Date: 1:12 AM 11/23/02 +0100

From: dino

Subject: RMSF - L'ALTRA FACCIA DI COSENZA - un nuovo articolo e

 

Come contributo al dibattito sulla montatura di Cosenza, credo utile diffondere in rete il mio articolo che Liberazione pubblica oggi, sabato, sull'uso che da oltre un anno si fa contro gli immigrati dell'articolo 270/bis, e soprattutto del 270/ter (sovversione internazionale, e relativo reato di "sostegno e assistenza"...) introdotto dopo l'11 settembre dalla legge antiterrorismo n.438. Una legge che, se applicata estensivamente (e il vento che tira quello...), porterebbe a criminalizzare non solo il dissenso "italiano", ma tutti i movimenti di liberazione stranieri, gli stranieri "sospetti", gli esuli dalle dittature, e chiunque solidarizzi con loro.

La stessa denuncia era l'argomento della conferenza stampa che Senzaconfine tenne a Roma l'11 settembre 2002 insieme ad Antigone, al Forum Basta guerra! ed ai Giuristi democratici. Ne allego il resoconto, che terminava con la previsione, ahinoi puntualmente confermata, che "la persecuzione si estender, in Italia come gi in Gran Bretagna, a tutti i diversi".

Purtroppo il movimento nel suo complesso non ha colto questi segnali d'allarme, dalle montature islamofobiche all'applicazione del teorema "terrorismo" ai movimenti di liberazione di mezzo mondo. Ed ora abbiamo molta gente da tirar fuori dalla galera, oltre alle compagne e ai compagni arrestati in questi giorni.

Il libretto "Vecchia repressione e nuova legalit" citato nell'articolo, che sar presentato a Napoli il 2 dicembre alle 17 in una sala da definirsi, pu essere richiesto alle edizioni Jamm' (081.5526399 - 347.0863048) o a Senzaconfine. Il costo di 5 euro a copia. Appena coperte le spese di stampa ne cureremo una riedizione arricchita con la legislazione "antisovversione" di altri paesi europei e con la montatura cosentina.

 

Dino Frisullo

 

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L'ALTRA FACCIA DI COSENZA: LE PICCOLE GUANTANAMO ITALIANE

 

La plateale montatura di Cosenza ha avuto il merito di far aprire gli occhi a milioni di italiani sul baratro in cui, come chiosava Giuseppe Di Lello su questo giornale a un anno dalle Twin Towers, rischia di precipitare il sistema dei diritti e delle garanzie.

 

Un baratro che ha gi inghiottito centinaia di cittadini stranieri nelle piccole Guantanamo nostrane, con l'uso spregiudicato ed "urlato" dei reati associativi e dell'antico reato di sovversione, riverniciato dopo l'11 settembre come "sovversione internazionale".

 

Anche in questo campo si esercitata la concorrenza fra Ros dei Carabinieri e Antiterrorismo della Ps nello sforzo di accreditarsi agli occhi del Grande Fratello americano che dirige la guerra globale al terrorismo.

 

Una guerra preventiva alla quale corrisponde la "giustizia preventiva" teorizzata dal giudice milanese Dambruoso, autore in febbraio della prima condanna di quattro tunisini per il solo reato associativo dopo la caduta delle altre imputazioni.

 

Da Napoli a Bologna, da Roma a Torino a Caltanissetta, nell'ultimo anno nuovi processi o vecchie inchieste riesumate mostrano la stessa filigrana indiziaria, la stessa presunzione di colpevolezza, la stessa spregiudicata costruzione del castello accusatorio del dossier cosentino.

 

Alla vigilia di Firenze queste vicende erano riassunte in libretto che "Senzaconfine" e le edizioni Jamm' presenteranno a Napoli il 2 dicembre con Di Lello, e che si concludeva con la facile previsione che la persecuzione degli immigrati islamici si sarebbe estesa ai contestatori dell'ordine globale.

 

I teoremi a volte si sfaldano. A Roma il gip De Donato e il pm Ionta hanno reso la libert dopo otto mesi ai tre kurdi irakeni accusati di far parte di Al Qaeda sulla base di intercettazioni ambientali nella moschea di via Gioberti. La scarcerazione era slittata perch i Ros insistevano, smentendo i periti del tribunale, sulla loro lettura dei nastri. Restano in prigione il pakistano Naseer Ahmed, padre di una bimba neonata, e due maghrebini, tutti accusati di "reati a consumazione anticipata", ossia di pure intenzioni dedotte accostando frasi smozzicate.

 

Erano ancora opera dei Ros le inchieste romane sui sei marocchini in possesso di sostanze buone per fuochi d'artificio e sugli improbabili attentatori egiziani di Anzio. Inchieste sulle quali, dopo i titoli cubitali, calato il silenzio.

 

Gli inquirenti del Viminale si sono presi la rivincita in Sicilia l'11 settembre 2002 con lo storico annuncio della scoperta delle "navi del terrore". Dal ministro Pisanu ad Enzo Bianco ed ai servizi che oggi l'ex ministro coordina, sono tutti saltati a pi pari sulla bufala confezionata dall'Usncis, il servizio della Marina Usa: quindici pakistani, tuttora detenuti a Caltanissetta, spacciati per terroristi solo perch avevano false carte d'imbarco come marinai e soffrivano il mal di mare. Il loro percorso, dal volo a Casablanca al trasbordo in mare aperto, ricalcava le rotte dei clandestini, compresi i trecento naufraghi del '97 nel Canale di Sicilia.

 

Ma di fronte alle proteste delle loro famiglie e dello stesso governo pakistano, il questore di Caltanissetta rilancia: le navi sarebbero tre e smisterebbero bombaroli nel Mediterraneo. Una ferma a Gela, le altre due, perquisite al largo della Turchia ed a Trieste, portavano solo merci e migranti.

 

Il fango cade ma l'impronta resta. Rimane la paura di manifestarsi per pakistani e afghani, il Ramadan in sordina nelle moschee, la grandine di rigetti dell'asilo per i profughi kurdi dopo l'inclusione del Pkk nella lista europea del "terrorismo". Rimangono in galera decine d'innocenti o "presunti colpevoli", e le due circolari con cui dallo scorso ottobre il ministro Castelli dispone la detenzione in alta sicurezza e la censura postale per oltre diecimila detenuti di fede islamica.

 

Resta il teorema della sovversione. In attesa di nuove vittime, in tempo di guerra.

 

(Da "Liberazione" del 23.11.02)

 

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CHI SONO LE VITTIME DELL11 SETTEMBRE IN ITALIA?

 

RESOCONTO DI UNA CONFERENZA STAMPA SCOMODA

 

Roma, 11 settembre 2002

 

Nel massimo rispetto per i morti di New York, ma controcorrente rispetto alla retorica di guerra, una conferenza stampa tenuta a Roma presso la Fondazione Basso ha chiesto di non dimenticare le vittime in Italia dell11 settembre, ossia dellondata di criminalizzazione e persecuzione che ha colpito immigrati ed esuli, movimenti di liberazione e luoghi di culto islamici. 

 

Il segretario di Senzaconfine Dino Frisullo e Maria Luisa DAddabbo, legale dellassociazione, hanno ricordato le due montature che tengono da sei mesi in carcere a Roma quattro marocchini avvelenatori sorpresi con sostanze chimiche poi rivelatesi buone per fuochi dartificio, e il pakistano Naseer Ahmad arrestato come capocellula di Al Qaeda insieme alla banda pi improbabile (due maghrebini handicappati e due profughi kurdo-irakeni agenti di Saddam) in base ad intercettazioni non pi probanti di quelle che hanno condotto alla recente montatura di San Petronio a Bologna.  

 

A Milano quattro tunisini sono stati condannati in febbraio per reato associativo di eversione, di fatto applicando retroattivamente la legge antiterrorismo n.438 del 15 dicembre 2001, una volta rivelatesi infondate le accuse di detenzione di armi, cos come a carico dei quattro frequentatori della moschea di viale Jenner a Milano e di altri maghrebini condannati a Torino rimasta solo la falsificazione di documenti. A Napoli e a Bologna il clima dell11 settembre ha condotto allimprovvisa accelerazione di due megaprocessi a carico di algerini e tunisini, per fatti assai precedenti alle Twin Towers: il primo si concluso con pesanti condanne a otto anni di carcere, il secondo riguarda 42 maghrebini a piede libero, e proprio alla vigilia di una sua udienza un giornale anticip la montatura di San Petronio.

 

                Nel complesso sono una ventina i terroristi stranieri detenuti in Italia, ma oltre un centinaio gli inquisiti. Per non parlare dei profughi afghani arrestati e rimpatriati da Roma e da Trieste perch in possesso di ritagli di giornale o carte topografiche, e delle migliaia di immigrati rastrellati come sospetti solo per la loro religione o nazionalit. Del resto furono motivate dalla lotta al terrorismo allindomani dell11 settembre la prima proposta del ministro Buttiglione di prendere le impronte digitali e le prime pratiche di rastrellamento etnico di polizia a Milano e Roma (i tristemente noti pattuglioni): anche la legge razzista Bossi-Fini in realt figlia dellemergenza-terrorismo.

 

Queste pratiche, per Fabio Marcelli dei Giuristi Democratici, riproducono la rottura della legalit e la giustizia speciale introdotte dagli Usa a Guantanamo e ovunque. Nella Ginatempo, del Forum Basta guerra, ha ricordato che si ricorre a leggi speciali contro gli stranieri proprio mentre gli Usa chiedono allItalia limpunit rispetto alla Corte penale internazionale, e ha denunciato la rottura del diritto internazionale e costituzionale insita nel concetto di guerra preventiva in Iraq.

 

Secondo Patrizio Gonnella, dellassociazione Antigone, la lista del terrorismo europea e la legislazione speciale comunitaria si affiancano a una legislazione italiana gi pesantemente emergenzialista. La legge 438 punisce infatti il sostegno o assistenza a qualsiasi organizzazione straniera che pratichi forme di resistenza al proprio regime, magari oppressivo o dittatoriale, aggravando le pene e consentendo il ricorso ad indagini finora consentite solo per i mafiosi. Inoltre, denuncia Antigone, in ottobre due circolari del ministero della Giustizia hanno imposto la censura sulla posta e la detenzione di alta sicurezza, spesso separata, per i detenuti provenienti da paesi islamici, circa 2/3 dei 17.000 detenuti stranieri, in violazione delle garanzie di uguaglianza del Regolamento carcerario che peraltro il ministro Castelli vuole abrogare.

 

I rappresentanti di Senzaconfine hanno anche citato fra le vittime della guerra al terrorismo i profughi che si vedono sempre pi spesso negare lasilo perch Usa ed Europa considerano ora terroristi i movimenti di liberazione perseguitati nei loro paesi, come il Pkk in Turchia per quanto riguarda i kurdi. Pi in generale, la guerra al terrorismo conduce alla criminalizzazione dellidea stessa di liberazione e autodeterminazione: per ora la crociata razzista che vede protagonista soprattutto la Lega Nord si rivolge contro i luoghi di culto islamici, ma probabile che il clima di guerra estenda la persecuzione ai movimenti di liberazione ed a tutti gli esuli e i diversi anche in Italia, come gi in Gran Bretagna.

 

 

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