Date: 12:33 AM 1/9/02 +0100
From: dino frisullo
Subject: "A qualsiasi prezzo" - e il
prezzo la vita di due rag
CAPODANNO DI MORTE IN ANATOLIA
Sperando che sia utile, e sentendo che
comunque doveroso, diffondo una versione pi ampia e documentata del mio
articolo che uscir domani (mercoled) su Liberazione, mentre si terranno i
funerali di Lele e Zeynel, lei di 26 anni, lui di 23, morti di fame, uccisi
dalla proterva ostinazione omicida del governo turco.
Scusatemi per l'intrusione, che proseguir
domani con l'invio del secondo numero del bollettino dell'associazione Azad
"Newroz 2002" con queste e molte altre notizie.
"I terroristi vanno uccisi", ha
sentenziato il giorno dell'Epifania Devlet Bahceli, leader del partito dei Lupi
grigi, rispondendo a una domanda sulla pena di morte nel corso di una
conferenza stampa a Bruxelles. Il capo di una formazione nata e cresciuta
sul narcoterrorismo, oggi vice primo ministro turco, era ospite d'onore al
congresso della Federazione turca in Europa.
Come lui, il ministro della Giustizia Sami
Turk non ha certo il difetto dell'ambiguit. Negli studi della CNN turca ha
respinto seccamente la proposta di mediazione avanzata dal presidente
dell'Ordine degli avvocati di Istanbul Yucel Sayman, e sostenuta
dall'Associazione diritti umani (Ihd) e dagli stessi detenuti, per porre fine
al tragico sciopero della fame avviato da quindici mesi contro le celle d'isolamento.
Nulla di rivoluzionario: l'ipotesi era solo di
tenere aperte durante il giorno le porte delle tre celle che si affacciano su
ogni corridoio nelle carceri "di tipo F", in modo da rendere ogni
braccio uno spazio comune per nove detenuti. Ma secondo Sami Turk questo
violerebbe l'articolo 16 della Legge antiterrorismo, proprio quella che il 13
dicembre il Parlamento europeo, collegandosi a una recente sentenza della Corte
di Strasburgo, ha chiesto alla Turchia di abrogare insieme agli articoli del Codice
penale che ancora tengono in prigione Leyla Zana ed i suoi tre colleghi
ex-deputati kurdi.
La legislazione antiterrorismo limita la
socialit dei detenuti politici alle sole attivit sportive e lavorative.
"I corridoi invece servono soltanto per il passaggio. Andremo avanti con
le nuove prigioni a qualunque prezzo", ha detto il ministro. E l'ultimo
dei prezzi pagati la vita di Lale Kolak, stroncata ieri nell'ospedale di
Izmit dal deperimento organico a 26 anni, dopo 222 giorni di digiuno nelle prigioni
di Umranye e Kartal. Lale, quarantacinquesima vittima della lunga lotta
dei detenuti della sinistra turca, aveva deciso di smettere lo sciopero della
fame, ma il suo corpo non ce l'ha fatta ugualmente. Invece il suo quasi
coetaneo Zeynel Karatas, morto il 6 gennaio nell'ospedale di Izmit, digiunava
dall'ottobre del 2000: prima per solidariet fuori dal carcere, poi nella
prigione di Tekirdag in cui proprio per questo era stato rinchiuso in quel
terribile dicembre.
L'anniversario del massacro di Natale del 2000,
quando la polizia fece irruzione in venti carceri massacrando 28 prigionieri,
stato celebrato a suon di manganelli dalla polizia di Istanbul, che il 19
dicembre ha arrestato venticinque persone che volevano deporre mazzi di fiori
all'ingresso del carcere di Bayrampasa a Istanbul. Ma per il vicecapo della
polizia della metropoli turca, Feysullah Arslan, i suoi sottoposti sono "i
pi genuini difensori dei diritti umani". Infatti nella stessa intervista,
pubblicata a tutta pagina dall'autorevole Turkish Daily News, Arslan annunciava
l'apertura di nuove inchieste a carico delle decine di migliaia di studenti che
nei giorni scorsi hanno coraggiosamente firmato una petizione per
l'insegnamento curricolare della lingua kurda.
Non a caso proprio il 19 dicembre
l'Organizzazione mondiale contro la tortura condannava la Turchia per la
tortura perdurante e per il massacro di un anno fa, sul quale chiedeva
un'indagine ampia ed imparziale, sottolineando che finora sono state
incriminate solo le vittime. Fra gli arrestati quel giorno c'era l'avvocata
Eren Keskin, presidente dell'Ihd di Istanbul, che appena rilasciata, il 31
dicembre, ha reso pubbliche le cifre delle violazioni dei diritti umani nel
2001. Due soli esempi: quasi mille le denunce di casi di tortura negli uffici
della polizia, oltre tremila in un anno i nuovi detenuti politici.
E l'Unione degli scrittori denuncia a sua
volta la censura: 44 libri sequestrati nel 2001 e 23 editori e 38 autori sotto
processo, da Pedro Almodovar e Noam Chomski fino ad Abdullah Ocalan, per la
pubblicazione della sua memoria difensiva. Fra lo stupore generale i tribunali
speciali "per la sicurezza dello Stato" hanno incriminato persino Ali
Nihat Ozcan, ricercatore del potente "think-tank" strategico-militare
Asam, ma reo di aver pubblicato un libro sulla storia del Pkk. E' stata
ritirata dalle librerie persino la prima enciclopedia turca "Kamus'ul
Alam", per avere incluso un capitolo sui kurdi.
Ma il regime non teme critiche in tempo di
guerra, mentre attende di ereditare dagli inglesi il comando del contingente
afghano e intanto, anticipando la prossima guerra degli Usa, invia
seicento uomini e blindati nella regione del Behdinan, nel Kurdistan irakeno.
Anzi: il ministro degli Esteri Cem ha chiesto al governo tedesco l'estradizione
di 155 "terroristi", in gran parte membri del Pkk.
Per ora il governo tedesco ha risposto che non
pu consegnarli a un paese in cui vige la pena capitale, e ogni anno le corti
aumentano il numero dei 57 condannati a morte in attesa dell'esecuzione.
Ma intanto in dicembre la corte di Duesseldorf ha condannato a tre anni di
carcere il dirigente del Pkk Mehmet Tanboga, reo di aver partecipato
all'occupazione del consolato greco nel '99 dopo il sequestro e la consegna al
governo turco di Abdullah Ocalan.
Ma questo non basta, e ieri nel vertice
europeo di Madrid il governo turco ha tuonato contro l'"intollerabile e
imperdonabile" decisione dell'Unione europea che, a differenza del
Dipartimento di Stato Usa, per ora non ha incluso nel suo elenco europeo delle
"organizzazioni terroriste" n il Pkk n il Dhkc-p, il partito cui
appartiene la maggioranza delle vittime dello sciopero della fame.
(Dino Frisullo - pubblicato in sintesi su
Liberazione il 9.1.02)