Date: 2:58 PM 1/4/02 +0100
From: azad
Subject: NEWROZ 2002 n.1 - Speciale - Dati
sulla repressione in
NEWROZ 2002 - NUOVO GIORNO n. 1 del 4
gennaio 2002
News
from Kurdistan
Notiziario mail a cura dell'associazione Azad
- Redazione c/o Villaggio globale, Ex-mattatoio, Lungotev. Testaccio snc,
00154 Roma
Tel 06.5730.2933 - 339.6504639 - 333.3510598,
fax/segr. 06.5730.5132, E-mail
<mailto:ass.azad@libero.it>ass.azad@libero.it
Testo in formato HTML. No copyright -
Stampare, riprodurre, inoltrare, diffondere!
Traduzioni e redazione di questo numero a cura
di D.F. - Segnalare l'eventuale non gradimento di questi messaggi
Nota redazionale
Con questo numero speciale si riavvia il
bollettino mail "Newroz - Nuovo giorno", che dopo il rodaggio del
2001 nel nuovo anno acquister, gi da questa settimana, una rigida cadenza
bisettimanale (la domenica per le iniziative e le campagne, il luned mattina
per le notizie). Chiediamo quindi a tutte le associazioni ed i coordinamenti
locali di inviarci entro il sabato mattina notizie, appuntamenti, documenti
utili ed interventi. Ovviamente, chiediamo anche di ritrasmettere, riprodurre,
affiggere e far circolare i materiali che con fatica via via traduciamo,
raccogliamo e rielaboriamo.
Per quanto riguarda la rete di Azad,
informiamo che sono pronte le tessere del 2002 (molto belle, e molto utili sia
per sapere chi e quanti siamo, sia per l'autofinanziamento locale e nazionale),
e proponiamo alle/ai compagne/i di Azad e dei coordinamenti locali collegati
con noi un appuntamento nazionale per sabato 11 o domenica 12 gennaio, a
Firenze o a Bologna. Attendiamo risposte.
Intanto, buon anno a tutte/i! - che sia un
anno di pace e di giustizia...
SOMMARIO
LE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI IN TURCHIA NEL
2001 (Relazione e dati della conferenza stampa annuale dell'IHD di Istanbul,
31.12.2001): l'amaro giudizio sull'evoluzione del regime turco, da parte della
principale rete d'iniziativa per i diritti umani in Turchia, con il crudo
linguaggio delle cifre.
COMERT KAHRAMAN: CANTARE L'ESILIO, IL DOLORE,
LA SPERANZA KURDA (intervista al pi noto fra i cantautori militanti kurdi in
Europa, raccolta a Roma e pubblicata da "Liberazione" il 2.1.2002):
la riproponiamo in rete perch non solo la travagliata vicenda politica,
culturale ed umana di un artista, anche uno spaccato di storia kurda, in
patria e nella diaspora.
Conferenza stampa di fine d'anno sui diritti
umani - Istanbul, 31.12.2001
Relazione dell'avvocata Eren Keskin,
presidente della sezione di Istanbul dell'Associazione diritti umani (IHD), e
dati complessivi sulle violazioni dei diritti umani nel corso del 2001 in
Turchia.
"ALLE SOGLIE DEL 2002, DOBBIAMO ANCORA
RIVENDICARE IL DIRITTO ALLA VITA"
Nella nostra ultima conferenza stampa del
2001, purtroppo non possiamo registrare progressi riguardo alla garanzia dei
diritti umani.
Le piaghe amare lasciate, alla fine del 2000,
dal massacro del 19 dicembre di quell'anno nelle carceri, nel corso del 2001 si
sono ulteriormente aggravate. Nelle prigioni di tipo F (a celle d'isolamento,
Ndt) tuttora passa la tragica ronda della morte. Le forze dominanti rifiutano
qualunque passo in direzione del dialogo.
D'altra parte gli emendamenti della
Costituzione prodotta dal colpo di stato del 1980 restano sulla carta. Da un
lato il periodo di fermo di polizia viene ridotto a quattro giorni, dall'altra
per, grazie al decreto n. 430, i detenuti vengono prelevati "in via
straordinaria" dalle carceri e sottoposti a nuovi interrogatori di
polizia. Si continua ad applicare il metodo della differenziazione e della
discriminazione.
Gli studenti di madrelingua kurda che
rivendicano l'insegnamento nella loro lingua soffrono tortura e carcere e
vengono espulsi dalle scuole.
Proseguono anche le aggressioni ai difensori
dei diritti umani, attraverso la tecnica delle azioni "a lupo
solitario" (singole aggressioni armate, Ndt).
I Tribunali per la sicurezza dello Stato (DGM)
si confermano nelle loro funzioni ed emettono sentenze spietate. Le pene
capitali sono in aumento.
Le autorit statali puntano a recludere dietro
le sbarre non solo i prigionieri nelle carceri di tipo F, ma la vita di noi
tutti.
Mentre cresce l'impoverimento della
popolazione, le violazioni della libert di espressione e di organizzazione
proseguono oltre ogni limite.
I responsabili delle sezioni di Bingol e
Batman dell'Associazione diritti umani sono stati rimossi dai loro uffici.
Le forze dominanti, invece di puntare a una
pacificazione interna, si lanciano in nuove guerre al servizio delle potenze
mondiali.
Ecco, in questa situazione che affrontiamo
il nuovo anno.
Le cifre che seguono documentano a sufficienza
l'asprezza del nostro lavoro.
Eppure siamo decisi a cambiare. Noi, difensori
dei diritti umani, continueremo tenacemente a batterci per il diritto alla
vita, contro la repressione e le guerre, contro la morte e la violenza.
Chiamiamo tutta la societ civile a far valere i propri diritti.
IHD - Associazione diritti umani, Sezione di
Istanbul
DATI SULLE VIOLAZIONI DEI DIRITTI UMANI IN
TURCHIA NEL 2001
REPRESSIONE
Omicidi per mano ignota : 124
Bilancio di esplosione di mine: 16 morti, 21
feriti
Omicidi extragiudiziali e uccisioni per
mancato rispetto dell'ordine di fermarsi: 37
Morti in combattimento: 86
Operazioni rivolte contro la popolazione
civile: 42 morti, 68 feriti
Arrestati di cui non si hanno notizie, da
presumere "desaparecidos": 4
Casi di tortura o trattamenti inumani
conosciuti e/o denunciati: 832
Persone tratte in arresto (per motivi
politici, Ndt): 55.389
Persone incarcerate (per motivi politici,
Ndt): 3.224
Feriti in seguito a interventi contro
manifestazioni: 269
Morti e feriti in seguito ad attacchi delle
forze di sicurezza: 17 morti e 21 feriti
Persone obbligate con minacce a prestarsi a
collaborare: 44
Casi di lesioni fisiche in seguito ad assalti
(delle forze di sicurezza, Ndt): 129
Esiti di bombardamenti o incendi di centri
abitati: 64 localit, 11 morti, 21 feriti
Villaggi e centri abitati forzosamente
evacuati: 2
SISTEMA PENITENZIARIO
Persone ferite o violentate nel corso di
attacchi (delle forze di sicurezza, Ndt): 55
Detenuti ai quali stata negato o impedito un
trattamento terapeutico: 275
Persone morte in seguito a sciopero della
fame: 40
Detenuti morti per suicidio con il fuoco: 6
Detenuti morti in seguito a mancato
trattamento terapeutico: 2
Altri detenuti morti in seguito a presunto
suicidio: 7
VIOLAZIONI DEI DIRITTI DEL LAVORO
Licenziamenti illegittimi per motivi politici
o economici: 58.669
Lavoratori colpiti da trasferimenti,
sospensioni, allontanamenti, sanzioni amministrative: 1.944
Ricorsi giudiziari contro provvedimenti
illegittimi: 9.757
Incidenti sul lavoro: 45 morti, 41 feriti
VIOLAZIONI DELLA LIBERTA' DI PENSIERO,
ESPRESSIONE, ORGANIZZAZIONE ED OPINIONE
Chiusure di sedi associative e politiche,
centri culturali e organi di stampa: 114
Incursioni in sedi associative e politiche,
centri culturali e organi di stampa: 196
Organi di stampa sequestrati e/o vietati: 245
Iniziative o attivit vietate: 38
Funzionari pubblici rimossi o sottoposti a
divieti per motivi di opinione: 162
Pene richieste per reati di opinione: 1.921
casi, 3.758 anni e 2 mesi di prigione
Pene irrogate per reati di opinione: 66 casi,
132 anni e 6 mesi di prigione, pene pecuniarie per 42.500.000.000 lire turche
"Prigionieri di coscienza" detenuti
per reati di opinione: 93
Sospensione di trasmissioni radiotelevisive
(da 1 giorno a 180 giorni): complessivamente 94 mesi (2.836 giorni)
Spettacoli teatrali e film vietati: 6
Partiti politici messi al bando: 1 (Partito
della Virt)
Presidenti provinciali e distrettuali del
partito Hadep arrestati: 30
Presidenti provinciali e distrettuali del
partito Hadep incarcerati: 9
Dirigenti provinciali, distrettuali e
cittadini dell'Hadep arrestati: 182
Dirigenti provinciali, distrettuali e cittadini
dell'Hadep incarcerati: 93
Membri del partito Hadep arrestati: 1.303
Membri del partito Hadep incarcerati: 28
Dirigenti provinciali del partito Hadep
scomparsi: 2
Dirigenti provinciali del partito Hadep
aggrediti: 1
Dirigenti provinciali del partito Hadep
minacciati: 3
Sindaci eletti nelle liste dell'Hadep rimossi
dall'incarico: 2
Membri del partito Sip arrestati a causa delle
loro attivit: 50 circa
Membri e dirigenti del partito Emep arrestati
a causa delle loro attivit: 40
Inoltre:
aperto un procedimento penale in base
all'art.8 della Legge antiterrorismo contro il presidente del partito Odp
(Partito della Democrazia e della Pace), perquisita la sua sede provinciale di
Diyarbakir e impedito un convegno sulla Costituzione turca
un altro partito in procinto di essere
chiuso solo a causa della presenza nel suo nome del termine
"comunista"
ESULI E PROFUGHI
Secondo statistiche ufficiali solo nell'anno
2001 sono stati 12.800 i cittadini turchi costretti a riparare all'estero
(Trad. dal turco di Dino Frisullo)
COMERT KAHRAMAN
CANTARE L'ESILIO, IL DOLORE E LA SPERANZA
KURDA
Il sas, la leggiadra mandola a otto corde
appaiate dal lunghissimo manico, era strumento sacro per i kurdi di culto
alawita. Fra i ricordi pi vividi dell'infanzia di Comert Kahraman ci sono le
"sema", le danze rituali di uomini e donne avvinti al suono di volta
in volta struggente o travolgente del sas suonato dai pir o dai rehber
("anziani" e "guide", i sacerdoti della religione vietata)
nel segreto delle montagne, al riparo dalla polizia turca.
Per due ore cento profughi kurdi hanno
dimenticato le traversie dell'esodo e dell'asilo atteso o negato, i soprusi
delle ronde di polizia e il gelo notturno nelle brande allineate nel centro
Ararat di Roma. Quando tre settimane fa nella sala del Villaggio globale Comert
ha preso in mano il sas e l'ha fatto parlare, ridere e piangere e volare, cento
corpi si sono allacciati nelle stesse danze che da ottant'anni mimano la
resistenza e la solidariet.
Danzava anche il suo corpo massiccio da
montanaro, la grande barba nera, e danzava all'unisono con lo strumento la sua
voce profonda. Poi s' fatto umile accompagnatore ed ha messo la sordina al suo
sas, quando sul palco salito il decano di Ararat, il vecchio Abdurrahman quasi
cieco dietro le lenti spesse, ed ha intonato le lunghe nenie nate come lamenti
funebri e divenute denuncia accorata ("daye magri", non piangere
madre) della repressione nei villaggi distrutti dall'esercito. L'ha
ringraziato, alla fine, chiamandolo come chiamavano lui tutti gli altri:
mamost, maestro.
La grande tradizione della cultura orale kurda
rivive oggi nei menestrelli erranti della diaspora come Comert Kahraman, forse
il pi popolare fra i cantautori kurdi in Europa. "Ma io ho scritto solo
cinque o sei canzoni" si schermisce, "perch una canzone una cosa
seria, cresce con te come se allevassi un figlio. Per il resto, ho rielaborato
i canti popolari e di lotta in tutte le tre lingue kurde, il kirmanji, il
sorani e la mia lingua madre, lo zazaki. Sono tanti, non baster la mia vita
per raccoglierli. Le canzoni che ho scritto io parlano del Kurdistan ma anche
di Spartaco, di Ges, di Guevara Perch la nostra lotta la lotta di tutta
l'umanit".
Merita di essere raccontata la vita di Comert,
kurdo di Dersim: una citt che non si trova sulla carta geografica. Perch
quando nel '37 arriv l'esercito turco in quel paradiso di montagne, che aveva
resistito per secoli agli arabi e ai turchi e che da quindici anni si ostinava
a non riconoscere la repubblica di Mustafa Kemal, oltre a fare centomila morti
(quattrocento solo nel villaggio natale di Comert, compresi i suoi nonni e zii)
ed altrettanti profughi, il feroce ministro dell'Interno Celal Buyar cambi
anche il nome del capoluogo. Da allora si chiama Tunceli, in turco "Pugno
di ferro".
"Mia madre era della famiglia del grande
leader alawita Seit Riza, che nel '38 fu impiccato nella piazza di Elazig un
minuto dopo l'esecuzione di suo figlio. Ma quando torn dai monti dove a
migliaia rimasero nascosti per anni, dovette dimenticare il passato e imparare
il turco. A casa mia del massacro si parlava sottovoce, e a scuola maestri
zelanti venuti da fuori ci facevano cantare a squarciagola le marce militari.
L'unica alternativa erano i canti religiosi, e dicono che avessi una bella voce
nella scuola coranica che ho frequentato per sette anni. Poi venne il '68 e fra
noi giovani si diffuse la resistenza con la sinistra turca del Tip (Partito
turco del lavoro) e di Dev Genc (Giovent rivoluzionaria). Dalle universit si
passava alla lotta clandestina, ma tutti i nostri leader furono torturati e
massacrati. Fu allora che cominciai a suonare, fra una detenzione e l'altra,
mettendo in musica la poesia del grande Nazim Hikmet".
Il suo sas accompagn Comert anche nell'esilio
in Europa, dopo il colpo di stato dell'80 e la selvaggia repressione che gli
cost un anno di tortura ininterrotta nel carcere di Elazig. In Germania
divenne la voce del gruppo rivoluzionario turco Dev Yol. "Ma c'era una
scissione profonda fra la lingua e la storia della mia infanzia e la lingua e
la cultura politica turca in cui mi esprimevo. Furono i miei tre figli e
soprattutto mia moglie che, a costo di liti furibonde in famiglia, decisero
prima di me di riscoprire la loro identit kurda e di aderire al Pkk, allora
come oggi clandestino in Germania. E insieme alla lingua turca mia moglie
abbandon anche il velo che si era imposta e che le avevo imposto per
venticinque anni. Alla fine fui costretto anch'io a cambiare la mia cultura
feudale"
Feudale: l'insulto pi atroce che si possa
fare oggi a un kurdo militante. Significa passatista, collaborazionista,
reazionario, autoritario, maschilista Dal feudalismo si esce con la politica,
e da allora la famiglia di Comert, come migliaia di famiglie di esuli, diventa
una cellula politica. Lui ormai cantante professionista, in giro con
l'Accademia kurda dalla Grecia alla Russia alla Scandinavia, lei militante con
le donne, il figlio maggiore giornalista nel quotidiano Ozgur Politika
(Politica libera), poi guerrigliero sulle montagne kurde. E' nel '98 che Comert
incontra Abdullah Ocalan nella grande casa-scuola di partito nella valle della
Bekaa, ed l'anno che ha scavato di rughe il suo volto.
"Il clima era sereno, anche se tutti
sapevamo che la Turchia minacciava di muovere guerra alla Siria se non le fosse
stato consegnato Ocalan. Se ne and il giorno dopo, verso la Russia e poi
l'Italia. Fu quando tornai in Germania, con Apo ormai sequestrato e consegnato
ai turchi dopo tre mesi di passione, che seppi che il maggiore dei miei figli
era morto mesi prima in montagna e che il secondo si era ucciso col fuoco per
protesta il giorno prima in un bosco presso Duesseldorf. E che mia moglie era
ricercata dalla polizia tedesca. L'hanno arrestata otto mesi fa in una casa di
simpatizzanti del Pkk presso Bilefert, e da allora detenuta in isolamento
senza poter parlare con un giudice e senza conoscere il suo reato. Io e il suo
avvocato la incontriamo per mezz'ora ogni due settimane in presenza delle
guardie, non pu leggere libri, anche durante l'ora d'aria isolata dalle
detenute turche, e dopo l'attentato alle Twin Towers le stata vietata anche,
perch islamica, la socialit delle domeniche in chiesa".
Non solo in Turchia, anche in Germania duro
professarsi "kurdo del Pkk" e mettere in musica la lotta di un
popolo. La vita di Comert segnata da perquisizioni in piena notte, trenta
teste di cuoio mascherate che sfondano la porta armi in pugno e ammanettano
tutta la famiglia, incluso lui reduce da un intervento chirurgico, e poi
estenuanti interrogatori, pressioni e minacce per costringere l'unico figlio
rimasto a collaborare con la polizia contro i suoi genitori, lunghi sequestri
del passaporto, concerti vietati Ma Comert non s'arrende.
"Suono e canto da trent'anni, ma solo fra
qualche mese, per il prossimo Newroz di marzo, incider la prima cassetta. Non
ne ho avuto il tempo, o meglio non me l'ha dato il governo tedesco"
sorride, come per scusarsi. "Sai cos' che mi d speranza? Un tempo ad
ogni mio concerto c'era uno scontro con i Lupi grigi, invece ora, dopo la
nostra proposta di pace, sono sempre di pi i lavoratori turchi che vengono a
sentirmi e firmano le nostre petizioni. Quale guerra? non c' guerra, solo
terrorismo, dicevano un tempo. Ora dicono: basta con la guerra fra di noi. Ed
io canto per liberare anche loro".