Date: 4:12 PM 2/12/02 +0100

From: senzaconfine

Subject: Forum Migranti a Brescia 9/2/02: mozione conclusiva, ap

 

Sabato 9 febbraio, al centro sociale Magazzino 47 di Brescia, si tenuta lassemblea nazionale indetta dal "Gruppo Immigrazione" dei Social Forum. Oltre centocinquanta persone, in rappresentanza dei forum sociali e di realt di movimento provenienti da undici regioni e da una trentina di citt, hanno discusso sulle nuove iniziative di mobilitazione contro il disegno di legge Bossi - Fini, e pi in generale sulle prospettive future per il movimento antirazzista.

 

Lassemblea ha anche salutato il ritorno a Brescia di Bouchaib, loperaio marocchino che era stato espulso dallItalia dopo la sua partecipazione alle manifestazioni di Genova contro il G8, e per il quale il movimento antirazzista si mobilitato promuovendo appelli, interrogazioni parlamentari, e aprendo la manifestazione del 19 a Roma con uno striscione che ne richiedeva limmediato ritorno.

 

Di seguito si riporta il testo del documento approvato dallassemblea.

 

MOZIONE CONCLUSIVA DELLASSEMBLEA DEL GRUPPO IMMIGRAZIONE DEI FORUM SOCIALI

 

Dopo il grande successo della manifestazione nazionale del 19 gennaio a Roma, e dopo liniziativa di smantellamento del c.p.t. di via Mattei a Bologna, ravvisiamo la necessit di dare continuit alla mobilitazione contro il disegno di legge Bossi - Fini, e per laffermazione dei diritti degli uomini e delle donne migranti.

 

Se la manifestazione del 19 gennaio ha infatti conseguito un risultato importantissimo in termini di capacit del movimento di costruire dal basso una grande scadenza e di dare visibilit e voce ai migranti e alle loro rivendicazioni, vero anche che il governo dimostra di voler procedere nellapprovazione della legge senza alcun possibile ripensamento, e anzi mostrando coi fatti di praticare una politica dellimmigrazione fondata soltanto sulla repressione e sulla compressione dei diritti degli immigrati.

 

Da un lato, infatti, stata imposta unaccelerazione delliter di approvazione del disegno di legge, prevedendo tempi rapidissimi per la discussione del testo al senato, un testo gi pessimo al quale sono stati apportati emendamenti perfino peggiorativi (emblematico il ricorso della marina militare per bloccare gli sbarchi di immigrati), e accompagnato dalla farsa della regolarizzazione limitata a lavoratrici e lavoratori domestici.

 

Daltro lato, poi, assistiamo a un inasprimento dellattivit di repressione delle questure che, evidentemente rispondendo a sollecitazioni provenienti dal ministero dellinterno, stanno generalizzando comportamenti che anticipano lapplicazione delle parti peggiori del disegno di legge. Nellultimo periodo sono diventati pressoch quotidiani i rastrellamenti di immigrati, le espulsioni immediate, le segregazioni nei centri di detenzione, la "clandestinizzazione" dei migranti regolari, ottenuta rifiutando loro il rinnovo del permesso di soggiorno; tutto ci mentre alcune regioni negano ai migranti senza permesso di soggiorno, in violazione della normativa vigente, laccesso alle strutture sanitarie, e quindi il diritto alla salute.

 

Crediamo quindi che sia necessario rispondere alla politica del governo sullimmigrazione con iniziative di lotta articolate, che uniscano la mobilitazione sul territorio, legata alle specificit locali e praticata insieme alle comunit organizzate di immigrati, a un pi ampio livello di intervento, che sia momento di sintesi e unificazione del quadro nazionale.

 

Proponiamo quindi le seguenti iniziative di lotta:

 

la giornata di mobilitazione sociale del 15 febbraio, con lo sciopero generale del sindacalismo di base, dovr essere caratterizzata dalla presenza massiccia e visibile degli immigrati, a saldare la lotta di tutti i lavoratori, italiani e immigrati, e a sottolineare la stretta relazione tra il disegno di legge Bossi Fini e le politiche governative contro i diritti dei lavoratori (libro bianco di Maroni, attacco allart. 18 dello statuto dei lavoraori, alla previdenza, ecc.)

 

in occasione della discussione del disegno di legge sullimmigrazione al senato, organizzeremo sit in e manifestazioni di protesta davanti al Parlamento nei giorni 12, 13 e 14 febbraio. Il 19 febbraio, giorno in cui inizier la discussione in aula, alliniziativa davanti al Parlamento a Roma accompagneremo momenti di mobilitazione davanti alle prefetture delle diverse citt.

 

il 23 e 24 febbraio saranno giornate di mobilitazione nazionale, realizzata attraverso iniziative di lotta diffusa sul territorio. Nelle citt promuoveremo manifestazioni e una molteplicit di iniziative di lotta, di boicottaggio, di disobbedienza, legate alle specificit e peculiarit delle diverse realt. La libert di circolazione, il lavoro regolare e non, i centri di detenzione, i diritti negati (allasilo, alla casa, alla salute) sono alcuni dei possibili ambiti di intervento, che ricompongano in una cornice comune il senso di una mobilitazione generale e diffusa contro i diversi aspetti della legge razzista del governo.

 

Intendiamo poi valutare se sia praticabile un percorso che conduca a unaltra grande scadenza nazionale, dopo quella del 19 gennaio a Roma. Le notizie ancora non ufficiali di una manifestazione contro la legge Bossi - Fini, che i sindacati confederali vorrebbero organizzare a marzo in una citt del nord, andranno verificate, insieme con la possibilit di praticare meccanismi di co-promozione, sulla base di una piattaforma di rivendicazioni chiara e irrinunciabile. Consideriamo infatti positivamente tutte le iniziative di lotta, mirate a contrastare il disegno di legge governativo sullimmigrazione, a condizione che siano in grado di riproporre lampiezza di forze che hanno contribuito a rendere grande la manifestazione del 19 gennaio a Roma. Abbiamo quindi dato mandato a una delegazione di richiedere un incontro ai sindacati confederali, per verificare la praticabilit di questo percorso, e quindi la possibilit di giungere a unaltra grande manifestazione nazionale, che sia espressione della vasta opposizione sociale alla politica governativa sullimmigrazione.

 

Abbiamo poi assunto come momenti del nostro percorso di mobilitazione:

 

la manifestazione nazionale sulla Palestina, indetta per il prossimo 9 marzo a Roma, per dire basta alloccupazione israeliana, alla prigionia di Arafat, alle violazioni dei diritti umani fondamentali e delle risoluzioni dellO.N.U.;

 

la manifestazione del prossimo 24 marzo a Roma, in occasione del quinto anniversario del naufragio della Kater i Radesh, la nave speronata e affondata, con oltre centoventi migranti a bordo, da una nave della marina militare davanti al porto di Otranto; la manifestazione assume un forte valore simbolico, nel momento in cui il governo decide di generalizzare luso di mezzi militari nel controllo e nel respingimento dellimmigrazione clandestina.

 

Nel corso dellassemblea, diversi interventi hanno evidenziato come anche le politiche sullimmigrazione possano ormai essere comprese, e di conseguenza contrastate, solo in una dimensione che travalica quella nazionale. E ormai a livello europeo che si dettano le linee guida cui si attengono poi le legislazioni nazionali, a partire dal trattato di Schengen in poi. Ed ormai politica comune degli stati dellUnione Europea, siano essi governati dal centro - destra o dal centro - sinistra, quella della negazione della libera circolazione delle persone, che porta poi a generalizzare listituzione di quei luoghi di segregazione, che sono i centri di detenzione amministrativa. Anche le azioni di contrasto e di opposizione alle politiche proibizioniste sullimmigrazione, quindi, andranno nel futuro pensate in una dimensione europea; per questo proporremo, alla prossima assemblea nazionale dei Social Forum, che in occasione del primo Forum europeo, che si terr in autunno in Italia, la questione dei diritti dei migranti e della libera circolazione delle persone venga posta come centrale nellagenda dei lavori.

 

Molti interventi hanno poi sottolineato come il processo di autorganizzazione dei migranti, pur con i diversi livelli di maturazione raggiunti nelle differenti realt, renda sempre pi attuale linizio di un dibattito sullipotesi di uno sciopero degli immigrati, che sia capace di comunicare in modo forte la correlazione tra le lotte per i diritti in quanto migranti con quelle per i diritti di tutti i lavoratori, e nello stesso tempo linserimento a pieno titolo dei migranti come soggetti attivi nel contesto socio - economico del paese, anche come elementi portatori di rivendicazioni e di conflitto. Si ripetuto pi volte che il disegno di legge Bossi - Fini sullimmigrazione, che rende il migrante mera manodopera deprivata di diritti, strettamente collegato alle politiche governative di attacco ai diritti dei lavoratori: da qui lipotesi della costruzione di un percorso che, partendo da un monitoraggio sui luoghi di lavoro nelle diverse realt, verifichi la praticabilit di uno sciopero che veda protagonisti i lavoratori immigrati.

 

Infine, abbiamo iniziato a discutere delle modalit attraverso le quali proseguire nel tempo le iniziative di lotta e di intervento contro le politiche sullimmigrazione e le loro ricadute nella vita quotidiana dei migranti. E stata approvata listituzione di un Osservatorio sulla discriminazione e il razzismo, che consenta in tempo reale il monitoraggio, la denuncia e lintervento di fronte agli abusi che quotidianamente vengono perpetrati ai danni dei migranti.

 

E inoltre stata avanzata la proposta di un intervento nei confronti degli enti locali, che promuovono politiche di rifiuto dellaccoglienza e della promozione dei diritti sociali dei migranti, cercando di incidere e sollevare contraddizioni soprattutto laddove al governo delle citt, province e regioni vi sono forze politiche non programmaticamente schierate su posizioni xenofobe e razziste.

 

Per continuare la discussione, ci incontreremo nuovamente il 2 e 3 marzo, in occasione della prossima assemblea nazionale dei Social Forum.

 

 

"DIRITTO AL FUTURO":

 

APPELLO PER UNA MOBILITAZIONE PERMANENTE

CONTRO LA DISCRIMINAZIONE E LA SEGREGAZIONE

 

 

I Forum Sociali italiani, parte integrante e attiva della grande mobilitazione del 19 gennaio a Roma, chiamano tutti i soggetti che lhanno condivisa ad una mobilitazione immediata e capillare non solo contro il ddl Berlusconi-Bossi-Fini, ma contro le pratiche repressive e le restrizioni nellaccesso al soggiorno e ai diritti sociali che ormai in molte citt ne stanno anticipando lattuazione, usando e forzando gli spazi gi offerti dalla legge 40.

 

Mentre restano bloccate centinaia di migliaia di pratiche di rilascio e rinnovo del permesso e della carta di soggiorno, con il rischio di produrre altrettanti ritorni alla clandestinit, gli apparati di polizia vanno moltiplicando le operazioni di rastrellamento nei pressi delle frontiere e soprattutto nelle case e nelle strade dei quartieri pi popolati dagli immigrati, nonch nei campi nomadi.

Le deportazioni, gli internamenti e le espulsioni che ne derivano, insieme a un uso abnorme del reato di favoreggiamento dellimmigrazione clandestina, puntano di diffondere quel clima di terrore, segregazione e divisione fra lavoratori e fra cittadini, che il vero obbiettivo del ddl Berlusconi-Bossi-Fini.

 

Siamo dunque di fronte ad una reazione politica: al tentativo di ribaltare nella societ la tensione positiva e unitaria sui diritti di cittadinanza, creata dalla manifestazione del 19 gennaio e dal ciclo di lotte che lha preceduta.

Nello stesso tempo in molte citt vengono pericolosamente rimessi in discussione spazi, servizi e diritti acquisiti sul terreno del diritto e dellaccesso universalistico allistruzione, allassistenza sanitaria, alle abitazioni e allaccoglienza.

 

Noi non possiamo accettare che nelle nostre citt si moltiplichino e si diffondano, con il terrore, i segnali ed i luoghi fisici e simbolici della segregazione.

Chiediamo che si moltiplichino le mobilitazioni e le vertenze locali sui diritti minacciati o negati. Invitiamo i giuristi, gli avvocati, i giornalisti, i medici, i parlamentari e tutti gli operatori democratici ad aiutarci a denunciare e contrastare ogni violazione della legalit e dei diritti umani, i quali per noi prevalgono anche sulla legalit formale.

Questa attivit di denuncia e tutela va coordinata dando una forte voce nazionale e collegamenti europei ad un Osservatorio contro la discriminazione e il razzismo.

Proponiamo inoltre di creare in ogni citt reti e comitati contro le espulsioni e le deportazioni, e di moltiplicare le vertenze contro la detenzione amministrativa di esseri umani incolpevoli nei centri in cui ora si vorrebbe recludere anche i profughi e i richiedenti asilo, anche facendo ricorso a forme di obiezione e di disubbidienza civile.

 

Per noi tutte e tutti, nei luoghi del nostro movimento, non esistono immigrati clandestini e non, ma persone, portatrici di diritti universali che vanno garantiti da parte di tutti gli enti locali ed i servizi pubblici.

Richiamiamo comunque, anche a fronte di proposte parziali e strumentali da parte del governo, lesigenza di una uscita generale e incondizionata dalla clandestinit per tutti i lavoratori immigrati presenti, anche per arginare luso e gli effetti perversi della clandestinit nel mercato del lavoro e nelle relazioni sindacali.

Proponiamo di moltiplicare in ogni citt gli incontri e le assemblee fra lavoratori italiani e stranieri, regolari e irregolari, per far emergere il filo della solidariet di classe contro ogni divisione, e per porre le basi per una vertenza generale del lavoro migrante.

 

Chiediamo infine a tutti coloro che hanno aderito alla manifestazione del 19 gennaio di coglierne il valore non solo di opposizione ad un progetto regressivo, ma di riproposizione di una griglia di diritti civili, dal voto e dalla cittadinanza, allasilo e alla protezione dei profughi di guerra, alla tutela da ogni discriminazione. Questi diritti vanno riproposti a livello parlamentare, ma soprattutto vanno praticati nelle forme possibili in ogni citt e territorio, per contrastare e invertire un clima e un senso comune inaccettabile di rimozione e progressivo imbarbarimento.

 

LAssemblea nazionale dei Forum sociali sullimmigrazione

Brescia, 9 febbraio 2002

 

 

APPELLO DEI SOCIAL FORUM AI PARLAMENTARI

 

PER L'OSTRUZIONISMO CONTRO IL DISEGNO DI LEGGE

 

DEL GOVERNO SULL'IMMIGRAZIONE

 

 

 

Dopo la grande manifestazione di sabato 19 gennaio, l'opposizione sociale al disegno di legge del governo sull'immigrazione deve saldarsi con l'opposizione istituzionale, la quale deve cogliere a sua volta il segnale politico trasmesso dalle oltre centomila persone presenti a Roma. Questo segnale preciso. Il disegno di legge governativo non emendabile, per l'impronta repressiva che lo caratterizza nel suo complesso.

 

Esso costituisce un attacco ai diritti di tutti i migranti, e dunque ai diritti di tutti ed all'idea stessa di uguaglianza del diritto; favorisce la clandestinit e combatte i clandestini, anzich agevolare la presenza regolare e contrastare la clandestinit; subordina le politiche dell'immigrazione e persino della cooperazione internazionale agli accordi intergovernativi di controllo e rimpatrio; considera i migranti come manodopera da sfruttare e di cui liberarsi quando non sia pi necessaria alle esigenze della produzione; rende pi precario lo status giuridico e l'accesso ai diritti sociali per tutti i cittadini stranieri, anche i pi stabili e "regolari"; non assicura il diritto d'asilo n la protezione delle vittime di guerre ed esodi forzati, ma anzi prevede la segregazione dei richiedenti asilo; rafforza l'apparato repressivo, moltiplicando i centri di detenzione e raddoppiandovi il periodo di permanenza, abrogando di fatto il diritto al ricorso contro i provvedimenti di espulsione, prevedendo nuove ipotesi di reato per i migranti irregolari e l'espulsione automatica per i microreati da vendita ambulante

 

E' l'impianto complessivo del disegno di legge che va respinto totalmente, perch contrario a princpi fondamentali e costituzionali di civilt giuridica e di uguaglianza nel lavoro. Neppure obbiettivi sacrosanti, come una possibile e necessaria regolarizzazione ampia e incondizionata dei migranti senza permesso di soggiorno, possono essere barattati con un atteggiamento di disponibilit a condividere il disegno di legge, magari depurato di alcune delle sue disposizioni peggiori.

 

Al contrario, proprio la denuncia forte e coerente della sua natura discriminatoria e segregazionista da parte di una grande mobilitazione sociale ha fatto emergere le prime crepe nello schieramento governativo, mentre il governo conferma la linea della pi cinica intransigenza con la decisione sul contrasto militare degli esodi per mare.

 

Per questo facciamo appello a tutti i parlamentari delle forze politiche che hanno aderito alla manifestazione del 19 gennaio, affinch si impegnino a contrastare in tutte le forme possibili, ostruzionismo incluso, l'iter di discussione della legge, senza alcuna concessione al governo.

 

Chiediamo agli stessi parlamentari di dare voce e rilievo istituzionale alla denuncia e all'opposizione sociale rispetto alle pratiche repressive e discriminatorie che gi oggi anticipano nelle citt e alle frontiere gli esiti della legge futura, con i rastrellamenti e le deportazioni collettive, con la messa in mora di centinaia di migliaia di pratiche di rilascio o rinnovo del permesso di soggiorno e con la negazione pratica del diritto d'asilo.

 

Chiediamo infine ai parlamentari e alle forze politiche che hanno aderito alla manifestazione del 19 gennaio di raccoglierne non solo l'indicazione di netta opposizione al nuovo testo di legge, ma la tensione verso un rilancio di obiettivi e proposte legislative sui diritti civili, dal diritto di voto alla riforma dell'accesso alla cittadinanza, dal rifiuto della segregazione e dei suoi luoghi e modi incostituzionali, alla garanzia del diritto costituzionale di asilo.

 

 

 

 

 

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