Date: 7:15 PM 12/24/01 +0100
From: dino frisullo
Subject: RI/PROPOSTA: LA NOTTE DI CAPODANNO,
DAVANTI AL GOVERNO.
Cara Nadia, inoltro questa tua lettera a tutta
la rete del Roma Social Forum ed oltre.
La mia idea della veglia di Natale contro la
guerra ha avuto un destino strano. Ne abbiamo discusso con alcuni/e del
Migrants Forum e dell'ex Rialto, con idee anche belle (un volantino,
spettacol/azioni), ma in rete le risposte sono state pochissime, e nessuno ha
ripreso la cosa in sede di coordinamento cittadino. Il Manifesto l'ha ripresa
fra gli appuntamenti di Carta.
Dopodich, oggi molti mi hanno telefonato
chiedendo: dunque si fa? vengo anch'io...
Questo testimonia di una disponibilit vera a
testimoniare anche personalmente il nostro disgusto per la rimozione collettiva
e consumistica, proprio mentre la Palestina brucia e l'incendio della guerra si
avvicina.
Ma in qualche modo questa esitazione
nell'aderire individualmente e collettivamente testimonia anche il fatto che
s, hai ragione, la notte di Natale anche il momento di piccoli e grandi
incontri e intimit, alle quali difficile rinunciare.
Dunque sono d'accordo con la tua proposta di
rilanciare in avanti, per la notte di Capodanno. Quando tutti, compresi
generali e politicanti e mercanti di morte, dovrebbero trarre il bilancio di un
anno.
Dove?
L'ambasciata Usa - funzionari della questura
di Roma, che avevano saputo dell'idea, mi hanno chiamato per dirmi che non
sarebbe giammai tollerabile, per motivi di sicurezza. Ovviamente non condivido,
ma non credo che il simbolismo valga una situazione di tensione e scontro.
Secondo le stesse fonti, ovviamente ufficiose,
sarebbe possibile un'altra piazza, anche vicina al Palazzo. Dunque
ipoteticamente Largo Chigi, davanti al governo corresponsabile della guerra.
Fra l'altro la notte di Capodanno notte di
gente nelle strade, non il deserto della notte di Natale.
Proviamo ad organizzarci? Si attendono
risposte...
Intanto, buone feste a tutti/e.
Dino Frisullo
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----- Original Message -----
From:
<mailto:giraffan@tiscalinet.it>Nadia C.
To:
<mailto:romasocialforum@yahoogroups.com>romasocialforum@yahoogroups.com ;
<mailto:ass.azad@libero.it>ass.azad@libero.it
Sent: Wednesday, December 19, 2001 2:11 AM
Subject: [romasocialforum] I: UNA PROPOSTA: LA
NOTTE DI NATALE, IN VIA VENETO A ROMA... E ALTROVE
caro Dino, la tua proposta mi fa molto
riflettere, quanto ancora i nostri costumi e usanze, sono destinati a
modificarsi per non essere forte contrasto con quotidiani di sofferenze e
incertezze di futuro. E' vero siamo in guerra, e noi che non vogliamo perch
ripudiamo la guerra, perch combattiamo e denunciamo le ingiustizie, da quelle
quotidiane a quelle delle strategie politiche mondiali, dobbiamo in qualche
modo mobilitarci. In guerra natale un giorno come un altro, si continua a
sparare, non hanno fatto questo i contingenti americani e alleati durante il
ramadam? nel mondo, si muore ogni giorno di fame e di bombe e tutto ci val
bene una veglia nella notte di natale, s, proprio nei luoghi simbolo come tu
proponi, s, proprio senza slogan, gridando in silenzio come le madri di Palza
de mayo, le donne di piazza galatasaray, le donne in nero il cui silenzio supera ogni confine. La
notte di natale per anche una notte di abbracci, di incontri tra piccoli e grandi ,di
condivisione di affetto.
Per alcuni, tra cui io, partecipare alla
veglia, pu voler dire distacchi e abbandoni in altri piccoli quotidiani,
proprio quelli che poi ci sostengono anche per continuare a mantenere una
striscia di futuro.Per questo pur ritenendo giusta la tua proposta,
probabilmente non potr esserci, o forse soltanto per un momento.Per lavorer
perch se andr avanti, possa riuscire. Indicherei anche una seconda data, quella
del 31 dicembre, chiss, forse potremmo essere in tanti e tante in contrasto
con la babilonia consumistica che sempre si consuma per la notte di fine anno,
in contrasto con i festeggiamenti devastanti per il nuovo anno, con l'euforia
che porta anche a sparare e a uccidere in una ritualit che ci porta a realt
sempre pi numerose. Aspettare il nuovo anno insieme,migranti e nativi, in
silenzio, raccolti in una veglia, corpi e pensieri vicini, per dare un segno
forte e per ricevere e darci energia.
Nadia Cervoni
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----- Original Message -----
From: <mailto:dinofrisullo@libero.it>dinofrisullo@libero.it
To:
<mailto:romasocialforum@yahoogroups.com>romasocialforum@yahoogroups.com
Subject: [romasocialforum] UNA PROPOSTA: LA
NOTTE DI NATALE, IN VIA VENETO A ROMA... E ALTROVE
Una compagna mi ricordava il valore che
ebbero, una trentina d'anni fa, le notti di Natale trascorse in piazza, con gli
operai in lotta o con il pensiero al Vietnam. Il doppio valore di rifiuto di un
rito consumistico e consolatorio.
Questo Natale per la prima volta da oltre
mezzo secolo un Natale non solo "di" guerra, ma "in"
guerra. Dentro una guerra combattuta anche da militari italiani, che proprio
nei giorni successivi si troveranno sul fronte, a Kabul.
E nessuno ci racconti la favola risibile della
legittimit del "peacekeeping sotto mandato Onu", dopo che le
bombe hanno fatto strage di civili in tutto l'Afghanistan. Dopo che lo stesso
Consiglio di Sicurezza si piegato al diktat americano nel rifiuto d'una
missione di semplici osservatori laddove davvero sarebbero necessari, in
Palestina!
L'Onu ormai, purtroppo, passacarte di scelte
unilaterali di potenza. E i soldati italiani a Kabul saranno avvertiti anzitutto
come "occidentali" e come parte del dispositivo militare americano.
In attesa di altre avventure, in Somalia o altrove.
"Se fossi stato un rifugiato afghano,
avrei fatto esattamente lo stesso: avrei aggredito Robert Fisk, o qualunque
altro occidentale mi fosse capitato a tiro", dice onestamente il
corrispondente di The Independent, scampato a stento al linciaggio da parte dei
superstiti delle bombe americane.
Che succeder se un soldato italiano sar
lapidato a Kabul? Si ripeteranno le gesta somale della Folgore?
Credo che la sera di Natale dobbiamo
essere in piazza. Per ribadire la richiesta ferma di ritiro del contingente
italiano e di ripudio della guerra in generale, di questa guerra in
particolare.
Dobbiamo esserci nel ricordo delle vittime. Le
vittime delle guerre e del terrore, le vittime della fame e dello scambio
ineguale, le vittime del razzismo, del proibizionismo e della tratta di esseri
umani. I profughi. I 37mila bambini che ogni giorno, anche nel giorno di
Natale, muoiono per fame.
Dobbiamo trovare il modo di comunicare un
doppio messaggio.
Che la morte e la sofferenza non hanno colore,
che ricordiamo tutte le vittime civili innocenti, siano palestinesi o
americani, irakeni o colombiani, israeliani o afghani o kurdi - compresi i
morti senza nome delle navi negriere come quella che s'inabiss proprio la
notte di Natale di cinque anni fa, compresi i morti nel rogo del Cpt di
Trapani, il 29 dicembre del '97. Compresi i morti nelle carceri in Turchia. E
le vittime della clandestinit e dell'esclusione, che il 22 dicembre
manifesteranno a Roma.
Ma dobbiamo trasmettere anche, nella scelta
dei luoghi, il messaggio che non siamo affatto equidistanti, che le
responsabilit sono precise, hanno un nome. La responsabilit della spirale di
tragedie che inaugura il secolo di quella globalizzazione che, per dirla con
Kissinger, "non che un modo per definire l'egemonia globale degli
Usa".
Dunque, per chi non se la sente di fingere
serenit in questo Natale di guerra interna ed esterna, la proposta che farei
questa:
UNA VEGLIA A ROMA LA NOTTE DI NATALE DAVANTI
ALL'AMBASCIATA USA IN VIA VENETO;
E CONTEMPORANEAMENTE NELLE ALTRE CITTA',
DAVANTI A LUOGHI ALTRETTANTO SIMBOLICI:
consolati americani, uffici di leva, basi e
installazioni militari, porti adriatici e jonici e frontiere dalmate su cui
s'infrangono le speranze dei profughi, centri di detenzione - e piazza Alimonda
a Genova...
UNA VEGLIA SENZA SLOGAN, MA CON FIORI E
CANDELE, CON FOTO E STRISCIONI E CARTELLI, CON NOMI E VOLTI. GRIDANDO IN
SILENZIO, CON LE IMMAGINI E I GESTI.
Come le donne di Plaza de Mayo o di piazza
Galatasaray. Con la stessa tranquilla dignit, con la stessa capacit di
rendere visibile il filo della memoria.
Se sapremo pubblicizzare quest'indicazione
citt per citt, potremmo essere migliaia. Perch sono tanti, credo, coloro che
condividono il disagio di una festa che assomiglia alle grottesche danze dei
morti di G.Grosz.
E se saremo migliaia, la cosa non potr
passare sotto silenzio da parte dei media. Sar lo snodo simbolico fra il
ciclo iniziato a Genova, l'opposizione alla guerra e, dopo le ferie, la
manifestazione antirazzista del 19 gennaio e Porto Alegre.
Chi raccoglie questa proposta, a Roma e
altrove?
(Dino Frisullo)