Date: 10:54 AM 10/31/02 +0100
From: senzaconfine
Subject: I partigiani romani contro il comizio
razzista di Borgh
SONO I RAZZISTI GLI UNICI
"STRANIERI":
NO ALL'ADUNANZA NAZI-LEGHISTA AL CENTRO DI
ROMA!
Luned scorso la Roma democratica si
risvegliata.
Duemila antifascisti, italiani e immigrati,
hanno costretto cento neonazisti di "Base autonoma" a tenere la loro
commemorazione del golpe monarchico-fascista definito ottant'anni fa
"Marcia su Roma" stretti, blindati e protetti da centinaia di agenti
di polizia in un angolo di piazza Vittorio, la piazza dei popoli per
antonomasia nel quartiere "meticcio" dell'Esquilino. Chi li ha visti
racconta che le loro urla xenofobe di Boccacci e dei suoi camerati erano
abbondantemente coperte dalla musica araba sparatagli addosso a tutto volume da
un inquilino del palazzo soprastante.
Rimane una vergogna che l'iniziativa
nostalgico-razzista di un gruppo esplicitamente neonazista, erede dei disciolti
Movimento politico e Fronte skinhead, sia stata regolarmente autorizzata dalla
questura di Roma (su evidente regia del Viminale), mentre il presidio
antifascista era ufficialmente vietato. Rimane una vergogna, ed ha
scandalizzato l'intero quartiere, la decisione di chiudere a bambini e anziani
i giardini della piazza e di riempirla di polizia per consentire a cento
individui di sputare sul fondamento antifascista ed universalista della
Costituzione.
Tanto pi vergognosa questa decisione, dopo il
linciaggio e il tentato omicidio del giovane lavoratore marocchimo Abderrahmane
Kayi, uscito da una settimana di coma e tuttora ricoverato nell'ospedale San
Giacomo a rischio di menomazione permanente. Dopo la richiesta unanime di un
divieto venuta non solo dei movimenti antifascisti e antirazzisti, ma dalle
associazioni partigiane, da molti parlamentari e consiglieri comunali, dallo
stesso sindaco Veltroni. E dagli ex perseguitati e deportati dal nazifascismo,
inclusa la comunit ebraica, che proprio nel carcere delle Ss di via Tasso, a
pochi passi da piazza Vittorio, vissero le torture e l'ultimo viaggio verso le
Fosse Ardeatine o i campi di sterminio. Forse fu proprio uno degli squadristi
riuniti luned in piazza Vittorio l'ignoto autore dell'attentato dinamitardo
che sventr, un anno fa, l'ingresso di quello che oggi il Museo storico della
Liberazione.
Fra un'invettiva e un canto in urdu o in
bengali, i momenti pi intensi della manifestazione sono stati infatti
l'intervento di un'anziana signora figlia d'un partigiano ucciso, e quello di
un giovane lavoratore bengalese il cui fratello rischia di perdere la vista
dopo il pestaggio da parte del suo datore di lavoro italiano. Due mondi
che si toccavano: le vittime di ieri e quelle di oggi. Dalle leggi razziali
alle leggi razziste, dall'odio contro gli ebrei e gli zingari a quello contro
gli islamici e tutti gli stranieri (poveri).
Il gioco ormai palese. Si punta a una
situazione "tedesca". Lo stesso giorno Bossi tuonava: "Ora
basta, faremo funzionare a pieno regime la legge" (quella che associa il
suo nome a quello di Fini). Come in Germania, le violenze xenofobe delle bande
fasciste e leghiste possono essere usate non solo per seminare il terrore
fra gli immigrati (cosa che gi avviene ad opera dei "pattuglioni"
di Ps e dei loro rastrellamenti nei quartieri), ma per giustificare
ulteriori strette repressive e un controllo ancora pi asfissiante e selettivo,
"etnico", del territorio metropolitano. E' la formula della
cosiddetta "soglia di tolleranza": meno stranieri e meno visibili,
per non far crescere il razzismo. In questo senso il quartiere Esquilino di
Roma stato in questi anni un laboratorio della nuova destra xenofoba.
Dunque lo squadrismo razzista destinato a
crescere e ad essere in qualche modo legittimato nel gioco politico. E' questo
che la sinistra nel suo complesso non ha ancora capito, come dimostra la
relativa debolezza delle due manifestazioni nei quartieri del testaccio e
dell'Ostiense. Non stata casuale l'aggressione a Kayi, punta dell'iceberg
della violenza quotidiana non denunciata dai soggetti deboli perch
clandestini (Kayi lavorava da tre anni in nero perch colpito da
un'espulsione: se non l'avessero quasi ucciso non si sarebbe saputo nulla del
linciaggio all'Ostiense, peraltro rivendicato implicitamente con cori e
striscioni razzisti sugli spalti dell'Olimpico). Non stato un incidente di
percorso l'autorizzazione all'esibizione di Base autonoma, che in realt era il
gradino per preparare la manifestazione nazionale "Stop all'immigrazione"
di Forza Nuova con il leghista Mario Borghezio sabato prossimo in piazza Ss.
Apostoli, al centro di Roma.
Borghezio, ex squadrista di Ordine Nuovo,
oggi europarlamentare. Ha costruito la sua carriera politica sull'incitazione
al linciaggio degli stranieri, non solo morale: sei mesi di carcere, con la
condizionale, per l'incendio di un dormitorio d'immigrati a Torino. La
saldatura fra la galassia neonazista e il leghismo pi aggressivo, gi ormai
avvenuta nel Triveneto, viene ora proiettata a livello nazionale con queste
iniziative comuni prima a Milano ed ora a Roma.
E' importante che l'opposizione a questa
manifestazione esplicitamente razzista (e dunque illegale, finch l'istigazione
del razzismo rester un crimine in Italia) sia ora presa in mano dalle organizzazioni
dei partigiani e delle vittime del nazifascismo, che rappresentano la memoria
pi profonda e pi nobile della Roma democratica. E' importante anche per
il suo potenziale di mobilitazione unitaria, e per la capacit di dare al
presente profondit di storia e di memoria. All'annuncio della conferenza
stampa che si tiene oggi a Roma, per iniziativa di queste associazioni e di
Senzaconfine, seguita infatti la presa di posizione di venti parlamentari
romani (tutti i deputati e senatori del centrosinistra eletti a Roma) con una
lettera aperta che chiede al questore di vietare la manifestazione di sabato
prossimo.
La presa di posizione stata sottoscritta dai
parlamentari Deiana (Prc), Cento e De Petris (Verdi), Giachetti, Pasetto e
Volpini (Margtherita), Amici, Battaglia, D'Antonam Leoni, Lucidi, Melandri,
Pisa, Sciacca, Tidei, Tocci, De Zulueta, Falomi e Salvi (Ds). "Non
ammissibile", dicono, "che si concedano spazi per una manifestazione
dagli intenti chiaramente xenofobi e fascisti, sopratuttto dopo l'ignobile
spettacolo offerto in piazza Vittorio il 28 ottobre dai militanti
dell'organizzazione neofascista Base Autonoma".
D'altra parte il consiglio comunale romano,
rappresentato da quattro consiglieri nel corso della manifestazione di luned
scorso in piazza Vittorio, chiamato a dare attuazione pratica all'ordine del
giorno approvato il 9 ottobre, in merito alla "sanatoria padronale"
in corso ma soprattutto alla decisione di istituire un Osservatorio sul
razzismo e la discriminazione, un luogo fisico, telefonico e informatico dove
confluiscano denunce e segnalazioni per monitorare, insieme alle associazioni e
ai loro sportelli, la realt del razzismo sociale ed istituzionale.
E rimane, per sabato, la necessit di dare una
risposta di piazza, nel caso assai probabile in cui la questura confermi
l'autorizzazione del comizio razzista di Fiore e Borghezio. Il giorno dopo,
domenica, gli immigrati saranno in piazza a Roma per il diritto al soggiorno.
Ma la risposta ai fascisti e ai razzisti non pu essere affidata e delegata
solo agli immigrati. Ognuno deve assumersi le sue responsabilit: i partigiani
e gli ex deportati lo fanno oggi.
(Dino Frisullo)
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CONFERENZA STAMPA DELLE ASSOCIAZIONI
PARTIGIANE ROMANE
A nome delle Associazioni partigiane e degli
ex perseguitati e deportati dal nazifascismo, invitiamo le organizzazioni
politiche e sindacali antifasciste, lassociazionismo antirazzista ed ai movimenti
della societ civile, le associazioni e comunit degli immigrati, la comunit
ebraica romana, il sindaco, i gruppi consiliari democratici ed i parlamentari
romani ad assistere ed intervenire
alla conferenza stampa di cui al testo sottostante.
Eravamo gi intervenuti senza esito sul
ministro dellInterno e sul Questore di Roma perch non fosse permessa la
manifestazione nostalgico-xenofoba (e dunque illegale, come emerso dalle
cronache) del gruppo neonazista Base autonoma lo scorso 28 ottobre nel quartiere
Esquilino. Questo sconcio, pi grave allindomani dellaggressione a un
lavoratore straniero, rischia di
ripetersi in piazza Ss. Apostoli il 2 novembre, con la manifestazione No allimmigrazione convocata da
Forza Nuova con leuroparlamentare leghista, condannato per atti di violenza
razzista, Mario Borghezio.
Vi chiediamo di unirvi a noi nella richiesta
che lautorizzazione sia revocata e nella pi ferma protesta della Roma
democratica.
LA MEMORIA DEL PASSATO, LA VERGOGNA DEL
PRESENTE
LE VITTIME DI IERI CONTRO IL RAZZISMO OGGI E
SEMPRE
CONFERENZA STAMPA
CONTRO LE MANIFESTAZIONI XENOFOBE E
NEOFASCISTE A ROMA
Promossa da:
Associazioni partigiane ANPI, GIUSTIZIA E
LIBERTA, FIAP
Associazione dei perseguitati politici
antifascisti ANPPIA
Associazione degli ex-deportati ANED
Associazione familiari dei Martiri della
Resistenza ANFIM
Associazione LIBEROPENSIERO
Gruppo MARTIN BUBER Ebrei per la pace
In collaborazione con lassociazione
SENZACONFINE
GIOVEDI 31 OTTOBRE ALLE ORE 12
PRESSO IL CIRCOLO GIUSTIZIA E LIBERTA IN
VIA ANDREA DORIA 79
Introducono:
Massimo Rendina (presidente Anpi) - Vittorio
Cimiotta (presidente Giustizia e Libert)
Guido Caldiron, giornalista, sui gruppi
neonazisti e xenofobi oggi in Italia
Ferdinando Imposimato, magistrato,
sui profili di illegittimit e
incostituzionalit delle manifestazioni razziste e xenofobe
Intervengono, fra gli altri:
Pietro Amendola (vicepresidente Anppia) - Aldo
Pavia (presidente Aned)
Marina Astrologo (esponente del Movimento dei
girotondi)
Annamaria Rivera, docente, autrice di testi
sul razzismo
Coordina Dino Frisullo (Senzaconfine)
Saranno illustrate le iniziative giuridiche e
politiche volte a prevenire
una nuova manifestazione razzista a Roma.
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ORDINE DEL GIORNO APPROVATO DAL CONSIGLIO
COMUNALE DI ROMA
IL 9 OTTOBRE 2002
Il Consiglio comunale
TENUTO CONTO
dell'indagine su "Immigrazione e lavoro a
Roma" svolta e pubblicata dall'Assessorato per il Lavoro, che dimostra una
forte e positiva integrazione lavorativa degli immigrati a Roma ma anche una
persistente tensione abitativa, legata anche alla forzosa clandestinit di
status, e quindi di lavoro e residenza, di decine di migliaia di cittadini
stranieri;
PRESO ATTO
della volont di apertura del governo alla
legalizzazione del lavoro dipendente straniero, che consentirebbe ai cittadini
stranieri in condizione illegale di integrarsi nel mercato del lavoro a Roma o
altrove e di accedere ai normali canali di accesso all'abitazione, e della
forte volont espressa in questo senso dalle stesse comunit straniere;
PRESO ATTO ALTRESI'
dei vincoli legislativi e burocratici che
pero' potrebbero, secondo il parere unanime dell'associazionismo, delle Chiese
e dei sindacati ma anche di molte associazioni imprenditoriali, limitare
fortemente l'accesso alla legalit, facendo precipitare migliaia di lavoratori
dalla speranza di legalit nella disperazione, di cui testimonianza la
tragica vicenda del giovane bengalese Kamal Hossain, menomato dal tentato
suicidio dopo il rifiuto del suo datore di lavoro di metterlo in regola;
IMPEGNA LA GIUNTA:
- ad attivare,
in sintonia con l'associazionismo e le organizzazioni sindacali, un
Osservatorio sull'immigrazione in grado di monitorare la situazione degli immigrati
a Roma sia dal punto di vista
sociale e giuridico, sia nel loro impatto con le istituzioni, e di
denunciare eventuali atti di discriminazione;
- ad
intervenire, in collaborazione con la Prefettura e le altre istituzioni
interessate, affinch le pratiche pendenti di rilascio e rinnovo del soggiorno
siano rapidamente risolte, a fronte di un comprovato inserimento lavorativo, ed
affinch le procedure di regolarizzazione in corso abbiano esito il pi
possibile positivo, anche aprendo spazi all'autodenuncia da parte dei
lavoratori stranieri del loro lavoro illegale autonomo o dipendente,
specialmente a fronte di licenziamenti strumentali.