Date: 10:17 AM 6/28/01 +0200
From: azad
Subject: "Giornata del rifugiato" ed
esodo kurdo: alcune propost
All'attenzione di:
Paola Nigrelli (Amnesty International)
Alessandra Napolitano (Cir)
Rossella Pagliuchi (Acnur-Unhcr)
e, per conoscenza, degli altri soggetti
operanti a Roma sull'asilo politico
Care amiche,
ho molto apprezzato l'essenzialit e
radicalit dell'impostazione del dibattito in occasione della Giornata del
rifugiato. Sarei contento di riceverne i materiali (specialmente le
comunicazioni delle tre organizzazioni promotrici), utili per il nostro lavoro.
Sorvolo dunque su ci che ci unisce tutti, e
vorrei fare solo due rilievi.
Il primo: una volta denunciata la perdurante
assenza di una legge sull'asilo e quindi la perdurante precariet normativa,
giuridica e materiale dei rifugiati in Italia, che fare? Sulle procedure di
ammissione e attribuzione dell'asilo, pu bastare la rivendicazione e l'attesa
di una nuova legge? Sulle spaventose carenze materiali, pu bastare il varo del
progetto nazionale di accoglienza, dalla dotazione finanziaria assai ridotta
rispetto alle previsioni ed "a termine"?
Il secondo: se vero che i profughi kurdi,
vittime di una guerra "a bassa intensit" perdurante e negata, sono
oltre la met dei profughi che a loro volta sono ormai la netta maggioranza
degli ingressi irregolari alle frontiere italiane, perch non si data la
parola ad uno di loro, fra le testimonianze ospitate nell'iniziativa?
Io opero in due associazioni, Senzaconfine e
Azad. Nella veste di segretario della prima, e nella mia cultura della
solidariet, ovviamente ogni profugo e ogni luogo della sofferenza e
dell'ingiustizia ha diritto alla stessa attenzione. Nel ruolo di portavoce
dell'associazione Azad, che segue in particolare lo scenario kurdo, non posso
non riconoscere un dramma che pi di altri ci chiama, noi europei,
all'assunzione di responsabilit.
Il nostro sportello sul diritto di asilo,
operante da pochi mesi a Roma, ha gi censito, fra quasi cento casi seguiti,
diversi rigetti da parte della commissione (che non usa pi nemmeno
indicare l'opportunit dell'accoglienza umanitaria) con motivazioni
inconsistenti, un ventaglio ancora maggiore di casi "sospesi" e di
dossier dispersi e introvabili - e una sofferenza umana con pochi paragoni, per
la generale esperienza della tortura e dello sradicamento forzato, per la
drammaticit dell'esodo e per il trauma dell'emarginazione e dell'anomia in
Italia.
Credo che siano pi che motivate le proposte,
che qui vi rinnovo:
- di un incontro fra tutte le organizzazioni
operanti sull'esodo kurdo, per una messa a punto dei problemi e delle
soluzioni;
- della richiesta di spazi, a Roma e in altre
citt, in cui operare esperimenti di parziale autogestione socioabitativa
(prima e seconda accoglienza, iniziativa culturale, assistenza sociale e
legale, avvio di integrazione sociale): ci che abbiamo definito, in un
progetto a voi noto (curato insieme all'Ufficio d'informazione del Kurdistan in
Italia, Uiki, e all'associazione Parsec, e condiviso dall'Ics, Assopace, Arci,
Orma ed altri) ed ancora in un recente incontro in Campidoglio con la signora
Coen, "Case del popolo kurdo";
- della richiesta di un sostegno pubblico,
intanto, all'esperienza analoga sostenuta con immensi sacrifici e grande
solidariet interna dai profughi kurdi nel centro Ararat, che ospita
attualmente circa sessanta richiedenti asilo e rifugiati kurdo-turchi e
kurdo-irakeni nell'area dell'ex mattatoio di Testaccio;
- dell'avvio di una campagna unitaria che
obblighi, quantomeno, tutti i soggetti istituzionali a riconoscere la
"situazione di generalizzata persecuzione di tipo etnico" a suo tempo
individuata dall'allora ministro Napolitano e poi gradualmente lasciata cadere,
ed a trarne le necessarie conseguenze nell'iniziativa politico-diplomatica e
nella definizione dello status e dell'accoglienza delle vittime.
Vi ringrazio dell'attenzione. Con i migliori
saluti,
Dino Frisullo (portavoce dell'associazione
Azad)
(Il servizio sul diritto di asilo opera
quotidianamente dall'autunno 2000 nella sede romana di Azad, c/o ex Mattatoio,
Lungotevere Testaccio snc, 00154 Roma, tel. 06.57302933, fax 06.57305132, mail
<mailto:ass.azad@libero.it>ass.azad@libero.it, con il contributo
volontario di Simona Forconi, Juri Carlucci, Simona Capocasale e Roberta
Rezzara)