Date: 5:11 PM 8/17/01 +0200
From: azad
Subject: NEWROZ 2001 n.5 - "ZAPATA IN
ANATOLIA!"
NEWROZ 2001 - NUOVO GIORNO n. 5/01 del
17.8.2001
News
from Kurdistan
Notiziario mail a cura dell'associazione Azad
- Redazione c/o Villaggio globale, Ex-mattatoio, Lungotev. Testaccio snc,
00154 Roma - Tel 06.5730.2933 - 339.6504639 - 333.3510598, fax/segr.
06.5730.5132, E-mail <mailto:ass.azad@libero.it>ass.azad@libero.it
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Traduzioni e redazione di questo numero a cura
di Dino Frisullo - Segnalare
l'eventuale non gradimento di questi messaggi
SOMMARIO
ZAPATA IN ANATOLIA (redazionale). Allegati: 1)
Marcia ad Ankara del 1. settembre: appello dell'Hadep ai cittadini d'Europa; 2)
Marcia ad Ankara del 1. settembre: "Sulle orme della marcia
zapatista" di Nizamettin Tas (PKK); 3) Dalla Sardegna con amore: viaggio
in Kurdistan; 4) Un "viaggio verso il sole" nella "repubblica di
Sirnak" (scheda sulla delegazione nel Botan, 21-24 agosto); 5) Raddoppiate
le violazioni e le torture nel Kurdistan in luglio (IHD Diyarbakir); 6) Un
campo, un popolo, la sua odissea: appello dai profughi di Mahmura
ZAPATA IN ANATOLIA
Il 19 agosto una delegazione dalla Sardegna
giunger in Turchia, per portare due buone notizie. La prima: sono stati
raccolti i fondi per il primo dei due furgoni promessi alla citt di Diyarbakir
per il trasporto dei profughi e delle famiglie dei detenuti politici. La
seconda: la regione Sardegna ha approvato un progetto di aiuto ai profughi del
campo di Mahmura (9mila persone, per met bambini, in fuga da otto anni dal
Kurdistan turco, attraverso il Kurdistan irakeno fino alla provincia di Mosul:
vedi il loro appello, all.6)
La delegazione (all.3) toccher Istanbul,
Diyarbakir, Van e Hasankeyf, per confluire il 1. settembre nella grande Marcia
per la pace di centinaia di migliaia di kurdi ad Ankara. In vista di questo
grande appuntamento, pubblichiamo (all.1) l'appello del partito Hadep alla
partecipazione dei democratici europei, e (all.2) un intervento in cui un
dirigente del Pkk, Nizamettin Tas, paragona l'iniziativa alla Marcia zapatista
di pochi mesi fa in Messico. La marcia su Ankara al momento non stata ancora
autorizzata.
Alcuni giuristi e giornalisti sardi e romani
si staccheranno il 21 agosto dalla delegazione sarda, per accompagnare un
gruppo di dirigenti del partito Hadep, della fondazione giuridica Tohav e
dell'Associazione diritti umani in un viaggio di indagine nella martoriata
provincia del Botan, sotto legge marziale. Sulla situazione in quella regione,
dove recentemente sono stati fermati fra l'altro due operatori italiani,
alleghiamo un'ampia scheda informativa (all.4).
Del resto le cifre delle violazioni dei
diritti umani nelle province kurde (all.6) parlano da sole, e impongono un
impegno raddoppiato dall'Italia e dall'Europa.
Per chiunque voglia, trovandosi in Turchia o
in Italia, aggregarsi alle diverse iniziative, il riferimento (oltre a quelli
indicati nei diversi documenti) : Azad, c/o Villaggio globale, Lungotev.
Testaccio snc, 00154 Roma, tel 06.57302933 - 339.6504639, fax/segr.
06.57305132, E-mail ass.azad@libero.it .
All. 1
APPELLO DELL'HADEP AI CITTADINI D'EUROPA
La Giornata internazionale contro la guerra
del 2001 vedr in Turchia numerose marce per la pace confluire da diverse
regioni in un grande meeting ad Ankara il 1. settembre.
Ad organizzarle sar una molteplicit di
soggetti sociali, dai sindacati alle associazioni, alle Ong, ai partiti
politici, fra i quali avr un ruolo centrale l'Hadep.
I promotori hanno cos sintetizzato la
finalit dell'iniziativa: "creare le condizioni affinch l'atmosfera di
pace che si sta lentamente configurando in Turchia assuma carattere permanente,
superando la stagnazione in cui versano i temi della democratizzazione e dei
diritti umani (in particolare la questione kurda) e contribuendo ad avviare un
processo di dialogo politico democratico".
Da oltre due anni sembra chiusa in Turchia
l'epoca del conflitto armato, e molti passi avanti sono stati compiuti verso un
futuro migliore. Tuttavia lo Stato turco ha evitato purtroppo di porre al primo
posto quella trasformazione politica che pu condurre a una soluzione durevole.
E' a questa assenza di una scelta inequivoca che vanno fatte risalire le
responsabilit della stagnazione politica e di una crisi economica lacerante. I
gruppi di pressione che beneficiano di questa situazione stanno cercando di imporre
una politica che gioca deliberatamente con il rischio di una rinnovata
esplosione di conflitti armati.
Senza alcun dubbio la grande maggioranza della
popolazione sia turca sia kurda desidera una pacificazione: solo una
ristretta minoranza che punta a conservare lo status quo e ad aggravare i
problemi.
La candidatura turca all'ingresso nell'Unione
europea comporta per gli organismi europei e per i singoli cittadini d'Europa
la responsabilit di prendere posizione. E' in questo spirito che rivolgiamo ai
nostri amici un caldo invito a partecipare alla Marcia per la Pace del 2001,
che intende mettere in campo la pressione necessaria affinch il governo turco
scelga finalmente di percorrere la strada di una soluzione politica.
La vostra presenza sar per noi di grande
sostegno, e sar un'occasione per farvi protagonisti di un percorso di pace.
Cordialmente,
Faik YAGIZAY, rappresentante a Parigi
dell'HADEP (Partito per la Democrazia del Popolo)
Per ulteriori informazioni e contatti:
- HADEP Paris Liaison Office - 129 Rue Fbg St
Martin, 75010 Paris - Tel +33 142 05 86 02, fax +33 142 05 87 63, E-mail:
hadepari@club-internet.fr
- HADEP, sede centrale - 2.Cad. 32. Sk. No 37,
Balgat - Ankara - Turkey - Tel: +90 312 285 22 00 - 55, fax: +90 312 285 22 97,
E-mail: hadepgm@yahoo.com
P.S: Chi raggiunger Istanbul alla vigilia del
1. settembre, avr la possibilit di partire per Ankara con il grande convoglio
di autobus organizzato dalla sede locale dell'Hadep (almeno 50mila persone).
All. 2
DA AMED AD ANKARA SULLE ORME DELLA MARCIA
ZAPATISTA
di Nizamettin Tas, membro del Consiglio di
presidenza del Pkk
(Appello lanciato attraverso l'emittente
Medya-Tv il 16.8.2001)
"La marcia che porter il 1. settembre ad
Ankara la popolazione di Amed (Diyarbakir), Mardin, Sirnak, Urfa e di tutte le
citt kurde sar una grande occasione per riaffermare lo spirito con cui
nelle stesse citt, il 15 agosto, si celebrato l'anniversario dell'avvio
della resistenza da parte del Pkk. Sar la riedizione della marcia zapatista,
perch ogni kurdo il subcomandante Marcos. Il popolo in marcia riaprir le
porte ad una soluzione politica, e quando le condizioni saranno mature anche i
guerriglieri marceranno insieme al popolo. Sar quello il giorno della
vittoria. Del resto non c' alcuna differenza fra una marcia del popolo e della
guerriglia, perch ogni kurdo un combattente politico, mentre la guerriglia
conserva il suo ruolo come forza popolare di difesa e presidio politico armato.
Chiamiamo a partecipare anche i kurdi che vivono nelle metropoli turche ed
anche, con una presenza sia pure simbolica, la diaspora kurda in Europa, per
esprimere la legittima e corale rivendicazione di una soluzione democratica da
parte dell'intero popolo kurdo. Non trattandosi di un'iniziativa che pone in
pericolo l'integrit della Turchia, confidiamo in un approccio non negativo da
parte dello Stato turco. Il popolo kurdo in marcia sapr dimostrare il suo rigetto
del separatismo e la sua volont di convivere in democrazia con il popolo
turco. Questo tipo di azione politica parler il linguaggio del dialogo, di cui
sar protagonista il popolo stesso. Chiamiamo tutti i kurdi, e in particolare
le donne e i giovani il cui ruolo determinante, a mettere in atto tutte le
forme d'incontro e di lotta democratica che possono preparare l'evento del 1.
settembre".
All.3
DALLA SARDEGNA CON AMORE:
VIAGGIO IN KURDISTAN DAL 19 AGOSTO AL 2
SETTEMBRE 2001
Care amiche e cari amici,
possibile che l'obiettivo della donazione ai
profughi kurdi di almeno uno dei minibus previsti dalla nostra campagna di
solidariet possa essere raggiunto entro il mese di agosto.
Per quella occasione abbiamo pensato di
proporre la visita di una folta delegazione di amici sardi i quali potrebbero
incontrare le principali organizzazioni della societ civile kurda, visitare
luoghi bellissimi e grandiose testimonianze della antica cultura mesopotamica.
Avremo la possibilit di conoscere da vicino il popolo dei kurdi, negato,
oppresso, martoriato da una violenza repressiva che comprende la tortura e
l'assassinio.
Il calendario del viaggio il seguente:
- 19 agosto ore 11.50 Roma-Istambul
- 20 agosto a Istanbul, incontri con Hadep,
MKM (Centro cultura della Mesopotamia), redazione di "Yeni Gundem"
(Nuovo Diario)
- 21 agosto a Istanbul, incontri con IHD
(Associazione diritti umani), Fondazione giuridica Tohav, Confederazione
sindacale Kesk, Baro (Camera degli avvocati)
- 22 agosto a Istanbul, incontri con
"Madri della pace", Goc-Der (Associazione Profughi), familiari dei
prigionieri politici
- 23 agosto, trasferimento a Diyarbakir
- 24 agosto a Diyarbakir, incontro con Hadep
- 25 agosto a Diyarbakir, incontri con
Thay-Der (Associazione familiari dei detenuti) e con il sindacato degli
insegnanti Egitim-Sen
- 26 agosto - Visita ad Hasankeif,
l'antichissima citt minacciata dalle dighe del progetto Gap
- 27 agosto, eventuale visita a Van (o, in
alternativa, localit pi vicine)
- 28 agosto a Van, incontri con Hadep e
Amministratori locali
- 29 agosto, rientro da Van a Diyarbakir
- 30 agosto, trasferimento ad Ankara
- 31 agosto ad Ankara, incontro con Hadep e
con la carovana europea
- 1 settembre, MANIFESTAZIONE PER LA PACE ad
Ankara
- 2 settembre, rientro a Istanbul
- 3 settembre, ore 9.10 Istanbul - Roma
(arrivo 10.50)
ll costo del solo viaggio da Roma e rientro
ammonta a L. 888.400; spese di pernottamento intorno alle 60.000 giornaliere
(vitto e alloggio). Occorre il passaporto valido e 5 dollari per la tassa
d'ingresso.
Le adesioni si raccolgono presso la sede
cagliaritana del Comitato versando almeno il 60% del costo del biglietto aereo.
Info: Mariangela 339.1033752, Antonello 335.7888310.
Comitato di solidariet con il popolo del
Kurdistan (presso ASCE - Vico 1 S.Nicol 3, Selargius - Cagliari)
All. 4
UN "VIAGGIO VERSO IL SOLE" NELLA
REGIONE DEL BOTAN
CON GLI OPERATORI TURCHI E KURDI PER I DIRITTI
UMANI
Inizialmente previsto per la fine di luglio,
stato spostato a fine agosto il viaggio di una forte delegazione di dirigenti
del partito Hadep, dell'Associazione diritti umani IHD e di giuristi della
TOHAV, nella regione del Botan, nell'estremo oriente anatolico, presso il
confine turco-irakeno.
L'autobus che partir da Istanbul il 21 agosto
toccher nei tre giorni successivi il capoluogo regionale Sirnak e le citt di
Cizre e Silopi. Gli operatori kurdi e turchi saranno accompagnati da una
delegazione francese e da una italiana composta da due magistrati, un avvocato
e un medico (tutti provenienti dalla delegazione sarda), un fotografo,
un'operatrice video e un'insegnante dell'associazione Azad (tutti di Roma).
Il Botan, una delle province turche sottoposte
a regime di emergenza da oltre quindici anni, tristemente noto per il potere
assoluto del governo militare e in particolare della polizia militare
(Jandarma) e del suo servizio segreto, il Jitem. Sono centinaia gli oppositori
fatti sparire, torturati o assassinati negli ultimi dieci anni in quella che
tutti gli osservatori turchi definiscono ormai la "repubblica di
Sirnak", ossia un territorio sottratto ad ogni controllo di legalit.
Nel Botan la citt di Silopi comprende
l'importantissimo valico di frontiera di Habur, l'unico per ora che unisca la
Turchia al Kurdistan irakeno in direzione di Baghdad. I proventi dei traffici
commerciali fanno, teoricamente, di Silopi la citt pi ricca della Turchia, ma
due mesi fa emerso che le casse della municipalit sono in rosso e gli
impiegati comunali non sono retribuiti da tempo. Il 4 giugno la folla che a
Sirnak accolse il presidente della Repubblica Sezer in visita a Sirnak issava
cartelli in cui, oltre al ritorno nei villaggi distrutti, si chiedeva "Basta
con la rapina al confine di Habur".
Infatti la totalit del commercio, legale e
illegale (per Habur passa il contrabbando del petrolio irakeno, ma anche un
fiorente traffico clandestino di armi e droghe), detenuto da una compagnia,
la TPIC (Turkish Petroleum Co.), di propriet della Gendarmeria, che controlla
e intasca le relative tangenti. La denuncia ("I traffici delle forze
armate turche") nel febbraio di quest'anno approd anche sulla prima
pagina del Washington Post, a firma di Jim Hoagland.
A questa consorteria legato anche il sindaco
di Silopi, Neset Okten, del partito di centrodestra Dyp, che nel dicembre 2000
minacci in un comizio la sede appena aperta del partito di opposizione
filokurdo Hadep: "O chiudono, o li far chiudere io con i miei metodi".
Infatti il 25 gennaio 2001 i Jandarma arrestarono il presidente e il segretario
dell'Hadep di Silopi, Serdar Tanis e Ekubekir Denis. Portati nel comando della
Gendarmeria, i due giovani non ne sono pi usciti.
I loro volti hanno animato una campagna
nazionale con centinaia di manifestazioni in tutta la Turchia, ma inutilmente
ne hanno chiesto notizie anche, in una lettera congiunta, i delegati Onu per
gli scomparsi, per i diritti umani e per le minoranze. Il tribunale di
Diyarbakir, che ha avviato un procedimento contro ignoti, ha accertato la
falsit di una lettera costruita ad arte, nella quale i due annunciavano la
loro decisione di darsi alla clandestinit. Ma nella visita citata il
presidente Sezer afferm a Sirnak che "lo Stato non ha alcuna responsabilit"
nella sparizione dei due esponenti kurdi.
Con Amed (Diyarbakir), Dersim (Tunceli) e
Hakkari, la provincia di Sirnak una delle quattro in cui stato confermato
due mesi fa, per la 42.ma volta di seguito dal lontano 19 luglio 1987, lo
"stato di emergenza" (in sigla OHAL). Significa che il governatore e
le autorit militari possono emettere ordinanze extragiuridiche, licenziare e
sospendere pubblici impiegati e autorit locali, gestire l'ordine pubblico
fuori dalle garanzie costituzionali, detenere e arrestare chiunque. Insomma:
legge marziale. Sono girate a Cizre le scene del film "Viaggio verso il
sole" che mostrano i blindati pattugliare la citt, culla della resistenza
kurda. Ancora il 17 luglio scorso 5000 militari turchi hanno attraversato
l'area di Cizre e Silopi per l'ennesima operazione militare oltre confine, nel
territorio kurdo-irakeno: la guerra permanente.
Lo sanno bene gli abitanti dei villaggi del
distretto di Beytussebap (Sirnak). In seguito all'esplosione di un veicolo militare
su una mina, che provoc la morte di un soldato e il ferimento di altri dieci,
il Comando militare di Sirnak ha ordinato nello scorso luglio l'evacuazione di
quattro villaggi: Germav (nome turco Ilicak o Ulucak), Bezal (Ortali), Tivor
(Dogalti) e Cemepire (Yasat o Asat), ai quali se ne poi aggiunto un quinto,
Hisarkapi. Dai villaggi, gi sotto embargo militare da due anni con viveri
razionati perch i contadini "nutrivano la guerriglia", sono stati
rastrellati decine di abitanti, portati a Sirnak e pesantemente torturati. In
particolare dai due villaggi vicini di Yardan e Hisarkale, nella stessa zona di
Beytussebap, sono stati portati via, rispettivamente per venti e per dieci
giorni, tutti gli abitanti di sesso maschile, e i soldati hanno requisito tutta
la legna accumulata per l'inverno. Il 20 luglio Cemepire e Bezal sono stati
sgomberati, gli altri villaggi restano sotto embargo.
Va tenuto presente che nel Botan sono gi
centinaia i villaggi sgomberati e distrutti negli anni '90, aggiungendosi a quelli
requisiti dall'esercito che negli anni '50 acquis oltre un milione di acri,
trasformando una striscia di territorio lunga ben 760 km, lungo il confine
siriano e irakeno, in un gigantesco campo minato che ha mietuto da allora ben
diecimila vittime nel solo Kurdistan turco. Oggi il premier Ecevit annuncia di
voler sminare e restituire parte di questo territorio, ma in cambio pretende
che i kurdi non ricostruiscano i loro villaggi, ma si ammassino nei
"koy-kent", le citt villaggio fortificate e blindate in pianura, ben
raggiungibilid ai bilndati e controllate da caserme. Nessuno ha accettato,
neppure i clan legati alla milizia filoturca delle "guardie di
villaggio".
Tornando al distretto di Beytussebap, il 10
agosto 2001 in una conferenza stampa della IHD (Associazione diritti umani)
cos descrivevano le torture a cui sono stati sottoposti Cafer Aslan, Kerim
Acar e Isa Dabi, tutti giovani contadini: "Ci hanno appesi e torturati con
l'elettricit, hanno conficcato chiodi nelle nostre mani, ci hanno lasciati per
giorni interi sotto il sole, ci hanno stuprati con i bastoni e costretti a
mangiare i nostri escrementi Credevamo di morire".Al termine
dell'indagine e della conferenza stampa, il vicepresidente nazionale dell'IHD,
avvocato Osman Baydemir, stato fermato per tre ore e poi rilasciato, mentre
uno dei testimoni, il 17enne Rasim Asan, stato incarcerato per aver aiutato
la delegazione. Uno dei suoi membri, Feray Salman dell'ufficiale Fondazione
turca diritti umani (TIHV), ha dichiarato: "Eravamo nella repubblica di
Sirnak, in un altro mondo con altre leggi Non credevamo ai nostri occhi, ora
dobbiamo spalancare su tutto questo gli occhi del mondo".
E' su tutto questo che andr a indagare, il 21
agosto, la delegazione che comprende i massimi dirigenti dell'Hadep, dell'Ihd e
della Tohav. Mentre scriviamo non ancora certo che il governatore militare di
Sirnak autorizzi il loro ingresso, insieme agli osservatori francesi e
italiani, e gli incontri con lui stesso, con la magistratura, con gli esponenti
locali dell'opposizione, con le famiglie degli scomparsi e dei torturati.
L'autobus da Istanbul partir comunque (ai partecipanti si richiede un
contributo di 50 milioni di lire turche, 100-150mila lire, per l'intero
viaggio). Dovrebbe essere consentito l'uso di macchine fotografiche, video e
registratori. Gli italiani il 25 agosto, invece di fare ritorno a Istanbul, si
ricongiungeranno con la delegazione sarda a Diyarbakir per proseguire fino alla
Marcia per la pace del 1. settembre ad Ankara.
All.5
RADDOPPIATE NEL TERRITORIO KURDO LE VIOLAZIONI
E LE TORTURE
In una conferenza stampa tenuta a Diyarbakir
l'avvocato Osman Baydemir, vicepresidente nazionale e presidente della sezione
locale dell'IHD (Associazione diritti umani), ha denunciato un incremento del
100% delle denunce di violazioni in luglio rispetto al mese precedente, mentre
si nota un netto decremento delle vittime di conflitti armati.
"Naturalmente - ha detto - abbiamo accolto con piacere la circolare del
ministero dell'Interno per la prevenzione della tortura e dei trattamenti
inumani. Ma una circolare non basta".
Illustrando le 117 denunce pervenute all'IHD
di Diyarbakir, Baydemir ha citato i fatti di Beytussebap (Sirnak), come esempio
di una concezione distorta della "sicurezza nazionale".
Ecco i dati del mese di luglio, riferiti alle
sole province kurde sottoposte a regime di emergenza.
Vittime di combattimenti: 1
Vittime di esecuzioni sommarie: 5 morti e un
ferito
Vittime dell'esplosione di mine: 1 morto e 19
feriti
Persone fermate per motivi politici: 95
Vittime di torture e maltrattamenti: 74
Persone scomparse: 2
Persone detenute per motivi politici: 41
Villaggi sgomberati: 2
Villaggi sottoposti a embargo alimentare: 3
Giornali o periodici vietati nell'area OHAL: 3
(totale complessivo di 29 testate)
Morti in prigione: 3
Suicidi in prigione: 5
All.6
APPELLO DAL CAMPO DI MAHMURA: L'ODISSEA DI UN
POPOLO
Il campo di Mahmura, nel quale da anni
migliaia di profughi kurdi si sforzano di sopravvivere in condizioni durissime,
si trova ad affrontare problemi molto seri per quanto concerne la salute e
leducazione, specialmente dei minori. Su questi problemi il Consiglio
municipale del campo ha lanciato un appello alla sensibilit e alla
mobilitazione indirizzata in particolare ai medici, agli insegnanti, ad
intellettuali e artisti.
A nome di tutti i residenti del campo,
sradicati dalle loro case e costretti allesodo dalle forze di sicurezza turche
nel corso della guerra quindicennale, il Consiglio municipale nel suo appello
rivendica limpegno collettivo a difesa della loro dignit e la lotta per
continuare a vivere, a dispetto della miseria e delle malattie che hanno
funestato questi otto anni di vita da profughi, e denuncia i limiti e
linsufficienza dellassistenza ricevuta da parte delle Nazioni Unite.
Ricordando che nel campo non esiste neppure un
medico, lappello afferma: "Anche adesso, nel corso di questanno 2001,
molti fra i nostri bambini continuano a morire di affezioni ordinarie e
curabili. Eppure non riusciamo a trovare un medico generico e un dentista
disponibili a trasferirsi qui dallEuropa".
"Inoltre prosegue lappello mentre ci
sforziamo di impartire a 2.800 bambini unistruzione in lingua kurda, riscontriamo
una seria insufficienza nel numero degli insegnanti: ad esempio ci mancano
docenti di inglese e di materie artistiche, e insegnanti di musica per il
nostro Istituto femminile darte".
Il documento critica la scarsa sensibilit per
questa situazione, specialmente da parte dei circoli intellettuali, degli
insegnanti e degli operatori darte e cultura kurda. "Chiamiamo tutti a
dare il proprio contributo in campo sanitario ed educativo", conclude
lappello, "e in particolare ci attendiamo un impegno coerente da parte
dei linguisti, artisti e intellettuali che si esprimono ogni giorno nella
stampa e nelle emittenti kurde".
(Kurdish Observer, 4 agosto 2001)