Date: 9:43 AM 12/16/97 +0100

From: Sergio Briguglio

Subject: ddl immigrazione

 

Cari amici,

 

sull'Unita' di oggi appare un'intervista a Calvisi, responsabile PDS per

l'immigrazione. Calvisi, in linea con Governo e maggioranza al Senato,

sostiene la necessita' di blindare la legge, affidando al regolamento il

compito di correggerne le manchevolezze. Non si puo' pretendere da un uomo

di partito che si contrapponga con coraggio ai ministri e ai parlamentari

del suo stesso partito. Deve essere pero' chiaro che le sue affermazioni

sono prive di qualunque fondamento e di qualunque ragionevolezza: un

regolamento di attuazione non puo' muoversi contro le norme stabilite dalla

legge; non puo' attenuarle; non puo' stabilire eccezioni; non puo' sanare

quello che dalla legge e' definito irregolare. Se Calvisi queste cose non

le sa, se le faccia spiegare da qualcuno, nel suo partito, che le sappia.

Se nessuno, in quel partito, le sa, siamo proprio in buone mani... Quanto a

sanatorie generalizzate o meno, sfugge evidentemente a Calvisi la

dimensione del bacino di irregolarita' in Italia: non si tratta di

risolvere la posizione di seicento curdi o di quattromila albanesi o di

ventiquattro iracheni; si tratta di decidere se i due-trecentomila

irregolari che ci sono in Italia (grazie, in primo luogo, alla ottusa

miopia di questo governo e di tutti - dico tutti - quelli che l'hanno

preceduto) li dobbiamo espellere, secondo le procedure stabilite da questa

"avanzatissima" legge (due-trecentomila provvedimenti di custodia, con

due-trecentomila convalide del giudice), o li dobbiamo tenere. Se li

dobbiamo espellere, buon lavoro! Se li dobbiamo tenere, abbiamo due

possibilita': una sanatoria generalizzata (con un emendamento o un decreto

di dieci righe) o venti-trentamila provvedimenti che risolvano dieci casi

per volta (un curdo qui, tre iracheni la', cinque stagionali magrebini su,

un impiegato di concetto giapponese giu'). Questa seconda ipotesi presenta

il grande vantaggio di non turbare il sonno europeista del ministro

Napolitano. Non e' poco.

 

Cordiali saluti,

Sergio Briguglio