
fin da epoche remote. A mezza costa la
> > > Moschea Koc e la Moschea del
Sultano Suleyman sono dei primi anni del
XV
> > > secolo, ed esibiscono una ricca
decorazione. A destra del ponte la
> moschea
> > > di El Rizk, stesso periodo,
conserva intatto il minareto sul quale
> abitano
> > > una coppia di cicogne. Quando,
dai quattro altoparlanti sotto il nido
si
> > > diffonde a tutto volume la
preghiera, i due uccelli non mostrano
> > > insofferenza. La strada
prosegue inerpicandosi verso la cittadella
> > > fortificata. Mi fermo in un
piccolo bar, ricavato in una cavit
> naturale,
> > a
> > > ammirare la gola segnata da
case rupestri. Alcuni clienti mi osservano
e
> > mi
> > > chiedono qualcosa. Io rispondo
"Italian tourist", indicando me stesso.
> > > Riprendo a salire accompagnato
da uno di loro il quale si presenta
come
> > > Baran e vuole mostrarmi dove
abita: un'autentica casa rupestre,
ampia,
> > con
> > > il soffitto a volta, una
apertura squadrata per far uscire il fumo,
> gronde
> > > per la raccolta dell'acqua e
probabilmente altre finezze che non
riesco
> a
> > > interpretare. Il WC fuori e
serve anche il bar, primitivo ma
dotato
> di
> > > uno scarico, e sta di fatto che
tutta la rupe linda e pulita.
> Superiamo
> > > due porte monumentali dalle
eleganti decorazioni, e penetriamo nel
> > > cosiddetto Piccolo Palazzo, le
cui finestre affacciano sulla vallata e
> sul
> > > fiume. Superiamo i resti del
Grande Palazzo e saliamo fino a un
piazzale
> > > pavimentato con pietre
squadrate di fronte alla Moschea Ulu Cami,
> > costruita
> > > dagli Eubi nel 1325 sui resti
di una chiesa. Accanto c' un antico
> > cimitero,
> > > con ciottoli che delimitano le
sepolture e le lapidi piantate nella
> terra.
> > > Scendiamo per un sentiero che
costeggia antichi edifici di pietra.
> > > E'quasi buio quando faccio
ritorno al taxi giallo con Yusuf che mi
> > aspetta.
> > > Lungo la strada enormi fal
nella campagna illuminano la notte. Sono i
> > > fuochi del Newroz, la festa che
sar celebrata domani dai curdi
ovunque
> si
> > > trovino nel mondo e che solo da
un anno permessa in Turchia, previa
> > > richiesta di autorizzazione non
necessariamente concessa.
Oltrepassiamo
> un
> > > posto di blocco della polizia,
ma poi ci ferma l'esercito, che avevamo
> > > dribblato al mattino. Scende
Yusuf che mostra la licenza. Uno dei
> militari
> > > accosta il viso al finestrino e
mi osserva. Io mi metto di profilo.
> > > "Arkeolog", dichiara
additandomi Yusuf. Mi sento promosso sul campo,
ma
> il
> > > militare non si impressiona e
vuole il passaporto. Si allontana, dopo
un
> > po'
> > > torna invitandomi a seguirlo.
Mi conduce in un casotto dove un
ufficiale
> > > dietro un tavolo brandisce il
documento. Ha un'altra tecnica: lo
sfoglia
> > una
> > > volta sola, ma indugia su ogni
pagina, comprese quelle vuote. Mi
> interroga
> > > in turco. Dico: "Tourist,
arkeolog." Mi congeda. Siamo quasi a
> > destinazione
> > > e mi rendo conto che, se mi
trovassi io al volante, avrei difficolt a
> > > orientarmi, per l'oscurit e la
segnaletica scarsa. Fortuna che guida
> > Yusuf.
> > > Abbiamo appena oltrepassato le
mura quando ci blocca la polizia. Hanno
> > modi
> > > spicci il che, per un verso,
una fortuna, cos non perderemo altri
20
> > > minuti. Senza tanti complimenti
ci perquisiscono col metal detector,
> > aprono
> > > la mia borsa, guardano
attraverso il teleobbiettivo verificando che
> ci
> > > che sembra, e ci lasciano
andare. Pago Yusuf e prego il direttore di
> > > tradurgli il mio grazie. Mi
aggrego, per la cena, a un gruppo di
> Italiani
> > > che sono qui per il Newroz
nella veste di osservatori internazionali,
a
> > > garantire il diritto dei Curdi
a celebrare la festa. La cucina buona
e
> > > tradizionale, c' allegria e si
canta, ma qualcosa va storto. Forse a
un
> > > tavolo hanno accennato una
canzone di quelle non consentite, o il
saluto
> > > curdo. Non si fa attendere la
polizia che preleva sei giovani, col
> > maglione
> > > o il giubbotto rivoltati sulla
testa, e li trattiene per alcune ore.
Il
> > > peggio tocca all'interprete,
preso a ceffoni.
> > > L'indomani l'appuntamento
alle 8.30 davanti all'albergo. Col pulmino
> ci
> > > vuole quasi un'ora, un po' per
il traffico, un po' perch andiamo
> > parecchio
> > > fuori citt. Il luogo uno
spiazzo di mezzo chilometro presidiato
dalla
> > > polizia. In breve tutto sar
stipato di uomini e donne, queste con gli
> > abiti
> > > tradizionali dai colori
sfavillanti. Discorsi, musica, danze fino al
> > > tramonto, permesso tutto
quanto per il resto dell'anno vietato.
> Molti
> > > hanno un volantino con le foto
di due giovani dirigenti dell'Hadep
> portati
> > > via dai poliziotti tre mesi fa
e mai pi ricomparsi. Gli slogan sono
per
> > > Ocalan, per la pace, la
convivenza e la dignit dei popoli e contro la
> > > repressione. Mi viene spiegato
che la linea della pacificazione,
> sostenuta
> > > sia dall'Hadep che dal PKK,
generalmente condivisa. La
manifestazione
>
> > > stata la pi grande a memoria
d'uomo, almeno 600 mila persone. Pi
tardi
> > > apprendiamo che nelle varie
citt complessivamente 2 milioni di curdi
> > hanno
> > > manifestato pacificamente. Ma a
Mersin la polizia ha attaccato la
folla,
> a
> > > Marmaris stato arrestato il
presidente del partito Hadep, a Silopi
> > stata
> > > chiusa la sede del partito, si
registrano scontri con feriti ad
Antalya
> e
> > a
> > > Sirnak. Giunge la notizia che
e' morto uno dei 150 prigionieri in
> sciopero
> > > della fame da 153 giorni. Si
chiamava Cengiz Soydas ed era in carcere
d'
> > > isolamento. Altri, ormai allo
stremo, potrebbero seguire. Domani torno
> ad
> > > Hasankeyf con in mente il
Newroz: centinaia di migliaia di persone che
> > > rivendicano pacificamente la
propria identit. Hasankeyf parte di
> questa
> > > identit, la battaglia la
stessa. Hasankeyf non stata ancora
> sommersa.
> > I
> > > paesi, tra i quali l'Italia,
che con le loro imprese e il loro danaro
> > > partecipano alla attuazione del
GAP, hanno in mano le leve politiche
ed
> > > economiche per indurre la
Turchia al rispetto dei diritti e della
> eredit
> > > culturale del popolo curdo.
> >
> > > DOCUMENTI 3: LA COMMISSIONE PER
LA PREVENZIONE DELLA TORTURA E LE
> CARCERI
> > > TURCHE
> >
> > > La rappresentanza turca presso
il Consiglio d'Europa, di cui la
Turchia
> fa
> > > parte da sempre, ha diffuso una
nota in cui si presenta il documento
> > stilato
> > > dalla Cossmione europea per la
prevenzione della tortura (organismo
del
> > > Consiglio d'Europa), dopo la
sua ultima visita in Turchia, come un
> avallo
> > > alle nuove carceri di tipo F
(d'isolamento) e alla recente "riforma"
> > > premiale dell'articolo 16 delle
leggi antiterrorismo, che gradua
> > > l'isolamento dei prigionieri
politici a seconda della loro eventuale
> > > collaborazione con le autorit.
Abbiamo chiesto precisazioni al
giudice
> > > Mauro Palma, rappresentante
dell'Italia nella Commissione, che ci ha
> > inviato
> > > la relazione sulla visita,
inedita ma pubblica. La riproduciamo nel
> testo
> >
> > > inglese.
> >
> > > STRASBOURG, 24.04.2001 - In
response to mounting concern about the
> hunger
> > > strike crisis related to the
prison system, a delegation of the
Council
> of
> > > Europe Committee for the
prevention of torture (CPT) returned to
Turkey
> > last
> > > week (from 18 to 21 April
2001). It held consultations with both
> > Government
> > > authorities and
non-governmental organisations.
> > > The delegation considers that
the agreement reached late last week at
> > > Government level on several
draft laws concerning prison matters is a
> > > positive development. Of
particular interest are the draft laws on the
> > > amendment of Article 16 of the
1991 Law to Fight Terrorism, on the
> > > establishment of prison
monitoring boards, and on the creation of
> sentence
> > > execution judges. These draft
laws have the potential to bring about
> > > important reforms of the
Turkish prison system. The delegation has
> > > emphasised that the rapid
adoption and entry into force of the draft
> laws
> > > should be treated as a matter
of the highest priority; it is pleased
to
> > note
> > > that they have already been
formally submitted to the Turkish Grand
> > National
> > > Assembly.
> > > At the same time, the
delegation recognises that doubts are still held
> in
> > > various quarters on a number of
important issues linked to these
> reforms.
> > > Those doubts should be given
due consideration during the process of
> > > implementing the reforms,
including through consultation with civil
> > society.
> > > The draft law on the amendment
of Article 16 of the 1991 Law to Fight
> > > Terrorism is of particular
importance. The present wording of Article
16
> > > implies a system of isolation,
and a generalised system of small group
> > > isolation is currently operated
in the four F-type prisons now in
> service.
> > > As the CPT made clear after its
January 2001 visit, this is not
> acceptable
> > > and must be ended quickly. The
CPT has acknowledged the drawbacks of
the
> > > ward (large dormitory) system
traditionally found in Turkish prisons.
> > > However, it has also emphasised
that moves towards smaller living
units
> > for
> > > prisoners must be accompanied
by measures to ensure that prisoners
spend
> a
> > > reasonable part of the day
engaged in a programme of communal
activities
> > > outside their living units.
> > > F-type prisons do possess areas
specifically designed for communal
> > > activities, and the proposed
new wording of Article 16 provides for
> > > prisoners to participate in
activity programmes in those areas. The
> draft
> > > law foresees a number of
factors to be taken into account in the
> planning
> > > and delivery of the activity
programmes. This cannot be criticised
from
> a
> > > penological standpoint.
Nevertheless, the delegation has noted that
> these
> > > provisions have in some circles
caused concern as to how and to whom
the
> > > activity programmes will be
offered in practice. As in any prison
> system,
> > it
> > > may be necessary, for a certain
period of time, to make exceptional
> > > arrangements for specific
prisoners on account of their dangerousness.
> > > However, the great majority of
prisoners in F-type prisons could
> certainly
> > > benefit from a developed
programme of communal activities outside
their
> > > living units without
jeopardising security. Further, concepts such as
> > > education, improvement and
training must not be exploited for
> ideological
> > > purposes. These issues will be
monitored closely by the CPT during
> future
> > > visits, as the implementation
of communal activity programmes in
F-type
> > > prisons proceeds.
> > > It is also important not to
lose sight of other significant aspects of
> the
> > > proposed prison reforms, such
as the measures to enhance prisoners'
> > contacts
> > > with the outside world. By
virtue of the draft law on the amendment of
> > > Article 16 of the Law to Fight
Terrorism, the prohibition of open
visits
> > for
> > > prisoners covered by that Law
or Law No. 4422 of 30 July 1999 will be
> > > lifted. Further, a draft by-law
provides that all prisoners,
regardless
> of
> > > their status and category, are
to be allowed to make telephone calls
on
> a
> > > regular basis. Reforms of this
kind can only be welcomed.
> > > The CPT delegation greatly
regrets the loss of life which has occurred
> in
> > > the course of the current hunger
strike protest and very much hopes
that
> > > means will rapidly be found of
ending the hunger strikes. In this
> regard,
> > > the delegation considers that
immediate steps should be taken to
explain
> > in
> > > an objective and thorough way
to all those involved in the hunger
> strikes
> > > the various elements contained
in the prison reform proposals. As
things
> > > stand, it is only right that
everyone concerned should be fully and
> > > accurately informed.
> > > Further, the CPT delegation has
urged the Turkish authorities to
explore
> > all
> > > possible means of immediately
attenuating the small group isolation
> system
> > > which flows from the present
text of Article 16 of the Law to Fight
> > > Terrorism. The delegation is
aware of the legal objections to applying
> the
> > > new arrangements for communal
activities prior to the adoption of the
> > draft
> > > law by Parliament. However,
when lives are at stake, some degree of
> > > flexibility within the
framework of existing legislation and legal
> > > principles is surely possible.
> >
> > > DOCUMENTI 4: I PROGETTI DI
AIUTO UMANITARIO A MAHMURA E A DIYARBAKIR
> > >
> > > Riproduciamo i progetti
elaborati da Azad e Uiki e assunti dall'Ics
> nella
> > > sua Assemblea di programma di
Firenze, che dovrebbero mettere capo a
due
> > > delegazioni nel corso
dell'estate. Chiediamo di mobilitarsi per la
> > raccolta
> > > dei fondi necessari.
> > >
> > > PROGETTO "DIYARBAKIR:
ADOTTARE IL FUTURO"
> > > UN'INTERA GENERAZIONE NELLA
POLVERE E NEL FANGO DEI "GECEKONDU"
> >
> > > Diyarbakir: la periferia della
periferia
> > > Diyarbakir, principale citt
kurda in assoluto e in Turchia, ha visto
la
> > sua
> > > popolazione gonfiarsi in modo
abnorme in pochi anni. La stima di
> 1.100.000
> > > abitanti, che sembrava
sovradimensionata nel '95, pochi anni dopo si
> trova
> > a
> > > confrontarsi con 1.500.000
abitanti reali, anche se i censimenti
> ufficiali
> > > ne contano poco pi della met.
> > > L'enorme inurbamento di
sfollati dai villaggi distrutti e dalle aree
> > colpite
> > > dalla guerra ha fatto della
periferia metropolitana un immenso
> agglomerato
> > > di casupole, baracche e tende,
senza infrastrutture viarie, idriche,
> > > fognarie. Si tratta di
profughi, non riconosciuti finora da nessuna
> > > organizzazione internazionale
salvo quelle degli enti locali.
> > > E' questa urbanistica della
miseria che in turco viene definita con il
> > > significativo termine di
"gecekondu", ossia "costruito nel giro di una
> > > notte".
> >
> > > Una citt di bambini, e la
"Casa del Bambino"
> >
> > > Il 60% degli abitanti di
Diyarbakir ha meno di 18 anni, con una media
di
> > 5,7
> > > bambini per famiglia: questa
grande popolazione infantile la prima
> > vittima
> > > dell'emarginazione sociale.
> > > Si calcola che siano almeno
4.000 i "bambini di strada", totalmente
> privi
> > di
> > > riferimenti abitativi e
familiari. Si tratta per lo pi di bambini
resi
> > > temporaneamente o
definitivamente orfani dalla guerra, dalla prigionia
o
> > > dall'esilio dei loro genitori.
Ma non che la punta dell'iceberg.
> > > La nuova amministrazione
municipale, insediata nel 1999 e guidata
dall'
> > > avvocato Feridun Celik del
partito di opposizione Hadep, ha posto il
> > > problema fra le sue priorit,
pur nella ristrettezza dei mezzi. Un suo
> > > documento individua
"malattie endemiche, analfabetismo, denutrizione,
> > > spaesamento, lavoro servile e
accattonaggio, tossicodipendenza,
> formazione
> > > di bande e devianza" come
i problemi che investono centinaia di
migliaia
> > di
> > > minori: "I bambini esclusi
formano ormai una nuova classe sociale".
> > > Un progetto elaborato
all'inizio del 2000, ed ora gi operativo,
prevede
> > la
> > > formazione di unit di strada
coordinate da sociologi, con un ufficio
> > > centrale che fa capo al
Dipartimento municipale per la sanit e i
> servizi
> > > sociali. Uno degli obiettivi
creare una "Casa del bambino" al centro
> > della
> > > citt, capace di ospitare,
assistere, dare formazione-lavoro e
> > > risocializzare almeno mille
bambini ogni anno, collegata a una rete di
> > > case-famiglia e ambulatori
sociosanitari nella periferia. Per il
momento
> > > sono quattrocento i bambini
stabilmente assistiti, anche grazie all'
> > > ambulatorio comunale che solo
le citt di Diyarbakir e di Batman (fra
> > tutte
> > > le citt kurde) sono state
autorizzate ad aprire. Per questo progetto
l'
> > > Amministrazione comunale chiede
la collaborazione di associazioni e
Ong
> > sia
> > > locali, sia estere.
> >
> > > Le risorse della societ civile
in Turchia.
> >
> > > A Diyarbakir, nonostante le
restrizioni imposte dalla legislazione di
> > > emergenza e dalla chiusura di
sedi e spazi democratici, esiste un
ricco
> > > tessuto di societ civile
organizzata.
> > > Alcune associazioni di grande
rilievo, come ad esempio l'Associazione
> per
> > i
> > > diritti umani e in Centro di
cultura della Mesopotamia, sono state
> chiuse,
> > e
> > > la stampa di opposizione
vietata a Diyarbakir.
> > > E' molto viva la rete del
partito Hadep e del sindacato Kesk (e in
> > > particolare, al suo interno, il
sindacato degli insegnanti
Egitim-Sen),
> e
> > > altre associazioni sono nate
negli ultimi anni, in particolare la
> Goc-Der
> > > (Associazione profughi), la
Thay-Der (Associazione dei parenti dei
> > > detenuti), la Tohav (fondazione
di avvocati e giuristi, al cui interno
> > > esiste un centro di assistenza
alle vittime della tortura).
> > > Di particolare rilievo
l'impegno volontario degli insegnanti di
> > Egitim-Sen
> > > nei corsi scolastici non
ufficiali per i bambini non scolarizzati, e
la
> > > campagna avviata dalla Goc-Der
e dall'Hadep, con decine di migliaia di
> > > firme, per il diritto dei
profughi all'indennizzo, al ritorno e allo
> > > sminamento e ricostruzione dei
villaggi distrutti.
> > > Queste e molte altre
organizzazioni hanno costruito un coordinamento,
> > > denominato "Piattaforma
per la democrazia", che collabora strettamente
> con
> > > la Municipalit nella soluzione
degli immensi problemi sociali e nell'
> > > organizzazione di iniziative
per la pace, come la grande festa che ha
> > > riunito oltre mezzo milione di
persone in occasione del Newroz del 21
> > marzo.
> > > Per ora stato sventato, anche
grazie al veto opposto dalla
Presidenza
> > > della Repubblica, il progetto
di legge del governo teso a sottrarre
alle
> > > municipalit ogni competenza
autonoma in materia di cooperazione
> > > internazionale e la maggior
parte delle competenze in materia sociale.
> > > . e all'estero
> > > Dall'Europa, essendo vietata in
Turchia, interviene nella realt
sociale
> > la
> > > Mezzaluna Rossa kurda (Heyva
Sor), fondata nel '93 in Germania da
alcune
> > > persone rese invalide ed esuli
dalla guerra. Heyva sor ha elaborato un
> suo
> > > "progetto bambini",
specificamente indirizzato agli orfani di guerra,
e
> > > attualmente invia aiuti
regolari e trecento bambini con o senza
> famiglia,
> > > scelti fra migliaia di casi
segnalati dalle associazioni locali. In
> molti
> > > casi sono state costruite e
inviate in Turchia, anche con l'aiuto di
> > > organismi come la belga
Handicap International, protesi per minori
> > mutilati
> > > dalle armi o dalle mine.
> > > La Municipalit di Diyarbakir
sta inoltre stringendo relazioni di
> > > cooperazione con citt francesi
e tedesche, anche attraverso la
> mediazione
> > > degli organismi internazionali
Fmcu (Federazione mondiale delle citt
> > unite)
> > > e Iula (Unione internazionale
degli enti locali).
> >
> > > In Italia la Provincia di
Genova ha deliberato un intervento di 50
> milioni
> > > di lire per attrezzare di
farmaci e strumenti l'ambulatorio comunale
di
> > > Diyarbakir, e alcune associazioni
sarde hanno raccolto con una vasta
> > > sottoscrizione popolare una
somma destinata a donare due pullmini alla
> > > Thay-Der per facilitare le
visite in carcere da parte delle famiglie
dei
> > > detenuti. Un progetto per
donare alla citt di Diyarbakir altri due
> > > pullmini, da destinare alla
mobilit degli abitanti delle periferie,
> > stato
> > > presentato ma non ancora
approvato dalla Regione Umbria, anche sulla
> > scorta
> > > della delibera per il
gemellaggio con Diyarbakir approvata
nell'autunno
> > del
> > > '99 dal consiglio comunale di
Perugia. Il Comune di Roma ha stanziato
> > trenta
> > > milioni, non ancora erogati per
difficolt burocratiche, a favore del
> > Centro
> > > di assistenza alle vittime
della tortura avvaito presso la Tohav di
> > > Diyarbakir.
> > > Inoltre il comitato "Verso
il Kurdistan", promosso da operatori
> sindacali
> > > Cgil di Alessandria, ha
proceduto alla "adozione a distanza" di decine
> di
> > > famiglie di detenuti, su
segnalazione della Thay-Der,
dell'Associazione
> > per
> > > i diritti umani e in
particolare del sindacato Kesk: molte di queste
> > > famiglie, numerose e prive di
ogni sostegno dopo l'arresto del
> > capofamiglia
> > > per motivi politici, risiedono
a Diyarbakir.
> >
> > > La proposta
> >
> > > In stretto coordinamento con i
progetti di cooperazione decentrata
degli
> > > enti locali (che si sono
specificamente organizzati in Italia nel
> Ciscase,
> > > Coordinamento italiano di
solidariet e cooperazione con l'Anatolia
> > > sudorientale), le associazioni
italiane potrebbero fare proprio lo
> sforzo
> > di
> > > riscatto dell'infanzia
emarginata e abbandonata a Diyarbakir:
> > > 1) inviando nell'estate una
delegazione nella periferia di Diyarbakir,
> con
> > > la presenza di almeno un
sociologo, un medico pediatra, un insegnante
o
> > > pedagogista e uno psicologo,
per una ricognizione dei bisogni e degli
> > > interventi nella periferia di
Diyarbakir, anche nella forma di "campo
di
> > > lavoro" (su questo esiste
una disponibilit di massima anche da parte
> del
> > > Servizio civile
Internazionale), portando con s una fornitura di
> > medicinali
> > > per l'ambulatorio comunale di
Diyarbakir;
> > > 2) estendendo la rete delle
"adozioni a distanza" di bambini e
famiglie,
> > con
> > > particolare riferimento agli
orfani di guerra, agli invalidi e ai
figli
> di
> > > detenuti politici, in stretto
contatto da un lato con le associazioni
> gi
> > > impegnate in questo senso in
Italia (Comitati locali di solidariet di
> > > Alessandria, Trieste e Firenze,
associazione Azad), dall'altro con
Heyva
> > Sor
> > > e con la Uiki-Onlus (Ufficio
d'informazione del Kurdistan in Italia):
la
> > > cifra usuale di sottoscrizione
di .50.000 mensili pi le spese
> > > organizzative, associata sempre
alla corrispondenza e alla conoscenza
> > > reciproca, epistolare e/o
diretta;
> > > 3) contribuendo ad ampliare il
progetto di acquisto (in loco) di
> pullmini,
> > > promosso dalle associazioni
sarde, e/o il progetto di attrezzatura
dell'
> > > ambulatorio comunale di
Diyarbakir promosso dalle associazioni
genovesi
> e
> > > fatto proprio dalla Provincia
di Genova;
> > > 4) "adottando"
complessivamente il progetto di Casa del Bambino della
> > > Municipalit di Diyarbakir, con
una sottoscrizione indirizzata a
dotarla
> > di
> > > sussidi didattici e ricreativi
dimensionati per l'accoglienza prevista
> di
> > > mille ragazzi (ad esempio:
mille strumenti musicali, o mille forniture
> > > complete di quaderni, penne,
matite etc., o mille paia di scarpette da
> > > ginnastica.), con spesa da
quantificare ed eseguire localmente, per
> > evitare
> > > problemi nella spedizione
dall'Italia;
> > > 5) inviando personale
qualificato per una collaborazione di medio
> periodo,
> > > sia in campo medico sia in
quello didattico, ricreativo e
> psicopedagogico.
> >
> > > Riferimenti
> > > Per le adozioni a distanza:
Associazione Azad, Comitato "Verso il
> > Kurdistan"
> > > di Alessandria, Comitati di
solidariet con il popolo kurdo di Firenze
e
> > > Trieste
> > > Per informazioni e progetti in
collaborazione con la Municipalit:
> Ciscase
> > > c/o Provincia di Ancona,
Uiki-Onlus
> > > Per il sostegno
dell'ambulatorio comunale di Diyarbakir: Azad di
Genova,
> > > Provincia di Genova
> > > Per il progetto di acquisto di
pullmini: Comitato di solidariet con
il
> > > Kurdistan di Cagliari,
Uiki-Onlus, Coordinamento di solidariet con il
> > > popolo kurdo di Perugia
> >
> >
> > > PROGETTO MAHMURA
> > > "L'ALTRO VOLTO DELL'ESODO
KURDO: QUANDO ESISTERE E' RESISTERE"
> >
> > > La storia
> >
> > > Nel marzo 1994, in seguito
all'ingiunzione di lasciare le loro case da
> > parte
> > > delle forze armate turche,
circa trentamila abitanti di decine di
> villaggi
> > > dell'area di Sirnak e Hakkari
attraversarono a piedi il confine
> > > turco-irakeno e si attendarono
pochi chilometri pi avanti, nella
valle
> di
> > > Atrush. Il prezzo dell'esodo
sulle montagne fu pesante: trecento morti
e
> > > oltre seicento feriti.
> > > Ad Atrush i profughi rimasero
per tre anni, in condizioni disperate:
l'
> > > alimentazione non raggiungeva
la soglia di sussistenza per il 70% di
> loro,
> > e
> > > 85 donne incinte su cento
abortivano o davano alla luce neonati morti
o
> > > malformati. Nel 1995 la guerra
fra le milizie contrapposte del Pdk e
del
> > Puk
> > > port al blocco totale del
campo, soggetto alle continue incursioni
> delle
> > > forze armate turche o delle
milizie kurde loro alleate nell'area.
> > > All'inizio del '97 il governo
turco propose loro di ritornare, ma non
> nei
> > > loro villaggi distrutti, bens
nei centri di raccolta militarizzati
> > chiamati
> > > "koy-kent"
(citt-villaggio). I profughi rifiutarono, e quando venne
> meno
> > > anche la protezione Onu, si
rimisero in cammino allontanandosi dalla
> > > pericolosa frontiera turca.
> > > Dopo una tappa di un anno a
Ninowa (l'antica Ninive), nell'area
> > > kurdo-irakena controllata dal
Pdk a ridosso della linea di
demarcazione
> > con
> > > l'Iraq, nel maggio del '98 i
profughi decisero di lasciare la
turbolenta
> > > enclave kurdo-irakena e di
accamparsi nella provincia kurda di Mosul,
> > > controllata da Baghdad. Dopo
alcuni giorni di pressioni le guardie di
> > > frontiera irakene li fecero
passare, e pi tardi il governo irakeno
> > insieme
> > > all'Unhcr forn loro i
materiali per sostituire le tende con baracche
in
> > > muratura. Nacque cos il campo
di Mahmura.
> > > Nel dicembre '99 i profughi
hanno fatto appello al governo turco per
> poter
> > > ritornare, ponendo quattro
condizioni: l'amnistia, la fine dello
"stato
> di
> > > emergenza" che grava sulle
loro province da quindici anni, garanzie
> > > internazionali sulla loro
incolumit e la ricostruzione dei loro
> villaggi,
> > e
> > > la possibilit di educare i
figli nella loro lingua madre, come hanno
> > fatto
> > > in questi sette anni di esodo.
Non c' stata risposta.
> >
> > > La situazione del campo
> >
> > > Il campo di Mahmura si trova in
una zona semidesertica, calda e arida
> > > (inusuale per persone
provenienti dalle montagne), a due km dal borgo
di
> > > Mahmura, a 110 km dal capoluogo
Mosul e 390 km a nord di Baghdad.
> > > La responsabilit formale
dell'Unhcr all'interno, delle autorit
> irakene
> > > all'esterno, ma fin dall'inizio
i profughi si sono autorganizzati
> > eleggendo
> > > un "sindaco" e
quattordici responsabili per i diversi aspetti della
vita
> > > collettiva, con particolare
rilievo per il ruolo delle donne.
> > > Le traversie e le persecuzioni
hanno ridotto gli originari trentamila
> > > profughi a 8.469 (dati Unhcr
del '98), di cui 1.011 bambini sotto i
> > quattro
> > > anni di et, pi di quattromila
ragazzi fra 5 e 17 anni, circa
> altrettanti
> > > uomini e donne fra 18 e 59 anni,
e circa trecento anziani di oltre
> > sessant'
> > > anni.
> > > I profughi ricevono dal governo
le stesse razioni di cibo che spettano
> ai
> > > cittadini irakeni sotto
embargo, e alcuni alimenti fondamentali sono
> > > distribuiti anche dall'Unhcr.
E' stata decisiva per la sopravvivenza
> anche
> > > la solidariet delle famiglie
kurde che abitano nell'area. Le fonti
> > d'acqua
> > > sono lontane dal campo e non
canalizzate, salvo i periodici
rifornimenti
> > di
> > > acqua potabile con autobotti
delle Nazioni unite. Gli indumenti sono
> > > insufficienti. D'inverno ci si
riscalda con stufe a kerosene. Per
> coprire
> > i
> > > bisogni primari occorrerebbero
attrezzature (pompa idraulica,
materiali
> > per
> > > canalizzazioni fognarie e
idrauliche, un generatore elettrico)
> attualmente
> > > inesistenti.
> > > La situazione sanitaria assai
grave, con diffuse patologie
> > gastroenteriche
> > > d'estate e respiratorie
d'inverno. Non mancano malattie pi gravi
> (tredici
> > > casi di Tbc, otto tumori fra
cui alcune leucemie infantili),
> riconducibili
> > > probabilmente anche al fall-out
chimico e radioattivo delle armi usate
> > nella
> > > guerra del Golfo, ma anche da
parte dell'esercito turco. Sono numerosi
i
> > > casi di handicap fisici e di
postumi di ferite e traumi, che avrebbero
> > > bisogno di cura, riabilitazione
e protesi. L'ospedale pi vicino
> quello
> > di
> > > Mosul. Attualmente nel campo
esiste un ambulatorio in cui operano solo
> due
> > > medici delle Nazioni unite e
infermieri volontari scelti fra gli
stessi
> > > profughi, che cura in media
cento persone al giorno e a volte opera
> > piccoli
> > > interventi chirurgici, con
materiali e medicinali assolutamente
> > > insufficienti. Occorrerebbero
materiali per trasfusioni e donazioni
del
> > > sangue, per le radiografie, per
interventi chirurgici in "day
hospital",
> > > farmaci essenziali e vaccini,
oltre ad alcune specializzazioni mediche
> > come
> > > un dentista e un ginecologo.
> > > Per l'istruzione dei numerosi
minori esistono nel campo tre scuole
> > > elementari, una scuola media e
un liceo, con sessanta insegnanti
> volontari
> > a
> > > fronte di 2.500 allievi 800 fra
la 1.a e la 3.a elementare, 900 per il
> > > secondo biennio delle
elementari, 500 per il triennio delle medie
> > inferiori,
> > > 300 per il liceo). In media
ogni studente possiede una matita e mezzo
> > > quaderno, mentre i libri sono
pochi e collettivi, spesso riprodotti a
> > mano.
> > > Oltre alle materie di normale
insegnamento si imparano le lingue
kurda,
> > > turca e inglese. Una delle
scuole stata edificata dall'Unhcr, mentre
> le
> > > altre sono state costruite dai
profughi (che ne vanno molto fieri),
cos
> > > come le moschee, l'ambulatorio,
il centro per le donne, un asilo
> infantile
> > e
> > > alcuni impianti sportivi.
> > > E' molto difficile far
pervenire ai profughi aiuti esterni. Nel '96,
> > quando
> > > erano ancora a Ninowa, Heyva
sor (la Mezzaluna Rossa kurda) invi
venti
> > > tonnellate di materiali (tende,
coperte etc.), bloccati dalle autorit
> > > giordane. Fra il '99 e il 2000
dalla Germania Heyva Sor ha inviato un'
> > > ambulanza, che stata
consegnata, e 48 tonnellate di medicinali di
cui
> > solo
> > > met arrivata a destinazione.
Nel 2001 una delegazione francese ha
> > cercato
> > > di portare una seconda
ambulanza, 20.000 marchi in contanti e
materiali
> > > scolastici e sanitari,
anch'essi raccolti da Heyva Sor, ma le autorit
> > > giordane hanno trattenuto
finora tutto tranne i soldi e i materiali
> > > scolastici. Dunque l'esperienza
insegna che, a parte i materiali
> > scolastici
> > > e didattici, meglio far
pervenire o portare somme in denaro per
> > l'acquisto
> > > in loco dei materiali
necessari.
> >
> > > Il progetto di "Heyva Sor
a Kurdistane" (Mezzaluna Rossa kurda)
> >
> > > Nella vastit dei bisogni dei
profughi, Heyva Sor ha deciso di
> > privilegiare
> > > la situazione dei numerosissimi
bambini del campo, garanzie di futuro,
e
> > in
> > > particolare il loro bisogno di
istruzione e di attivit sportive e
> > > ricreative.
> > > Ha quindi elaborato un progetto
europeo, cos articolato:
> > > materiali scolastici e
didattici (40 DM a testa per il 1 ciclo delle
> > > elementari, 50 DM per il 2
ciclo, 70 DM per ogni studente medio e 90
DM
> > per
> > > ogni liceale) = spesa annua di
139.000 DM;
> > > materiali per attivit sportive
(tute da ginnastica e scarpette): 70
DM
> > per
> > > 2.500 ragazzi = 165.000 DM;
> > > attivit musicali: 1.500 DM per
l'organizzazione di bande musicali in
> ogni
> > > scuola x 5 scuole = 7.500 DM;
acquisto di strumenti musicali (300
fiati,
> > 100
> > > "saz", le tipiche mandole
kurde, 50 chitarre, 50 violini, 10
> percussioni,
> > > 100 tamburi e tamburelli) =
74.400 DM;
> > > Totale (139.000 + 165.000 +
7.500 + 74.400 DM) = 385.900 DM di spesa
> annua
> > > (circa . 400.000.000).
> >
> > > Le iniziative in Italia
> >
> > > Nel 1997 fu una delegazione
mista italo-tedesca a rompere l'isolamento
> del
> > > campo (allora a Ninowa).
> > > Per l'Italia, tappa quasi
obbligata dell'esodo kurdo verso l'Europa,
> > assume
> > > un significato particolare il
sostegno a una comunit di profughi che
ha
> > > scelto di resistere e lottare
per il ritorno, rifiutando sia il
> rimpatrio
> > > alle condizioni turche, sia la
fuga verso l'Europa alle condizioni
delle
> > > bande mafiose.
> > > Per questo nel corso del 2001
si sono attivate e potrebbero convergere
> > varie
> > > iniziative:
> > > una sottoscrizione in numerose
scuole, finalizzata a raccogliere il
> denaro
> > > necessario per inviare o
portare alle scuole di Mahmura (oppure
comprare
> > in
> > > loco) materiali didattici, e in
particolare per stampare in Italia,
con
> > > traduzione italiana a margine,
2.000 copie ciascuno di nove libriccini
> di
> > > favole in lingua kurda e di tre
abbecedari progressivi in kurdo,
> prodotti
> > > dal Centro per la cultura della
Mesopotamia (MKM) di Istanbul e dall'
> > > Istituto di cultura kurda di
Berlino;
> > > la disponibilit del Comune di
Verbania e dell'Assessorato alla
cultura
> > > della Provincia di Lecce di
contribuire alla stampa degli stessi
libri,
> > > aggiungendo mille copie da
distribuire fra i bambini profughi
residenti
> in
> > > Italia, per la conservazione
della loro lingua e cultura;
> > > la disponibilit di alcuni
comuni pugliesi (in particolare Trepuzzi e
i
> > nove
> > > comuni uniti nel Consorzio
della Greca salentina), del Consiglio di
> > > quartiere 4 di Firenze e delle
associazioni unite nel "Comitato di
> > > solidariet con il
Kurdistan" di Cagliari e Sassari, di "tassarsi" per
> > > raccogliere i circa 10.000 dollari
che rappresentano il tetto minimo
per
> > > poter acquistare in loco
medicinali e attrezzature sanitarie
essenziali
> > per
> > > l'ambulatorio del campo di
Mahmura;
> > > la possibilit che la Regione
Emilia-Romagna assuma la questione kurda
> fra
> > > le sue priorit in materia di
cooperazione internazionale, e in
> > particolare
> > > patrocini l'invio a Mahmura di
una piccola delegazione italiana nel
> corso
> > > della prossima estate, della
quale facciano parte anche uno o pi
medici
> > > (anche in vista dell'ipotesi
che alcuni degli invalidi e malati gravi
di
> > > Mahmura possano essere curati e
riabilitati in Italia, con particolare
> > > riferimento all'esperienza gi
maturata dall'ospedale rizzoli di
> Bologna);
> > > la possibilit che anche la
Regione Sardegna faccia proprio un
progetto
> di
> > > aiuto ai profughi di Mahmura.
> >
> > > La proposta
> >
> > > Il progetto in Italia, promosso
dalle associazioni Uiki-Onlus (Ufficio
> d'
> > > informazione del Kurdistan in
Italia), Azad - Libert per il popolo
> kurdo
> > e
> > > Consorzio Italiano di
solidariet (Ics), in collaborazione e nel
quadro
> > dell
> > > 'impegno di Heyva sor
(Mezzaluna Rossa kurda), pu articolarsi in:
> > > stampa e distribuzione di un
pieghevole sulla situazione di Mahmura,
che
> > > illustri le possibilit di
intervento;
> > > proseguimento della raccolta
fondi per il materiale didattico e i
libri,
> > sia
> > > coordinando le disponibilit
gi ricordate degli enti locali, sia con
> una
> > > sottoscrizione pubblica
(utilizzando il conto bancario, gi
> pubblicizzato
> > > per questo, della Uiki-Onlus
(C.b. 12257 int. UIKI-Onlus c/o Banca
Pop.
> di
> > > Milano, ag.252, via V.Veneto 1,
Roma, codici ABI 05584, CAB 03201,
> > > specificando la causale:
"Progetto Mahmura");
> > > stampa di 3.000 copie dei 12
libriccini gi ricordati, di cui 1.000
per
> i
> > > bambini profughi in Italia e
2.000 per le scuole di Mahmura,
> finalizzando
> > > per questo sia fondi degli enti
locali, sia fondi delle associazioni
(il
> > > preventivo da definire);
> > > organizzazione di una
delegazione, che entro l'estate 2001 si rechi a
> > > Mahmura portando con s i libri
stampati e il denaro raccolto per
> > materiali
> > > didattici e per medicinali e
materiale sanitario (rispettivamente,
> almeno
> > > 5.000 dollari e almeno 10.000
dollari), della quale facciano parte
> almeno
> > un
> > > medico, un insegnante, un
esperto di cooperazione di emergenza, un
> > operatore
> > > video;
> > > avvio di una prospettiva di
cooperazione pi di prospettiva in campo
> > > sanitario, sia con l'invio in
loco di personale medico distaccato, sia
> con
> > > la cura e riabilitazione in
Italia di alcuni gravi ammalati o
invalidi.
> >
> > >
> > > DOCUMENTI 5: LA VIDEOTECA
"MUSA ANTER" A ROMA
> > >
> > > Grazie alla sottoscrizione
effettuata da Azad in occasione del
concerto
> > per
> > > il trentennale del quotidiano
Il manifesto, e al contributo di tre
> milioni
> > > da parte della stessa testata,
stato possibile acquistare un
> > > videoproiettore per il Centro
Ararat autogestito dai profughi kurdi a
> > Roma,
> > > inviare 10.000 dollari di
contributo al MKM di Istanbul per la
> produzione
> > > del prossimo film "La
Fotografia", e avviare il censimento e il
> riordino,
> > in
> > > collaborazione con Villaggio
globale, della videoteca intitolata al
> grande
> > > poeta e drammaturgo Musa Anter,
assassinato a Diyarbakir nel '92 dalle
> > > squadre della morte.
> > > Il catalogo che riproduciamo
comprende 37 filmati, e come si potr
> vedere
> > > fotografa un "work in
progress": stiamo ancora visionando e censendo
> > questi
> > > video.
> > > Chiediamo a chiunque ne
possegga altri, o comunque abbia materiali
sulla
> > > filmografia kurda o di
argomento kurdo e turco, di inviarcene copia
per
> > > arricchire quella che sar la
prima videoteca specializzata in Italia.
> > > Avr sede presso il Centro
Ararat, l'associazione Azad e la
Uiki-Onlus,
> e
> > i
> > > video saranno ovviamente
disponibili per la riproduzione, a un prezzo
> > > contenuto di sottoscrizione.
> > >
> > > N. - Autore - Titolo - Genere -
Durata - Paese - Anno -
Ambientazione -
> > > Argomento - Lingua
> >
> > > 1 Ass.Papa Giov. "GoEl Il
coraggio della disobbedienza" Doc. 15' -
> Italia
> > > 2000 - Turchia Obiezione di
coscienza - Italiano
> > > 2 Nizamettin Aric "Un
canto per Beko" Lungom. 100' - Germ. 1992 -
> > Kurdistan
> > > turco e irakeno Guerra - Kurdo
sottot. It.
> > > 3 Comunit kurda in Italia
"I Curdi e il Curdistan" - Doc. ? - Italia
> ? -
> > > Kurdistan Geografia e storia
recente - Italiano
> > > 4 Com. Verso il Kurdistan - Al
"Verso il Kurdistan" - Doc. 12' -
Italia
> > > 1999 - Kurdistan turco :
Reportage di viaggio - Italiano
> > > 5 Juri Carlucci
"Kendakor/Roma" - Doc. 15' - Italia 2000 - Italia
> > > Manifestazione a Roma -
Italiano
> > > 6 Com. Verso il Kurdistan - Al
"Newroz 2000" - Doc. ? - Italia 2000 -
> > > Kurdistan turco Newroz a
Diyarbakir - Italiano
> > > 7 Esen Isik "Il padre
rubato" - Cortom. 23' - Svizzera 1999 -
Kurdistan
> > > turco Il dramma degli scomparsi
- Turco sottot. francese
> > > 8. Yesim Ustaoglu "Viaggio
verso il sole" - Lungom. 105' - Turchia
> 1999 -
> > > Turchia e Kurdistan Il paese
negato - Turco e kurdo doppiato italiano
> > > 9 Kazim Oz "Ax - La
Terra" - Cortom. 27' - Turchia 1999 - Kurdistan
> turco
> > La
> > > distruzione dei villaggi -
Turco e kurdo sottot. italiano
> > > 10 Yilmaz Guney "La
rivolta (Le Mur)" - Lungom. 116' - Turchia 1982 -
> > > Turchia Carceri - ?
> > > 11 MKM Istanbul "Sermola:
la repubblica dei folli" - Spett. 144' -
> Turchia
> > > ? - Spett. teatrale di "Jihana Nu" - ?
> > > 12 Yilmaz Guney "Il
gregge" - Lungom. ? - ? ? - Kurdistan: la vita dei
> > > villaggi - Italiano
> > > 13/13' (*) Medya Tv
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> 2000 -
> > > Kurd. Turco Riprese Medya-Tv
sul Newroz - ?
> > > 14 Medya-Tv
"Roma-Kurdistan II " - Doc. 180' - Belgio 1999 - Italia e
> > > altrove: Manif. 24.2.99 a Roma
e musica - ?
> > > 15 Lionello Massobrio
"Partorire la morte" - Doc. 26' - Italia ? -
> > Turchia:
> > > La protesta suicida delle donne
kurde - Italiano
> > > 16 (*) ? "Leyla Zana Nobel
for Peace" - Doc. ? - Usa ? - Turchia La
> figura
> > > di Leyla Zana - Inglese
> > > 17 Kazim Oz - MKM "Desten
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> 27' -
> > > Turchia ? - Turchia: L'esodo
kurdo - ?
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(Documentario sui profughi)" - Doc. 27' - Turchia
> ? -
> > > Turchia L'esodo interno - Turco
> > > 19 Saman Ali, Jiyan Aslan
(M.Tv) "Hidden Theatre: Lontano dal
> > urdistan" -
> > > Spett. ? - Italia 2000 -
Turchia e Italia L'esodo - Italiano, brani in
> > kurdo
> > > 20 Medya-Tv "Qerinek Be
Rundik: Bajar Penaberan-Mexmur" - Doc. ? -
> Belgio
> > > ? - Kurdistan irakeno Campo
profughi di Mahmura - ?
> > > 21 (*) Assoc. Insieme per la
pace "I kurdi e il Kurdistan" - Doc. ? -
> > Italia
> > > ? - ? ? - Italiano
> > > 22 Torre di Babele
"Newroz" - Doc. ? - Italia 1998 - ? ? - Italiano
> > > 23 (*) Mustafa Gundogdu - Tohav
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> Turchia
> > > Profughi a Istanbul - Turco
> > > 24 ? "La guerra contro i
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> > > 1998 - ? ? - Italiano
> > > 25 Dimitri Deliolanes
"Armi italiane alla Turchia" - Doc. 37' - ? ? -
?
> > > Commercio di armamenti -
Italiano
> > > 26 Rai/Mediaset
"Mediterraneo (5) + Moby Dick" - Doc. ? - Italia ? -
> > > Turchia, Italia e vv. Vari
argomenti (armeni, Med-Tv, MKM, guerra.) -
> > > Italiano
> > > 27 ? "Turkiye'de Insan
Haklari Gor. (Diritti umani in Turchia)" - Doc.
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> > ?
> > > ? - Turchia Violazioni diritti
umani - Turco
> > > 28 Jan Ralske "Badolato:
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> > miracolo)" -
> > > Doc 74' - Germania 1998 -
Italia L'esperienza di Badolato - Tedesco,
> > sottot.
> > > Italiano
> > > 29 IKM Belgium "Don't be
silent on massacres!" - Doc 15'+10' - Belgio
> > 2001 -
> > > Turchia Il massacro nelle
carceri - Inglese, doppiaggio italiano
> > > 30 Medya-Tv "Strrasburgo
21.11.2000: The Century Trial" - Doc. ? -
> Belgio
> > > 2000 - Francia La
manifestazione per l'avvio del processo Ocalan - ?
> > > 31 Akin (Usa) "Leyla Zana
for the Nobel" - Doc. ? - Usa ? - Turchia La
> > > figura di Leyla Zana - Inglese
> > > 32 ? "La storia dei
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> > > 33 ? "Ronahi: Mukaddes
Kubilay" - Doc. ? - ? ? - Turchia La storia del
> > > sindaco donna di Dogubeyazit
(Hadep) - Turco
> > > 34 Heyva Sor a Kurdistane
"HSK Tanitma Toplantisi" - Doc. 30' -
Germania
> > ? -
> > > Turchia La Mezzaluna Rossa
kurda e i problemi del popolo kurdo - Turco
> > > 35 Akin (Usa) "Good Kurds,
Bad Kurds" - Doc. ? - Usa ? - Kurdistan
> Storia
> > > recente del Kurdistan - Inglese
> > > 36. Grazia&Beatrice
"Quelli che dicono no" - Doc. 5' - Italia 1998 -
> > Italia
> > > e Kurdistan Processo Frisullo -
Italiano
> > > 37 (*) Francesco Carcano
"Mediterraneo (Rai)" - Doc. 30' - Italia
1998 -
> > > Kurd. turco Profughi e
repressione - Italiano
> >
> > > Note
> > > 13/13' (*) : sono due cassette
consecutive (prima e seconda parte)
> > > 16 (*) : nella stessa
cassetta del filmato n.15
> > > 21 (*) : da verificare se il
contenuto sia identico a quello della
> > > videocassetta n.3
> > > 23 (*) : la cassetta
attualmente contiene anche un altro filmato
> > > 37 (*) : la cassetta
attualmente contiene anche un altro filmato
> > >
> >
>