Date: 1:48 PM 2/13/02 +0100
From: dino frisullo
Subject: romigrantsocialforum- Allarme sul
diritto di asilo dei
LETTERA APERTA
Alla cortese attenzione del Delegato
Unhcr-Acnur in Italia e della Delegazione Onu in Italia
e, per conoscenza, dei responsabili di:
- Cir, Ics, Centro Astalli, Casa dei diritti
sociali - Focus, Fcei-Srm, Lega diritti dei popoli, Amnesty Int., Medici contro
la tortura, Pax Christi, Migrantes, Asgi
- Osservatorio pugliese sui profughi ed altre
organizzazioni pugliesi di tutela
- Piano nazionale asilo
- Divisione profughi del ministero
dell'Interno
- Osservatorio contro la discriminazione e il
razzismo dei Forum Sociali e Migrants' Social Forum
- Sedi locali di Azad
Cari amici,
ieri la Commissione centrale per il
riconoscimento dello status di rifugiato si trasferita in Puglia per le
audizioni relative alle centinaia di richiedenti asilo sbarcati a Gallipoli ed
attualmente ospitati, per quanto sappiamo, nei locali del Centro Orizzonte.
Siamo molto preoccupati per i motivi che
andiamo ad esporvi, e vorremmo sapere se la nostra preoccupazione condivisa.
1. Subito dopo lo sbarco, il sottosegretario
all'Interno Mantovano afferm il 31 gennaio alla Camera che "esaurita la
fase della prima accoglienza (...) tutti coloro che non hanno titolo a vedersi
riconosciuto lo status di rifugiati saranno espulsi e riaccompagnati nel paese
d'origine". Il giorno dopo il presidente del Consiglio Berlusconi
convocava alla Farnesina l'ambasciatore turco Utkan per auspicare, trovando su
questo il pieno accordo dell'ambasciatore, "un accordo di riammissione in
Turchia delle persone illegalmente provenienti dal quel paese". Ora, il
primo non pu ignorare che il rimpatrio coatto dei richiedenti asilo non
riconosciuti non pu essere deciso in via generale dal governo, ma pu essere
disposto caso per caso, dietro verifica della situazione personale e di quella
del paese di origine, nel rispetto di tutte le garanzie (ivi compreso il
ricorso alla magistratura ordinaria e amministrativa) e comunque del divieto di
"refoulement" in paesi in cui si rischino persecuzioni (Turchia e
Iraq, ad esempio). Il secondo non pu non sapere che il motivo per cui gli
accordi con la Turchia non sono giunti finora a prevedere la riammissione
coatta sta proprio negli scarsi standard di quel paese in materia di diritti
umani. Non sappiamo di reazioni a queste dichiarazioni da parte dell'Acnur e
degli altri enti di tutela.
2. Sta di fatto che ai quasi cinquecento
cittadini stranieri sbarcati dalla nave turca Engin stato riservato un
trattamento inusuale. A tutti stato chiesto se volevano fermarsi e chiedere
asilo in Italia, senza spiegare (e senza la presenza di alcuno che spiegasse)
le conseguenze giuridiche della loro scelta. A coloro che hanno risposto di no
(in molti casi non perch non avessero necessit di asilo, ma perch speravano,
per ignoranza delle norme, di poterlo chiedere altrove in Europa) stata
immediatamente notificata l'intimazione a lasciare il territorio nazionale.
Viceversa, a coloro che hanno risposto di s non stato dato, fino ad oggi,
alcun permesso di soggiorno provvisorio, come accade di solito. Gli uni e gli
altri sono stati trattenuti sotto stretta sorveglianza, evidentemente in attesa
dell'arrivo della Commissione centrale. Sono stati adottati anche criteri non
precisamente corretti: ad esempio ci risulta che un cittadino turco, figlio di
un genitore turco e uno kurdo, si visto negare la possibilit di chiedere
asilo solo perch turcofono e non kurdofono (anche posto che prevalesse la sua
identit turca, cosa che non pu essere definita solo in base all'idioma, dove
sta scritto che un turco non possa chiedere asilo in Italia?).
3. Ora arriva la Commissione. Non qui in
questione la seriet professionale dei suoi membri, ma le circostanze in cui si
troveranno ad operare nella trasferta pugliese. Esiste un precedente, come
sapete: nella scorsa estate la Commissione si trasfer in Puglia per
l'audizione dei reduci da un altro grande sbarco. Quei profughi ci hanno
riferito di colloqui non superiori a cinque-dieci minuti a testa
(necessariamente sommari per l'impossibilit di raccogliere in pochi giorni
idee, memorie e prove delle persecuzioni subite) su sei o sette tavoli operanti
contemporaneamente, e quindi con la fisica impossibilit del rappresentante
Acnur di seguirli tutti... L'esito fu il rigetto di una parte non irrilevante
delle istanze. Gli interessati furono trasferiti nel Cpt "Regina
Pacis" di San Foca, da dove dodici di loro furono poi prelevati dalla
polizia, nonostante avessero presentato ricorso, e rimpatriati in Turchia via
Malpensa. E' noto che uno dei dodici poi rientrato fortunosamente in
Italia ed ha ottenuto un riesame della sua posizione, poich portava ancora i
segni delle torture subite all'arrivo. Pochi sanno invece che una delegazione
di giuristi italiani, recatasi in seguito a Istanbul per altre ragioni, ha
saputo dai legali turchi che un altro dei dodici in carcere e vi rester a
lungo, essendo stato precedentemente condannato per reati politici. Tutti gli
altri erano stati comunque detenuti e spesso maltrattati all'arrivo, e poi
liberati solo dietro il pagamento di una forte penale da parte delle loro
famiglie. Questo corrisponde del resto a quanto verificato da una missione
della tedesca Pro Asyl, in seguito alla quale lo scorso anno diverse Corti
tedesche e lo stesso governo dovettero rivedere, rispettivamente, molte
decisioni prese e l'orientamento generale al rimpatrio in Turchia dei rifugiati
non riconosciuti.
4. Tutto sembra convergere ora verso una
ripetizione su pi vasta scala della procedura sommaria di audizione e
dell'altrettanto sommario rimpatrio, quantomeno dei kurdi di origine turca, se
non anche (in caso di un accordo di riammissione con la Turchia che lo preveda)
dei kurdi di origine irakena, per i quali un rimpatrio diretto non pu darsi
per ragioni logistiche. Forse siamo pessimisti, ma preferiamo sbagliare per
eccesso di prudenza che per eccesso di fiducia.
5. Fra l'altro, da alcuni mesi la Commissione
si orientata (forse anche per un problema di aggravio di lavoro in sede di
rinnovo) a non associare, come avvenicva un tempo per quasi tutti i kurdi, la
richiesta di protezione "umanitaria" al rigetto dell'istanza di
asilo. Questo orientamento, insieme al moltiplicarsi dei rigetti spesso non
motivati se non attraverso formule riprodotte in fotocopia, sta producendo una
situazione drammatica: solo il nostro sportello ha registrato a Roma una
ventina di casi di rifugiati kurdo-turchi non riconosciuti, di fatto
clandestini. Circa un mese fa alcuni di loro hanno effettuato uno sciopero
della fame, chiedendo un riesame (anche in base a nuove prove delle
persecuzioni subite), per il quale sembra che non ci sia molta disponibilit da
parte della Commissione.
Chiediamo all'Acnur e agli altri enti in
indirizzo un incontro urgente, e chiediamo comunque a tutti gli interessati di
vigilare e prendere posizione affinch non si realizzino violazioni delle
garanzie previste dalla legislazione e dalle convenzioni internazionali, sia in
fase di audizione, sia (soprattutto) a valle delle decisioni della Commissione.
Con i migliori saluti,
Dino Frisullo, portavoce nazionale, e Simona
Forconi, responsabile Servizio asilo politico,
dell'associazione AZAD (06.57302933, fax
06.57305132, cell. 339.6504639 - 328.3629214, E-mail
<mailto:ass.azad@libero.it>ass.azad@libero.it )
Roma, 13.2.2002
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