Date: 9:53 AM 9/28/98 +0200
From: Sergio Briguglio
Subject: regolarizzazione
Cari amici,
vi mando, per conoscenza, la bozza di un
pacato articolo scritto per il
Manifesto di domani.
Cordiali saluti
sergio briguglio
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E' atteso, in questi giorni, il parere delle
commissioni parlamentari sul
decreto predisposto dal governo per la
regolarizzazione degli immigrati
clandestini. A fronte di una popolazione
irregolare stimata, dallo stesso
governo, in oltre duecentotrentamila unita',
si vuol consentire che
emergano - si' e no - trentamila immigrati:
quelli che meglio degli altri
sapranno dimostrare di essere in Italia da
prima del 27 marzo (sempre che
la polizia non abbia rifilato loro, nel
frattempo, un foglio di via) e di
avere un datore di lavoro pronto ad assumerli
o una camera di commercio
pronta a benedirli (ma il lavoro pregresso non
conta niente, ne' contano i
lavori saltuari e precari). Accanto a questi
potranno, si', regolarizzarsi
i familiari di quanti siano gia' regolari,
purche' pero' non si tratti di
figli maggiorenni, fratelli o cugini, che' -
si sa - la moda della famiglia
numerosa e' roba da ventennio fascista.
E chi questi requisiti non li sa dimostrare o
non rientra nei primi
trentamila? Il ministero dell'interno giura e
spergiura - a voce - che mai
si sognerebbe di espellere alcuno di coloro
che si presentino in questura;
intanto, pero', le espulsioni vanno avanti,
alla chetichella, da mesi, e il
governo si rifiuta di mettere per iscritto la
benche' minima garanzia per
chi chieda di regolarizzarsi. Si provvedera' -
dicono - con successivi
decreti... Quale sia il vantaggio di
dilazionare il rilascio di un permesso
di soggiorno per il quale uomini, donne e
bambini sono disposti a rischiare
la vita e' un segreto di Stato: ne protegge
l'arcano l'inaccessibile
intelligenza di un paio di nostri ministri.
Associazioni, sindacati,
responsabili per l'immigrazione dei partiti di
maggioranza, membri delle
commissioni competenti continuano a ripetere -
ciascuno con il volume di
voce che la propria indipendenza gli consente
- come si tratti di una
robustissima idiozia. Dicono, tutti costoro,
che e' necessario almeno
stabilire che a tutte le domande di
regolarizzazione corrisponda il
rilascio di un permesso di soggiorno
provvisorio, valido fino alla fine del
'99, utilizzabile per lavoro e convertibile in
un permesso piu' stabile non
appena il titolare maturi i requisiti
fatidici. In caso contrario -
insistono - moltissimi di quei duecentotrentamila
(ma diciamo pure
trecentomila) preferiranno restare sommersi, e
solo un tonto potrebbe
trarne la conclusione che siano tornati a casa
indispettiti dal non poter
votare alle elezioni amministrative...
Ora la palla e' al Parlamento, che da un anno
sull'immigrazione tace. Con
l'eccezione di un ordine del giorno sulla
regolarizzazione (in gran parte
tradito dal decreto ora in esame), la scelta
costante e' stata quella del
completo disinteresse: non un emendamento alla
legge in Senato, non una
censura su un documento programmatico
approntato senza rispettare l'obbligo
di consultazione di sindacati e associazioni,
non una parola di
costernazione sulle porcherie di agosto e
sulle sei persone morte durante
l'esecuzione del respingimento. Sapranno ora i
parlamentari della
maggioranza, in un sussulto di decenza,
pretendere la correzione di un
decreto-burla o verranno ancora a gemere di
come siano tiranneggiati da una
minoranza fascistoide superiore per numero e
per forze, o di come il
coraggio, se uno non ce l'ha, non se lo puo' mica dare da se'?