Date: 12:57 AM 6/6/01 +0200

From: azad

Subject: I: esodo kurdo e asilo: che succede in commissione?

 

Per Sergio (da non diffondere, per ora) -

mi dici se secondo te ho fatto bene a inviare questa lettera?

A proposito: grazie per la tua risposta alla letteraccia di Romana, le ho lette solo ora e mi accingo a risponderle.

Ancora due cose, una piccola:

se invio mail, come questa, in HTML (magari con colori, grassetti e altri fronzoli), rischio che qualcuno non possa leggerle o le legga storpiate? meglio inviare sistematicamente due versioni, una HTML e una "normale", o scrivere sempre "normale"?

e una grande:

che effetti ha avuto la nostra lettera e quella dei sindacati? hai qualche segnale? hai qualche idea su come stanare gli interlocutori, o alcuni di loro?

Ti abbraccio

Dino

 

Alla cortese attenzione

- della delegata Acnur, Ana Liria Franch, e della vicedelegata Rossella Pagliuchi

- del direttore del Cir, Christopher Hein, e della vicedirettrice, Annemarie Dupr

e, per conoscenza, ad altri soggetti interessati

 

    Cari amici,

 

vorrei raccontarvi un'audizione odierna in commissione asilo, cos come mi stata riferita dall'interessato.

 

Muhlis Gumustas un cittadino turco di origine kurda.

Si presentato oggi in commissione con un grosso fascio di carte, alcune delle quali gi allegate e presumibilmente incluse nel fascicolo agli atti, da cui risulta fra l'altro:

- che stato arrestato una prima volta nel '91, e sottoposto a tortura per 15 giorni;

- che nel '93 stato nuovamente arrestato e torturato, poi processato a piede libero per l'art.169 C.p. ("fiancheggiamento del terrorismo") e si dato alla latitanza prima di essere condannato;

- che nello stesso anno stato raso al suolo il suo villaggio, e da allora vissuto a Istanbul sotto falso nome, con i documenti di suo fratello;

- che nel '94 suo zio stato falciato dalle squadre della morte;

- che negli anni successivi due suoi fratelli sono stati processati e incarcerati per motivi politici;

- che la polizia ha sigillato e sequestrato la ditta di cui era titolare.

 

Tutto questo era attestato da documenti legali, articoli di stampa e persino libri, fra cui uno recentemente tradotto in Italia. Raramente un richiedente asilo si presenta con una mole di documentazione cos ponderosa e incontestabile.

 

Muhlis rimasto ben due ore in commissione, e in queste due ore non ha quasi potuto parlare: ogni volta che ci provava (parla anche un po' d'italiano) veniva interrotto bruscamente dalle due persone che lo "interrogavano" con tono inquisitorio, mentre un terzo ha sempre taciuto dietro un paio di occhiali scuri.

"Falso! tutto falso!" hanno esclamato i due membri della commissione, riferendosi non solo ai verbali giudiziari, ai giornali e ai libri (che hanno messo da parte senza neppure aprirli), ma persino ai due documenti d'identit turchi di Muhlis, la carta d'identit e la patente.

Al termine di un colloquio sempre pi teso, uno dei due gli ha detto: "Ti rimandiamo in Turchia... Pensi di essere perseguitato se ti rimandiamo in Turchia?" Al che Muhlis, che pi volte aveva chiesto rispetto per s e per le carte che attestavano le traversie di una vita, esasperato ha risposto: "Mi attende la galera, ma se questa la vostra democrazia, rimandatemici stasera stessa!".

 

Questo ci che mi ha raccontato. E non aveva certo motivo di esagerare. Era sconvolto.

 

Mi chiedo e vi chiedo, senza alcun intento polemico, se fosse presente il rappresentante dell'Unhcr che il solo, sia pure in veste consultiva, che possa monitorare questo tipo di situazioni.

Chiedo all'Unhcr e al Cir se sia possibile, comunque, intervenire sulla commissione e sul ministero per evitare che questa persona si veda rifiutare l'asilo cui ha diritto, come sembra probabile stando alle apparenze.

Mi chiedo e vi chiedo se questo non sia uno dei sintomi di un pericoloso cambio di atteggiamento della commissione, in relazione al mutato clima politico che presumibilmente condurr a relazioni di ottimo vicinato con la Turchia. E se, ciascuno per la parte che gli spetta, non dobbiamo tutti allarmarci e prevenire, per non dover poi "raccogliere i cocci", come avviene ad esempio in Germania con le campagne e i ricorsi legali contro l'espulsione e il rimpatrio di migliaia di richiedenti asilo kurdi.

 

In questo momento il nostro "sportello per il diritto di asilo" di Roma gi registra numerosi casi di esito "sospeso in attesa di accertamenti", e un caso di rigetto dell'asilo nei confronti di una persona che aveva dichiarato di essere stata processata e condannata per motivi politici, ma al momento non ne aveva le prove legali (che ora possiede).

Sappiamo inoltre di ricorsi inoltrati contro il rigetto dell'asilo presso almeno quattro tribunali: Lecce, Bari, Genova e Parma, e di un ricorso gi vinto a Gorizia contro la diffusa pratica della polizia di frontiera di distribuire intimazioni di espatrio e di non consentire l'accesso alla procedura d'asilo.

 

Mi chiedo e vi chiedo: come gi avvenuto nel caso di Ocalan per l'asilo ex-articolo 10 Cost., anche l'asilo ex-Ginevra dovr essere garantito dai tribunali?

 

Prima di decidere di avviare una vera e propria campagna politica e giornalistica, proporrei a voi e ad altri soggetti interessati di incontrarci, magari in un convegno pubblico al quale siano invitati anche i ministeri coinvolti, per verificare se sia possibile prevenire una possibile deriva dell'operato della commissione (e arginare una deriva gi in atto delle autorit di polizia di frontiera) sullo specifico e drammaticamente perdurante terreno dell'esodo kurdo.

 

Insisto comunque sull'esemplarit del caso che vi ho esposto, e sull'urgenza di un intervento per evitare che divenga un "esempio negativo" per molti altri che sono attesi, con alle spalle persecuzioni identiche o ancora pi pesanti, gi nelle sedute di giugno della commissione.

 

Con i pi cordiali saluti

 

Dino Frisullo

(Associazioni "Azad" e "Senzaconfine")

 

Roma, 5 giugno 2001

 

(Ps - approfitto di questo messaggio per chiedere che, in risposta, gli operatori di altre citt ci informino rapidamente via mail sull'andamento e sull'esito dei ricorsi pendenti).