Date: 5:49 PM 9/15/98 +0200

From: Sergio Briguglio

Subject: articolo (per Marco Calabria)

 

Cari amici,

vi mando il testo di un articolo scritto per il Manifesto di domani.

Cordiali saluti

sergio briguglio

 

p.s.: mi e' stato promesso il testo del decreto flussi in forma digitale.

Se mi verra' spedito effettivamente, ve lo inviero'.

 

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Il Governo ha trasmesso al Parlamento il decreto sui flussi migratori,

contenente soprattutto disposizioni sulla regolarizzazione di immigrati

clandestini. Provo qui a sintetizzare, a modo mio, le perplessita'

principali che il decreto desta nel mondo delle associazioni. In primo

luogo, l'esperienza delle sanatorie passate ('87, '90 e '95) insegna che,

per vincere la comprensibile diffidenza dell'immigrato irregolare e indurlo

a segnalare la propria esistenza in una questura occorrono tempi lunghi

(non meno di sei mesi perche' emerga tutto il bacino di irregolarita') e

contropartite certe. In questo caso sono previsti poco piu' di due mesi ed

effetti incertissimi: solo i primi trentamila, o poco piu', capaci di

dimostrare il possesso dei requisiti otterranno un permesso. Degli altri

non si dice niente. Gli ambienti ministeriali assicurano che anche gli

altri non rischieranno di trovarsi in cambio un foglio di espulsione, ma

"verba volant", e, se si vuole davvero dare un permesso di soggiorno a chi

ne ha i requisiti, lo si puo' decidere subito. L'incertezza resta ed e'

grave.

 

Secondo aspetto: i requisiti per l'emersione. Rispetto all'ultima

regolarizzazione (quella del decreto Dini) sono positivamente presi in

considerazione, oltre ai lavoratori dipendenti, anche i lavoratori

autonomi. Saggezza suggerirebbe di includere in questa categoria tutti

coloro che vivono (lecitamente) esercitando una successione di lavori di

breve durata, di carattere occasionale: tre giorni come manovale, due come

giardiniere, altri due come lavapiatti... Gli immigrati in queste

condizioni sono la maggior parte. Sono utilissimi, oltre che a se stessi e

alle loro famiglie (il che non e' poco), anche alla nostra economia. Se

pero', per regolarizzarli come lavoratori autonomi, il Governo chiede loro

che ottengano i nulla-osta dalle camere di commercio e dimostrino di avere

i mezzi sufficienti per avviare l'attivita' imprenditoriale, e, per di

piu', in due mesi, e' segno che, dell'immigrazione, il Governo non ha

ancora capito granche'.

 

Terza questione, piu' sottile: possono regolarizzarsi i familiari di

stranieri regolarmente soggiornanti, purche' non si tratti di fratelli o di

figli maggiorenni, e a condizione che non siano familiari di chi si

regolarizza per lavoro. Quale sia, per la nostra societa', il vantaggio di

avere famiglie un po' regolari e un po' irregolari e' domanda che andrebbe

rivolta al Ministro della famiglia; il mio pensiero, di fronte a tanta

genialita', vacilla.

 

Quarta faccenda, piu' drammatica: il Governo vuol lasciar fuori coloro che

siano entrati dopo il 27 marzo (probabilmente altri quaranta o

cinquantamila immigrati) o che non riescano a dimostrare con prove

inattaccabili di essere entrati prima. Vuole anche lasciar fuori - sembra -

quelli che siano stati colpiti, in passato, da provvedimenti di espulsione.

Per respingere duemila clandestini, in estate, il Governo ha perso un mese

e, per certi versi, la faccia. Cosa pensa di fare, di grazia, con questi

esclusi?

 

Sergio Briguglio