Date: 9:46 AM 9/25/98 +0200
From: Sergio Briguglio
Subject: lettera di Frisullo
Cari amici,
in attesa che Dino Frisullo impari ad
accendere il computer del quale e'
corredato, vi invio, per conoscenza, una sua
lettera relativa all'accordo
appena firmato da Italia e Turchia. Merita
attenzione.
Cordiali saluti
sergio briguglio
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All'attenzione del prof. Carlo Guelfi
per l'on.le ministro Giorgio Napolitano
e, per conoscenza, dei parlamentari ed
associazioni interessate
Caro
prof. Guelfi,
come preannunciato per telefono, Le allego la
traduzione italiana dei due
lanci dell'agenzia turca Anadolu di Roma,
della vigilia e della data
dell'accordo fra i due ministri dell'Interno.
La traduzione, curata dal sottoscritto,
assolutamente letterale. Richiamo
l'attenzione sul termine turco
"suclu", che non significa solo "condannato"
ma anche "accusato" di un crimine:
secondo Anadolu l'accordo dunque
consentirebbe alla polizia turca ed ai servizi
turchi di consultare ed
ottenere le deposizioni, ed addirittura di
interrogare direttamente, coloro
che, oggi in Italia, in Turchia fossero
accusati (od anche condannati),
senza distinzione fra reati comuni e politici
ed anzi con particolare
enfasi sui reati "di terrorismo". Si
tratta dunque della situazione della
grande maggioranza dei profughi kurdi. Una
tale interpretazione cozzerebbe
ovviamente con la legge italiana e le
convenzioni internazionali in materia.
Pi in generale, ci stupisce che sia nel
resoconto Anadolu sia in quelli
italiani non risulti una parola del ministro
Napolitano sulle situazioni
politiche e militari da cui scaturisce la
tragedia dei profughi,
nell'accordo (stando ad Anadolu) trattati come
semplici "immigranti
clandestini", da non rimpatriare, a Dio
piacendo, ma comunque da fermare.
Ci pare che il governo italiano, e lo stesso
ministro Napolitano, debbano
decidersi fra le posizioni di gennaio e quelle
che sembrano le attuali:
profughi, o immigranti clandestini, i kurdi? terroristi,
o movimento di
liberazione, le loro organizzazioni?
Fra l'altro so per personale esperienza come
il termine "terrorismo" nella
prassi giudiziaria turca copra ogni dissenso
politico: scandalizza (non
solo me, ma il Parlamento europeo e il Consiglio
d'Europa) l'uso
spregiudicato di questo termine nella legge
turca, ed ora in un accordo
internazionale.
Va segnalato che la stampa turca unanimemente
sta presentando l'accordo
come una svolta politica del governo italiano
contro le rivendicazioni
kurde ed a favore del regime, con particolare
enfasi alla protesta (che il
ministro Aktas dice di aver portato anche sul
tavolo del ministro
Napolitano, sia pure informalmente) contro
l'incontro fra una delegazione
del Prc ed una del "terrorista" Pkk.
Questo particolarmente negativo nel
momento in cui in vigore la tregua
unilaterale dichiarata dal 1.
settembre dallo stesso Pkk, e sarebbe il
momento giusto per premere sul
governo turco in direzione della pace. Questa
anche la volont pi volte
espressa del parlamento italiano. Ma la pace
presuppone il riconoscimento
dell'avversario: se invece l'Italia si adegua
alla sua criminalizzazione
come "terrorismo"...
Spero, speriamo tutti, in una precisazione del
ministro Napolitano.
Con i migliori saluti,
Dino Frisullo
(per le associazioni "Azad" e
"Senzaconfine")
2 fogli allegati
Agenzia Anadolu, Roma - 21.9.98
"IL MINISTRO DELL'INTERNO KUTLU AKTAS A
ROMA: FRA I DUE PAESI SARA'
SOTTOSCRITTO UN ACCORDO DI COOPERAZIONE NEL
CAMPO DELLA SICUREZZA. AKTAS:
"CON IL NUOVO ACCORDO SARA' POSSIBILE
INTERROGARE IN ITALIA LE PERSONE
ACCUSATE IN TURCHIA DI TERRORISMO"
Roma (Yasemin Taskin) - Il ministro
dell'Intarno Kutlu Aktas giunto nella
capitale italiana per colloqui politici.
Aktas, accolto all'arrivo
all'aeroporto dagli ambasciatori di Turchia in
Italia e in Vaticano, Inal
Batu e Altan Guven, e da funzionari
dell'ambasciata, ha affermato che
l'accordo in tredici articoli che sar
sottoscritto domani con l'Italia in
materia di sicurezza particolarmente
importante dal punto di vista della
lotta al terrorismo.
Il ministro Aktas ha spiegato che, grazie
all'accordo che domani firmer
insieme al suo omologo italiano Giorgio
Napolitano, sar possibile
interrogare in Italia i responsabili di
attivit terroristiche che vi si
trovano, e richiedere informazioni su di loro.
Il ministro ha quindi accettato di spiegare al
corrispondente dell'Agenzia
Anadolu i dettagli dell'accordo, messo a punto
nel precedente incontro di
Istanbul del 26 giugno e relativo alla lotta
al terrorismo, al crimine
organizzato, al riciclaggio di denaro sporco e
al commercio di droghe e
sostanze psicotrope.
Aktas, sottolineando che oggi necessaria una
pi stretta collaborazione
con l'Italia contro i responsabili di
organizzazioni criminali, terrorismo,
traffici di droghe e -moda emersa in giorni
recenti- di esseri umani, ha
spiegato che l'accordo italo-turco gi in
vigore consente un ampio spettro
di cooperazione fra i due paesi, ma il suo
aggiornamento lo dettaglia e lo
arricchisce.
I servizi di sicurezza dei due paesi
pianificheranno insieme le rispettive
attivit e faciliteranno, ciascuno sul proprio
territorio, le operazioni
dei servizi dell'altro paese relative ai
propri cittadini accusati di
reati. Il protocollo che sar firmato domani,
ha aggiunto il ministro, dar
ufficialit alle attivit dei funzionari con
compiti di collegamento nei
due paesi.
Aktas ha sottolineato che l'accordo dar ampio
spazio alla "cooperazione
nella lotta al terrorismo", e in
particolare l'Italia in Turchia e la
Turchia in Italia avranno pi facile accesso
alle deposizioni effettuate
dai responsabili di reati e potranno
richiederne copia. Grazie a ci, ha
affermato il ministro, se un terrorista del
PKK si trova in Italia si potr
ottenere con facilit dalle autorit italiane
la sua deposizione, come pure
sar possibile seguire da vicino le attivit
delle organizzazioni
terroristiche operanti in Italia.
I CONTATTI FRA IL PARTITO COMUNISTA E
L'ORGANIZZAZIONE SEPARATISTA
Al ministro Aktas stato chiesto se
nell'incontro con il ministro
Napolitano sollever o no la questione
dell'incontro, avvenuto la settimana
scorsa in Medio oriente, fra alcuni
parlamentari del PRC, partito che
sostiene dall'esterno il governo italiano, e
il leader dell'organizzazione
terrorista separatista PKK. Aktas ha spiegato
che prima dell'incontro
ufficiale vi sar un incontro preliminare, per
un inquadramento del
terrorismo sul quale verte l'accordo, e in
quella sede sar sollevato anche
questo problema.
Peraltro stato spiegato che dopo l'incontro
dei membri del PRC con il
capo dell'organizzazione terroristica,
l'ambasciatore turco a Roma
intervenuto in proposito sul ministero degli
Esteri. L'ambasciatore Inal
Batu ha precisato che sono stati intrapresi
passi diplomatici e che la
questione stata posta al ministero degli
Esteri italiano, sottolineando
che alcune attivit intraprese da un partito
che sostiene il governo
mettono in difficolt lo stesso governo
italiano.
AGENZIA ANADOLU, ROMA - 22.9.98
ITALIA - FIRMATO L'ACCORDO ITALIA-TURCHIA IN
MATERIA DI SICUREZZA: AL
CENTRO DELL'ACCORDO LA LOTTA AL TERRORISMO, AL
CRIMINE ORGANIZZATO, AL
RICICLAGGIO DI DENARO E AL TRAFFICO DI ESSERI
UMANI
Roma (Yasemine Taskin) - E' stato firmato a
Roma fra Italia e Turchia un
accordo di cooperazione ad ampio raggio in
materia di lotta al terrorismo,
alle organizzazioni criminali, al riciclaggio
di denaro sporco, al traffico
di droghe e di persone. La cerimonia della
firma ha avuto luogo oggi alla
presenza dei due ministri dell'Interno, Kutlu
Aktas e Giorgio Napolitano.
Prima della cerimonia, i due ministri si sono
incontrati per oltre un'ora
per affrontare il complesso dei problemi
emergenti fra i due paesi nel
campo della sicurezza.
Nella successiva conferenza stampa Napolitano
e Aktas hanno sottolineato la
grande importanza dell'accordo, che
rappresenta uno sviluppo in avanti di
quello preesistente fra i due paesi.
Il ministro Aktas ha riferito che la
collaborazione fra i due ministeri e
gli apparati di polizia avverr nel quadro dei
rispettivi sistemi giuridici
e procedure legali. "Viviamo in un mondo
solo e dobbiamo viverci in pace",
ha detto. Ha poi messo in rilievo che negli
ultimi anni la lotta al crimine
organizzato ha avuto importanti sviluppi, che
si sono ottenuti notevoli
successi nella lotta alla mafia e che con
questo accordo i successi si
moltiplicheranno.
"LOTTARE DA SOLI NON E' POSSIBILE"
Il ministro dell'Interno italiano Giorgio
napolitano ha ricordato che
l'accordo fra i due paesi in materia di
sicurezza era stato sottoscritto
per l'Italia nell'86 dall'allora ministro
Scalfaro, oggi presidente della
Repubblica. Ha poi rilevato che negli ultimi
tempi i fenomeni e le minacce
criminali indirizzate contro comunit
territoriali e cittadini si sono
accresciute, ed anche la risposta deve essere
pi forte.
Napolitano ha affermato che i criminali contro
i quali si indirizza
l'accordo firmato sono collegati fra loro, e
quindi anche fra i paesi
interessati la risposta deve essere bilaterale
o multilaterale, non essendo
sufficiente quella di un solo paese. Ha poi
precisato che l'accordo non si
riferisce alla sfera del diritto e dei
princpi, ma al lavoro comune delle
forze di polizia.
LA LOTTA ALLA MAFIA
Ad una domanda il ministro Napolitano ha
risposto che l'esperienza
accumulata dall'Italia in materia di lotta
alla mafia potr essere utile
alla Turchia. Dopo l'assassinio dei giudici
Falcone e Borsellino nel '92,
ed il drammatico periodo che ne seguito, in
Italia la lotta alla mafia ha
utilizzato strumenti sempre pi sofisticati, e
il panorama oggi pi
sereno. L'Italia, ha detto il ministro, sar
lieta di mettere a
disposizione della Turchia le esperienze che hanno
consentito i pi recenti
successi in questo campo.
Alla domanda se questo accordo preveda la
riconsegna degli immigrati
clandestini, Napolitano ha chiarito che non si
tratta di un "accordo di
rimpatrio degli immigrati clandestini".
Peraltro Napolitano ha ricordato
che in questo campo vi ampia collaborazione
fra Italia e Turchia, e che i
controlli effettuati da ciascuno dei due
paesi, la valutazione degli
elementi emersi, la crescente interdizione dei
mezzi di trasporto usati
dagli immigrati clandestini e lo scambio di
informazioni hanno prodotto
effetti importanti.