Date: 6:16 PM 2/17/02 +0100
From: azad
Subject: romigrantsocialforum- APPELLO ALLA
MOBILITAZIONE CONTRO
ATTENZIONE
MARTEDI' 19, IN OCCASIONE DELL'ARRIVO
NELL'AULA DEL SENATO DEL DDL RAZZISTA BOSSI-FINI, PRESIDIO A ROMA DAVANTI AL
SENATO DALLE 16 ALLE 21. IL PRESIDIO PROSEGUIRA', SE NECESSARIO, ANCHE NEI
GIORNI SUCCESSIVI.
COME DECISO A BRESCIA, SI INVITANO TUTTE LE
CITTA' A INVIARE DELEGAZIONI A ROMA E/O AD ORGANIZZARE MANIFESTAZIONI DAVANTI
ALLE PREFETTURE NELLO STESSO GIORNO DI MARTEDI' 19 FEBBRAIO.
AL RIFIUTO DELLA LEGGE RAZZISTA SI UNISCE LA
PROTESTA CONTRO L'IMMINENTE DEPORTAZIONE IN TURCHIA, DA LECCE, DI OLTRE CENTO
PROFUGHI KURDI.
COMUNICATO
IL GOVERNO CELEBRA IL TERZO ANNIVERSARIO DEL
SEQUESTRO DEL PRESIDENTE OCALAN
CERCANDO DI DEPORTARE OLTRE CENTO PROFUGHI
NELL'INFERNO TURCO!
Circa cento profughi kurdi, fra cui diverse
famiglie e una trentina di bambini, sbarcati a Gallipoli il 31 gebnnaio scorso,
sono stati trasferiti ieri dal centro di accoglienza L'Orizzonte di Melendugno,
dove erano stati trattenuti illegalmente per due settimane, al centro di
detenzione "Regina Pacis" di San Foca di Lecce, dove sono ora reclusi
altrettanto illegalmente in attesa della notifica dell'esito negativo della
loro richiesta di asilo politico.
Nel pomeriggio di oggi davanti ai cancelli del
centro l'associazione Azad, l'Osservatorio profughi di Bari, il Social Forum e
il Prc di Lecce, il Comitato diritti immigrati di Lecce ed altre associazioni
hanno convocato una manifestazione di protesta, e una delegazione ha ottenuto
di entrare e incontrare i profughi.
Dovrebbero essere circa 150 i profughi a
rischio di rimpatrio in Turchia, dopo un'audizione grottesca da parte della
Commissione centrale appositamente trasferitasi a Lecce. In due giorni, su
quattro postazioni contemporanee che rendevano impossibile un controllo da
parte dell'unico rappresentante dell'Acnur presente, i profughi hanno avuto
colloqui non superiori a cinque minuti ciascuno, senza alcuna informazione
preventiva sulla legislazione e sui loro diritti.
In questo modo solo 26 persone hanno ottenuto
l'asilo. Fra i respinti, l'avvocato del Cir ha potuto successivamente
constatare la presenza di persone torturate e maltrattate (uno portava ancora
sulla schiena i segni delle bastonature) e di molte persone perseguitate per
aver militato o collaborato con il partito Hadep, che sta per essere messo al
bando in Turchia.
E' paradossale, e indicativo di una precisa
volont politica, il fatto che i profughi kurdi di Turchia che hanno chiesto
asilo siano detenuti e rischino il rimpatrio, mentre altri profughi che hanno
rifiutato (anche per ignoranza delle norme) di chiedere asilo siano stati
rilasciati con l'intimazione di espatrio.
I profughi "rigettati" hanno deciso
di rifiutare l'incontro con il console turco, che dovrebbe identificarli, e di
opporsi legalmente al rimpatrio forzoso, che violerebbe l'art. 17 della legge
40/'98 (divieto di rimpatrio in caso di rischio per l'incolumit e la vita). Le
associazioni di tutela, che hanno sollecitato una presa di posizione da parte
dell'Acnur, si preparano a denunciare questa procedura sommaria del governo
italiano dinanzi alla Corte europea per i diritti umani di Strasburgo, mentre
quattro senatori (Malabarba del Prc, Martone e Boco dei Verdi e De Zulueta dei
Ds) hanno rivolto un'interrogazione urgente al ministro Scaiola.
I Forum sociali, che avevano gi deciso a
Firenze di avviare una campagna a difesa del diritto di asilo dei kurdi
intitolata a Malli Gullu (la donna kurda trovata morta di stenti in una nave
diretta a Crotone due mesi fa), affiancheranno la protesta contro i rimpatri
alle motivazioni della manifestazione gi programmata davanti al Senato per
marted pomeriggio, quando andr in aula il ddl Bossi-Fini sull'immigrazione, e
chiamano per quel giorno a
manifestare davanti a tutte le prefetture.
Va ricordato che gi nello scorso agosto
dodici profughi kurdi, rimpatriati in Turchia, denunciarono maltrattamenti e
torture, e uno di loro tuttora detenuto.
Questo nuovo tentativo di deportazione segue
alle prese di posizione di Bossi e Mantovano, che dopo lo sbarco di Gallipoli
invocarono il rimpatrio dei profughi, ed all'incontro in cui il presidente
Berlusconi aveva chiesto all'ambasciatore turco Utcan un accordo per il rimpatrio
dei richiedenti asilo.
E' chiara la volont politica di "dare un
esempio" sulla pelle di persone in fuga da uno stato che viola
sistematicamente i diritti umani.
L'associazione Azad chiede di indirizzare fax
di protesta al ministro Scaiola (06.485957) e alla Divisione profughi del
Viminale (06.4741991), dandone notizia via mail ad
<mailto:ass.azad@libero.it>ass.azad@libero.it .
Dino Frisullo, portavoce dell'associazione
Azad - Roma, 17.2.02
ALLEGATI: appello del Lecce Social Forum,
comunicato del CIR, interrogazione al Senato
APPELLO
A TUTTE LE ASSOCIAZIONI ADERENTI AL LECCE
SOCIAL FORUM,
A TUTTI I DEMOCRATICI CONNESSI ALLA ML
delle centinaia di persone sbarcate a
gallipoli il 31 gennaio, circa 80 kurdi - in queste ore - sono stati trasferiti
dal centro d'accoglienza per richiedenti asilo "lorizzonte" al centro
di permanenza temporanea "regina pacis", perch - secondo la commissione
centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato - le loro istanze
d'asilo erano rigettabili.
stessa sorte dovrebbe toccare nelle prossime
ore a molti altri profughi giunti nel salento con lo stesso sbarco. soltanto a
26 persone, infatti, stato riconosciuto lo status di rifugiato..
diverse decine di persone, quindi, nonostante
provengano da paesi in cui rischierebbero - rientrando - di essere seriamente
oggetto di persecuzione (turchia, iraq), si accingono a lasciare l'italia con
provvedimento d'espulsione, in palese violazione dei loro diritti.
"in nessun caso" - infatti -
"pu disporsi l'espulsione o il respingimento verso uno stato in cui lo
straniero possa essere oggetto di persecuzione per motivi di razza, di sesso,
di lingua, di cittadinanza, di religione, di opinioni politiche, di condizioni
personali o sociali, ovvero possa rischiare di essere rinviato verso un altro
stato nel quale non sia protetto dalla persecuzione" (art. 17 l. 40/98).
al momento, pertanto, 63 degli 80 kurdi sono
stati riascoltati dai legali del cir, al fine di raccogliere tutti gli elementi
utili alla presentazione di altrettanti ricorsi.
domani, domenica 17 febbraio, comunque, il
console turco in italia si recher al cpt "regina pacis" per
procedere ad un sommario riconoscimento che dovrebbe preludere, come accaduto
la scorsa estate, all'espulsione.
ben prima dell'entrata in vigore del disegno
di legge bossi - fini, insomma, la figura del migrante, del profugo ne esce
umiliata.. ancora una volta.
sui fatti stata intanto presentata
interrogazione parlamentare dai senatori g. malabarba (prc), a. martone, s.
boco (verdi) e t. de zulueta (ds).
degli stessi fatti stata data notizia
all'ansa, alle redazioni di molti giornali (non ancora a quelli locali, che
saranno contattati domattina, al pi presto).
una prima rete di contatti, per un principio
di mobilitazione, stata attivata.
dopo un rapido giro d'orizzonte tra alcune
associazioni del lecce social forum, dino frisullo, azad di bari e brindisi,
associazioni di taranto, e il centro salento social forum, si deciso di
tenere un sit-in di protesta alle ore 15:00 di domani, domenica 17 febbraio,
davanti ai cancelli del cpt "regina pacis", come primo gesto.
( stata assicurata la presenza di manifestanti
provenienti da bari, brindisi, taranto, martano..)
invitiamo pertanto TUTTE LE REALTA' E LE
PERSONE ADERENTI AL LECCE SOCIAL FORUM al massimo della mobilitazione:
a partecipare al sit - in di domani.
ad inondare di fax di appello/protesta il
ministero dell'interno (06/4741991).
ad estendere l'invito alla mobilitazione!
per scongiurare il respingimento dei cittadini
kurdi ed ogni violazione delle garanzie ancora (sic!) previste a tutela dei
profughi.
per portare a conoscenza del territorio
salentino l'imbarbarimento in corso delle politiche che interessano i migranti.
per condividere un comune percorso di
resistenza.
lecce 16.02.2002
luca ruberti, katia lotteria, alessandro
presicce...
LETTERA CIRCOLARE
In seguito agli ultimi sbarchi avvenuti sulle
coste pugliesi, la Commissione Centrale per il riconoscimento dello status si
trasferita in Puglia il 12 febbraio per le audizioni individuali relative alle
centinaia di richiedenti asilo presenti in loco.
Gli ospiti accolti in parte nel centro
"Don Tonino Bello" di Otranto, nei centri "Lorizzonte" e
"Regina Pacis" di Lecce hanno ricevuto tutti la necessaria assistenza
legale da parte dei nostri operatori che stanno quotidianamente monitorando la
situazione.
Nonostante ci un gruppo di 140 iracheni ha
deciso di non presentare la richiesta di asilo pur essendo a conoscenza delle
conseguenze di una tale scelta. La polizia infatti ha provveduto a notificare
al gruppo lespulsione e lintimazione a lasciare il territorio entro quindici
giorni e ha poi rilasciati gli stessi nei pressi della stazione.
Siamo preoccupati della velocit con cui
Commissione Centrale, in soli due giorni, ha esaminato le istanze di circa 200
richiedenti asilo di cui non si conosce ancora lesito. Le persone che finora
sono state intervistate risultano essere: 97 curdi-turchi, 48 iracheni, 2
pakistani, 2 afgani, 1 bengalese e 46 srilankesi di etnia Tamil trasferiti dal
campo di S. Anna di Crotone.
Siamo in costante contatto con lACNUR al
quale abbiamo espresso le nostre preoccupazioni sia rispetto alla rapidit
delle interviste di eleggibilit della commissione, che alle gravi conseguenze
che ne deriverebbero per i richiedenti asilo in caso di emissione di
provvedimenti che violino il principio di non refoulement.
Consiglio Italiano per i Rifugiati
Roma, 15.02.2002
INTERROGAZIONE
Al Ministro dell'Interno
Premesso che:
nella giornata di marted 12 febbraio la
Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato si
trasferita in Puglia per le audizioni relative alle centinaia di richiedenti
asilo sbarcati a Gallipoli ed attualmente ospitati, per quanto si conosce, nei
locali del Centro Orizzonte;
subito dopo lo sbarco, il sottosegretario
all'Interno Mantovano afferm il 31 gennaio alla Camera che "esaurita la
fase della prima accoglienza (...) tutti coloro che non hanno titolo a vedersi
riconosciuto lo status di rifugiati saranno espulsi e riaccompagnati nel paese
d'origine". Il giorno dopo il presidente del Consiglio Berlusconi
convocava alla Farnesina l'ambasciatore turco Utkan per auspicare, trovando su
questo il pieno accordo dell'ambasciatore, "un accordo di riammissione in
Turchia delle persone illegalmente provenienti dal quel paese";
il governo non pu ignorare che il rimpatrio
coatto dei richiedenti asilo non riconosciuti non pu essere deciso in via
generale, ma pu solo essere disposto caso per caso, dietro verifica della
situazione personale e di quella del paese di origine, nel rispetto di tutte le
garanzie (ivi compreso il ricorso alla magistratura ordinaria e amministrativa)
e comunque del divieto di "refoulement" in paesi in cui si rischino
persecuzioni (Turchia e Iraq, ad esempio); n che il motivo per cui gli accordi
con la Turchia non sono giunti finora a prevedere la riammissione coatta sta
proprio negli scarsi standard di quel paese in materia di diritti umani;
ai quasi cinquecento cittadini stranieri
sbarcati dalla nave turca Engin stato riservato un trattamento inusuale. A
tutti stato chiesto se volevano fermarsi e chiedere asilo in Italia. A coloro
che hanno risposto di no, o che siano stati considerati non meritevoli di
accedere alla procedura di asilo (anche in base a criteri opinabili: un
cittadino turco, figlio di un genitore turco e uno kurdo, si visto negare la
possibilit di chiedere asilo solo perch turcofono e non kurdofono), stata
immediatamente notificata l'intimazione a lasciare il territorio nazionale.
Viceversa, a coloro che hanno risposto di s non stato dato, fino ad oggi,
alcun permesso di soggiorno provvisorio, come accade di solito. Gli uni e gli
altri sono stati trattenuti sotto stretta sorveglianza, evidentemente in attesa
dell'arrivo della Commissione centrale;
gi nella scorsa estate la Commissione si
trasfer in Puglia per l'audizione dei reduci da un altro grande sbarco. Quei
profughi hanno riferito di colloqui non superiori a cinque-dieci minuti a testa
(necessariamente sommari per l'impossibilit di raccogliere in pochi giorni
idee, memorie e prove delle persecuzioni subite) su sei o sette tavoli operanti
contemporaneamente, e quindi con la fisica impossibilit del rappresentante
Acnur di seguirli tutti. L'esito fu il rigetto di una parte non irrilevante
delle istanze. Gli interessati furono trasferiti nel Cpt "Regina
Pacis" di San Foca, da dove dodici di loro furono poi prelevati dalla
polizia, nonostante avessero presentato ricorso, e rimpatriati in Turchia via
Malpensa. Uno dei dodici poi rientrato fortunosamente in Italia ed ha
ottenuto un riesame della sua posizione, poich portava ancora i segni delle
torture subite all'arrivo, mentre una delegazione di giuristi italiani,
recatasi in seguito a Istanbul per altre ragioni, ha saputo dai legali turchi
che un altro dei dodici in carcere e vi rester a lungo, essendo stato
precedentemente condannato per reati politici. Tutti gli altri erano stati
comunque detenuti e spesso maltrattati all'arrivo, e poi liberati solo dietro
il pagamento di una forte penale da parte delle loro famiglie;
quanto sopra corrisponde del resto a quanto
verificato da una missione della tedesca Pro Asyl, in seguito alla quale lo
scorso anno diverse Corti tedesche e lo stesso governo dovettero rivedere,
rispettivamente, molte decisioni prese e l'orientamento generale al rimpatrio
in Turchia dei rifugiati non riconosciuti;
tutto sembra convergere ora verso una
ripetizione su pi vasta scala della stessa procedura sommaria di audizione e
dell'altrettanto sommario rimpatrio, quantomeno dei kurdi di origine turca, se
non anche (in caso di un accordo di riammissione con la Turchia che lo preveda)
dei kurdi di origine irakena, per i quali un rimpatrio diretto non pu darsi
per ragioni logistiche;
da alcuni mesi la Commissione si orientata
(forse anche per un problema di aggravio di lavoro in sede di rinnovo) a non
associare, come avveniva un tempo per quasi tutti i kurdi, la richiesta di
protezione "umanitaria" al rigetto dell'istanza di asilo. Questo
orientamento, insieme al moltiplicarsi dei rigetti spesso non motivati se non
attraverso formule riprodotte in fotocopia, sta producendo una situazione
drammatica: il solo servizio asilo dell'associazione Azad denuncia a Roma una ventina
di casi di rifugiati kurdo-turchi non riconosciuti, di fatto clandestini. Circa
un mese fa alcuni di loro hanno effettuato uno sciopero della fame, chiedendo
un riesame (anche in base a nuove prove delle persecuzioni subite), per il
quale sembra che non ci sia molta disponibilit da parte della Commissione;
si chiede:
se il ministro non ritenga di dover spiegare
ed eventualmente correggere in parlamento i resoconti giornalistici delle
dichiarazioni citate del sottosegretario Mantovano e del presidente Berlusconi,
che viceversa, se confermate, configurerebbero una grave violazione delle
garanzie previste dalla convenzione di Ginevra e della legge italiana;
se il ministro non ritenga necessario vigilare
ed eventualmente intervenire affinch non si realizzino violazioni delle
medesime garanzie nell'esame delle richieste di asilo in corso in Puglia e nel
successivo trattamento delle persone le cui istanze fossero eventualmente
respinte, escludendone comunque un rimpatrio forzoso nei paesi nei quali la loro
sicurezza e incolumit non garantita;
se, a fronte delle notizie circa il perdurante
divieto di espressione della cultura, della lingua e dell'identit kurda in
Turchia e negli altri paesi che ospitano minoranze kurde, il ministro non
ritenga di disporre affinch, ferme restando le eventuali procedure individuali
di asilo politico, sia attribuita ai kurdi che giungono in Italia, per decreto
interministeriale o attraverso una raccomandazione della Commissione centrale,
una forma di protezione umanitaria automaticamente prorogabile finch
permangano le condizioni di repressione.
Sen. Gigi Malabarba (Prc), Francesco Martone e
Stefano Boco (Verdi), Tana De Zulueta (Ds)
Depositata a Roma il 15 febbraio 2002
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