Date: 4:08 PM 9/19/97 +0100

From: Sergio Briguglio

Subject: ddl immigrazione: il confronto decisivo

 

Cari amici,

 

lunedi' alle ore 15 avra' luogo una riunione di maggioranza (con i ministri

interessati) per decidere l'atteggiamento rispetto agli emendamenti in

discussione.

 

In particolare, saranno discussi emendamenti del Governo (di cui

attualmente anche i ministri ignorano i contenuti...) su ingressi per

lavoro ed espulsioni.

 

Sara' anche presa una decisione sulla questione del diritto di voto.

 

Nel frattempo, per pressione del Governo, sono caduti o sono stati

malamente riformulati molti emendamenti importanti in merito a revoche dei

permessi, carta di soggiorno, respingimenti.

 

Inutile dirvi che, a fronte di una possibile disponibilita' del Governo

riguardo alla ricerca di lavoro (tutta da verificare, pero'), la questione

espulsioni e' a rischio. Napolitano non vuol sentir parlare di modifiche

del testo. La Turco condividerebbe - credo - le nostre posizioni, ma non ha

sufficiente potere.

 

Contando poco, per quel ministro e per la sua amministrazione, il discorso

sui diritti fondamentali della persona, puo' forse essere utile l'argomento

secondo il quale l'attuale formulazione del ddl favorirebbe chi occulti il

passaporto rispetto a chi non lo occulti. Il primo avrebbe infatti diritto

a un ricorso sul posto, il secondo potrebbe essere accompagnato senza

difficolta' in frontiera ed essere costretto a ricorrere dall'estero.

 

Piu' arduo (ma non per questo meno importante), in questo clima, sostenere

la necessita' di un ricorso "di merito", che consegnerebbe sanamente al

Pretore un potere discrezionale da usare finalmente anche in favore dello

straniero.

 

Sono convinto di come, in questo momento, tutte le pressioni possano

rivelarsi, anche al di la' delle speranze, decisive. In modo particolare

quelle sui capigruppo alla Camera.

 

Non lasciamo nulla di intentato, e facciamo in modo che le azioni di

ciascuno siano note anche agli altri.

 

Allego la bozza di un nostro intervento per il Manifesto.

 

Cordiali saluti

 

Sergio Briguglio

 

 

Segue la bozza:

 

 

Lunedi' avra' luogo un'importante riunione di maggioranza per decidere le

sorti del disegno di legge sull'immigrazione. Non si trattera' di decidere

se questo disegno di legge sara' approvato o meno, giacche' tutti sono

convinti del fatto che una riforma debba essere varata, quanto piuttosto di

stabilire fino a che punto saranno recepite le modifiche che tutti gli

esperti di immigrazione da mesi, unanimemente, suggeriscono e che gli

stessi membri di maggioranza della Commissione Affari Costituzionali

sostengono nella forma di proposte di emendamento.

 

Il disegno di legge in questione potrebbe diventare un'ottima legge, ma ha

un formidabile bisogno di correzioni. Questo vale per numerosi aspetti,

ciascuno dei quali, se trascurato, potrebbe tradursi in una ingiusta e

inutile sofferenza di intere - seppure non sempre popolatissime - categorie

di stranieri (penso alle categorie piu' disparate - gli studenti, i

detenuti, i profughi, i professionisti -, trattate superficialmente, o del

tutto dimenticate, dalla proposta del Governo). Ma vale soprattutto

riguardo a due elementi essenziali: gli ingressi per lavoro e i

provvedimenti di allontanamento dal territorio dello Stato (espulsioni e

respingimenti alla frontiera).

 

Il primo di questi e' il nodo di ogni politica di immigrazione. Il disegno

di legge prevede che lo straniero possa venire in Italia solo se assunto da

un datore di lavoro o sostenuto da uno sponsor di buona volonta' che ne

copra le spese nella fase di ricerca di lavoro. Quest'ultima eventualita'

e' resa estremamente improbabile dal fatto che non e' prevista alcuna lista

in cui lo straniero possa iscriversi e alla quale l'aspirante sponsor possa

fare riferimento. La prima anche dal fatto che nessun datore di lavoro

assumerebbe alla cieca un lavoratore che non ha ancora messo piede in

Italia. E' un quadro carente, che si discosta troppo lievemente da quanto

gia' visto in anni di pessima applicazione della buona Legge Martelli, ed

e' destinato a non funzionare. Va modificato prevedendo l'istituzione

obbligatoria di liste di prenotazione nei nostri consolati, con graduatoria

fondata sull'anzianita' di iscrizione (tale, cioe', da consentire al

lavoratore straniero di prevedere con ragionevole certezza quanto tempo lo

separa dalla sua chance di migrazione legale). Va inoltre stabilito che,

per garantire l'incontro in loco tra domanda e offerta di lavoro, quando il

meccanismo della sponsorizzazione si riveli insufficiente a garantire i

flussi stimati auspicabili dal Governo sia consentito l'ingresso per

ricerca di lavoro degli iscritti nelle liste, fino a completamento della

quota programmata. L'esperienza di questi anni insegna, a dispetto del

conservatorismo imperante a riguardo in Europa, che questa e' la via piu'

efficace per impedire che i flussi migratori siano costretti a percorrere

vie irregolari, alimentando il fenomeno della clandestinita'.

 

Riguardo a espulsioni e respingimenti, l'aumento di severita' che ispira il

disegno di legge e' accettabile se e solo se non comporta che diritti

inalienabili risultino calpestati. Devono quindi essere corrette le norme

che contemplano la possibilita' di procedere all'allontanamento (e allo

sradicamento) dello straniero prima che il Pretore si sia pronunciato

sull'eventuale ricorso. Deve essere poi stabilito che lo stesso Pretore

esamini il provvedimento di espulsione non solo sul piano formale, ma

valutandone la congruita', anche con riferimento alle condizioni di

effettivo inserimento sociale dello straniero. Devono altresi' essere

introdotte norme che tutelino i potenziali richiedenti asilo dal rischio di

un respingimento alla frontiera troppo frettoloso o, addirittura, di un

espatrio ostacolato, per evitare possibili sanzioni economiche, dalla

stessa compagnia aerea.

 

Su queste e su altre questioni il consenso della Commissione emerge

chiaramente dal quadro di emendamenti proposti. Il consenso dei gruppi

parlamentari di maggioranza e' stato dichiarato, nel corso di incontri con

i rappresentanti delle associazioni (Arci, Acli, Caritas, Fondazione

Migrantes della Conferenza Episcopale Italiana, Chiese Evangeliche), da

tutti i capigruppo, coerentemente con quanto esplicitamente promesso nel

programma elettorale della coalizione (tesi 77). Ma allora, perche' molti

degli emendamenti migliorativi non sono stati approvati e altri, ancor piu'

importanti rischiano di cadere nei prossimi giorni? Delle due l'una: o la

tenace resistenza del Governo fa piegare il capo alla maggioranza, o quei

capigruppo dicono una cosa ai rappresentanti delle associazioni e, un

minuto dopo, ne fanno un'altra.

 

In questa situazione c'e da chiedersi: conviene a Governo e Maggioranza

sfidare quella parte della societa' che, sulla base di ragioni laiche o

religiose, opera quotidianamente una scelta preferenziale dei piu' deboli e

che di Governo e Maggioranza ha rappresentato - fino ad oggi - la base

naturale?