Date: 12:23 AM 8/9/01 +0200

From: Dino Frisullo

Subject: EMERGENZA DEPORTAZIONI IN TURCHIA DA MILANO MALPENSA!

 

Questo un appello alla mobilitazione immediata delle associazioni che si occupano di asilo politico, degli amici del popolo kurdo, e in particolare degli avvocati, delle associazioni, dei parlamentari, dei centri sociali di Milano.

Abbiamo poche ore per impedire che il nuovo governo italiano operi per la prima volta una deportazione "alla tedesca" di richiedenti asilo in Turchia.

Oggi, 8 agosto, un gruppo di dieci kurdi (conosciamo solo uno dei nomi: Ucar Vakkas) sono stati trasportati dal centro di detenzione "Regina Pacis" di Lecce all'aeroporto Malpensa di Milano, da dove, se non sar imposto un ripensamento, domani potrebbero essere deportati direttamente a Istanbul (il volo intorno a mezzogiorno).

Circa un mese fa da una nave turca alla deriva, sull'orlo del naufragio, erano stati trasbordati a Crotone circa settecento profughi, di cui 117 bambini. Quasi tutti kurdi di nazionalit turca o irakena, i profughi erano stati trasportati nell'aeroporto militare di Amendola (Foggia), dove, con procedura insolitamente rapida e sommaria, erano stati sentiti dalla Commissione ministeriale sull'asilo, appositamente volata a Foggia.

Su 337 richiedenti asilo (gli altri erano riusciti nel frattempo ad allontanarsi), 152 si erano visti riconoscere l'asilo, 121 la "protezione umanitaria", e 64 avevano ricevuto il diniego dell'uno e dell'altra.

Con la deportazione di dieci di questi 64, si vuole ora, da parte del nuovo governo, stabilire un principio: la Turchia un paese "normale" e un partner affidabile (come dimostra il recente accordo italo-turco sul "controllo dell'immigrazione clandestina e lotta al terrorismo" con relativo scambio di funzionari di polizia, fra cui, sembra, un team turco appunto a Lecce), dunque si possono rinviare laggi i cittadini turchi indesiderabili.

Del resto, dir il ministro Scajola, la Germania lo fa da tempo: 16.500 rimpatri in Turchia in tre anni!

Peccato che proprio il governo tedesco si sia dovuto fermare, quando numerose Corti hanno revocato i decreti di espulsione avendo preso atto, a partire dalle indagini della tedesca Pro-Asyl e della turca IHD (Associazione per i diritti dell'uomo), che i rimpatriati venivano regolarmente imprigionati, processati e spesso torturati, perch tre volte "colpevoli": in quanto kurdi, spesso oppositori, comunque "denigratori dello Stato turco" in quanto richiedenti asilo all'estero.

Questo tentativo di deportazione in realt non il primo in Italia. Alla chetichella, episodi simili si erano gi verificati dal porto di Trieste e per via aerea da Rovigo (oltre alle centinaia di respingimenti oltre frontiera da Gorizia). Ma la prima volta che la cosa viene trattata come procedura "normale".

Dal punto di vista giuridico, vale la pena di ricordare che in Italia vige ancora il principio del "non-refoulement", ossia il divieto di rimpatriare una persona (a prescindere dal suo status giuridico) in un paese in cui possa essere perseguitato o leso nei diritti fondamentali. Se non  il caso della Turchia, dove?

Vale la pena ricordare d'altra parte (anche ai funzionari della polizia di frontiera) che, come si argomentato a proposito delle violenze di polizia a Genova, l'art.40 Cp sanziona anche i funzionari che, a qualsiasi livello, non si oppongano a un comportamento illegittimo.

E' casuale ma significativo che questo avvenga proprio nel giorno in cui (vedi Il Manifesto dell'8/8) oltre mille profughi kurdi hanno manifestato a Glasgow, insieme a profughi di altre nazionalit e ai democratici scozzesi, contro l'assassinio di uno di loro, Fersat Yildiz, ad opera di un gruppo di razzisti dello Scotch National Party.

Non casuale, ed altrettanto significativo, che questo tentativo di deportazione segua l'altro operato, nel pieno disprezzo della legalit, ai danni di centinaia di giovani stranieri fermati o arrestati a Genova.

Ognuno faccia ci che pu. Radio Popolare di Milano, informata, credo stia lanciando un appello alla mobilitazione. Sono chiare le difficolt, in poche ore e in piena estate, ma... in questi casi che si misura la presenza e la reattivit di un movimento.

 

Dino Frisullo (per le associazioni Azad e Senzaconfine)