Date: 2:44 PM 11/4/98 +0100
From: Sergio Briguglio
Subject: regolarizzazione
Cari amici,
in attesa di ricevere (e spedirvi) la
circolare del Ministero del Lavoro,
vi appioppo la bozza di un articolo scritto
per il Manifesto di domani.
Cordiali saluti
sergio briguglio
p.s.: vi ricordo l'appuntamento di Venerdi' 6,
ore 16, a via degli Astalli
17 (Sala Assunta), per la presentazione di
decreto e circolari a beneficio
di immigrati e operatori. Faccio osservare che
la sala ha un costo orario:
piu' puntualmente cominciamo, meno paghiamo...
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La pubblicazione della circolare di
applicazione del decreto-flussi segna
l'avvio della regolarizzazione di una parte -
sperabilmente ampia - del
bacino di immigrazione irregolare presente in
Italia. Il decreto ha
stabilito che, presentando domanda entro il 15
dicembre, potranno
regolarizzarsi per lavoro poco piu' di
trentamila immigrati, a condizione
di soddisfare certi requisiti: presenza in
Italia antecedente al 27 marzo
scorso, disponibilita' di alloggio, concreta
possibilita' di avviare
attivita' di lavoro subordinato,
"atipico" o autonomo. Accanto a questi
potranno regolarizzarsi, senza limiti
numerici, quanti posseggano i
requisiti per il ricongiungimento familiare
con uno straniero regolarmente
soggiornante o appena regolarizzato, fermo
restando il requisito relativo
alla presenza in Italia. Esclusi dalla
regolarizzazione, invece, quanti
siano entrati successivamente al 27 marzo o
siano stati colpiti in passato
da un provvedimento di espulsione. La
circolare chiarisce ora alcuni dei
punti oscuri del decreto (come, ad esempio,
dimostrare in pratica la
disponibilita' di alloggio), consentendo cosi'
l'effettiva presentazione
delle domande. Altri punti, e non di poco
conto, restano invece ancora
indefiniti o vengono esplicitati in modo
eccessivamente restrittivo. Cerco
di passarli in rassegna.
Domande in esubero: non e' scritto da nessuna
parte che lo straniero la cui
domanda risulti in eccesso rispetto alla quota
fissata per l'anno in corso
sia comunque autorizzato a soggiornare in
Italia in attesa di un successivo
decreto sui flussi. Al Ministero dell'interno
tutti assicurano che sara'
cosi'; il decreto-flussi e' pero' un atto del
Presidente del Consiglio, e -
anche senza imbarcarsi in analisi della
situazione politica attuale - puo'
lo straniero esser certo che a fine anno
avremo lo stesso Presidente del
Consiglio?
Stranieri usciti dall'Italia e rientrati: sono
esclusi dalla possibilita'
di regolarizzazione. In questo modo restano
inutilmente condannate
all'irregolarita' persone che hanno avuto il
solo torto di tornare per
brevi periodi in patria per rivedere i
familiari. Ne' la legge, ne' il
testo del decreto li discrimina rispetto a
coloro che siano rimasti fermi
in Italia; perche' punirli con la circolare?
Sono cosi' pericolosi per il
nostro paese?
Prova della presenza in Italia: sono
considerati validi solo documenti
ufficiali (ai quali un clandestino raramente
accede), ricevute d'albergo
(e' noto che i clandestini, sbarcando a Roma,
vanno ad alloggiare
all'Hilton...), documentazione rilasciata da
organismi umanitari e
assistenziali. Quest'ultima e' la previsione
piu' sensata, ovviamente;
teniamo presente pero' che l'immigrato questa
documentazione o ce l'ha o
non ce l'ha. Se non ce l'ha, cosa fa? torna
indietro nel tempo e si procura
il tesserino della Caritas? o lo espelliamo?
Ancora una volta: e' cosi'
pericoloso? perche' ha perso o non ha mai
chiesto un tesserino? Inoltre: se
la prova di presenza e' troppo remota, lo
straniero deve dimostrare la
continuita' del soggiorno fino alla data
fatidica del 27 marzo. E' come
dire: chi sa firmare solo con la croce, deve
allegare una dichiarazione
autografa con la quale riconosce che la croce
e' sua!
Lavoro autonomo: lo straniero deve farsi
rilasciare il nulla-osta dalle
autorita' competenti (camere di commercio,
ordini profesisonali, etc.) per
l'iscrizione all'albo, il rilascio della
licenza, etc.. Manca l'esplicita
considerazione di quella che e' a piu' diffusa
figura di lavoratore
autonomo straniero: il prestatore d'opera
occasionale; quello cioe' che
oggi si offre come giardiniere a beneficio di
Tizio, domani come
scaricatore a beneficio di Caio, e cosi' via.
A un lavoratore di questo
genere dovrebbe essere richiesta solo
l'apertura della Partita IVA o di una
posizione previdenziale, giacche' non esiste
alcun albo dei
"giardinieri-scaricatori-e-cosi'-via".
Il rischio ora e' che la camera di
commercio, non dovendo autorizzare nulla...
rifiuti il nulla-osta.
Resterebbe fuori la maggior parte dei
lavoratori stranieri. Altro ostacolo
e' rappresentato dalla necessita' di
dimostrare di disporre di un reddito
annuo superiore al minimo previsto per la
partecipazione alla spesa
sanitaria; domanda: se lo straniero chiede di
avviare un'attivita' di
lavoro autonomo, come posso chiedergli che mi
dimostri di disporre gia' di
un reddito?
Espulsioni pregresse: sono esclusi dalla
regolarizzazione coloro che siano
stati gia' raggiunti da un provvedimento del
genere, salvo che il
provvedimento sia revocato dal prefetto. Non
e' scritto pero' se la revoca
sia richiesta d'ufficio dalla questura in caso
di possesso degli altri
requisiti, o debba essere richiesta e ottenuta
preventivamente dallo
straniero. In quest'ultimo caso, quanti dei
moltissimi interessati
riuscirebbero a farcela entro il 15 dicembre?
Ronchey, sul Corriere della Sera di ieri, si
chiede quanti immigrati
possano essere ragionevolmente ammessi in
Italia ogni anno e lamenta la
mancanza di risposte da parte dei predicatori
che la pensano diversamente
da lui. Non pretendo che Ronchey frequenti le
mie "prediche", ma ripeto da
anni (in compagnia di associazioni, sindacati,
Censis, demografi, Monorchio
e altri) che il nostro paese dovrebbe
ammettere flussi legali per un
ammontare di almeno centomila unita' per anno,
e che potrebbe farlo senza
problema. Gli stranieri attualmente in
condizioni irregolari sono ne' piu'
ne' meno di quelli che avrebbero potuto fare
ingresso legale se le prediche
fossero state ascoltate. Se si vuol cominciare
a farlo ora, si tratta di
mettere in moto la politica delle quote e di
sanare completamente il bacino
di irregolarita' attualmente presente. E' un
lavoro in due fasi: per
l'ingresso di quote regolari dall'estero e'
necessario istituire le liste
di prenotazione nei consolati italiani e
ammettere gli immigrati a cercare
lavoro sul territorio; ed e' il compito per i
prossimi anni. Per
l'emersione del bacino di irregolarita', e'
necessario che la
regolarizzazione appena avviata risulti ampia
ed efficace. E' il compito
per quest'anno. E richiede nuove circolari ed altri decreti.