Date: 5:02 PM 1/1/02 +0100

From: senzaconfine

Subject: romigrantsocialforum- L'ALTRO CAPODANNO A ROMA

 

SENZACONFINE

 

Associazione di volontariato antirazzista e luogo d'incontro multicolore

 

Nuova sede in via di Monte Testaccio 23, 00154 Roma - Rif. provv. tel 06.57302933 - 339.6504639, fax 06.57305132 - E-mail <mailto:senzaconfine@hotmail.com>senzaconfine@hotmail.com, <mailto:senzaconfine@libero.it>senzaconfine@libero.it

 

 

 

COMUNICATO STAMPA

 

CAPODANNO CONTRO LA GUERRA E IL RAZZISMO

 

SOTTO LE FINESTRE DI BERLUSCONI

 

ED ORA, IL 19 GENNAIO IN PIAZZA CONTRO LA "LEGGE SEGREGAZIONISTA"

 

 

 

Nel non casuale disinteresse dei media televisivi, molte migliaia di persone hanno risposto nella notte di Capodanno all'appello di Senzaconfine e delle Donne in nero per un Capodanno alternativo in largo Chigi a Roma, davanti alla sede del governo, ed hanno danzato per ore al suono delle canzoni pacifiste bandite dalle radio negli Usa e di ritmi reggae offerti gratuitamente dal sound system del collettivo "Terre di Rispetto". A mezzanotte in punto un lungo silenzio ha ricordato le vittime delle guerre, del terrorismo ("anche quello degli stati e delle loro alleanze") e della repressione, compreso Carlo Giuliani a Genova.

 

All'iniziativa aderivano anche il Prc, i Cobas, Democrazia popolare, Azad, il Villaggio globale, al-Awda e diversi Forum sociali romani. Sotto la bandiera del "paese che non esiste", il Kurdistan, e in collegamento telefonico con l'on. Russo Spena e la delegazione italiana dall'altro paese negato, la Palestina, l'iniziativa ha espresso "il rifiuto dell'intervento italiano in una guerra mai dichiarata (Not in my name), e di una legge che una dichiarazione di guerra ai migranti e ai rifugiati".

 

Molti infatti gli immigrati richiamati dal concerto, fra coloro che avevano messo da parte rose e accendini per vendere ai romani in festa bottiglie di champagne a buon mercato. Ne mancavano tre: il 45enne Ayub Ali, padre di quattro figli, il 22enne Masud, padre di un figlio, e il 25enne Nayon, celibe ma con l'intera famiglia d'origine a carico: sono i tre bangladeshi in fin di vita al San Camillo e al Cto dopo il terribile incidente della Magliana, che rischiano la morte per quattro teste d'aglio vendute ai mercati di Ostia e Fiumicino per dar da vivere ai parenti in patria. Tutti clandestini da espellere, secondo il disegno di legge contro cui ( stato ribadito stanotte) decine di migliaia di persone manifesteranno a Roma da tutta Italia il 19 gennaio, raccogliendo l'appello di Dario Fo, dei vescovi Nogaro e Bettazzi, di don Ciotti, Bruno Trentin, Margherita Hack e molti altri.

 

(Dino Frisullo - 1. gennaio 2002)

 

 

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