Date: 12:15 PM 9/1/01 +0200
From: azad
Subject: ANKARA BLINDATA, INTIFADA A
DIYARBAKIR, UN RAGAZZO MORT
ANKARA BLINDATA NEL GIORNO DELLA PACE
DELEGAZIONE ITALIANA: "UN IMMENSO CARCERE
A CIELO APERTO"
Il divieto della grande marcia su Ankara
"Mano nella Mano per la Pace" e del meeting richiesto per oggi nella
capitale dal partito Hadep e da centinaia di organizzazioni, ha innescato una
reazione a catena che sta scuotendo il paese.
Ad ANKARA ieri si tenuto un sit-in di
protesta dell'Associazione diritti umani (IHD), circondata dalla polizia che
non intervenuta, forse per la presenza degli osservatori italiani. Oggi alle
ore 11 (italiane) il Guvenpark di piazza Kizilay, dove era prevista una
"conferenza stampa di massa all'aperto" dell'Hadep, bloccato da
migliaia di militari, e l'intero centro cittadino pattugliato da blindati e
sorvolato da elicotteri. La delegazione di 17 giuristi, giornalisti e
osservatori italiani sta assistendo alla conferenza stampa che stata
trasferita dinanzi alla sede dell'Hadep, dove sta parlando il segretario
nazionale Murat Bozlak dinanzi a migliaia di militanti, circondati da un
cordone di militari in assetto di guerra. La sensazione, dicono gli osservatori
italiani, altissima: "si vive un clima di sospensione di ogni
garanzia e di totale arbitrio, dove pu succedere di tutto, come in un immenso
carcere a cielo aperto".
A ISTANBUL ieri la polizia ha impedito
alla vasta popolazione kurda di raggiungere Ankara con le migliaia di bus gi
noleggiati. Tutte le comunicazioni fra le due metropoli turche sono bloccate.
Nel pomeriggio di ieri un giovane di diciotto anni morto cadendo dal quinto
piano dell'edificio del partito nel quartiere di Zeytinburnu, nel corso di un
raid della polizia, e una donna gravemente ferita. Nella citt ogni
concentramento stato attaccato fino a notte inoltrata, i fermati sono fra due
e tremila. Questa mattina il maggiore sindacato, il Disk, insieme a molte altre
organizzazioni sindacali e professionali, ha convocato un concentramento "con
diffusione militante di un bollettino per la pace" nella centrale Istiqlal
Caddesi: si prevedono nuovi scontri.
A DIYARBAKIR ieri scene di Intifada: dalle 9
del mattino decibne di migliaia di persone si sono riunite per raggiungere
Ankara, ma la polizia ha predisposto un cordone di un chilometro con dodici
posti di blocco e tiratori scelti sui tetti. Alle 13 la folla stata attaccata
mentre, secondo la CNN, gridava slogan per la pace e per il presidente Apo.
Alle raffiche sparate in aria i giovani hanno risposto con una fitta sassaiola,
poi sono entrati in funzione idranti e lacrimogeni, mentre coloro che si erano
gettati a terra per sfuggire agli spari, giornalisti inclusi, venivano
massacrati a bastonate. Ieri sera si contavano 47 feriti (ma moltissimi non
sono stati ospedalizzati per evitare il fermo di polizia) e 22 arresti. Per
oggi sono previste altre manifestazioni.
L'INTERO KURDISTAN TURCO un immenso campo di
concentramento, in cui sono rinchiuse venti milioni di persone. Bloccato ogni
collegamento fra citt e citt, a BATMAN la polizia ha attaccato un corteo di
diecimila persone con centinaia di arresti. Citt come MARDIN, URFA, DERSIM
sono citt chiuse, tutte le compagnie di autobus sono state minacciate e tutti
i convogli per Ankara sono stati bloccati. La popolazione ha presidiato le
strade e le sedi dell'Hadep per l'intera notte a BINGOL, URFA, MIDYAT, BATMAN e
ADIYAMAN.
Nelle PRIGIONI si estende la protesta, dopo
che i diecimila prigionieri kurdi hanno avviato uno sciopero della fame
"per la pace, l'amnistia e la democrazia" unendo la loro protesta a
quella dei detenuti politici della sinistra turca che prosegue da dieci
mesi. In molte citt le famiglie digiunano in solidariet con i detenuti.
Ieri un corteo ha percorso il quartiere di
Armutlu a ISTANBUL dopo la morte della 32.ma vittima dello sciopero della fame,
la 38enne Hulya Simsek, gi direttrice editoriale dell'associazione Tayad. Il
suo corpo, pesante poco pi di venti chili dopo 286 giorni di digiuno, sar
portato oggi con una nuova manifestazione nella citt natale di Erzincan. Nel
quartiere di Armutlu, dove altri quattro militanti e parenti di detenuti si
erano lasciati morire di fame per solidariet con i prigionieri, sono stati
rafforzati i cordoni di polizia. Si appreso intanto che nel carcere di tipo F
(d'isolamento) di Edirne un giovane detenuto, Ufuk Keski, si dato fuoco per
protesta nei giorni scorsi: le sue condizioni sono gravi, ma la direzione
carceraria impedisce ogni contatto.
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Traduciamo il comunicato appena diffuso dal
presidente dell'Hadep, Murat Bozlak, dalla sede centrale di Ankara assediata
dalle forze di polizia.
"Oggi 1. settembre, Giornata
internazionale della pace, ad Ankara erano attesi centinaia di migliaia di
uomini e donne per cingere, mano nella mano, la citt in un abbraccio di pace.
Ma questo non stato consentito, e si eretto un muro impenetrabile davanti
alla rivendicazione di pace e democrazia di milioni di persone.
Noi viviamo in una fase in cui cresce
visibilmente la domanda di pace e di democratizzazione, e abbiamo il dovere di
dare una risposta. Per questo ieri e oggi, dando voce alla forte volont dei
militanti del nostro partito e al bisogno di pace e convivenza di 65 milioni di
cittadini turchi, avevamo programmato un grande meeting contemporaneo a quelli
in programma in tutto il mondo.
Questo ci stato vietato, e in tutto il paese
si esercitata una violenta repressione contro tutte le nostre organizzazioni
e i nostri militanti e dirigenti. A Istanbul un giovane ha perso la vita
cadendo da una finestra nel corso dell'assalto da parte delle forze di polizia
alla sede del nostro partito nel quartiere di Zeytinburnu.
La Direzione di pubblica sicurezza di Ankara
ci ha comunicato questa mattina che anche la conferenza stampa di massa
programmata nel Parco Abdi Ipekci stata vietata.
L'Hadep una realt viva in questo paese,
patrimonio di migliaia di elettori.
Questo comportamento da parte delle autorit
di polizia insensato e illegale nei confronti di un partito che si sforza di
risolvere con mezzi pacifici i problemi della Turchia nel quadro di un'ampia
democratizzazione e nel rispetto dell'integrit e laicit dello stato. Una pesante repressione si abbatte
sulle attivit democratiche di un partito politico che organizza e orienta
milioni di persone. Questi comportamenti non solo sono lontani dalla democrazia,
ma attentano alla sostanza della democrazia.
Veniamo da un periodo di grande sofferenza e
di doloroso conflitto, e non intendiamo prestare il fianco ad alcun
comportamento che possa recare danno alle speranze di soluzione pacifica dei
problemi del paese. Respingiamo quindi ogni tipo di provocazione.
Per queste ragioni, mentre protestiamo
vivamente per gli attacchi illegali e immotivati al nostro partito in tutto il
paese, siamo costretti a rinunciare alla conferenza stampa di massa programmata
per oggi ad Ankar".
Murat Bozlak
Presidente del partito Hadep
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Rustu Kazim Yucelen, per eventuali proteste, 0090.312.4181795. Si prega di
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