Date: 3:51 PM 5/4/02 +0200
From: azad
Subject: RMSF - I KURDI CHIAMANO ALLA
MOBILITAZIONE A ROMA (corr
RESOCONTO STAMPA
PKK "TERRORISTA" PER L'UNIONE
EUROPEA:
I KURDI CHIAMANO ALLA MOBILITAZIONE A ROMA
Un sit-in nel pomeriggio di domenica 5 maggio,
dalle 15 alle 20, con interventi e testimonianze intorno alla statua di
Giordano Bruno in Campo dei Fiori; un presidio luned alle 11 davanti alla sede
della Commissione europea in via IV novembre; una manifestazione a Roma sabato
11 maggio, alla vigilia della Marcia Perugia-Assisi in cui gli esuli kurdi
affiancheranno le loro bandiere a quelle palestinesi per la pace nel Medio
oriente.
Sono queste le decisioni della comunit kurda
di Roma, che in una conferenza stampa tenuta oggi nel centro Ararat al
Testaccio ha espresso la sua indignazione per la decisione europea "di
tacciare di terrorismo, insieme al PKK, l'intero percorso di liberazione di un
popolo". Anche a Milano indetta una manifestazione per domenica 5 maggio
alle 12 da piazza Fontana.
I kurdi chiedono ora a tutti i democratici di
impedire che si restringano anche in Italia i loro diritti di asilo e di libera
espressione. Le assicurazioni venute ieri dai portavoce del presidente
Berlusconi, in un incontro ufficiale a palazzo Chigi, secondo cui "i
governi europei vigileranno affinch la Turchia non accentui la repressione, e
per l'Italia i kurdi resteranno ospiti graditi e liberi", dovranno trovare
conferma in un dibattito in sede parlamentare italiana ed europea, sollecitato
dalle decine di associazioni e partiti che hanno gi firmato un documento di
solidariet e di protesta.
E' stata anche annunciata la disponibilit di
una casa editrice di pubblicare rapidamente una serie di libri sul movimento kurdo,
fra cui la memoria difensiva di Ocalan vietata in Turchia, per impedire che un
grande percorso di liberazione sia archiviato come terrorismo. E' emersa
infine la proposta che una delegazione del Kadek, il nuovo partito che ha preso
il posto del disciolto Pkk, sia invitata in Italia per una serie di
incontri con le forze democratiche italiane.
Roma, 3 maggio 2002
************************************************************************************************
RICORDIAMO I NUMERI DI FAX ADATTI A FAR
GRANDINARE MESSAGGI DI PROTESTA:
06.6791658 e 02.4818543 (PRESIDENTE ROMANO
PRODI, C/O RAPPRESENTANZA DI ROMA E DI MILANO DELLA COMMISSIONE EUROPEA, CON
INDIRIZZI, PER EVENTUALI TELEGRAMMI, RISPETTIVAMENTE IN VIA IV NOVEMBRE 149,
00187 ROMA, E IN VIA MAGENTA 59, 20133 MILANO);
06.6784657 (PRESIDENTE SILVIO BERLUSCONI, C/O
PRESIDENZA DEL CONSIGLIO, UFFICIO DEL CONSIGLIERE DIPLOMATICO).
POSSIBILMENTE I TESTI VANNO INVIATI VIA FAX O
VIA MAIL, PER CONOSCENZA, ALLA UIKI, 06.42013799, E-MAIL <mailto:uiki.onlus@tin.it>uiki.onlus@tin.it
, O AD AZAD, 06.57305132, E-MAIL
<mailto:ass.azad@libero.it>ass.azad@libero.it .
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APPELLO
L'UE INCLUDE IL PKK FRA LE ORGANIZZAZIONI
TERRORISTICHE:
UNA DECISIONE IRRESPONSABILE E PERICOLOSA
La decisione assunta a Bruxelles dai
rappresentanti permanenti dell'Unione europea di includere nella lista delle
organizzazioni terroristiche il Pkk, cio il primo movimento di liberazione che
abbia rinunciato unilateralmente da anni alla lotta armata, un atto
irresponsabile di realpolitik che rischia di estendere l'incendio
mediorientale.
L'Europa si piegata alle pressioni e al
ricatto delle forze che premono per una dinamica di guerra e devastazione che
investir proprio l'area kurda, e che vede nella Turchia uno dei suoi capisaldi
e nella volont di dignit e di pace del popolo kurdo un potente ostacolo.
Considerare terrorista il partito di Abdullah Ocalan,
gi dichiarato perseguitato e rifugiato politico dalla magistratura italiana,
equivale a condannare al rimpatrio e alla tortura decine di migliaia di
profughi, a mettere fuori legge l'impegno civile degli esuli, a suggellare con
un sigillo europeo le prigioni in cui sono sepolti vivi migliaia di prigionieri
politici, a condannare in blocco il percorso di liberazione in cui, come
attestano le recenti corali manifestazioni del Newroz, si riconosce un intero
popolo.
La messa al bando del Pkk, che ha chiuso la
sua esperienza politica il 4 aprile, e non del Congresso per la libert e la
democrazia del Kurdistan (Kadek) che ne ha assunto l'eredit, solo un
ipocrita artificio. Oltre al rischio di una successiva, automatica
criminalizzazione del nuovo partito, che eredita lo stesso gruppo dirigente e
corpo militante dell'antico, nessuno pu pensare che il popolo kurdo accetti
una cesura nella sua storia.
Questa decisione, che non passata per
nessuna istituzione rappresentativa italiana o europea, divenuta definitiva
perch nessuno dei quindici governi ha posto il veto, avanzato un dubbio o
chiesto un ripensamento. Il governo italiano deve quindi uscire dal silenzio e
comportarsi in coerenza con le ripetute e unanimi deliberazioni parlamentari in
favore di un dialogo e di una soluzione politica, impensabili se si
criminalizza una delle parti in causa.
Per questo necessario che tutti i movimenti
della societ civile, le organizzazioni che si battono per la pace, il diritto
di asilo e i diritti umani, i parlamentari e i giuristi democratici, uniscano
la loro voce alla protesta della diaspora kurda.
Per ulteriori adesioni:
<mailto:uiki.onlus@tin.it>uiki.onlus@tin.it ,
<mailto:ass.azad@libero.it>ass.azad@libero.it
Primi firmatari:
Associazione Azad, Associazione per la pace,
Donne in nero, Coordinamento giuristi democratici, Servizio civile
internazionale, Associazione Rosa Luxemburg, Convenzione permanente donne
contro le guerre, Ics, rivista "Tempi di fraternit", Medici contro
la tortura, Partito della Rifondazione comunista, Giovani Comunisti, Partito
dei Comunisti Italiani, Associazione Ya Basta!, Roma Social Forum, Guerra e
Pace, Sincobas, CIAC (Centro immig. asilo e coop.) e Coord. pace e solidariet
(Parma), Comitato Kurdistan e Studenti di sinistra- (FI), Torino Social Forum,
LOC Torino, Ass. Nicaraguita (TO), Comitato Verso il Kurdistan (AL), Comitato
sardo di solidariet con il Kurdistan, Campo antimperialista, Centro di
solidarieta' internazionalista Alta Maremma, ), Snur-Cgil Univ. Firenze, Faenza
Social Forum, CISS Coop. internazionale Sud-Sud, Cepir (Centro promozione
integrazione rifugiati) di Palermo, ATTAC Catania, On. Lucio Manisco, Gianni
Min, On. Giuliano Pisapia, On. Luisa Morgantini, on. Elettra Deiana, on. Titti
Valpiana, Lidia Menapace, Hisao Fujita Yashima (Univ. To), John Gilbert (RSU
Univ. Fi), Luciano Muhlbauer
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Da Liberazione - 4.5.02
"TURCHIA SCATENATA CONTRO I KURDI"
La voce all'altro capo del telefono,
dall'ufficio di Bruxelles del Knk (Congresso nazionale kurdo), vibra di sdegno.
"Dieci minuti, capisci? Gioved sera, dieci minuti dopo l'annuncio
dell'inserimento del Pkk nella lista europea del terrorismo, diecimila soldati
hanno avviato un'operazione a tappeto contro i villaggi nella regione del
Botan. Si sentono spalleggiati da tutto il mondo, ora"
Il Botan una delle quattro province kurde
dove da quindici anni vige quello stato d'emergenza che ora, secondo un funzionario
europeo citato ieri dal Turkish Daily, la Turchia dovrebbe abrogare per dare un
segnale di buona volont all'Europa "in cambio" della
criminalizzazione del Pkk. Il diplomatico prodigo di buoni consigli: la
Turchia dovrebbe promuovere "i kurdi moderati" e risolvere il
problema dell'identit culturale kurda. Ma proprio ieri giungeva la notizia di
altri quattordici arresti fra insegnanti e sindacalisti della scuola, firmatari
della petizione "disobbediente" che rivendica l'uso della lingua
kurda. Tutti accusati di sostegno a ci che la Turchia, ma ora anche gli
eurocrati di Bruxelles, definiscono terrorismo.
Era questa l'angoscia che traspariva ieri
nella tesa conferenza stampa degli esuli kurdi presso il centro Ararat di Roma.
Oltre a colpirli nell'intimo di un'identit e di una storia politica
collettiva, la messa al bando del Pkk sar un segnale per una repressione pi
dura in patria e per un'estensione della pulizia etnica. Molti altri profughi
verranno, e troveranno un'Europa pi inospitale: il diritto d'asilo in
pericolo, se il vissuto degli esuli viene marchiato come terrorismo. Per questo
la comunit kurda chiama Milano e Roma a manifestare domani, rispettivamente
alle 12 da piazza Fontana e nel pomeriggio in Campo dei Fiori, intorno al simbolo
di libert che il monumento a Giordano Bruno. E gi ieri le piazze di decine
di citt tedesche, svizzere, belghe, svedesi, greche erano colme di
manifestanti kurdi che gridavano "Il Pkk il popolo, un popolo in lotta
non terrorismo", mentre davanti alla sede della Commissione europea a
Bruxelles centinaia di giovani hanno avviato uno sciopero della fame.
Anche a Roma luned alle 11 i kurdi chiamano a
presidiare la rappresentanza della Commissione europea. Perch toccher proprio
a Romano Prodi, insieme ad Aznar, di portare luned a Bush il regalo avvelenato
della nuova lista nera. Un atto di cui forse avrebbe fatto volentieri a meno.
Perch sa bene cos'aveva detto pochi giorni fa a Washington Richard Perle,
testa d'uovo del Pentagono: "Non credo che la Turchia entrer mai in
Europa. Farebbe meglio a puntare su una relazione speciale e un trattato di
libero scambio turco-americano".
Le pressioni Usa per far ingoiare all'Unione
europea un atto che forse la pietra tombale di ogni possibile dialogo kurdo-turco
configurano forse lo stesso gioco al massacro nello scacchiere mediorientale,
giocato da Bush scatenando Sharon in Palestina. Infatti gi si levano in
Turchia le proteste contro la "indebita interferenza" della
delegazione di europarlamentari che, guidata da Joost Lagendijk, sar dal 7 al
10 maggio a Diyarbakir e Bingol per indagare sulla repressione del partito
Hadep, e contro l'"arroganza" del Consiglio d'Europa che il 30 aprile
ha chiesto al governo turco, in applicazione di una sentenza della Corte di
Strasburgo, di rilasciare Leyla Zana e gli altri deputati kurdi detenuti da
sette anni.
Questo lo scenario di cui dovr rispondere
Berlusconi alle commissioni Esteri, la cui richiesta di convocazione gi
stata anticipata da diversi parlamentari dell'opposizione insieme alla proposta
di invitare ufficialmente in Italia i rappresentanti del Kadek, il partito che
ha assunto l'eredit del Pkk e che l'ex premier (nonch boss mafiosa e sospetta
agente Cia) Tansu Ciller chiedeva ieri di aggiungere alla lista nera.
Berlusconi sar chiamato a confermare e precisare ci che a suo nome due alti
funzionari hanno detto gioved sera a una delegazione kurda a palazzo Chigi:
"Non cambier nulla, voi resterete ospiti liberi e graditi in Italia, e
vigileremo affinch la Turchia non usi questa decisione per pigiare il pedale
della repressione". Belle parole.
Dino Frisullo
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