Date: 9:45 AM 11/6/98 +0100
From: Sergio Briguglio
Subject: regolarizzazione
Cari amici,
ieri abbiamo incontrato i responsabili
dell'Ufficio Stranieri della
Questura di Roma. Provo a elencare i punti
discussi, avvertendovi che in
alcuni casi quanto riportato potrebbe
risentire della mia interpretazione,
e non corrispondere alla posizione della
Questura. A buon intenditor poche
parole...
1) Presentazione della domanda.
La Questura di Roma adotta il sistema della
prenotazione (ottimo). Lo
straniero deve presentarsi, entro il 15
dicembre, in uno dei commissariati
abilitati, con passaporto (o documento
equipollente) e due fotocopie dello
stesso documento, dalle quali si veda la foto.
Il commissariato pone un
timbro su una delle fotocopie e la rilascia
allo straniero, quale ricevuta
della prenotazione. Viene fissata la data per
un appuntamento, sulla base
della mole di lavoro che il commissariato puo'
smaltire quotidianamente.
Solo in quella data lo straniero dovra'
presentare il resto della
documentazione.
Sia chiaro: e' ovvio che dopo il 15 dicembre
saranno emanati successivi
decreti per il rilascio dei permessi di
soggiorno mancanti. E' anche
probabile che in questi giorni sia data
disposizione a tutte le questure di
adottare lo stesso metodo di quella di Roma.
E' bene quindi raccomandare a
tutti gli stranieri di presentarsi (anche in
mancanza di documentazione
completa) a chiedere la prenotazione, ma senza
la preoccupazione di
arrivare primi. Il rilascio della prima
tranche di permessi potrebbe essere
completato contestualmente all'emanazione
degli altri decreti, e l'essere
arrivati primi non costituirebbe un grande
vantaggio. Urge un intervento
del Ministero dell'interno per uniformare i
comportamenti delle questure
sul territorio nazionale.
Allo straniero viene anche dato un facsimile
di contratto (in caso di
regolarizzazione per lavoro subordinato), che
dovra' far compilare al
datore di lavoro e sottoscrivere unitamente a
questi. Un problema emerso
finora e' che, essendo previsto dalla
circolare del ministero del lavoro
che la sottoscrizione sia autenticata, e che
tale autenticazione possa
essere fatta dal funzionario dell'ufficio
provinciale del lavoro solo in
caso di contratto di collaborazione familiare,
sorgono delle difficolta'
negli altri casi. Il Comune infatti puo'
rifiutarsi di autenticare la firma
di uno straniero irregolare. L'unico che puo'
procedere e' allora il notaio
(e la cosa e' ovviamente complicata). Occorre
convincere il Ministero del
lavoro a estendere la facolta' di
autenticazione a tutti i contratti.
Altro problema e' costituito dal rischio che,
segnalata nella prenotazione
l'aspirazione a regolarizzarsi per - poniamo -
lavoro subordinato, lo
straniero scopra strada facendo di non avere i
requisiti e di potersi
invece regolarizzare per lavoro autonomo. La
Questura di Roma sembra
orientata ad una certa elasticita' rispetto a
questa possibilita'.
2) Lavoro autonomo.
A tutt'oggi le camere di commercio si
rifiutano di rilasciare nulla-osta,
perche' non sanno cosa esaminare e cosa
autorizzare o rifiutare. Manca
inoltre l'indicazione delle risorse necessarie
per l'avvio dell'attivita'
autonoma (dovrebbe essere fornita dal
Ministero dell'industria, che
attualmente dorme). Urge un intervento del Ministero
dell'interno che
svegli il Ministero dell'industria (facendo
anche presente che non si
tratta qui di imprenditori giapponesi) o che,
in mancanza di indicazioni,
decida di andare a buon senso. Per buon senso
si intende il considerare
come requisito sufficiente per la
regolarizzazione l'avvio delle procedure
di iscrizione ad albi e registri (ove
previsti), eventualmente in attesa
dei corsi di qualficazione.
Sembra ci sia buona disposizione rispetto alla
possibilita' di
regolarizzare il famoso "giardiniere-scaricatore-e-cosi'-via"
(vedi
messaggi scorsi), qualora apra la Partita IVA.
Sembra pero' anche che
l'apertura della Partita IVA non sia
consentita allo straniero irregolare
(contradditemi se sbaglio). Si presenta cosi'
un circolo vizioso per il
quale avevamo fatto precise proposte al
Ministero dell'interno alcuni mesi
fa. Esempio: rilascio di un permesso
provvisorio utile per gli adempimenti,
da stabilizzare ad adempimenti completati; lo
stesso risultato si potrebbe
raggiungere con opportuno coordinamento tra
amministrazioni (Finanze in
questo caso). Urge un intervento del Ministero
dell'interno mirato
all'ottenimento di questo coordinamento e alla
semplificazione della
procedura.
3) Lavoro subordinato a tempo determinato e
lavoro atipico.
Non esistono disposizioni precise, ma
l'orientamento naturale dovrebbe
essere quello di rilasciare permessi della
durata di un anno (come previsto
dal nascituro regolamento). Questo darebbe
senso alla faccenda dei lavori
atipici (il contratto atipico che un
lavoratore puo' esibire al momento
della regolarizzazione sara'... tipicamente...
di durata limitatissima, e
sarebbe insensato fargli corrispondere un
permesso della stessa durata).
Urge un intervento del Ministero dell'interno.
4) Familiari.
La richiesta di regolarizzazione per motivi
familiari (in caso di familiare
di "regolarizzato fresco") viene
ricevuta, dalla Questura di Roma, previa
esibizione della semplice ricevuta di
prenotazione del lavoratore
regolarizzando.
Resta il problema dei familiari entrati dopo
il 27 marzo. I minori sono
regolarizzabili a regime (anche fuori dalle
previsioni del decreto).
L'altro genitore, pero', non lo e'. Sarebbe
opportuno che si interpretasse
la particolarita' della regolarizzazione per
famiglia (che risponde a un
diritto, non ad una aspirazione, e che quindi
e' sottratta a quote) come
capace di superare anche il requisito della
data di ingresso; la legge
stabilisce infatti che il diritto del minore
all'unita' familiare e' da
considerarsi prevalente (art. 28, comma 3,
Testo Unico).
Resta anche il problema dell'alloggio. I
requisiti relativi all'alloggio ai
fini del ricongiungimento (art. 29 del Testo
Unico) sono piu' restrittivi
di quelli previsti dal decreto ai fini della
regolarizzazione per lavoro.
Sarebbe opportuno che il Ministero
dell'interno rilassasse transitoriamente
anche i primi (per evitare che lo stesso
alloggio sia considerato adeguato
per regolarizzarsi per lavoro, ma non per
regolarizzare i propri familiari).
5) Espulsioni pregresse.
In caso di espulsione ad opera del prefetto
della stessa provincia in cui
si presenta la domanda di regolarizzazione, la
richiesta di revoca e'
istruita d'ufficio dal responsabile
dell'ufficio stranieri (cosi' si
comporta la Questura di Roma). Resta il
problema delle richieste da
indirizzare a prefetti di altre province. Urge
intervento del Ministero
dell'interno.
6) Prove di presenza.
L'orientamento della Questura di Roma sembra
essere improntato alla massima
elasticita' riguardo alle prove
"remote". In altri termini, non sembra che
si chieda allo straniero di produrre ulteriori
prove.
Riguardo alle interruzioni di presenza, i
motivi gravi dovrebbero essere
documentati (certificati medici, di morte - di
un congiunto, ovviamente,
non dello straniero stesso... -, etc.), salvo
che l'assenza sia
riconducibile a brevi periodi intorno alle
festivita' principali. E'
difficile, in presenza di una disposizione
inutilmente vessatoria della
circolare chiedere alla polizia una maggiore
apertura. M'e' d'obbligo pero'
segnalare il caso di uno straniero, tanti anni
fa, che era tornato al suo
paese per futili motivi, lontano dalle feste,
e non aveva certificati
importanti. Non ci crederete, ma lo straniero,
rientrato in Italia, perse
il passaporto, su cui era stato apposto il
micidiale timbro di ingresso con
data, e fu costretto a richiedere una
dichiarazione di identita'
sostitutiva alla propria ambasciata. Vinse poi
al Superenalotto, e vive ora
felice e contento, circondato dall'affetto dei
suoi cari.
Quello delle prove di presenza e' comunque un
problema spinoso. A parte la
documentazione ufficiale, sembrano essere alla
portata dello straniero solo
le attestazioni (controllabili, sulla base di
registri e simili) da parte
delle associazioni. Non posso fare a meno di
raccontarvi, qui, di un
obiettore che lavorava alla Caritas e che, per
errore, emise, anni fa, due
tessere con lo stesso numero d'ordine per due
stranieri diversi. Avvenne
poi che, al momento della regolarizzazione, la
Questura registro' i due
stranieri annotando solo "tessera
Caritas", dimenticando di segnare il
numero. Questo impedi' ulteriori accertamenti.
Lo stesso obiettore, per
errore, getto' dell'inchiostro sui vecchi
registri del centro ascolto, ma
lavoro' giorno e notte per rieditarli a
memoria. Aveva una memoria
formidabile e non omise di classificare anche
i due stranieri con lo stesso
numero di tessera. Vinsero poi al
Superenalotto, l'obiettore, i due
stranieri e il funzionario della Questura, e
vivono ora felici e contenti,
circondati dall'affetto dei loro cari.
7) Richiedenti asilo in pendenza di ricorso.
Queste persone sono tipicamente prive di
passaporto e non possono chiedere
- per ovvi motivi - la dichiarazione
sostitutiva all'ambasciata. A rigore,
sulla base della circolare, non possono
accedere alla regolarizzazione.
Urge un intervento del Ministero dell'interno.
8) Conversioni di permessi di soggiorno.
Non sembra vi sia alcun impedimento alla
conversione di un qualunque
permesso di soggiorno in corso di validita' in
uno dei permessi previsti
dal decreto, previa dimostrazione dei
requisiti.
9) Disponibilita' di alloggio.
L'orientamento della circolare e' improntato
ad apertura in relazione al
tipo di alloggio (basta un posto letto). Non
e' prevista pero' possibilita'
di autocertificazione (a dispetto della
facolta', per la Questura, di
eseguire controlli) relativamente alla
disponibilita'. Sorgono quindi
difficolta' insormontabili nei casi in cui il
titolare dell'alloggio non
sia disposto ad ottemperare all'obbligo di
dichiarazione di ospitalita'
(contravvenzione per la quale non sono
previste sanzioni). Urge un
intervento del Ministero dell'interno.
10) Lavoro alle dipendenze da piu' datori di
lavoro.
La situazione e' confusa. Quanti datori di
lavoro devono sottoscrivere i
contratti? Si presentano piu' contratti
part-time? Qual e' il minimo di ore
complessive settimanali per ottenere la
regolarizzazione? Non ci sono
risposte chiare. Urge un intervento
chiarificatore da parte del Ministero
del lavoro (per la faccenda dei datori di
lavoro) e di quello dell'interno
(per la questione del minimo di ore).
11) Lavoro pregresso.
La dichiarazione relativa a lavoro pregresso,
come sanno tutti, non e'
prevista tra i requisiti sufficienti per la
regolarizzazione. Ugualmente,
tutti sanno che il problema dei datori di
lavoro che si rifiutano di
regolarizzare i rapporti e' grave. E' stato
proposto che una vertenza
pendente sia considerata come possibile anticamera
di una reintegrazione
(la cosa e' vera solo per ditte con piu' di
quindici dipendenti - se non
sbaglio) e valga ad ottenere una sospensione
della pratica di
regolarizzazione, in luogo di un rigetto. La
Questura replica che questo
comunque esorbita dale misure che essa puo'
adottare. Urge un intervento
del Ministero dell'interno (tutto si
risolverebbe, per inciso, con la
possibilita' di regolarizzazione per lavoro
autonomo del
"giardiniere-scaricatore-e-cosi'-via",
previa semplice apertura della
Partita IVA o della posizione previdenziale,
giacche' costui potrebbe poi
iscriversi anche al collocamento).
12) Permessi per studio.
La circolare dispone il rilascio di permessi
per studio a coloro che ne
abbiano i requisiti, anche nei casi in cui sia
stato precedentemente
opposto un rifiuto alla richiesta di rinnovo a
causa del superamento del
limite di due anni fuori corso (rimosso dalla
nuova legge).
L'interpretazione che fornisce la Questura di
Roma limita il beneficio ai
soli stranieri gia' regolari per motivi di
studio (coloro ai quali, cioe',
il permesso sia scaduto), e non a quanti,
originariamente irregolari oppure
irregolari con altra origine, vogliano
intraprendere un percorso di studio
o formazione. L'interpretazione coincide con
quella prospettata dal Prof.
Guelfi nell'incontro della settimana scorsa.
Peccato; l'interpretazione
piu' ampia avrebbe reso la vita piu' facile a
un bel po' di irregolari
giovani. E se il Ministero dell'interno ci
pensasse un po' su?
Cordiali saluti
sergio briguglio
p.s.: ricordo che oggi, venerdi' 6 novembre,
alle ore 16, presentiamo, a
Roma, decreto e circolari a immigrati e
operatori, presso la Sala Assunta,
via degli Astalli 17 (tra Piazza Venezia e
Piazza del Gesu'). Fatelo sapere
agli interessati.