Date: 2:10 PM 7/6/01 +0200
From: azad
Subject: NEWROZ 2001 (NEWS E INIZIATIVE)
speciale - n.5 del 7.7.
SOMMARIO:
PREMESSA REDAZIONALE
LA SITUAZIONE IN TURCHIA: UN ARTICOLO
UNA PROPOSTA: UNA DELEGAZIONE IN TURCHIA
ALL'INDOMANI DEL GLOBAL SOCIAL FORUM DI GENOVA, CON L'HADEP, LE "MADRI
DELLA PACE" E MUYESSER GUNES
MERCOLEDI' 11 LUGLIO GIORNATA DELL'IDENTITA':
IN PIAZZA CON I KURDI, A ROMA E IN TUTTE LE CITTA' IN CUI VIVONO
Premessa - a tutti i destinatari del
notiziario "Newroz 2001"
La drammaticit degli eventi che si susseguono
in Turchia (segnalando una pericolosa deriva verso la guerra), e il vortice di
iniziative in Italia, ci ha impedito di dare stabilit settimanale, come
vorremmo, a questo bollettino. Lo faremo, per davvero, a partire dalla prossima
settimana. Intanto abbiamo stabilizzato le nostre fonti (Initiative fuer
Frieden in Kurdistan, Washington Kurdish Institute, Kurdish Observer, Turkish
Daily News, Afapp, Info-Turk, Ihd-Associazione diritti umani, Amnesty
International, oltre alle agenzie di stampa e all'informazione diretta, sempre
necessaria).
In questo numero speciale accludiamo, per una
carrellata informativa abbastanza completa sulla situazione in Turchia,
l'articolo pubblicato dal Manifesto il 5 luglio. Ci scusiamo con chi l'abbia
gi letto. Le stesse notizie, ed altre, saranno riprese in forma pi
dettagliata e meno giornalistica nel prossimo numero del notiziario. Ci corre
l'obbligo di segnalare che, per una svista della redazione del quotidiano, la
foto e il sottotitolo parlavano di manifestanti kurdi a Strasburgo: si trattava
invece di esponenti della sinistra turca e di familiari dei detenuti in
sciopero della fame, la cui esasperazione peraltro del tutto giustificata.
Segnaliamo anche che nello stesso numero del
Manifesto stata pubblicata la lettera delle associazioni Azad e Uiki che
chiede di scrivere e andare a trovare Muyesser Gunes, la presidente delle
"Madri della Pace" che al ritorno in Turchia dall'Italia ha saputo
della morte del suo secondo figlio. Purtroppo, rispetto a quella lettera,
l'articolo pubblicato lo stesso giorno opera un aggiornamento: il cadavere del
22enne Fuat Gunes stato dissotterrato dalla fossa comune in cui era stato
gettato, ed stato consegnato alla madre che ha potuto seppellirlo di notte,
accompagnata solo dai soldati, in un cimitero diverso da quello del suo
villaggio, mentre il padre di Fuat veniva arrestato.
Anche nel nome dell'amica e compagna Muyesser,
richiamiamo l'attenzione sulle iniziative qui proposte:
- la delegazione che il 22 luglio
(all'indomani delle manifestazioni di Genova, alle quali i kurdi
parteciperanno) potrebbe partire da Milano e ripartire lo stesso giorno da
Istanbul, per accompagnare nella martoriata regione del Botan un gruppo di
esponenti dell'Hadep e delle associazioni per i diritti umani in un'inchiesta
sulle sparizioni e la repressione: al ritorno a Istanbul, il 27 luglio, si
potrebbe organizzare un incontro con Muyesser Gunes e le Madri della Pace;
- la "Giornata dell'identit kurda"
di mercoled 11 luglio, che si terr sicuramente a Roma davanti a Montecitorio
e a Palazzo Chigi, ma che chiediamo di organizzare davanti alle prefetture di
tutte le citt in cui esista una presenza kurda.
LA SITUAZIONE IN TURCHIA: DAL
"MANIFESTO" DEL 5.7.01 (D.F.)
All'indomani della morte per fame della 22enne
Zehra Kulaksiz, spirata il 30 giugno a Istanbul tre mesi dopo la sorella Canan,
il quotidiano Radikal rivela che il governo Ecevit aveva mentito. Lo gridavano
ieri a Strasburgo i dimostranti davanti al Parlamento europeo: l'autopsia
denuncia tracce di gas nervini, toluene, xylene e metanolo sui corpi di cinque
detenute ufficialmente suicide nel carcere di Bayrampasa. Il rapporto conferma
le testimonianze dell'ex detenuta Ebru Dincer e dell'ex secondina Yildiz Ercan,
oggi esule: una micidiale miscela combustibile fu usata dai militari per una
strage di Stato, che ai trenta morti nell'assalto del 19 dicembre ha poi
aggiunto, con Zehra, altri ventisei fra detenuti e parenti in sciopero della
fame.
Per aver criticato il ministro della Giustizia
Sami Turk (che imperterrito propone un'ottava prigione a Istanbul) il
quotidiano era gi stato chiuso per sei giorni, e il suo redattore Nese Duzel
rischia fino a sei anni di galera per un'inchiesta sulla persecuzione dei musulmani
alawiti. I tribunali speciali sono in piena attivit: secondo Mazlum-Der e il
Consiglio della stampa, nel primo semestre di quest'anno sono stati chiesti
1151 anni di carcere in 161 processi per opinioni dette o scritte. Il 28 giugno
si sono aperti a Istanbul quelli a carico di sedici intellettuali, firmatari
dell'antologia "Libert di pensiero 2000", e di diciannove donne
imputate di "separatismo" per aver detto che sono kurde la maggior
parte delle vittime di stupri e torture sessuali.
Intanto un gruppo di "Madri della
pace" sono state sequestrate dalla polizia ad Urfa insieme alle colombe
che volevano liberare a Omerli, villaggio natale di Ocalan. La loro presidente
Muyesser Gunes, informata dell'uccisione del secondo figlio al ritorno da un
giro d'incontri in Italia, ha ottenuto di esumarne il cadavere dalla fossa
comune in cui era stato gettato con venti compagni massacrati il 22 maggio sui
monti di Bingol, per seppellirlo di notte, scortata solo dai soldati. Il marito
non c'era: incarcerato perch padre di un "terrorista".
Altri tre guerriglieri sono stati uccisi
presso Diyarbakir, e torna lo spettro della guerra sulle province kurde, per
quattro delle quali il parlamento ha prorogato lo stato d'emergenza. Mustafa
Karasu, dirigente del Pkk, ha chiesto ai giovani di tornare in montagna, mentre
Osman Ocalan, fratello di Abdullah, da Medya Tv ha dato alla Turchia "tre
o quattro mesi per scegliere fra pace e guerra".
Proprio dal 1. settembre la competenza per le
province kurde passer dall'esercito alla Gendarmeria, protagonista della
repressione. Per indagare sulla sparizione di due dirigenti del partito Hadep
in una caserma dei Jandarma, il 22 luglio una delegazione internazionale si
recher a Silopi, Sirnak e Cizre, il triangolo controllato dalla Gendarmeria.
L'abolizione dello stato d'emergenza, ma anche
della pena di morte, della tortura, delle leggi antiterrorismo e
dell'isolamento carcerario, stata chiesta una settimana fa dai parlamentari
del Consiglio d'Europa, che hanno respinto la richiesta turca di abolire il
"monitoraggio" istituito nel '97. Pochi giorni dopo la Commissione
europea contro la discriminazione ha messo sotto accusa l'articolo 312, che
persegue come "istigazione all'odio" ogni rivendicazione di diversit
etnica, linguistica o religiosa.
L'Europa "preoccupata" anche per
lo scioglimento del partito islamico, terza forza parlamentare con il 15% dei
voti e 120 deputati, e il Fmi e la Banca mondiale, alla luce della confusa
situazione politica, hanno rinviato finanziamenti per oltre tre miliardi di
dollari, provocando un crollo in borsa del 3% e un'impennata dell'inflazione
gi pari al 50%. In questa situazione il presidente Demirel ipotizzava ieri
elezioni anticipate che potrebbero dare la vittoria ai Lupi grigi del Mhp (secondo
partito con 127 deputati), ammonendo che "la democrazia non equivale alla
libert totale, dobbiamo difenderci".
I nodi vengono dunque al pettine, e
ottantamila kurdi sfidano la repressione dichiarando in Europa e in Turchia
"sono kurdo, parlo la mia lingua, sostengo il Pkk". In Italia lo
faranno davanti a palazzo Chigi il 12 luglio, come gi a Londra, Berlino e
Parigi, citt in cui il partito di Ocalan tuttora illegale, mentre a
Strasburgo pochi giorni fa il ritratto del condannato di Imrali apriva la
Marcia mondiale per l'abolizione della pena di morte, portato da Angela Davis
insieme a quello di Mumia Abu Jamal.
DAL 22 AL 27 LUGLIO IN TURCHIA, CON L'HADEP E
LE MADRI DELLA PACE
L'Ufficio d'informazione del Kurdistan in
Italia ha diffuso un appello sottoscritto dalla Direzione provinciale
dell'Hadep di Istanbul, dall'IHD (Associazione turca per i diritti umani) e
dalla Fondazione giuridica TOHAV. Si propone che esponenti di Ong, parlamentari
e persone solidali europee accompagnino una delegazione che partir il 22
luglio da Istanbul alla volta della regione del Botan (al confine con il
Kurdistan irakeno), dove pi intensa la repressione e dove dallo scorso
gennaio sono scomparsi, sequestrati dalla Gendarmeria di Silopi, i due
dirigenti locali dell'Hadep. La visita prevede incontri con le autorit, le
famiglie delle vittime della repressione e le sedi localid ell'Hadep il 23
luglio nel capoluogo Sirnak, il 24 luglio a Silopi e il 25 luglio a Cizre,
citt in cui tuttora si impedisce l'apertura di una sede dell'Hadep.
Al ritorno a Istanbul, il 27 luglio, i membri
italiani della delegazione potrebbero incontrare Muyesser Gunes e le Madri
della Pace. Per questo ci rivolgiamo specialmente alle donne (parlamentari,
giornaliste, donne impegnate nei movimenti di liberazione) che l'hanno
conosciuta, e che le hanno indirizzato numerose lettere dopo la nuova tragedia
che l'ha colpita. Chi non potesse partire gi il 22 luglio, potrebbe
raggiungere il 27 la delegazione a Istanbul specificamente per quest'incontro, ed
altri che si potrebbero organizzare a Istanbul con l'associazionismo
democratico, le famiglie dei detenuti etc.
CHIEDIAMO DI COMUNICARE SUBITO EVENTUALI
DISPONIBILITA' all'associazione Azad, tel. 06.57302933, fax 06.57305132, mail
<mailto:ass.azad@libero.it>ass.azad@libero.it, port. 0339.6504639, o
all'ufficio della Uiki-Onlus (tel. 06.42013576, fax 06.42013799, E.-mail
<mailto:uiki.onlus@tin.it>uiki.onlus@tin.it).
11 LUGLIO 2001: GIORNATA DELL'IDENTITA' KURDA
Una nave sbarcher simbolicamente aa Montecitorio
e a Palazzo Chigi, chiedendo di incontrare i rappresentanti del governo e del
parlamento. Una nave che chiede di invertire il percorso dell'esodo,
rivendicando diritti, libert, pace, ritorno e ricostruzione.
Si tratta della campagna avviata in tutta
Europa dalle organizzazioni kurde, con la raccolta finora di quasi centomila
firme in calce a una petizione che rivendica l'identit linguistica, culturale
e nazionale kurda e afferma il sostegno alla linea di pace proposta da Abdullah
Ocalan e dal Pkk.
Nel corso di una lunghissima diretta
televisiva con l'emittente Medya-Tv, attraverso dieci linee telefoniche, cinque
fax e due E-mail, migliaia di persone hanno sottoscritto al petizione
anche dalla Turchia, dando il proprio nome e cognome e indirizzo e sfidando le
leggi che comportano, per una simile dichiarazione, decenni di prigione. Una
prova di coraggio civile e di volont collettiva entusiasmante.
Del resto anche in diversi paesi europei
(Francia, Gran Bretagna, Germania) le organizzazioni kurde sono in parte
illegali, e le prime 14mila firme raccolte sono state infatti consegnate al
tribunale di Duesseldorf, dove si stava processando per puri motivi di opinione
un esponente del Pkk. E in ogni caso la parte kurda continua a non essere
elgittimata in sede internazionale, come contraente di un possibile e
necessario dialogo per una pace giusta, e come portatrice di un'identit
storicamente determinata e ferocemente negata.
A Roma i kurdi manifesteranno l'11 luglio
dalle 12 alle 13.30 davanti a Montecitorio, e poi fino alle 16 davanti a
palazzo Chigi, chiedendo di essere ricevuti dai rappresentanti del parlamento e
del governo. Proponiamo di fare lo stesso davanti alle prefetture di tutte le
citt in cui vi sia una presenza kurda, e chiediamo a tutti i rappresentanti
dell'associazionismo e del mondo della solidariet di stringersi intorno a
loro, sottoscrivendo la petizione qui allegata (lo si pu comunicare in
risposta a questa mail, o comunque agli indirizzi di Azad e Uiki citati sopra)
e partecipando alle manifestazioni dell'11 luglio.
Ecco il documento che gi centinaia di
persone, kurde e italiane, hanno firmato anche in Italia, e che vi chiediamo di
condividere, firmare e diffondere.
In Turchia la negazione dell'identit del
popolo kurdo, e pi in generale di ogni pluralismo culturale, ha comportato una
guerra ventennale, dolorosa per il popolo kurdo e per il popolo turco, in
un'area strategica del Medio oriente. La resistenza kurda ha fatto per
maturare le condizioni per l'attuale proposta di dialogo e di soluzione
politica e pacifica della questione, in un quadro di democrazia e di diritti
condivisi.
A questa soluzione deve contribuire anche
l'Europa, sulla base dei "criteri di Copenhagen" di tutela dei diritti
umani e dei diritti delle minoranze, che vanno applicati non solo in Turchia,
ma anche all'interno degli stessi paesi europei.
Il partito pi rappresentativo del popolo
kurdo e della sua diaspora, il PKK, ha fatto propri i criteri di democrazia,
libert e pluralismo di Copenhagen e li ha posti alla base del Progetto di pace
approvato nel suo VII congresso straordinario. Ma tuttora questo partito ed
altri organismi rappresentativi del popolo kurdo, invece di essere legittimati
nelle sedi internazionali ai fini di un dialogo di pace, sono messi al bando in
diversi paesi europei, a cominciare dalla Gran Bretagna e dalla Germania.
Questa situazione deprime i diritti di libert
dei kurdi residenti in Europa e rende pi difficile il percorso di una possibile
soluzione.
Per queste ragioni:
1. dichiaro
di apprezzare la nuova linea del PKK per una soluzione politica della questione
kurda in un quadro democratico, e di sostenere il suo sforzo di dialogo per una
pace giusta e duratura;
2. riconosco
e chiedo che sia riconosciuta la rappresentativit del PKK e il suo legame con
l'insieme del popolo kurdo, dimostratosi indissolubile anche nelle circostanze
pi aspre;
3. chiedo
quindi che l'Italia riconosca e sostenga nelle sedi internazionali la
legittimit del PKK, del Congresso nazionale kurdo (KNK) e degli altro
organismi che il popolo kurdo si dato, e che il governo italiano si impegni
per la rimozione dei divieti nei paesi nei quali sono stati imposti;
4. sostengo
l'iniziativa avviata dalla diaspora kurda in Europa per l'affermazione della
sua identit nazionale, culturale e politica, e chiedo che essa trovi risposta
sia da parte del governo e del parlamento italiano, sia in sede Onu e negli
organismi europei;
5. chiedo
che la pena capitale sia abolita in Turchia, e che il presidente del PKK,
Abdullah Ocalan, possa proseguire da uomo libero il suo impegno per una pace
giusta..
Nome e cognome, indirizzo, firma