Date: 12:04 PM 9/17/98 +0200
From: Sergio Briguglio
Subject: regolarizzazione
Cari amici,
vi mando una nota della Fondazione Migrantes
sulla faccenda della
regolarizzazione. Cominciate a controllare gli
orari dei treni per Roma...
Cordiali saluti
sergio briguglio
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IMMIGRATI IRREGOLARI: UN DECRETO CHE NON
CONVINCE
Una
nota della Migrantes sulla bozza di decreto di regolarizzazione
Roma (Migranti-press) - Non convince la bozza,
e potrebbe lasciare amara
delusione, come per una beffa, una volta che,
cos come stata trasmessa
alle camere, diventasse decreto operativo.
chiaro che un organismo ecclesiale, e non
solo la Migrantes, ha un
sottofondo di mentalit e di sensibilit
derivante dal contatto quotidiano
con drammi di persone e di popolazioni che
passano sotto la sbrigativa voce
di irregolari o clandestini e verso i quali
non possiamo pilatescamente
lavarci le mani. altrettanto chiaro che gli
organismi ecclesiali sono
allineati, non per spirito di squadra ma per
convinzione, con certi
pronunciamenti di Giovanni Paolo II: se da una
parte la loro "condizione di
vita stentata costituisce un'ulteriore
conferma dell'avvilente situazione
in cui li riduce la povert nei loro
Paesi", dall'altra " innegabile che
il lavoro con il quale partecipano all'impegno
comune di sviluppo
economico, realizza una forma di appartenenza
di fatto alla societ" e
spinge a "dare legittimit, scopo e
dignit a questa appartenenza
attraverso l'adozione di opportuni
provvedimenti".
Qui tuttavia vorremmo quasi prescindere da
questo sottofondo, per dare
risalto ad alcune considerazioni di pragmatica
concretezza.
La prima un invito al Governo alla coerenza
con se stesso e col noto
ordine del giorno del Senato (n. 100). Il
Senato lo impegnava "a
valutare... quali siano le opportune proposte
ed iniziative da finalizzare
all'emersione dall'area delle irregolarit, da
attuarsi in modo mirato, per
cittadini stranieri che vivono in Italia
inseriti in contesti familiari, di
lavoro anche autonomo e di studio". Nella
"relazione sulla presenza
straniera in Italia e sulle situazioni di
irregolarit", curata dal
Ministero dell'Interno in ottemperanza
allostesso ordine del giorno, si
riconosce espressamente che "i punti pi
qualificanti ed innovativi della
nuova legge sull'immigrazione tengono in
grande considerazione le pi
attuali caratteristiche dei flussi migratori
che, precedentemente non
disciplinate, sono alla base degli ingressi
irregolari" (p. 7): e si
enumerano, per esempio, "gli ingressi per
lavoro stagionale" o "attraverso
prestazione di garanzia", nonch la
possibilit di "iscrizione in liste di
prenotazione". In base a questo criterio
si prevede la possibile
regolarizzazione non solo per
"ricongiungimenti familiari...di fatto" ed
"effettivo inserimento lavorativo"
(casi presi in considerazione dal
Governo), ma pure "per il ritorno nella
originaria condizione di legalit"
e per "la regolarizzazione di alcune
situazioni di irregolarit... le cui
cause sono da imputare prevalentemente al
tentativo di aggirare le norme
per raggiungere obiettivi che la nuova legge
sull'immigrazione prevede" (p.
8). come dire che, secondo la nuova legge,
costoro non dovrebbero essere
irregolari, ossia che la loro irregolarit
dovuta a lacune e disfunzioni
della vecchia legge, sostituita con eccessivo
ritardo dalla nuova. Il
"Documento programmatico relativo alla
politica dell'immigrazione" dice
espressamente che "la programmazione dei
flussi di ingresso per gli anni a
venire deve tener conto dell'attuale presenza
straniera in Italia e la
possibile normalizzazione di specifiche
situazioni in armonia con i
princpi ispiratori della legge" (p. 32)
e prevede per il 1998 e 1999 "per
un limitato contingente di lavoratori presenti
in Italia anche in
situazione di irregolarit l'attivazione del
meccanismo delle garanzie
prestate da terzi ai sensi dell'art.
21..." (p. 37). Di tutto questo non
c' ombra nel decreto.
La seconda considerazione ancor pi
pragmatica: se gli irregolari
presenti sono oltre 200.000 (supponiamone
150.000 prima dell'entrata in
vigore della legge), quale sar la sorte di
coloro che non rientrano nel
ristretto numero dei regolarizzabili? Si pensa
di convincerli ad uscire di
loro spontanea volont? Si pensa di attuare
con decisione il meccanismo
dell'espulsione? Non insegna qualcosa la
laboriosa vicenda di agosto per un
paio di migliaia da respingere? A chi serve la
permanenza di un grande
numero in condizioni sommerse di
clandestinit? E chi degli irregolari avr
il coraggio di entrare in questura e chiedere
la regolarizzazione, con lo
spauracchio di non rientrare nel numero dei
30.000 eletti? E quale gruppo o
associazione di volontariato potr far opera
persuasiva con costoro
riguardo al tentare la regolarizzazione, se
questa pu tradursi in una
trappola per essere schedati, premessa per
qualcosa di peggio? Il trovare
invece un espediente per far emergere dalla
clandestinit il maggior numero
possibile serve a stranieri e italiani, alla
tranquillit comune, alle
esigenze dell'ordine pubblico.
Ci premesso, chiara la proposta: non si
tratta di spalancare un portone,
ma nemmeno di lasciar aperta solo una piccola
fessura d'una porta tanto
stretta. Al limite, se proprio non si vuol
toccare la fatidica cifra dei
38.000, si attivi qualche altra forma - in
armonia con i documenti
precitati - di ingresso nella regolarit o
almeno si consenta di rimanere
nell'anticamera in attesa dell'anno o degli
anni successivi, non con una
vaga promessa ma con una garanzia scritta, sia
questa un nulla osta o un
permesso di soggiorno provvisorio, che
consenta agli immigrati di attivarsi
per una sistemazione pi stabile tra di noi.
In tal caso le parti sociali
si potranno attivare seriamente al loro fianco
perch una cos legittima
speranza non venga frustrata.