Date: 4:44 PM 10/19/01 +0200
From: dino frisullo
Subject: Onu dei Popoli su ddl Bossi-Fini (+
errata corrige)
Allego qui il documento approvato a Perugia da
un assai partecipato gruppo di lavoro sul ddl Bossi-Fini sull'immigrazione, e
assunto dall'Assemblea dell'Onu dei Popoli, chiedendo di farlo circolare
ampiamente.
Con l'occasione, un errata corrige. Nel
precedente messaggio di Senzaconfine (per chi l'abbia ricevuto) intitolato
"ROMA MIGRANTS' SOCIAL FORUM..." al sesto rigo si deve leggere
"10 novembre", e non ottobre, circa la data proposta per un'assemblea
nazionale dell'arcipelago antirazzista.
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Documento del Forum "Diritti dei
Migranti, Diritti dei Rifugiati"
Assemblea ONU dei Popoli
Perugia 12/13 ottobre 2001
Il varo da parte del Governo italiano del
disegno di legge xenofobo sull'immigrazione, in parallelo con le nuove norme
antiterrorismo e con la guerra in corso, un segnale gravissimo al quale
chiamiamo a reagire tutta la societ civile.
Il proibizionismo degli ingressi per lavoro,
la sostanziale negazione del diritto d'asilo e l'uso crescente di corpi
militari e speciali per un controllo delle frontiere e delle citt, configurano
ormai una vera guerra contro i migranti delle cui vittime pieno il Mediterraneo.
Il disegno di legge Bossi-Fini, varato senza
tenere in alcun conto le istanze della societ civile e dei migranti, aggrava
ed esaspera norme e pratiche gi in atto, lacerando il tessuto della
cittadinanza basata sulla convivenza e sul lavoro.
Favorisce coloro che lucrano sul traffico di
essere umani e sul lavoro nero, lasciando all'immigrazione l'unica via della
clandestinit e dello schiavismo. Condanna milioni di lavoratori alla
precariet permanente con effetti devastanti di destrutturazione del mercato
del lavoro per tutti. Estende agli asilanti la detenzione amministrativa.
Affida la vita dei cittadini stranieri all'arbitrio della polizia.
In questo senso un attacco alla pace, alla
democrazia, al mondo del lavoro.
Chiamiamo dunque i movimenti per la pace e
contro la globalizzazione economica, i sindacati, l'associazionismo, le Chiese,
i giuristi, gli enti locali, tutti gli operatori che in questi anni hanno
costruito luoghi, servizi e vertenze per la promozione della convivenza, a un
grande e capillare sforzo di informazione e mobilitazione.
Non accetteremo mai che norme xenofobe neghino
i diritti fondamentali all'esistenza legale, all'asilo, all'unit familiare,
alla salute, all'istruzione, all'uguaglianza nel lavoro.
Contro il tentativo di soffocare nella paura e
nell'esclusione i nuovi cittadini proponiamo che in tutte le prossime occasioni
di mobilitazione per la pace, per un altro mondo possibile e per i diritti del
lavoro si dia voce a coloro che non hanno voce. In particolare proponiamo che
intorno al 10 novembre - in occasione delle iniziative nazionali previste per
quella data - si tenga a Roma una grande assemblea unitaria, per valutare
insieme la possibilit di una specifica mobilitazione nazionale nella fase di
discussione del disegno di legge.
Noi teniamo fermi gli obbiettivi di dignit e
uguaglianza maturati in decenni di lotte e di esperienze, e in particolare
riproponiamo con forza:
- i diritti di voto amministrativo e di
cittadinanza;
- il trasferimento ai comuni delle competenze
per le pratiche di soggiorno;
- l'estensione di canali di ingresso legali
per ricerca di lavoro;
- la salvaguardia del diritto all'unit
familiare;
- la possibilit di legalizzazione, subito e
attraverso canali permanenti, della posizione di tutti coloro che - a partire
dalla clandestinit forzosa- sono inseriti nella societ e nel mondo del
lavoro;
- l'uguaglianza di tutti gli esseri umani
nell'accesso ai servizi pubblici;
- il rifiuto della detenzione di persone senza
colpa e senza giusto processo, e in ogni caso la garanzia del diritto alla
difesa e alla tutela giurisdizionale;
- l'urgenza di una legge organica che
garantisca il diritto costituzionale all'asilo.
Insieme al rilancio di questi obbiettivi di
civilt, chiediamo a tutta la societ civile uno scatto in difesa dei valori
universali contro un clima di intolleranza che minaccia l'Italia e l'intera
Europa, facendo ricorso annche alle risorse giuridiche e agli organismi che in
Europa tutelano i diritti umani e prefigurano un continente di persone libere,
uguali e diverse.