Date: 5:29 PM 1/27/02 +0100
From: azad
Subject: NEWROZ 2002 speciale 27.2.02 -
mozione dell'Arci, inter
In attesa del notiziario di gennaio
"Newroz 2002", che partir in rete luned mattina, diffondiamo due
testi utili:
- l'ordine del giorno sulla questione kurda
approvato dal Congresso nazionale dell'Arci appena concluso, che interviene sui
fatti pi recenti in Turchia (minaccia di scioglimento dell'Hadep, persecuzione
degli studenti firmatari della petizione per il pluralismo linguistico nelle
scuole...), propone il Nobel per la Pace per Leyla Zana e Akin Birdal e il
"Premio Sacharov per i diritti umani" ad Abdullah Ocalan, aderisce e
rilancia la campagna per una grande delegazione italiana in Kurdistan in
occasione del Newroz del 21 marzo prossimo. Il testo pu essere utile come base
di lavoro per i gruppi e coordinamenti d 'iniziativa locale, i Forum sociali
etc.;
- l'intervento, applauditissimo, svolto
dall'esule kurda Hevi Dilara dal palco della grande manifestazione antirazzista
del 19 gennaio, a nome dei kurdi e di tutti i popoli dell'esodo.
Il Congresso nazionale dell'Arci
esprime la pi ampia solidariet nei confronti
del partito Hadep, unica espressione legale in Turchia delle aspirazioni di
pace, convivenza e dignit della popolazione kurda, sottoposto a una
repressione durissima e minacciato di scioglimento da parte della Procura
generale dello stato turco, proprio mentre si parla di elezioni anticipate che
potrebbero sancire il superamento da parte dell'Hadep della soglia di
sbarramento e il suo ingresso nel parlamento turco;
chiede con forza che le autorit turche
accolgano le richieste di amnistia generale, di fine della tortura e
dell'isolamento carcerario, di revisione della legislazione antiterrorismo e
d'emergenza, di abolizione della pena di morte e di democratizzazione
dell'ordinamento costituzionale, venute nelle ultime settimane
dall'Organizzazione mondiale contro la tortura, dalla Corte per i diritti
umani, dal Consiglio d'Europa e dal Parlamento europeo;
avanza la candidatura al prossimo Nobel per la
Pace dell'ex presidente turco dell'Associazione diritti umani e vicepresidente
della Fdration internationale des Droits de l'Homme, Akin Birdal, e della
deputata kurda incarcerata Leyla Zana, gi cittadina onoraria di Roma, Palermo e
Genova; e propone ai parlamentari europei che per il premio Sacharov per i
diritti umani, attribuito in passato a Leyla Zana, si prenda in considerazione
la candidatura di Abdullah Ocalan, leader e perseguitato politico, riconosciuto
come rifugiato in Italia, e protagonista di una coerente proposta di pace e
dialogo dalla cella della morte di Imrali;
sostiene la strategia di resistenza civile per
una democrazia pluralista, imboccata unilateralmente da anni dal movimento
kurdo in Turchia, e in particolare la petizione per l'introduzione della lingua
kurda nelle scuole e nelle universit turche, sottoscritta da decine di
migliaia di insegnanti e studenti che stanno pagando per questo un prezzo
altissimo in termini di trasferimenti, espulsioni, processi ed arresti - e
propone che la storia, la lingua e la cultura kurda entrino anche nelle
universit italiane;
difende, nel momento in cui viene messo
pesantemente in discussione in molti paesi europei e negli Usa, il diritto alla
libera espressione ed organizzazione di tutti i partiti ed organizzazioni kurde
nella diaspora e nell'esilio, e il diritto dei profughi kurdi in Europa alla
protezione, all'asilo e al ritorno in patria in condizioni di libert e
dignit;
sostiene in particolare gli esperimenti
socioabitativi e d'iniziativa culturale autogestiti dai profughi e dagli esuli
kurdi a Roma, Milano, Venezia, Badolato, e la proposta che gli enti locali
offrano spazi e sostegno a queste "Case del popolo kurdo";
denuncia il rischio che di un'estensione
sempre incombente della guerra al teatro irakeno paghino ancora una volta un
prezzo durissimo la popolazione kurda e quella irakena, gi provate da un
decennio di embargo, bombardamenti e guerra endemica;
impegna le strutture dell'Arci a contribuire a
costruire una grande presenza di massa nelle regioni kurde il 21 marzo 2002 in
occasione delle celebrazioni del Newroz, il Capodanno kurdo, quando milioni di
persone rivendicheranno il diritto inalienabile alla pace, all'identit, alla
dignit e alla democrazia;
propone all'associazionismo e alle Ong, anche
in vista del Newroz, di costruire un tavolo di coordinamento stabile delle
missioni di osservatori e dei progetti e delle campagne di cooperazione e
solidariet con la popolazione kurda, con particolare riferimento al sostegno
alle famiglie dei prigionieri politici, ai bambini di strada, alle vittime di
tortura e violenza sessuale, ed ai profughi sia in Europa, sia nelle metropoli
turche e nel campo di Mahmura, nel Kurdistan irakeno.
INTERVENTO DI HEVI DILARA IN PIAZZA NAVONA
Io qui, in questo paese, sono straniera tre
volte.
Perch vengo da un altro mondo.
Perch vorrei ritornare nel mio mondo.
E perch nel mio mondo, nel paradiso che ho
lasciato, non posso tornarci. Perch il mio mondo, il mio paese, il Kurdistan,
non esiste.
Ma io qui, in questa piazza, sono vostra
sorella, vostra compagna, vostra concittadina.
Perch questa la piazza della libert.
In questa piazza non ci sono le frontiere che
hanno smembrato da ottant'anni il mio popolo.
Non ci sono le frontiere sulle quali, nei mari
e sulle strade, tanti kurdi hanno lasciato al vita mentre cercavano una vita
nuova.
In questa piazza non ho bisogno di mostrare il
mio certificato di rifugiata politica, perch nessuno chieder a nessuno il
passaporto o il permesso di soggiorno.
Da questa piazza io non dovrei avere nulla da
chiedere al governo italiano, ai governi europei.
Non dovrei chiedere asilo, perch l'asilo per
un perseguitato un diritto.
Non dovrei chiedere pace, perch la pace sta
scritta nella vostra Costituzione.
Non dovrei chiedere il mio diritto alla
dignit, all'identit, all'autodeterminazione, al ritorno, perch anche questo
sta scritto fra i diritti fondamentali di tutti gli esseri umani e di tutti i
popoli.
Ma tutti questi diritti mi sono negati, ed ora
si vuole cancellare anche il diritto costituzionale di asilo.
Quel diritto che stato riconosciuto anche al
nostro Presidente dai giudici italiani, ma troppo tardi, quando era gi nella
cella della morte.
Quel diritto che spetta non solo ai kurdi, ma
a tutti coloro che fuggono da guerre combattute con armi occidentali, da terre
cosparse di mine occidentali, dai bombardamenti di aerei che spesso portano le
vostre bandiere.
Allora a voi che chiedo di riconoscere e
affermare i miei diritti, i diritti di un intero popolo negato.
E' a voi, ad un popolo che ha conosciuto la
Resistenza, che guarda un popolo che ha conosciuto la Resistenza armata ed ora
ha scelto la strada, forse pi aspra e difficile, della Resistenza pacifica e
civile.
E' a voi che guardano le migliaia di giovani e
di studenti che hanno deciso di affrontare la prigione e spesso la tortura, per
affermare in faccia alla polizia e al mondo: "Io sono kurdo, questa la
mia lingua e la mia identit, che voglio far convivere in pari dignit con
tutte le altre lingue ed identit del mondo".
E' voi che aspettano i milioni di kurdi che
gi si preparano alla grande mobilitazione del Newroz, il nostro Capodanno,
primavera di pace e di libert.
E' a voi che chiedo: io sono una terrorista,
come mi definisce il governo che pretende di rappresentarmi?
E' terrorista il partito in nome del quale
migliaia di uomini e donne sedettero per settimane in sciopero della fame, in
un gelido inverno di tre anni fa, in una piazza di Roma che dovrebbe gi
chiamarsi piazza Kurdistan?
Affido a voi tutti e tutte il mio futuro, il
nostro futuro comune di donne e uomini liberi e uguali.
Hevi Dilara, rifugiata politica kurda in
Italia